lunedì 28 maggio 2012

IL CARD. BRANDMULLER LEGGE MILITIA CHRISTI


Ci sono molti prelati che sostengono l’inutilità anzi la nocività di alcuni blog e ciò può essere vero se riportano notizie false o se omettono le fonti di certi argomenti ma dove invece si cerca di servire la Verità i buoni frutti li porta la Verità stessa.


Nel post che potete leggere qui, nella diatriba tra “menti eletti” (la mia naturalmente era esclusa), sollevavo il dubbio che Mons. Brandmuller e don Nicol Bux (non pinco pallino come me) dirimano in queste poche frasi sotto riportate. (sottolineate in rosso)


Naturalmente il Card. Brandmuller non ha bisogno di leggere Militia Christi però questo prova che il Signore ha creato la ragione dell’uomo per conoscerlo e ha donato la fede per approfondirne, verso di Lui, l’amore e la conoscenza stessa anche senza essere “menti ellette”, teologi o professoroni ma semplicemente Cattolici e nel proprio piccolo fare la propria parte nella difesa dell’unica vera religione in cui pochi ormai credono.


Certo interpretare il Concilio alla luce dell’ermeneutica della continuità rimane il pericolo numero 1, come sostenevo nel post sopra citato, ma è molto importante che una, anzi più voci affermino che “non tutto il Vaticano II è vincolante”.


Di questi tempi non è davvero poco!


sabato 26 maggio 2012


Non tutto il Vaticano II è vincolante. Distinguere per capire meglio





Il Card. W. Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Consiglio di Scienze Storiche, ha contribuito con Sua Ecc.za Mons. Agostino Marchetto e Mons. Nicola Bux ad un libro in uscita per Cantagalli sulle chiavi di Benedetto XVI per leggere il Concilio Vaticano II.

In una recente intervista ha parlato della giusta ermeneutica da applicare ai documenti del Concilio: altro è una costituzione dogmatica altro una semplice dichiarazione.



Per quanto riguarda i documenti conciliari sul dialogo interreligioso e la libertà religiosa, le rispettive dichiarazioni del Concilio non contengono un “contenuto dogmatico vincolante”, (evviva sono ancora cattolico!) dice.

I documenti Nostra Aetate e Dignitatis Humanae sono dichiarazioni. Queste si dovrebbero “prendere seriamente” come espressione del Magistero vivo (Eh vabbè mica si può pretendere che dall’oggi al domani si torni alla vera fede) senza “voler vincolare l’intera Chiesa, perché accetti questa forma”.

Si può discutere su questi documenti.

Questo è il punto di partenza per un “fruttuoso dialogo” con la Fraternità S. Pio X, poiché ogni concilio deve essere visto nel contesto storico (abbiate pazienza bastano le poche righe sopra citate), dice Brandmüller.  

Deve essere messo in conto il diverso carattere giuridico dei documenti del Concilio Vaticano II. Si tratta di considerare la grande differenza tra il documento conciliare sulla Chiesa, il quale ha la forma di una “Costituzione” e la semplice Dichiarazione sui mass-media.

Brandmüller ha stima per il canonista di Monaco Klaus Mörsdorf (1909-1989).

Il Cardinale spera così anche in una felice conclusione dello sforzo vaticano per l’unità con la FSSPX.



Fonte: Kath.net

Traduzione approfondimenti fides cattolica


EVVIVA SONO ANCORA CATTOLICO!

lunedì 21 maggio 2012

NON AVRAI ALTRA SHOA ALL’INFUORI DI QUELLA



Mi vedo costretto da Cattolico a denunciare le gravi offese ed ignominie arrecate a Cristo ed alla Sua Santa Chiesa Cattolica da un uomo che dovrebbe essere un Cardinale di Nostro Signore.

