tag:blogger.com,1999:blog-40248415614250432552024-03-13T12:56:40.299-07:00MILITIA CHRISTIBlog dedicato al Cattolicesimo TradizionaleStefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.comBlogger205125tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-52488282669950694982015-01-14T23:59:00.001-08:002015-01-14T23:59:26.059-08:00VIOLENZA E GIUSTIZIA<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
I fatti di Parigi hanno invaso le pagine di cronaca, atto
terribile e forte, molti si sono schierati dalla parte dei vignettisti, alcuni
hanno espresso delle contrarietà.(tutti contro i musulmani giustamente)</div>
<div class="MsoNormal">
Mi riferisco per esempio all’articolo di U.T. pubblicato su
UNAVOX intitolato IO NON SONO CHARLIE…. (<a href="http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1103_U-T_Non_sono_charlie.html">http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1103_U-T_Non_sono_charlie.html</a>)
articolo per altro nel complesso ampiamente condivisibile.</div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal">
Ma la nostra civiltà cattolica narcotizzata e annichilita
dal liberalismo massonico, dal modernismo e dal veleno kantiano di Mattiussiana
memoria non riesce a staccarsi più dalla materia per elevarsi alle cose
spirituali ed anche quei pochi rimasti fedeli alla Fede dei padri, compreso me,
hanno subito danni irreversibili dalle cose di questo mondo.</div>
<div class="MsoNormal">
Mi riferisco all’ affermazione, fatta notare ad UNAVOX,
presente nel succitato articolo:</div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">"Il mio Dio mi
dice che non si uccide e basta."<br />
</i>Non è vero, assolutamente.</div>
<div class="MsoNormal">
La chiesa cattolica (come anche san Tommaso <b>ST p.II-I q10 a8
r, Q11 a.3</b>) insegnano che vi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sono <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">3</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">i
casi in cui è lecito uccidere.<br />
</b>1) Guerra<br />
2) Legittima difesa<br />
<b>3) Dall'Autorità competente<sup>1</sup></b><br />
In uno stato cattolico, in una civiltà cattolica questi porci bestemmiatori sarebbero stati prima redarguiti,
ammoniti due, tre volte poi messi in gabbia in eterno o tolti di mezzo.</div>
<div class="MsoNormal">
“Sei pazzo”, “fondamentalista”, “inciti alla violenza”,
“vergogna”.</div>
<div class="MsoNormal">
No non sono pazzo, non incito alla violenza ma alla
giustizia.</div>
<div class="MsoNormal">
La società deve sempre agire, attraverso l’autorità
competente, per il perseguimento di un fine (anche attraverso i beni temporali quale mezzo), causa finale, che è sempre
soprannaturale e <b>cioè la salvezza dell’anima,</b> quando gli assassini delle anime
(anche lo scandalo è compreso nel V° comandamento) mettono in pericolo la vita
soprannaturale degli uomini o meglio uccidono le loro anime istigandole al
peccato, questi “uomini” debbono, se non si ravvedono, essere “eliminati”,
consegnati, come dice San Tommaso, <b>al braccio secolare.</b></div>
<div class="MsoNormal">
Il bene più prezioso è quello spirituale <b>a cui quello
materiale è subordinato</b>:”<i style="mso-bidi-font-style: normal;">E non abbiate
paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima;
temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo
nella Geenna</i><span style="color: black; font-size: 10.0pt;">.”</span> (<span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Matteo 10:28</span>)</div>
<div class="MsoNormal">
<b>Infatti se muore l'anima muore anche pure il corpo non a caso Gesù dice che uccidere il corpo non è uccidere l'anima! </b></div>
<div class="MsoNormal">
Troppa considerazione della materia, le parole di Gesù, il
magistero della Chiesa e la retta ragione ci dovrebbero fa capire che il bene
<b>più prezioso è Dio e la nostra salvezza </b>e con questo che, anche grazie
all’avallo della narcotizzata gerarchia ecclesiastica, vi sono nel mondo uomini
malvagi schiavi del demonio, nemici di Cristo e della Croce che uccidono le
anime.</div>
<div class="MsoNormal">
Loro sono <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>più
pericolosi di quelli che uccidono il corpo.</div>
<div class="MsoNormal">
Me ne frego di quello che dice la gente, l’anima è più
preziosa di ogni cosa.</div>
<div class="MsoNormal">
Non è una mia idea od opinione è magistero della Chiesa, quella vera, di Dio, non degli uomini di oggi assoggettati al mondo ed al suo principe. </div>
<div class="MsoNormal">
<b><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Che giova infatti
all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? </i><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">(Marco 8:36)</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
Ma ci crediamo veramente?</div>
<div class="MsoNormal">
Concludo col constatare che è davvero triste vedere che
degli infedeli ed idolatri che credono alla loro falsa religione introdotta da
un falso profeta ispirato da satana abbiano più considerazione di essa di
quanto noi dovremmo averne per la nostra avendo conosciuto il Vero Dio, essendo
Figli del Padre Eterno, salvati dal Figlio e mantenuti in grazia dallo Spirito.<sup>2</sup></div>
<div class="MsoNormal">
Incredibile!</div>
<div class="MsoNormal">
Rinnovando la mia stima per tutti quelli che collaborano con
UNAVOX per il grande lavoro che fanno al servizio di Dio e della Verità, prego
ed esorto a pregare per la conversione di questi poveri peccatori che sotto
falsa libertà, sotto lo stendardo di satana, ancora combattono contro Dio e
contro l’uomo.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
CVCRCI<br />
Stefano Gavazzi</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
NOTE:</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">1-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Spiegazione del Catechismo di San Pio X di P.
