Vorrei anche sottolineare il fatto che sebbene egli si sforzi di piacere agli ebrei essi non perdono l’occasione addirittura di bacchettarlo, trovandosi, come evidentemente al Santo Padre piace, in quelle posizioni di ermeneutica della continuità virtuale che non soddisfa né gli uni né gli altri.
Infatti segnalo un’interessante articolo, come sempre, del dott. Colafemmina che potete trovare qui. Il commento in blu è mio.
-12 maggio 2011 – Oggi Benedetto XVI ha ricevuto una delegazione della massoneria ebraica della B’nai B’rith.(Fonte Centro Studi Federici) Ecco la notizia diffusa dalla Radio Vaticana:
Ebrei e cristiani possono contribuire insieme al bene dell’umanità e rispondere alle sfide della società attuale. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI incontrando, stamani, una delegazione della “B’nai B’rith International”, organizzazione ebraica fondata a New York nel 1843, che ha tra i vari obiettivi la lotta al razzismo e all’antisemitismo.
“Ci sono molti modi attraverso cui ebrei e cristiani possono cooperare per il miglioramento del mondo”, in conformità con la volontà di Dio “per il bene dell’umanità”.-come ormai da tempo si va mal insegnando (vedasi NA) si continua a sostenere che il dio talmudico-cabalistico di coloro che vollero confitto in Croce Nostro Signore Gesù sia lo stesso Dio della fede Cattolica, dimentichi delle parole del Signore si calpestano interi passi del vangelo.“voi che avete per padre il diavolo” (G. 8,44) e nell’apocalisse Giovanni due volte parla della sinagoga di satana.(Ap 2,9-3,9)
Ebrei e cristiani possono contribuire insieme al bene dell’umanità e rispondere alle sfide della società attuale. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI incontrando, stamani, una delegazione della “B’nai B’rith International”, organizzazione ebraica fondata a New York nel 1843, che ha tra i vari obiettivi la lotta al razzismo e all’antisemitismo.
“Ci sono molti modi attraverso cui ebrei e cristiani possono cooperare per il miglioramento del mondo”, in conformità con la volontà di Dio “per il bene dell’umanità”.-come ormai da tempo si va mal insegnando (vedasi NA) si continua a sostenere che il dio talmudico-cabalistico di coloro che vollero confitto in Croce Nostro Signore Gesù sia lo stesso Dio della fede Cattolica, dimentichi delle parole del Signore si calpestano interi passi del vangelo.“voi che avete per padre il diavolo” (G. 8,44) e nell’apocalisse Giovanni due volte parla della sinagoga di satana.(Ap 2,9-3,9)
Il pensiero – spiega il Papa – va immediatamente “ad opere concrete di carità e di servizio ai poveri”,-Carità? Ma santo padre, non sa che caritas Dei diffusa est in cordibus nostris per Spiritum Sanctum qui datus est nobis? (Rm 5:5) forse prudentemente avrebbe dovuto usare il termine solidarietà- ma una delle cose più importanti che ebrei e cristiani possono fare insieme è quella di portare “la comune testimonianza della fede profondamente radicata” - qui siamo all’apice.La testimonianza della fede non è Cristo, il messaggio del vangelo e le opere cristiane, bensì la fede profondamente radicata, cioè “credete a qualunque cosa importante è che ci credete profondamente come noi e gli ebrei”!
Davvero un’esegesi cattolica.Mi chiedo se questo insegnamento proviene dal Pontefice o dal dottore privato, non so mai distinguere quali siano i due- nel fatto che ogni uomo e ogni donna sono stati creati ad immagine di Dio e così hanno “una dignità inviolabile”.
“Questo convincimento resta il più sicuro fondamento -non la roccia che è Cristo- per l’impegno, da parte di tutti, nel difendere e promuovere i diritti inalienabili di ogni essere umano”.- sui diritti dell’uomo soprassiedo perché sarebbe troppo lungo, mentre mi chiedo: e i diritti di Dio? Il Pontefice, ricordando l’incontro del Comitato Internazionale di Raccordo tra Cattolici ed Ebrei tenutosi alla fine di febbraio a Parigi, sottolinea come sia stato affermato il desiderio di cattolici ed ebrei di essere uniti (?) per affrontare insieme le “immense sfide” -Ora le immense sfide che affrontano i cristiani sono da una parte la croce mentre dall’altra la volontà di mettere in croce- in un mondo che cambia rapidamente, e il “dovere religioso” di combattere la povertà, l’ingiustizia, la discriminazione e la negazione dei diritti umani universali.-Il dovere religioso, Santo Padre, non è combattere la povertà (eppure dovrebbe saperlo) ma è di rendere culto a Dio, l’unico vero Dio, infatti nel catechismo della Chiesa Cattolica, evidentemente, è scritto che noi siamo stati creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita e San Tommaso nel ST p II-II q81 a1 conferma che la religione è il solo culto dovuto a Dio.