«In Germania – ha detto alla radio dell’arcidiocesi di Colonia – ci sono voci che il Vaticano abbia ‘ceduto’ nei confronti dei lefebvriani e il cardinale mi ha rassicurato che non è così». Lo stesso Koch, nei prossimi giorni in Israele, oggi ha tenuto una ‘lecture’ alla pontificia università San Tommaso d’Acquino (Angelicum) ed ha scandito: «Tutte le decisioni dottrinali del magistero sono vincolanti per un cattolico, anche il Concilio vaticano II con tutti i suoi testi».
E’ evidente che non è proprio così.
Lasciando stare l’annosa vicenda, seppur reale, sulla pastoralità del concilio Vaticano II, dove sono i duemila anni di magistero della Chiesa che questi pseudo cattolici in berretta rossa continuano a calpestare ed infangare adorando creature della stessa loro natura? Tanto più – ha spiegato accanto al rabbino Jack Bemporad – che nelle atrocità senza precedenti della Shoah i cristiani sono stati «sia autori dei crimini sia vittime» e «il flagello dell’antisemitismo sembra essere non estirpabile nel mondo di oggi». (http://www.diariodelweb.it/Articolo/Religione/?d=20120516&id=249653 )
Quel senza precedenti, Mons. Koch, quasi la scagionerebbe.
Se proprio non vuol considerare come “atrocità senza precedenti”, il che la renderebbe troppo cattolico, la morte di Nostro Signore Gesù Cristo,  quale vittima innocente che pagò il prezzo dei nostri Peccati (insieme a Maria, Pretransivit gladio) almeno consideri questo:
Come lei sa gli uomini non sono completamente innocenti, l’uccisione dell’Uomo-Dio è “infinitamente” maggiore di qualsiasi altra atrocità, che, seppur tale, rimane connaturale alla nostra condizione decaduta, mentre quella è soprannaturale, negli altri casi furono uccisi uomini, solo uomini, in questo caso Dio.
Poi consideri, Mons. Koch, che lei evidentemente non ricorda, ad esempio, che fra i cinquanta e i cento milioni di nativi americani persero la vita tra il 1494 e il 1891, classificando la conquista del nuovo mondo come il più grande genocidio della storia dell'umanità.
Mons. Koch non ricorda  anche che prima della II guerra mondiale i crimini del comunismo fecero numericamente molte più vittime del famigerato numero di ebrei morti nella Shoa.
La sola prima guerra mondiale fece 37 milioni di vittime.
Per non parlare dell’aborto di cui non conosco i numeri prima della II guerra mondiale e che comunque è un flagello maggiore rispetto “all’antisemitismo” guardando alle vittime.
“Non avrai altra shoa all’infuori di quella”.
E’ il nuovo comandamento della Chiesa conciliare.
Estirpabile per loro è solo la Fede cattolica cosa che stanno da anni tentando di fare (invano). tanto che «anche nella teologia cristiana l’antichissimo marcionismo (movimento cristiano che rifiuta ebraismo e primo testamento, ndr.) e l’antiebraismo riemergono con spirito di rivalsa, e di fatto non solo da parte dei tradizionalisti ma anche nel filone liberale dell’attuale teologia.
Con spirito di rivalsa? In considerazione di tali sviluppi, la Chiesa cattolica è costretta a denunciare che l’antiebraismo e il marcionismo sono un tradimento della sua stessa fede cristiana e a richiamare alla mente che la fraternità spirituale fra ebrei e cristiani ha il suo fermo ed eterno fondamento nella Sacra Scrittura».
Mons. Koch il marcionismo è stato condannato dalla Chiesa Cattolica lei così fa passare per eretici tutti quelli che per “antiebraici” non fanno altro che distinguere la Sinagoga di Satana (Apo 2,9-3,9) dal piccolo resto che seguì Gesù e che hanno per Padre Abramo nella Fede e non “come padre il diavolo”.
In questo modo scopriamo che Gesù è un marcionita antiebraico, pur essendo della stipre di Davide, ed anche Lui tradirebbe la Fede, sono sue parole quelle virgolettate, ricorda Giovanni 8:44?
Scopriamo che San Giovanni Crisostomo, che non mi risulta sia eretico, “riemerga” come antiebraico.
Tutti i papi che condannarono i giudei con bolle come Innocenzo IV, Nicola III, Paolo IV e tanti altri tutti marcioniti e tutti eretici.
E questi testi sono vincolanti Card. Koch?
Se per antiebraico Mons. Koch intende dal punto di vista teologico (antigiudaico), sono molto antiebraico e dovrebbe esserlo anche lei, così dimostrerebbe la vera carità cristiana che vuole il bene anche delle loro anime, perché gli “ebrei rimasti”, invece, hanno ancora in odio Gesù Cristo, si sono forse convertiti?
Lasciando stare “la duplice via di salvezza” (sic!) gli si è più chiesto cosa pensano di Cristo?
Se invece Mons. Koch intende  “antiebraico” in altro modo allora ha le idee confuse!
La fraternità spirituale tra Ebrei e Cristiano, al di fuori della Fede cattolica, non esiste e non può esistere, per essere fratelli in Cristo bisogna appartenergli, essere “innestati” in Cristo quindi essere battezzati, cosa che fecero tutti quelli appartenenti al piccolo resto che si convertì.
Il vero tradimento della Fede cristiana, anzi cattolica, è quello di svenderla per puro rispetto umano a coloro che vogliono ancora confitto in croce Nostro Signore.
E il Talmud Mons. Koch?2
E la cabala spuria Mons. Koch?
Da quando fanno parte del fondamento della fratellanza tra ebrei e cristiani?
Richiamandosi certamente a NA il Card. Koch mette in luce la fratellanza spirituale non distinguendo che essa appartiene solo al piccolo resto evitando di dire che i giudei post biblici (che seguono la cabala spuria ed il talmud) ed anche quelli attuali non hanno alcun legame spirituale con la Chiesa di Cristo e dunque con nessuno delle sue membra avendo rinnegato e rinnegando tuttora la divinità di Cristo.
Ricapitoliamo:
Gli Ebrei hanno:
Come Padre carnale: Abramo
Come Padre spirituale: Satana (Gv 8,44)
I Cristiani hanno:
Come Padre spirituale:Abramo (Gal. 3,14)
Non si può mettere in relazione la paternità carnale con quella spirituale anche perché Abramo credette (Gal 3,9) mentre i giudei non credettero e non credono ancora e perché la Chiesa è al di sopra delle razze (Rm 10,12).
Il legame che unisce i membri della Chiesa è con Cristo, infatti  la Chiesa è “la società dei battezzati, che hanno la stessa fede (in Cristo), la stessa morale, partecipano agli stessi sacramenti e sono sottomessi ai legittimi pastori, i vescovi o successori degli Apostoli e specialmente al Pontefice romano, successore di Pietro”3, non si parla di razza o stirpe quindi non c’è nessun legame spirituale tra Cristiani ed ebrei.
Oremus et pro Mons. Koch.