Dragone art. 193<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>pagg.299,300.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">2-<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Sottolineo, se fosse ancora necessario, che il
loro gesto sanguinario, illegittimo ed ingiustificato sarebbe stato il medesimo
anche commesso da qualsiasi cristiano, visto che è l’autorità competente a doversi occupare di questo. </div>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-60403648633688659772014-10-29T01:17:00.002-07:002014-10-29T01:17:53.517-07:00La scomunica ridicola del vescovo superficiale<br />
<big><big><span style="font-weight: bold;"></span></big></big>
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><small>Ricevo sottoscrivo e pubblico (sottolineatura in rosso mia)<br />
</small></small></span><span style="font-weight: bold;"><small><big>La
scomunica ridicola<br />
del vescovo superficiale<br />
</big></small></span></big></big></big><br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<br />
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"></span></big></big></big></div>
di <span style="font-weight: bold;">Belvecchio<br />
<br />
<img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Diverse/NOTIFICAZIONE%20AI%20PARROCI%20SULLA%20FRATERNITA.png" style="height: 1002px; width: 709px;" /><br />
</span><span style="font-weight: bold;"> </span><br />
<br />
<br />
<br />
Dopo aver letto questa “Notificazione” (che si trova sul <a href="http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazine/moduli/ultimora/uploads/allegati/cat_272/NOTIFICAZIONE%20AI%20PARROCI%20SULLA%20FRATERNITA.pdf">sito
della diocesi di Albano</a>) siamo rimasti a chiederci cosa mai essa
potesse significare, e dopo un po’ di riflessione siamo giunti alla
conclusione che significa un bel niente.<br />
Eppure l’ha scritta un vescovo, un vescovo di Santa Romana Chiesa di
cui si legge nel sito della sua diocesi: Segretario del Consiglio dei
Cardinali per l’aiuto al Santo Padre nel governo della Chiesa
Universale; Presidente della Commissione Episcopale per la Dottrina
della Fede, l’Annuncio e la Catechesi, della CEI; Vescovo Delegato CEL
per la Dottrina della Fede, Annuncio e Catechesi. <br />
Insomma, un vescovo di un certo peso… si suppone.<a name='more'></a><br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Ora, precisiamo subito che noi
non scriviamo per difendere la Fraternità San Pio X, che sa
farlo benissimo da sola e senz’altro molto meglio di noi</span>;
scriviamo perché essendo tra i fedeli che ritengono di far parte
della Fraternità, ci sentiamo toccati in prima persona, per
fatto personale, come si usa dire, visto che dal momento che chiediamo
e riceviamo i sacramenti dai sacerdoti della Fraternità, secondo
Mons. Semeraro avremmo rotto la comunione con la Chiesa cattolica.<br />
<br />
Ovviamente si potrebbe obiettare che Mons. Semeraro ha giurisdizione
solo nella sua diocesi e sui fedeli che fanno parte di essa,
così che la cosa non riguarderebbe noi che facciamo parte di
un’altra diocesi, ma ciò che conta è il principio
disciplinare, per cui, non essendo la Fraternità un’istituzione
della Chiesa cattolica, come pretende Mons. Semeraro, ed esercitando i
suoi sacerdoti e i suoi vescovi un ministero illegittimo, ne
deriverebbe che i fedeli cattolici, come noi, ovunque si trovino, non
possano partecipare alla Messa, né richiedere o/e ricevere
sacramenti dalla o nella Fraternità.<br />
<br />
La prima cosa che si nota, gravissima, è che Mons. Semeraro,
nonostante sia un vescovo, si muove in una confusione incredibile tra i
canoni del Diritto Canonico, i “motu proprio” di Benedetto XVI e le sue
vedute personali. <span style="font-weight: bold;">Una confusione che
lo porta ad affermare delle clamorose contraddizioni.</span><br />
Benedetto XVI, nei suoi “motu proprio” ha ribadito che i ministri della
Fraternità “non esercitano” e “non possono esercitare alcun
ministero” in modo legittimo “<span style="font-weight: bold;">nella
Chiesa</span>”. <br />
Ora, chiunque conosca la lingua italiana e abbia un minimo di
dimestichezza con il diritto, canonico e no, comprende chiaramente che:<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<span style="font-weight: bold;">primo</span>,
poiché il Papa esercita la sua giurisdizione sulla
Fraternità, <span style="font-weight: bold;">essa fa parte
della Chiesa cattolica</span>, contrariamente a quanto afferma con
colpevole superficialità Mons. Semeraro;<br />
<span style="font-weight: bold;">secondo</span>, che la
Fraternità è “<span style="font-weight: bold;">nella
Chiesa</span>” e quindi i suoi ministri esercitano il loro ministero
sacerdotale “<span style="font-weight: bold;">nella Chiesa</span>”;<br />
<span style="font-weight: bold;">terzo</span>, che non è
mai esistito alcun documento che scomunica i sacerdoti della
Fraternità o dichiara che essa è fuori dalla comunione
ecclesiale;<br />
<span style="font-weight: bold;">quarto</span>, che la vecchia e
illegittima scomunica dei vescovi della Fraternità non è
più in vigore ed operante;<br />
<span style="font-weight: bold;">quinto</span>, che di
conseguenza i fedeli cattolici sono liberi di partecipare alla Messa
celebrata dai sacerdoti della Fraternità e di chiedere e/o
ricevere da essi i sacramenti;<br />
<span style="font-weight: bold;">sesto</span>, che nessun vescovo
può arrogarsi il diritto di esercitare la sua giurisdizione in
contraddizione con quanto constatato prima;<br />
<span style="font-weight: bold;">settimo</span>, che nessun
vescovo può esercitare la sua giurisdizione sui fedeli della sua
diocesi in maniera generalizzata e a prescindere dalle loro colpe
canoniche personali.<br />
</div>
<br />
A queste nostre osservazioni a caldo, bisogna aggiungere che,
già al tempo in cui erano ancora in vigore le illegittime
scomuniche, la Pontificia Commissione <span style="font-style: italic;">Ecclesia
Dei </span>affrontò questa stessa questione e l’allora
Segretario, <a href="http://www.unavox.it/Documenti/doc0165_CED_MessaFSSPX.htm" style="font-weight: bold;">Mons.