“Questo convincimento resta il più sicuro fondamento -non la roccia che è Cristo- per l’impegno, da parte di tutti, nel difendere e promuovere i diritti inalienabili di ogni essere umano”.- sui diritti dell’uomo soprassiedo perché sarebbe troppo lungo, mentre mi chiedo: e i diritti di Dio? Il Pontefice, ricordando l’incontro del Comitato Internazionale di Raccordo tra Cattolici ed Ebrei tenutosi alla fine di febbraio a Parigi, sottolinea come sia stato affermato il desiderio di cattolici ed ebrei di essere uniti (?) per affrontare insieme le “immense sfide” -Ora le immense sfide che affrontano i cristiani sono da una parte la croce mentre dall’altra la volontà di mettere in croce- in un mondo che cambia rapidamente, e il “dovere religioso” di combattere la povertà, l’ingiustizia, la discriminazione e la negazione dei diritti umani universali.-Il dovere religioso, Santo Padre, non è combattere la povertà (eppure dovrebbe saperlo) ma è di rendere culto a Dio, l’unico vero Dio, infatti nel catechismo della Chiesa Cattolica, evidentemente, è scritto che noi siamo stati creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita e San Tommaso nel ST p II-II q81 a1 conferma che la religione è il solo culto dovuto a Dio.
Il Santo Padre ricorda anche che in un recente incontro, tenutosi a marzo a Gerusalemme, tra delegazioni del Gran Rabbinato di Israele e la Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo, l’accento è stato posto sulla necessità di “promuovere un’accurata comprensione del ruolo della religione nella vita delle nostre società di oggi” capace di correggere una visione “puramente orizzontale”, e di conseguenza incompiuta, “della persona umana e della convivenza sociale”.-qui purtroppo siamo alle solite, promuovere il ruolo della religione nella vita dell’uomo significa continuare a far servire il diavolo, se non si dice chiaramente che per non avere una visione “orizzontale” ci si deve convertire al cattolicesimo, per avere poi non solo la visione orizzontale ma anche il copro e l’anima orizzontali eternamente.
Infatti non è che credere in budda darebbe ai suoi seguaci una visione trascendente della vita perché essa è pura e semplice idolatria.Quindi credere in una qualsiasi religione non innalza l’uomo a Dio semmai lo separa inesorabilmente.
Il concilio vaticano I, infatti, insegna (Cap.IV sess.II) che l’uomo con la ragione può arrivare a capire l’esistenza di Dio ma che può penetrare i suoi misteri solo soprannaturalmente con l’aiuto della Sua Grazia ed in misura della sua volontà.
E’ evidente che non potranno mai trascendere e penetrare questi misteri senza la Grazia rimanendo nelle tenebre.
Il Santo Padre esorta quindi a superare questa visione materiale della vita umana per un risveglio della spiritualità”.
“La vita e il lavoro di tutti i credenti-Incredibile, ma credenti in chi, in che cosa? Alcuni uomini credono nel demonio, anche loro dovrebbero essere computati tra loro? Cosa cambierebbe tra questi e quelli, entrambi hanno in odio Cristo, che peraltro in questo discorso non viene neanche una volta nominato dal suo vicario in terra!-dovrebbero dare costante testimonianza del trascendente, e puntare a realtà invisibili che si trovano al di là di noi e incarnino la convinzione che una Provvidenza amorevole e misericordiosa guida l’esito finale della storia”,-il Santo Padre con chiarezza fa intendere che il suo discorso è rivolto solo a quelli che non credono a nulla (atei) mentre l’importante sarebbe dare testimonianza del trascendente e non dell’unico Vero Dio uno e Trino ma di qualsiasi “realtà invisibile” fosse anche inventata.Ma il santo Padre sa che allah non esiste? che budda è un idolo? che manitou non è un altro modo di chiamare dio? che tutti i falsi dei sono invenzioni di satana come ben insegnano S.Atanasio (L’incarnazione del Verbo 1) ed unanimemente i Padri della Chiesa, ma soprattutto le Sacre Scritture? e non importa quanto difficile e minaccioso possa apparire il viaggio lungo il percorso. Attraverso il profeta Geremia – conclude il Papa – abbiamo questa certezza: “Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – dice il Signore – progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza”.
Ma tutto questo, però, senza Cristo e con buona pace della Fede Cattolica!“La vita e il lavoro di tutti i credenti-Incredibile, ma credenti in chi, in che cosa? Alcuni uomini credono nel demonio, anche loro dovrebbero essere computati tra loro? Cosa cambierebbe tra questi e quelli, entrambi hanno in odio Cristo, che peraltro in questo discorso non viene neanche una volta nominato dal suo vicario in terra!-dovrebbero dare costante testimonianza del trascendente, e puntare a realtà invisibili che si trovano al di là di noi e incarnino la convinzione che una Provvidenza amorevole e misericordiosa guida l’esito finale della storia”,-il Santo Padre con chiarezza fa intendere che il suo discorso è rivolto solo a quelli che non credono a nulla (atei) mentre l’importante sarebbe dare testimonianza del trascendente e non dell’unico Vero Dio uno e Trino ma di qualsiasi “realtà invisibile” fosse anche inventata.Ma il santo Padre sa che allah non esiste? che budda è un idolo? che manitou non è un altro modo di chiamare dio? che tutti i falsi dei sono invenzioni di satana come ben insegnano S.Atanasio (L’incarnazione del Verbo 1) ed unanimemente i Padri della Chiesa, ma soprattutto le Sacre Scritture? e non importa quanto difficile e minaccioso possa apparire il viaggio lungo il percorso. Attraverso il profeta Geremia – conclude il Papa – abbiamo questa certezza: “Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – dice il Signore – progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza”.
Amen.
Stefano Gavazzi
Stefano Gavazzi
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