  1. D. Carrasco, Religions of Mesoamerica, Harper and Row, San Francisco 1990.Fernand Braudel, Civiltà materiale, economia e capitalismo, Einaudi, Torino, 1987
  2. Condannato da papa Giovanni XXII in  dudum felicis (1320)
  3. Definizione ancora oggi accettata formulata da San Roberto Bellarmino

lunedì 7 maggio 2012

"NON DIPSREZZATE LE PROFEZIE ESAMINATE TUTTO TENETE CIÒ CHE È BUONO" (TESS. 5,20-21)


Si fa un gran parlare nel web del possibile riconoscimento canonico della Fraternità,  sebbene la maggior parte della gente non sappia neanche chi sia, cosa sia e cosa faccia la FSSPX.

Se ne parla in modo entusiastico, trepidante e si attende questo evento quasi come la principessa attende il suo principe azzurro sulla torre imprigionata dal malvagio.

Solo che nelle favole il principe sconfigge tutti i nemici mentre nella realtà viene annientato.

Qualcuno dirà, come peraltro letto su un blog, Se Dio vorrà che la FFSPX si espanda dappertutto, i modernisti e i massoni non potranno fare nulla per impedirlo.

Già è vero, ma se Dio volesse, tutti i malvagi potrebbero essere distrutti all’istante.

La storia invece ci insegna che il disegno divino è più complesso.

Il fatto è che, come disse il massone card. Lienart, "umanamente parlando la Chiesa è finita", pertanto pensare che il riconoscimento della FSSPX possa raddrizzare le cose è puerile, irreale e scusatemi se oso anche poco cattolico.

"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" dice Geremia in 17;5.

Una tale situazione la risolverà solo direttamente il Signore, è evidente che l’uomo oggi si è sostituito a Dio e vuole perseguire il suo fine secondo la sua volontà e non quella del suo Creatore ma più l’uomo abbandona Dio più la sua condizione diviene miserrima.

Quando Dio agisce lo fa in modo che nessuno possa essere tratto in inganno ecco perché spesso si serve dei più piccoli o di cose insignificanti per ottenere i risultati più grandi.

Come si può pensare che la FSSPX possa cambiare la Chiesa e così il mondo?

Come si può pensare che si possa cambiare la mentalità di quasi la totalità della gerarchia modernista e portare sulla retta via nazioni intere che praticano legalmente l’aborto, che celebrano matrimoni gay, dove la prostituzione è legale e la pornografia dilaga?

Si potrebbe dire:”la FSSPX è quel piccolo di cui si serve Dio come dicevi”

E’ evidente che la FSSPX è uno strumento ed un mezzo buono per mantenere la fede e rimanere cattolici, ma che sia piccolo non è esatto.1

Anche il Santo Padre Benedetto XVI si è mostrato sensibile ai “numeri” della Fraternità.

In risposta poi  a quelli che dicono “si espanda dappertutto” si deve sapere che la FSSPX è già dappertutto come parte della Chiesa Cattolica.

E’ comunque sempre più grande di una semplice preghiera di cinque minuti fatta dai vescovi con il Papa che porterebbe la pace, in questo modo tutti direbbero:” E’ bastata una preghiera di 5 minuti ed abbiamo ottenuto la pace. Oh Signore solo Tu sei così grande”.

"Non disprezzate le profezie" (Tess. 5,20-21)

Il Signore ci ha avvertiti, accettando certi accordi, la Fraternità, andrà incontro allo stesso destino dell’IBP del quale ho letto un commovente e tenero articolo di Don Stefano Carusi, che in modo puerile ed ingenuo pensa che la gerarchia ecclesiastica modernista non voglia fagocitarli imponendo dictat ma solo degli inviti:che tenerezza!

Poco prima San Paolo dice:Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, 2Tessalonicesi 2:3

"Non disprezzate le profezie esaminate tutto tenete ciò che è buono" (Tess. 5,20-21)

“Tenete ciò che è buono”:la FSSPX!

Non gettiamola in pasto agli avvoltoi, il Santo Padre avrà anche buone intenzioni, ma il resto della gerarchia?

Solo quest’ultima poi?

Guardate quanto odio c’è verso la Tradizione, basta leggere alcuni blog francesi. (leggasi il post precedente)2

Veramente oggi serve la carta bollata per essere cattolici?

Non basta più il simbolo, la devozione a Maria Santissima, non bastano più i sacramenti, serve una marca da bollo per essere in “piena comunione”?

Si potrà obiettare dicendo, come fanno alcuni, che una situazione simile si era verificata ai tempi di S. Atanasio.

Verissimo, confrontiamo le due situazioni:

1)      I vescovi da convertire erano meno rispetto a quelli di oggi3

2)      Non ci fu la Madonna che avvisò gli uomini di tale apostasia, segno evidente che la Provvidenza Divina stessa considera la  situazione ben più grave di quella di allora tanto da dover “scomodare” la Santissima Vergine Madre di Dio per riportarci sulla retta via e ravvederci, tutti.