Camillo Perl, già nel 2003</a>, assicurava che si poteva
assistere alla Messa celebrata nelle cappelle della Fraternità e
addirittura si poteva lecitamente contribuire alla questua.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Da tutto questo deriva che
questa “Notificazione” è senza fondamento, senza serietà
e senza cura pastorale e, pur essendo firmata da un vescovo, è
di fatto nulla e contraria al diritto della Chiesa</span>. Tale che
nessun fedele della diocesi di Albano è tenuto a rispettarla,
né ha l’obbligo di confessare un peccato che non è tale e
che quindi non ha potuto neanche commettere.<br />
<br />
Il fatto che il vescovo abbia potuto concepire una simile
“Notificazione” sta a significare che <span style="font-weight: bold;">i
moderni vescovi cattolici trattano la religione e la cura d’anime in
maniera del tutto superficiale, come se si trattasse di esprimere una
mera opinione personale sul gusto del caffè del mattino</span>,
e del tutto dimentichi che essi sono i successori degli Apostoli e gli
esecutori della volontà di Nostro Signore, e non i dispensatori
della loro personale volontà.<br />
<br />
L’unica cosa che in questa “Notificazione” ha un qualche fondamento
è l’affermazione tratta dai “motu proprio” di Benedetto XVI,
secondo cui i ministri della Fraternità eserciterebbero il loro
ministero sacerdotale, “<span style="font-weight: bold;">nella Chiesa</span>”,
in maniera illegittima.<br />
La cosa richiederebbe una lunga trattazione canonica e quindi qui ci
limitiamo a far notare due cose:<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<span style="font-weight: bold;">prima</span>,
che neanche il Papa può giuocare con la vita spirituale dei
fedeli e sostenere che i ministri della Fraternità sono
cattolici e amministrano validamente i sacramenti cattolici e tuttavia
lo fanno, da cattolici, in maniera illegittima. Un fedele che si
comunica ad una Messa della Fraternità, secondo il Papa,
riceverebbe un vero sacramento, ma lo riceverebbe in maniera
illegittima: come dire che è un vero seguace di Cristo, ma
insieme non lo è. Si tratta semplicemente della nota
contraddizione religiosa che imperversa a partire dal Vaticano II.<br />
<span style="font-weight: bold;">Seconda</span>, se la
Fraternità e i suoi ministri non sono cattolici, il Papa ha il
dovere di dirlo, ma non può confondere i fedeli affermando che
sono cattolici, che non c’è più la scomunica, e tuttavia
è come se questa ci fosse e come se quei ministri non fossero
cattolici. Questo sarà pure un cavillo canonico, ma non è
una cosa seria in termini di cura d’anime.<br />
</div>
<br />
E la cosa assume i connotati del grottesco quando si vede lo stesso
Papa partecipare alla <span style="font-style: italic;">communicatio
in sacris</span> con ministri tuttora scomunicati dalla Chiesa e poi
affermare, con solennità documentale, che il ministero <span style="font-weight: bold;">valido</span> dei ministri <span style="font-weight: bold;">validi</span> della Fraternità che <span style="font-weight: bold;">non è scomunicata</span>, e che
quindi è <span style="font-weight: bold;">in comunione con la
Chiesa cattolica</span>, sarebbe “illecito”.<br />
Un fedele cattolico che non ha fatto tutti gli studi teologici e
canonici del Papa, come farà a regolarsi per non sentirsi in
colpa?<br />
<br />
La verità è che papa Ratzinger, da buon “perito
conciliare”, ha voluto sancire che la Fraternità non è
fuori dalla Chiesa, ma che per intanto, <span style="font-weight: bold;">non essendo disposta ad abbracciare tutti
gli equivoci e le eterodossie del Vaticano II, resta in stato di
quarantena</span>, come fosse un’appestata a cui i fedeli è
meglio che non si accostino per non restarne infettati.<br />
Detta in altri termini, <span style="font-weight: bold;">papa
Ratzinger ha voluto sancire che si può essere cattolici e
seguaci di Cristo, ma fino a quando non si entri in possesso di un
pezzo di carta rilasciato dal Vaticano, non si sarebbe né
cattolici, né seguaci di Cristo. </span><br />
Se non fosse ridicolo, sarebbe blasfemo. <br />
<span style="font-weight: bold;">Non è il Papa che
stabilisce l’ortodossia dei cattolici, ma è l’ortodossia
cattolica che impone al Papa di “pascere le pecorelle del Signore”, e
non come vuole il Papa, ma come vuole Nostro Signore. </span><br />
<br />
Per essere esatti, è vero che non deve trascurarsi l’importanza
della potestà di governo del Papa, e che quindi le leggi della
Chiesa devono essere rispettate, ma esse non servono a “<span style="font-weight: bold;">fare</span>” i cattolici, bensì a “<span style="font-weight: bold;">servire</span>” i cattolici. Per di
più, lo ribadiamo ancora una volta, <span style="font-weight: bold;">non è il Codice di Diritto Canonico
che determina la dottrina e l’ortodossia, ma è la dottrina e
l’ortodossia che fa scaturire da sé il Diritto Canonico</span>. <br />
Diversamente, sarebbe come dire che non è dal Vangelo che
derivano le leggi della Chiesa, ma, assurdamente, è dalle leggi
della Chiesa che deriverebbe il Vangelo.<br />
<br />