3)     Non ci fu di mezzo un “concilio pastorale”, anzi, che formalizzò gli errori modernisti che minano alla base la nostra Fede, “di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l'albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare”.(San Pio X , Pascendi DG)

“Le profezie private non sono dogma”!

Anche questo è vero, ma e altrettanto vero che San Paolo disse "Non disprezzate le profezie” e queste sono parole che vengono da Dio e quando una profezia è supportata da un miracolo testimoniato da 70000 persone, più o meno, non è più tanto privata!

Quindi non direttamente ma indirettamente disobbediamo a Dio nelle sue parole.

Io ci credo e chiunque creda che a Fatima la Madonna ci ha dato la nostra ultima possibilità, non deve disprezzarne la profezia e certamente non può credere che la situazione della Chiesa e la salvezza delle anime di tutto il mondo possano dipendere dal riconoscimento canonico della FSSPX.

Dopo il riconoscimento accorreranno flotte e flotte di fedeli, le cappelle traboccheranno, si avrà bisogno di chiese grandi e belle.

Questa è utopia non realtà, laddove non vi sia ipocrisia.

Cosa fare allora?

Sia chiaro io non do ordini a nessuno, cerco di attenermi a ciò che insegna il Signore Gesù e la Chiesa, nonché  alla realtà dei fatti e contra factum non est argumentum.

“Esaminate ogni cosa”.

Cosa della FSSPX non è cattolico!

La crisi della chiesa c’è, la Fede cattolica si dissolve, il mondo è pieno di guerre, la disparità sociale sempre più ampia, l’immoralità dilagante. (Ad esempio è interessante vedere come alcuni progressisti siano al redde rationem come Mons. Lanfranconi, si legga http://apostatisidiventa.blogspot.it/2012/05/un-vescovo-progressista.html )

Ma se, come si dice, non avvenisse la riconciliazione attraverso questa canonizzazione della FSSPX i danni sarebbero “incalcolabili”, perché non ci spiegano quali sono i danni per le anime di tutti gli infedeli, gli eretici e scismatici che veramente sono fuori della Chiesa?

Perché i fedeli che seguono le Messe dei sacerdoti della Fraternità dovrebbero subire, apparentemente, danni incalcolabili, e a quelli anglicani invece che volevano tornare4 non si è ritenuto doverne calcolare e ci si è affrettati a farli rimanere lì dove sono cioè senza “alcuna comunione” con Roma?

Non sarà che scopriremmo che Urs Von Balthasar aveva torto perché l’inferno lo riempiono solo Mons. Lefebvre, i sacerdoti della FSSPX ed i “seguaci” di quest’ultimi, io compreso?

A Noi sembra di dover dissentire da cotesti profeti di “ventura”, che annunziano eventi sempre gioiosi, quasi che mai incombesse la fine del mondo. (Luget Mater Ecclesia!)

Giovanni ma come si può essere ottimisti?

Parafrasando una pubblicità ormai datata.

Cosa fare allora?

Teniamo ciò che è buono laddove c’è la Fede cattolica.

Se nella FSSPX c’è la Fede cattolica chiunque può trovarla anche senza alcuna carta bollata, questo si come Sant’Atanasio, senza nessun riconoscimento canonico.

Chi vuole la fede sa dove trovarla e, per ora, nella FSSPX c'è ancora la Fede della Chiesa Cattolica tra breve chissà!

Continuiamo la buona battaglia verso amici, parenti, sul lavoro, testimoniando la sana dottrina Cattolica al resto ci penserà il buon Dio, Lui sa che ne abbiamo bisogno.



CVCRCI

NOTE:




2)      E’ interessante sapere che uno degli ultimi padri conciliari Giovanni Franzoni, leader dei comitati di base (ho detto tutto) incolpa del “fallimento” del concilio i conservatori che non hanno lasciato libertà, addirittura, questo eretico, la menta il fatto che Paolo VI è la conseguenza delle sofferenze di oggi per aver pubblicato la sua enciclica sul celibato sacerdotale. (leggete http://apostatisidiventa.blogspot.it/2012/05/lermeneutica-della-discontinuita.html )

3)      A puro titolo esemplificativo a Nicea c’erano 318 Padri al Concilio Vaticano II si dice circa 2400, una bella differenza!

4)      Due anni prima del fatto degli anglicani che volevano rientrare nel Novembre 2009, il Card. Kasper aveva bloccato una richiesta come quella del 2009.

mercoledì 2 maggio 2012

INTEGRALISTI:SETTE DOMANDE INQUIETANTI

Ricevo da UNAVOX e pubblico questo interessante articolo, commentato poi da UNAVOX, che ci fornisce il disastroso livello di Fede di quelli che si definiscono "cattolici" soprattutto in Francia e dell'evidente odio per la Chiesa Cattolica e la Tradizione, preludio di una persecuzione profetizzata nelle Scritture e da Cristo stesso.
Aberrante, a mio avviso, il punto 6 dove, questo pseudo cattolico, dogmatizza le nuove ideologie conciliari.

Non più una Santa ma tutte sante.
Niente più simbolo.

Editoriale di Jean-Pierre Denis sul settimanale La Vie, del 18 aprile 2012


Pubblichiamo un articolo apparso sul settimanale cattolico francese La Vie, del 18 aprile 2012.
Questo settimanale può essere paragonato alla nostra gloriosa Famiglia cristiana: stessa informazione e preparazione approssimativa, stessa linfa anticattolica, stesso livore antitradizionale, stessa strafottenza nei confronti della Chiesa cattolica e del Papa, stessa deriva ereticante.
Perché lo pubblichiamo allora?
No, non è per masochismo, ma perché le considerazioni che vi si leggono sono come le tessere di un mosaico che compongono un quadro agghiacciante dello stato intellettuale, spirituale e religioso in cui versa ormai una gran parte dei cattolici moderni che sono stati cresciuti, educati e guidati dai nuovi preti generati dal Vaticano II.
Lo stato agghiacciante in cui versa la nuova Chiesa conciliare, che molti dicono dovrebbe essere rimessa in sesto col “ritorno” della Fraternità San Pio X: è del tutto recente la lettera aperta di Mons. Nicola Bux, in cui si ricorda a Mons. Fellay proprio questa funzione che andrebbe a svolgere la Fraternità col suo “rientro”. (si veda il nostro commento a questa lettera)
Lo stato agghiacciante di cui diciamo, però, non è una sorta di incidente di percorso, ma una condizione strutturale di gran parte dei chierici e dei laici e c’è da chiedersi quali virtù taumaturgiche eccezionali possiederebbe la Fraternità per operare una guarigione così problematica.
Un miracolo… come dice anche l’estensore di questo articolo… certo un miracolo, ma un miracolo che sarà possibile solo per l’intervento di Nostro Signore e non certo per l’entrata in forze della Fraternità San Pio X in questo sconquassato campo di rovine in cui s’è ridotta la nuova Chiesa conciliare.

L’altro motivo che ci ha indotto a pubblicare questo articolo è la possibilità che esso offre di essere letto e ponderato sforzandosi di cogliere come in controluce l’altra faccia della stessa medaglia. Perché le considerazioni dell’estensore, se lette con un’ottica diversa dalla sua, possono aiutare a riflettere, e anche molto seriamente, sulle sabbie mobili che si intravedono, vaste e maleodoranti, nella prospettiva di un “rientro” della Fraternità.
Come ha affermato lo stesso Mons. Fellay, ciò che si prospetta è una battaglia durissima, per certi versi titanica, poiché Messer Belzebù non mancherà di prestare la sua opera, soprattutto dopo la bella riuscita del lavoro da lui svolto intorno al Vaticano II. Una battaglia durissima che, proprio perché condotta all’interno, si giuocherà tutta in difesa e molto meno all’attacco, con tutti i rischi che questo può comportare.

Alla fine dell’articolo abbiamo aggiunto delle nostre note su alcuni passi dell’articolo stesso, sia per evidenziarne la problematicità, sia per non lasciare “impunite” certe sciocchezze propalate dall’estensore quasi sicuramente in buona fede, … che è cosa ancora più grave.





Editoriale

Integralisti: sette domande inquietanti

Editoriale di Jean-Pierre Denis sul settimanale La Vie, del 18 aprile 2012

La firma di un accordo con la Fraternità San Pio X (FSPX) segna una tappa importante nella storia della Chiesa. Secondo ogni ipotesi, ormai una parte dei dissidenti che avevano seguito Mons. Lefebvre nello scisma, rientrerà nella Chiesa cattolica, ove godrà di una larghissima autonomia. Questo grande avvenimento pone dei seri interrogativi ai cristiani in generale e ai cattolici in particolare.
Da parte mia, ne vedo sette principali. Le pongo qui senza tabù, ma senza certezze esagerate, per aprire una riflessione con voi.

1° interrogativo: Rischio o sicurezza?
Se si guarda alla storia della Chiesa fin dai primi secoli, vi è più pericolo a lasciare che gli scismi si consolidino, che a riassorbirli entro la prima generazione, poiché i vescovi dissidenti tendono a moltiplicarsi col tempo.
Ora, in ragione della successione apostolica (i vescovi sono i successori degli apostoli), è l’episcopato ad essere la chiave, in un certo senso più del papato.
Da questo punto di vista, abbandonare a se stessi dei vescovi dissidenti è molto pericoloso, come se si accettasse la proliferazione nucleare. Farli rientrare significa riprendere il controllo.
Se si considera che la FSPX è un po’ come la Corea del Nord, con questo regime opaco bisogna necessariamente negoziare per evitare la bomba selvaggia.
Tuttavia, qui si è recuperata un’ogiva (Mons. Fellay), ma ne resteranno senza dubbio tre abbandonate a se stesse (i vescovi Williamson, Tissier de Mallerais e de Galarreta).
Il mio verdetto provvisorio: ben fatto, Benedetto!


2° interrogativo: Trionfalismo o pentimento?
Per mettere a tacere le critiche, ci si presenta, ancora una volta, la parabola del figliol prodigo. Il ritorno del giocatore alla casa del Padre non allieta l’altro figlio, il primogenito, il fedele.
Ma l’uso di tale parabola presuppone, quanto meno, che ci si prenda la briga di leggere il testo. Il figliol prodigo pronuncia infatti una frase chiave: «Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio».
Da parte lefebvriana, nessun pentimento, ma un trionfalismo da bullo, peraltro ingigantito per darsi importanza. Comunque fastidioso. Stiamo vivendo una situazione falsa e questa falsità fa presagire numerose gravi difficoltà.
Il mio verdetto provvisorio: non fatevi ingannare.