Ora, fino a quando il Papa non sancirà in maniera certa e
immutabile che il Vaticano II è pari al Vangelo, <span style="font-weight: bold;">e non solo riconducibile ad esso per
“ermeneutica” meramente umana</span>, nessuno può essere
chiamato fuori dalla Chiesa per non voler aderire agli equivoci e alle
eterodossie prodotte da quell’infelice assise di vescovi: <span style="font-weight: bold;">né il semplice fedele, né, a
più forte ragione, una istituzione ecclesiale che è
cattolica per implicita ed esplicita ammissione dello stesso Papa, come
la Fraternità San Pio X.</span><br />
Ed è inutile continuare a giuocare con l’intelligenza dei
fedeli, ripetendo a destra e a manca che <span style="font-weight: bold;">la Fraternità San Pio X non sarebbe
in “piena comunione” con il Papa</span>, perché anche questa
è una storiella che andrà pure bene come espediente
pubblicitario, ma non ha alcun fondamento logico, né alcun
fondamento canonico: <span style="font-weight: bold;">la comunione
c’è o non c’è</span>. Nessuna persona sana di mente
potrebbe affermare seriamente che possa esserci la comunione, ma che
questa possa essere <span style="font-weight: bold;">non piena</span>.
<span style="font-weight: bold;">Se la comunione non è
piena è vuota, per dirla con una battuta provocatoria, e quindi
non esiste, e quindi non c’è.<br />
<br />
</span>Se la Fraternità San Pio X è fuori dalla
comunione con la Chiesa cattolica, lo si dica, e lo si dica seriamente
e senza distinguo; <span style="font-weight: bold;">se invece essa non
è fuori dalla comunione con la Chiesa cattolica, la si smetta di
usare falsi distinguo e si ponga fine a questa farsa che dura da troppo
tempo.</span><br />
<br />
Visto come stanno le cose, e visto che la Fraternità San Pio X
non è mai stata dichiarata “non cattolica”, tranne che in questa
risibile “Notificazione”, e che anzi è stato continuamente
ribadito, in vario modo dallo stesso Papa, che <span style="font-weight: bold;">è validamente cattolica</span>,
<span style="color: red;"><u>forse è giunto il momento che i fedeli in generale e i sacerdoti
e vescovi della Fraternità in particolare, la smettano di
favoleggiare di superflui e capziosi “pezzi di carta” e si limitino a
vivere da cattolici, non tenendo in alcun conto i cavilli canonici
inventati dal Vaticano attuale che è accecato dalla nebbia
venefica del Vaticano II</u>.</span><br />
<span style="font-weight: bold;">La domanda che poniamo,
soprattutto ai vescovi della Fraternità, è la seguente:
in questi 40 anni di esercizio del loro ministero, tutti i fedeli che
hanno usufruito dei sacramenti da essi amministrati, sono andati e
vanno all’Inferno oppure no?</span><br />
<u style="color: red;">Se vanno all’Inferno, questi vescovi abbiano la decenza di sciogliere
la Fraternità e di smetterla di ingannare tante anime; se non
vanno all’Inferno, questi vescovi hanno il dovere di continuare sulla
stessa strada seguita finora, senza inseguire i sogni più o meno
personali di un qualche “riconoscimento” che, <span style="font-weight: bold;">come non è servito in questi 40
anni, continuerà a non servire per gli anni a venire, fino a
quando Dio vorrà. </span><br />
Tutto il resto è accademia atta a soddisfare i conati di
autocompiacimento di qualcuno, i quali, in quanto tali, non solo sono
molto poco cattolici, ma possono solo arrecare confusione e divisione,
in perfetta linea con la mefiticità del mondo moderno e del
Vaticano II. </u><br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<br />
</div>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-26812554200600891902014-10-16T11:59:00.002-07:002014-10-16T11:59:31.752-07:00Un vescovo imbarazzante<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><big>Ricevo e pubblico </big></small></span></big></big></big><br />
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><big>Un
vescovo imbarazzante<small><br />
<br />
</small></big></small></span></big></big></big>
<br />
<div style="text-align: left;">
<big>di <span style="font-weight: bold;">Edwin Faust<br />
</span></big>
<hr style="height: 2px; width: 100%;" />
<div style="text-align: center;">
Articolo pubblicato sul sito
inglese<span style="font-style: italic; font-weight: bold;"> <a href="http://www.therecusant.com/an-inconvenient-bishop">The Recusant</a></span><a href="http://www.corrispondenzaromana.it/resistere-alla-tendenza-eretica-la-relatio-di-erdo-cancella-dun-colpo-il-peccato-e-la-legge-naturale/"><span style="font-style: italic; font-weight: bold;"></span></a><a href="http://pierovassallo.blogspot.it/2014/09/la-chiesa-ribaltata.html"><span style="font-weight: bold;"></span></a></div>
<hr style="height: 2px; width: 100%;" />
<big><span style="font-weight: bold;"></span><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><big><span style="font-style: italic;"></span></big></small></span></big></big></big><br />
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small> </small></span></big></big></big></div>
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"> </span></big></big></big>
<div style="text-align: left;">
<big><br />