3° interrogativo: Guerra o pace?
L’esperienza degli anni recenti incita alla prudenza, ma non necessariamente al pessimismo. Certo, la molestia ai preti e ai vescovi francesi esercitata da piccoli gruppi del movimento tradizionale è un fatto comune, piuttosto incoraggiato dal Motu Proprio che ha riabilitato il «rito straordinario» di prima del Concilio.
Ma per altro verso, il dialogo tra cattolici fa progressi, come abbiamo sperimentato noi stessi preoccupandoci di invitare il Superiore della Fraternità San Pietro, Don Ribeton, agli Stati Generali del Cristianesimo, organizzato da La Vie nel 2010.
Nella famiglia tradizionale vi sono anche numerosi credenti sinceri e intelligenti, persone che riflettono, che crescono e che valgono più delle etichette che si sono affibbiate esse stesse o che vengono loro affibbiate. Certuni possono perfino insegnarci delle cose!
La recente visita canonica (ispezione, nel linguaggio cattolico) di cui è stato oggetto l’Istituto del Buon Pastore di Don Laguérie, dimostra peraltro che, una volta sottomesse a Roma, queste comunità vengono a poco a poco normalizzate, non senza difficoltà o resistenza da parte loro.
Sul lungo termine, dunque, nessun dubbio: il tempo giuoca a favore della grande Chiesa, che digerisce discretamente, ma sicuramente i ribelli che ingoia.
Peraltro, è proprio questo che motiva il rifiuto di numerosi integralisti, particolarmente in Francia.
Il mio verdetto provvisorio: promettente a lungo termine.


4° interrogativo: Reazione o capitolazione?
La coincidenza con l’anniversario del Vaticano II è sorprendente. Molti cattolici vi vedranno la prova che il Papa, a forza di gesti del genere, dimostra di non far proprio il concilio, qualunque cosa possa dire, fare e ripetere altrimenti nei modi più diversi. Il pontificato di Benedetto XVI sarà definitivamente macchiato da questo sospetto reazionario, rafforzato anche dalla coincidenza con l’anniversario dell’elezione di Joseph Ratzinger al soglio di Pietro.
Tuttavia, la storia si può leggere in senso inverso, cosa che sono portato a fare.
Dopo cinquant’anni di lotta, di insolenza nei confronti dei preti, di insubordinazione nei confronti dei vescovi, di insulti indirizzati al Papa, una parte della corrente integralista rende le armi in piena commemorazione conciliare.
Il mio verdetto provvisorio: giudizio sospeso!


5° interrogativo: Unità o esplosione?
Il ritorno degli integralisti sarà solo parziale. Particolarmente in Francia, la battaglia si annuncia dura all’interno di questa corrente, sempre pronta alle scissioni. Le vere poste in palio saranno finanziarie, immobiliari ed anche ideologiche o teologiche. Rimarrà una piccola setta.
Da questo punto di vista, l’operazione condotta da Roma è abile: dividere per regnare, recuperare il recuperabile, abbandonare gli altri al loro triste destino.
Ma per altro verso, non si rischia di accelerare lo scisma strisciante che continua a minacciare la Chiesa cattolica, con l’abbandono di numerosi fedeli nei paesi occidentali?
L’immagine di una Chiesa che coccola i suoi estremisti, non rischia di assestare un colpo terribile all’evangelizzazione?
Il rischio di scoraggiamento di numerosi preti, vescovi e fedeli, non si sta passando troppo sotto gamba?
Io temo fortemente che, prigioniero di un sistema di governo molto manchevole, il Papa non abbia soppesato bene questa dimensione del problema.
Il mio verdetto provvisorio: grossi guai in vista.


6° interrogativo: integralismo o negazionismo?
La corrente integralista è complessa. Dietro il paravento della liturgia si trovano piuttosto delle questioni fondamentali.
Si può essere cattolico e negazionista come Mons. Williamson, se dovesse accadere (altamente improbabile) che questo delirante personaggio rientrasse anch’esso?
Più seriamente, si può essere cattolico e continuare a professare l’antisemitismo (ammesso che questo non esista più nella grande Chiesa…)?
Si può essere cattolico e condannare il dialogo interreligioso e anche l’ecumenismo?
Si può essere cattolico e rigettare tutto ciò che dicono e fanno i papi da cinquant’anni?
Qui, come al momento della creazione dell’Istituto del Buon Pastore, penso che si pagheranno per molto tempo, e molto care, le ambiguità della situazione.
Il mio verdetto provvisorio: troppo rischio, Benedetto!


7° interrogativo: tradizione o integralismo?
Si vuole ritrovare la tradizione cattolica in tutta la sua portata e la sua bellezza, e vi sono molte buone ragioni per riannodare certi fili abusivamente tagliati.
Ora, ciò che si recupera non è la tradizione, ma l’integralismo.
Intellettualmente, teologicamente, artisticamente e spiritualmente, questa corrente puramente reazionaria non ha prodotto alcunché di notevole da dopo il suo emergere nel XIX secolo.
La tradizione sarà sempre vivente. L’integralismo resterà sterile.
Il mio verdetto provvisorio: niente panico.





Nostre note sull'editoriale

1° interrogativo

è l’episcopato ad essere la chiave, in un certo senso più del papato”.
Sarebbe facile ricordare che si tratta di uno dei frutti del Concilio, ma bisogna tenere presente che questa frase non rivela un convincimento di parte dovuto a cattiva interpretazione, quanto uno stato di fatto che, grazie al Concilio e al post-concilio e grazie alla precisa volontà dei ultimi papi, vivono i vescovi cattolici in relazione alle “proprie Chiese”: la Chiesa di Milano non è la Chiesa di Roma… si sente dire da 47 anni.
È per questo che da 24 anni si parla di scisma (inesistente) di Lefebvre… per distrarre l’attenzione dagli scismi (reali) dei vescovi.

Farli rientrare significa riprendere il controllo
Dal punto di vista teorico non è detto che questa certezza strategica sia facile da concretizzare, ma un simile convincimento rivela una forma mentale e un’attitudine operativa che guarda alla Fraternità e al suo “rientro” come al nemico da abbattere… meglio se dall’interno che dall’esterno.


2° interrogativo

“Da parte lefebvriana, nessun pentimento, ma un trionfalismo da bullo, peraltro ingigantito per darsi importanza. Comunque fastidioso”
Frase che annuncia l’intenzione di mettere la Fraternità “sotto sferza”, non appena attuato il “rientro”, con buona pace di tanti ottimisti che parlano di “accoglienza a braccia aperte”, dimenticando che la nuova Chiesa non è fatta dai buoni cattolici rimasti, ma da quei vescovi di cui dicevamo prima affiancati da schiere di chierici e laici che non aspettano altro che insegnare alla Fraternità cosa significhi essere cattolici… e cattolici della nuova Chiesa dell’amore.


3° interrogativo

“Nella famiglia tradizionale vi sono anche numerosi credenti sinceri e intelligenti, persone che riflettono, che crescono e che valgono più delle etichette che si sono affibbiate esse stesse o che vengono loro affibbiate. Certuni possono perfino insegnarci delle cose!”
Frase che meriterebbe una delle famose analisi di Freud, maestro nel far credere che il sole che nasce nel cielo abbia la sua genesi nel sub-mondo.
Qui vengono presi di mira i singoli fedeli, uno ad uno, che si pensa di poter mettere “sotto analisi” per far emergere dal loro subconscio la verità che hanno inavvertitamente rimosso: la loro opposizione al Vaticano II è figlia dello sviscerato e innaturale amore che nutrono nei confronti di esso.

“La recente visita canonica (ispezione, nel linguaggio cattolico) di cui è stato oggetto l’Istituto del Buon Pastore di Don Laguérie, dimostra peraltro che, una volta sottomesse a Roma, queste comunità vengono a poco a poco normalizzate, non senza difficoltà o resistenza da parte loro”
A parte lo sfoggio di erudizione canonica e di informazione da bottega del barbiere… poveri vaticanosecondisti francesi… almeno certi vaticanisti italiani quando la sparano grossa usano le veline dei loro referenti in Vaticano.
A parte questo, qui si ripropone uno scenario che la Fraternità conosce benissimo da lungo tempo, fin da quando, orsono 24 anni, nacque quella “San Pietro” che oggi partecipa agli Stati Generali del Cristianesimo, che fin nella terminologia evocano le glorie della liberatoria e progressiva “Rivoluzione”… francese… appunto.
Non è un caso che diversi “Padri conciliari” parlarono del Vaticano II come dell’89 della Chiesa cattolica.


4° interrogativo


“La coincidenza con l’anniversario del Vaticano II è sorprendente…”
Fu Giovanni XXIII a inaugurare l’esaltazione della lettura dei segni dei tempi, instaurando una pratica che si dimostra essere un’arma a doppio taglio.
I segni dei tempi, per i fautori e i sostenitori del Vaticano II, sono i punti d’appoggio per trasformare la Chiesa di Cristo nella Chiesa nonostante Cristo. Ma essi servono anche per rivelare l’evidenza di questa perseguita metamorfosi, così che i cattolici fedeli alla Chiesa di Cristo possano essere avvertiti in tempo.
L’estensore dell’articolo parla di “coincidenze”, ma è evidente che si tratta di corrispondenze simboliche espressamente volute, sia perché rimangano nella memoria storica, sia perché appaghino il bisogno personale di compensazione dei crucci antichi.

“Dopo cinquant’anni di lotta, di insolenza nei confronti dei preti, di insubordinazione nei confronti dei vescovi, di insulti indirizzati al Papa, una parte della corrente integralista rende le armi in piena commemorazione conciliare”
“Rendere le armi”, dice il nostro, dimenticando di rilevare “l’onore delle armi” che tanti nemici non nascondono di tributare… “onore delle armi” che, quando è fatto bene, lascia in mano ai nemici che si sono arresi le insegne, le divise e perfino l’armamento personale… tanto più formidabile per quanto più personale e interiore.
Ma i vaticanosecondisti… che ne sanno di onore, rispetto e tenuta interiore?