</big></div>
<img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/FSSPX/Mons-Williamson_Scandinavia_6.08_g.jpg" style="height: 400px; width: 336px;" /><br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
La Chiesa è diventata
sempre più preoccupata della sua immagine pubblica. I media
hanno applaudito Papa Giovanni XXIII, che ha voluto aprire le porte
della Chiesa per farvi entrare l’aria del mondo moderno. Ma la Chiesa
ha pagato a caro prezzo questo plauso dei media di breve durata: la
brezza della modernità l’ha posta in balia dei venti instabili
dell’opinione pubblica. <br />
<br />
Quali che siano le divergenze che avrebbe Mons. Richard Williamson con
i capi della Fraternità San Pio X, qualsiasi valutazione onesta
della sua ultima espulsione dalla FSSPX, dovrebbe iniziare con
l’incidente che ha permesso al suo superiore di rimuoverlo da ogni
ministero e di isolarlo.<br />
<br />
Mons. Williamson è dell’opinione che le camere a gas non
sarebbero state utilizzate dai nazisti per lo sterminio degli Ebrei
durante la Seconda Guerra Mondiale. Egli accetta le conclusioni di uno
studio scientifico contestato e noto come “<a href="http://www.vho.org/aaargh/fran/livres2/rapport1i.pdf"><span style="font-style: italic;">Rapporto Leuchter</span></a>”. Di
conseguenza, Sua Eccellenza pensa che il numero di Ebrei uccisi nei
campi di concentramento può essere più vicino ad un
milione e mezzo piuttosto che a sei milioni. Egli disse questo in
un’intervista alla televisione svedese svoltasi in Germania. <br />
<br />
Questa opinione è esattamente ciò che ha reso Richard
Williamson un problema per la FSSPX e i suoi sostenitori che vogliono
un accordo col Vaticano. <span style="font-weight: bold;">Mons.
Williamson è stato processato ed è stato giudicato
colpevole dalla legge tedesca di “negazionismo” (di negare
l’Olocausto). Egli è stato ufficiosamente riconosciuto colpevole
di essere imbarazzante per la FSSPX e la Santa Sede. </span><br />
<br />
L’espulsione di Sua Eccellenza dalla FSSPX avvenne nell’ottobre del
2012; e fu immediatamente seguita da un annuncio dei responsabili del
Vaticano che i negoziati con la Fraternità San Pio X non erano
terminati e non conducevano ad un vicolo cieco, come era stato pensato
prima, ma che occorreva pazientare e sperare in una riconciliazione a
cui si era molto sensibili. Una coincidenza? <br />
<br />
Le organizzazioni ebraiche che mantengono rapporti con il Vaticano
denunciarono la revoca delle scomuniche dei vescovi della FSSPX,
notando che tra loro c’era un “negatore dell’Olocausto”. Il portavoce
del Papa disse che il Santo Padre, al momento del decreto, non era a
conoscenza delle opinioni di Mons. Williamson, suggerendo che una tale
conoscenza avrebbe potuto pregiudicare la revoca delle scomuniche. <br />
<br />
Senza entrare nei meriti dell’opinione di Mons. Williamson sul “<span style="font-style: italic;">Rapporto Leuchter</span>”, non è
pertinente chiedersi <span style="font-weight: bold;">se tale opinione
sia in rapporto con la Fede cattolica?</span> Occorre parteggiare per
una particolare versione della storia, <span style="font-weight: bold;">per
essere qualificati ad esercitare un ministero episcopale nella Chiesa
cattolica?</span> E potremmo anche chiederci: in che misura
l’autorità della Chiesa sarebbe stata estesa di fatto alle corti
della Germania, alle organizzazioni ebraiche e ai media popolari? <br />
<br />
Mons. Williamson fu rimosso da rettore del seminario della
Fraternità San Pio X in Sud America e fu esiliato a Wimbledon,
non per aver trasgredito ad un qualche articolo dello statuto della sua
Fraternità Sacerdotale, né per una qualche infrazione al
Diritto Canonico, né per un qualche dissenso pubblico o privato
rispetto all’insegnamento dogmatico della Chiesa. <span style="font-weight: bold;">Mons. Williamson venne privato del suo
ministero e eclissato al pubblico perché costituiva un problema
di pubbliche relazioni. </span><br style="font-weight: bold;" />
<br />
Se Sua Eccellenza avesse ritrattato la sua opinione, chiesto scusa a
tutti coloro che si sentivano offesi da essa, pagato l’ammenda
inflittagli e fatto il suo <span style="font-style: italic;">mea culpa</span>
al suo superiore, tutto sarebbe andato bene. <span style="font-weight: bold;">Il problema è che egli è un
uomo onesto. </span><br />
<br />
Egli era convinto che non si sbagliasse nella sua opinione, e sapeva di
non aver violato alcuna disciplina o dottrina della Chiesa, così
ha continuato ad esprimere il suo parere attraverso il <a href="http://stmarcelinitiative.com/"><span style="font-weight: bold;">suo
sito</span></a>. <br />
Egli è stato schietto nell’esporre la sua posizione in merito ad
un accordo tra la Fraternità San Pio X e il Vaticano: <span style="font-weight: bold;">ritenendo che non sia ancora giunto il
momento perché la FSSPX possa fidarsi dell’ortodossia e delle
buone intenzioni delle autorità romane. </span><br />
<br />
Egli si è opposto agli sforzi fatti in questa direzione dal suo
superiore, Mons. Fellay, e ha chiesto una nuova dirigenza per la FSSPX.