5° interrogativo

“Da questo punto di vista, l’operazione condotta da Roma è abile: dividere per regnare, recuperare il recuperabile, abbandonare gli altri al loro triste destino.
Ma per altro verso, non si rischia di accelerare lo scisma strisciante che continua a minacciare la Chiesa cattolica, con l’abbandono di numerosi fedeli nei paesi occidentali? L’immagine di una Chiesa che coccola i suoi estremisti, non rischia di assestare un colpo terribile all’evangelizzazione? Il rischio di scoraggiamento di numerosi preti, vescovi e fedeli, non si sta passando troppo sotto gamba?”
La citazione è lunga, ma davvero rivelatrice della forma mentis, o forse sarebbe meglio dire della “difformità della mente”, di questi moderni cattolici vaticanosecondisti.
Roma, cioè il Papa, cioè il Vicario di Cristo, avrebbe fatto bene a dividere i cattolici… ovviamente “integralisti”, perché questi beceri si meritano solo martellate sui denti. Però… già perché c’è anche un però in queste menti deviate… però il solo fatto di aver accettato i pochi “recuperabili” rischia di provocare degli scismi.
Ci sono numerosi preti, vescovi e fedeli che saranno scoraggiati a dover convivere con gli estremisti… ovviamente di destra… è perché? Ovviamente perché si tratta di preti, vescovi e fedeli… di estrema sinistra, tutti figli legittimi del Vaticano II e tutti proiettati verso il matrimonio dei preti, verso l’ordinazione delle donne, verso la giustificazione dell’omosessualità, verso la benedizione del divorzio e l’assistenza dell’aborto. Tutta bravissima gente che si fa male a scontentare… anche perché… come tutti sanno… in Chiesa ci dev’essere posto per tutti… tranne che per gli estremisti di destra…
E l’estensore dell’articolo ha colto davvero nel segno, perché ogni buon cattolico, moderno, sa che l’insegnamento e la morale cattoliche mutano col mutare del tempo e seguono le esigenze e i segni dei tempi… non come quei reazionari di tradizionalisti che credono negli insegnamenti di Gesù, vecchi di duemila anni.
Una Chiesa degna di questo nome non può fare altro che allontanare questi pericolosi cultori del vecchio e seguire gioiosamente i fautori del nuovo…
…se no… che l’abbiamo fatto a fare il Vaticano II?


6° interrogativo

“Si può essere cattolico e negazionista come Mons. Williamson, se dovesse accadere (altamente improbabile) che questo delirante personaggio rientrasse anch’esso? Più seriamente, si può essere cattolico e continuare a professare l’antisemitismo (ammesso che questo non esista più nella grande Chiesa…)? Si può essere cattolico e condannare il dialogo interreligioso e anche l’ecumenismo? Si può essere cattolico e rigettare tutto ciò che dicono e fanno i papi da cinquant’anni?”
Verrebbe da dire subito: si!
Se non fosse che le cose stanno ancora peggio.
La solita tattica giacobina: mischiando le cose serie alle facete si giunge al giudizio inappellabile di “nemico della rivoluzione”… e il nostro estensore francese se ne intende di giacobinismo. Disgrazia vuole, però, che a partire dal Concilio il giacobinismo è diventato pratica corrente nella nuova Chiesa conciliare, non a caso nata in concomitanza col giacobinismo sessantottino.
Tutto si lega in vista della costruzione dell’“uomo nuovo”… del cattolico nuovo, aggiornato e adulto.
Chi potrebbe negarlo dopo l’esperienza degli ultimi 47 anni?
E poi il monito finale:… troppo rischio, Benedetto!
Ma è un monito o una minaccia?


7° interrogativo

“Ora, ciò che si recupera non è la tradizione, ma l’integralismo”
Ed ecco l’ultima perla della illuminata visione del mondo di questi moderni cattolici vaticanosecondisti: una cosa è la tradizione, altra cosa è la fede integrale. La prima, in quanto “vivente” è sempre incinta e partorisce in continuazione una novità dopo l’altra… la seconda è roba da eunuchi dello spirito, è sterile.
Caspita che acume, che profondità di pensiero…
… e poi si accusano i tradizionalisti di voler rifiutare tutto questo e di avere mille titubanze quando li si invita alla convivenza con questa confusione della mente e dello spirito.
Venite… venite… vi accogliamo a braccia aperte… si grida ormai da più parti!
L’estensore dell’articolo dice: niente panico.
Noi diciamo: attenti ai rischi dell’abbraccio mortale!
Guardateli prima nelle mani e negli occhi, che non abbiano spine avvelenate e bagliori di fuoco!


Ma chi è questo tizio che scrive su La Vie?
Come diceva Pirandello: Uno, nessuno e centomila.
E a lui e a noi non è vano ricordare una delle frasi di questo noto progressista siculo: “È naturale che illusioni e disinganni, dolori e gioie, speranze e desideri ci appaiano vani e transitori, di fronte al sentimento che spira dalle cose che restano e sopravanzano ad essi, impassibili”.
Pirandello non conobbe il Vaticano II… ma a suo modo ammoniva già di fronte alla prepotente incidenza delle cose che permangono e che annullano ogni illusione e perfino ogni rosea aspettativa umana… fintanto che il Vaticano II e i suoi frutti incomberanno sul destino dei cattolici… direbbe Pirandello: “lustru di Pararisu nun sinni viri”! (luce di Paradiso non se ne vedrà!).

Meditiamo gente!… meditiamo!