Se questo merita la sua espulsione dalla Fraternità, è
cosa che è meglio lasciare all’apprezzamento dei membri della
stessa Fraternità. <span style="font-weight: bold;">Ma la
rimozione di Mons. Williamson certo toglie alla FSSPX un problema di
pubbliche relazioni e facilita qualsiasi eventuale accordo che potrebbe
stabilirsi con la Curia romana, così particolarmente sensibile
ai media.</span> <br />
Naturalmente, coloro che accettano compiaciuti l’espulsione di Mons.
Williamson forse non si rendono conto che l’accusa di
antisemitismo continuerà ad essere avanzata contro la Chiesa
cattolica sulla base di un qualunque pretesto, <span style="font-weight: bold;">perché è la Fede stessa che
molti Ebrei ritengono offensiva. </span><br />
<br />
Chi conosce Mons. Williamson si rende conto che la sua integrità
è fuori questione, come la sua carità. Quantunque le sue
opinioni possano essere impopolari, di certo non derivano dalla
malizia, ma da un onesto convincimento. <br />
<span style="font-weight: bold;">Egli potrà essere
giudicato originale, anche imprudente, ma è cattolico fino al
midollo; e questo può costituire il vero centro del problema:
è tempo che lo si riconosca.</span><br />
<br />
</div>
<br />
<big> </big>
<div style="text-align: right;">
<span>(<a href="http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV990_Faust_Vescovo_imbarazzante.html#su">torna
su</a>)</span></div>
<hr width="100%" />
<br />
ottobre 2014Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-37699304896651848142014-10-06T01:49:00.002-07:002014-10-06T01:49:13.682-07:00Cristiani Bruciati<div>
Ricevo e pubblico immediatamente </div>
<div>
Inizio messaggio inoltrato:</div>
<br class="Apple-interchange-newline" /><blockquote type="cite">
<div>
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">
<span style="color: black; font-family: Helvetica; font-size: large; font: 18.0px Helvetica;"><b>Da: </b></span><span style="font-family: Helvetica; font-size: large; font: 18.0px Helvetica;">Inter Multiplices Una Vox <<a href="mailto:unavox@cometacom.it">unavox@cometacom.it</a>></span></div>
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">
<span style="color: black; font-family: Helvetica; font-size: large; font: 18.0px Helvetica;"><b>Data: </b></span><span style="font-family: Helvetica; font-size: large; font: 18.0px Helvetica;">05 ottobre 2014 11:14:57 GMT+02:00</span></div>
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">
<span style="color: black; font-family: Helvetica; font-size: large; font: 18.0px Helvetica;"><b>A: </b></span><span style="font-family: Helvetica; font-size: large; font: 18.0px Helvetica;">Una Vox <<a href="mailto:unavox@cometacom.it">unavox@cometacom.it</a>></span></div>
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">
<span style="color: black; font-family: Helvetica; font-size: large; font: 18.0px Helvetica;"><b>Oggetto: </b></span><span style="font-family: Helvetica; font-size: large; font: 18.0px Helvetica;"><b>Cristiani bruciati in Nigeria</b></span></div>
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 14px;">
<br /></div>
</div>
<div style="-webkit-line-break: after-white-space; -webkit-nbsp-mode: space; word-wrap: break-word;">
Foto
diffusa dal padre Juan Carlos Martos, cmf, Segretario dei Padri
Missionari Clarettiani, via Sacro Cuore di Maria, 5, 00197 Roma, tel.
06.807.03.59 - 06.808.31.55, posta elettronica: <a href="mailto:l.fanlo@pcn.net">l.fanlo@pcn.net</a><div>
<br /></div>
<div>
<img height="574" src="http://mail4a.webmail.libero.it/cp/ps/Mail/Downloader?uid=%24mSb%2FBzDzWi4%3D&contentSeed=%24G7hybqPdqIKxJwNSygUoFwgoiihaCATn&pct=%24pKitrs7IqsMGMqE%2FhKxhZAOZEhMmyFXI&c=%24ahGhVFkDSNA%3D&_cpsa=%2FgScs%2FEwgJk%3D&an=%24rx8RDRtyqwqdSJOFXiFupwrf%2BkRigkSr&udh=%24zRhvOcpTLhzm7G0U78iY64oEtYQFIPx4&_cpiv=RgMIkrQ851c%3D&disposition=%24OXD8Fp1cXFc%3D&fp=%24%2FDzKzX2JaYU%3D&dhid=%24o09zhyCVXgMyp7CivesNu5wC19bj4hzG&ai=0" width="793" /></div>
</div>
</blockquote>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-13810120911863395502014-09-29T23:47:00.000-07:002014-09-29T23:47:16.447-07:00L'antipapismo di Antonio Socci: la mossa disperata di un cattolico conciliare<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><big>Ricevo e pubblico da unavox </big></small></span></big></big></big><br />
<br />
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><big>L'antipapismo
di Antonio Socci:<br />
la mossa disperata di un cattolico conciliare<span style="font-style: italic;"></span></big><br />
</small> </span></big></big></big>
<br />
<div style="text-align: left;">
<big><br />
</big></div>
<img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Papa_Francesco/Due_papi/Due_papi_giardini_vaticani_luglio_2013.jpg" style="height: 378px; width: 567px;" /><br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
È probabilmente una
deformazione tutta moderna quella di chi sostiene, nei fatti più
che nelle dottrine, l’assoluta indefettibilità dei Sommi
Pontefici, nelle interviste ai quotidiani come nel sostegno politico a
questo o quel paese in guerra, nei commissariamenti degli ordini
religiosi fino ai siluramenti dei cardinali di Curia... Tutto è
giusto, tutto è santo, tutto è indiscutibilmente la
scelta migliore possibile... <br />
<br />
Ovviamente questo atteggiamento “culturale” - anche i cortigiani
infatti, sia pur in tono minore, possono fare cultura - non ha nulla a
che vedere né con il Dogma dell’infallibilità, né
con il Cattolicesimo <span style="font-style: italic;">tout court</span>.
<br />
<br />
Eppure... Così stanno purtroppo le cose in molte teste di
persone, magari ottime, specialmente in Italia. Si tratta quasi
sempre di articolisti od ecclesiastici considerati conservatori,
benpensanti, poco avvezzi ad usare la ragione, che pure hanno in
abbondanza, ma assai abili nell’arte oratoria dell’arrampicata...<br />
<br />
Il “formalismo” però, quando supera i limiti umani della
resistenza, espone talvolta a rischi preoccupanti.<a name='more'></a><br />
<br />
Già in passato, ad esempio, mi sono soffermato a riflettere sui
legami, apparentemente incomprensibili, fra normalismo e
sedevacantismo. Questi due orientamenti, in un certo senso opposti,
derivano tuttavia entrambi da quella convinzione, completamente
infondata, dell’assoluta indefettibilità pontificia, in ogni
manifestazione pubblica o privata della persona Papa. <br />
I primi, in altre parole, si arrampicano sui vetri all’inverosimile per
tentare di far quadrare sempre il cerchio: ogni dichiarazione, ogni
starnuto, ogni pillola di Misericordina elargita, che so, a padre
Manelli..., è sempre in continuità con i predecessori,
con la Tradizione, con la Chiesa di sempre...<br />
I secondi invece, convintissimi comunque anch’essi dell’assoluta
indefettibilità, ma constatando, per il principio di
identità e non contraddizione, l’impossibilità
concreta di conciliare determinate posizioni con la Dottrina,
decidono semplicemente che il Papa non c’è e la Sede
è vacante. <br />
<br />
Il mio ragionamento è ovviamente estremamente sintetizzato: non
è questo del resto l’argomento principale che voglio affrontare
in questo articolo. <br />
E dove voglio allora arrivare? Ecco subito il nocciolo. <br />
<br />
Oggi lo scenario sembra arricchirsi di una nuova posizione intermedia:
con l’uscita infatti del nuovo volume di Antonio Socci “<span style="font-style: italic;">Non è Francesco</span>” si affaccia
una tendenza, sempre comunque figlia dell’indefettibilità papale
assoluta, che potremmo definire “antipapismo”. <br />
In cosa consiste nella sua essenza? L’elezione di Papa Francesco
sarebbe nulla ma... ciò non porterebbe il Socci al
sedevacantismo per il semplice motivo che il predecessore di Bergoglio
è ancora in vita e quindi sarebbe lui il vero Sommo Pontefice.<br />
<br />
A sostegno di questa tesi il Socci porta, almeno a quanto sembra prima
di aver letto il libro, argomentazioni tutto sommato abbastanza
inconsistenti: una supposta votazione in più, la talare bianca
che Ratzinger continua ad indossare, qualche speculazione araldica
sullo stemma del “Papa Emerito”, qualche elucubrazione sulla formula
utilizzata nella dichiarazione delle dimissioni... Un po’ pochino anche
per un giornalista non propriamente esperto in Diritto Canonico. <br />
<br />
Il fenomeno Socci apre tuttavia una breccia, piuttosto inattesa ma
indubbiamente reale, nel fronte del conciliarismo più o meno
conservatore. Egli infatti non perde occasione di magnificare i gesti
ed il Magistero di Giovanni Paolo II, il Papa di Assisi, dei polli
scannati sugli altari, del bacio al Corano, dei “mea culpa” per le
Crociate e l’Inquisizione. Non contesta minimamente i documenti del
Concilio Vaticano II, ama la liturgia sciatta del nuovo Messale, segue
le Apparizioni carismatiche di Medjougorje, incensa regolarmente la
figura di don Giussani. Un cattolico conciliare dunque a tutti gli
effetti. <br />
Eppure... di fronte all’irruzione sulla scena vaticana del Vescovo di
Roma Bergoglio... anche un ciellino conciliarista come Socci rimane
sgomento. Lo scatto in avanti è troppo violento, troppo evidente
il contrasto con i predecessori più immediati, troppo stridente
la discontinuità del suo presunto Magistero. <br />
<br />
Ed ecco che il buon Socci, che, bisogna ammetterlo, è comunque
una persona intellettualmente onesta, non ci si ritrova più e
cerca disperatamente una via di fuga che possa farlo uscire dal dramma
teologico dell’attuale situazione ecclesiale. Pensa che ti ripensa...
il nostro scrittore non trova di meglio che rifugiarsi nell’anticamera
di una sorta di neo-sedevacantismo conciliare.<br />
<br />
Posizione francamente debole, anzi debolissima. Oggi, tanto per fare un
esempio, Socci può infatti ancora più o meno sostenere
che il vero Pontefice continuerebbe ad essere Benedetto XVI. Ma... cosa
succederebbe, facendo i debiti scongiuri, alla morte di Papa
Ratzinger? <br />
E se, per continuare con le ipotesi tutt’altro che di scuola, il
successore di Bergoglio riconoscesse il suo predecessore argentino e si
impegnasse a proseguirne l’opera di smantellamento del Cattolicesimo?<br />
Cosa farebbe Socci in tale situazione?<br />
E se infine il medesimo Benedetto XVI, come ha abbondantemente
dimostrato nei mesi scorsi, riconoscesse esplicitamente di non avere
alcuna intenzione di opporsi alla potestà di Bergoglio e di non
sentirsi depositario di alcun <span style="font-style: italic;">munus</span>?<br />
Le domande potrebbero continuare ancora a lungo. Occorre comunque, a
conclusione di questo articolo, ipotizzare almeno qualche
risposta plausibile. <br />
<br />
A mio parere non ci sono scappatoie di sorta se non quelle offerteci
dalla sana Dottrina e dalla storia della Chiesa. In poche parole: ci
sono sempre stati Papi ottimi, buoni, mediocri e pessimi.<br />
Quelli negativi sono stati inflitti ai cristiani sicuramente a causa
dei loro peccati. <br />
I Pontefici pessimi lo sono stati non solo per motivi di vita morale ma
anche, seppur in misura minore, per incertezze ed errori nel loro
insegnamento magisteriale (i Papi Vigilio, Liberio, Giovanni XXII ecc.)<br />
I santi, come S. Atanasio o S. Caterina da Siena, in quelle circostanze
non hanno quasi mai contestato la legittimità dell’elezione, ma
si sono semplicemente opposti agli errori e impegnati affinché i
medesimi Pontefici potessero riconoscerli e correggerli. <br />
Perché dunque oggi non dovrebbe essere così?
Perché oggi i Papi possono essere soltanto o tutti santi o non
Papi? Un po’ di buon senso allora, unito alla preghiera, ci sarà
certamente di grande aiuto nella lettura di questi anni tribolati della
storia ecclesiale contemporanea. <br />
</div>
<br />
<big> </big>
<div style="text-align: right;">
<span>(<a href="http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV960_Bongi_Socci_antipapa.html#su">torna
su</a>)</span></div>
<hr width="100%" />
<br />
settembre 2014Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-43660919951637546052014-09-23T11:09:00.002-07:002014-09-23T11:09:55.135-07:00Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede<b><span>Comunicato della Sala Stampa<br />
della Santa Sede</span></b><br />
<small style="font-weight: bold;"><big>del 23
settembre 2014<br />
<br />
sull'incontro fra il Cardinale Müller e Mons. Fellay<br />
<br />
<a href="http://www.news.va/it/news/210969">da Vatican News</a><br />
<br />
<a href="http://www.unavox.it/Documenti/Doc0793_Comunicato_Vaticano_23.09.2014.html#COMUNICATO"><span style="text-decoration: underline;"></span></a></big></small><br />
<small><span><small><br />
Si è svolto oggi, martedì 23 settembre dalle ore 11 alle
ore 13 in un clima di cordialità presso la sede della
Congregazione per la Dottrina della Fede, l’incontro tra l’Em.mo
Cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per
la Dottrina della Fede e S.E. Mons. Bernard Fellay, Superiore generale
della Fraternità Sacerdotale S. Pio X. <br />
<br />
All’incontro erano presenti gli Ecc.mi: Mons. Luis Francisco Ladaria
Ferrer, SI, Segretario della medesima Congregazione, Mons. Joseph
Augustine Di Noia, OP, Segretario Aggiunto e Mons. Guido Pozzo,
Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei , nonché
gli assistenti della FSSPX Rev.di Niklaus Pfluger e Alain-Marc
Nély.<br />
<br />
Durante l’incontro si sono esaminati alcuni problemi di ordine
dottrinale e canonico e si è inteso di procedere per gradi e in
tempi ragionevoli verso il superamento delle difficoltà e
l’auspicato raggiungimento della piena riconciliazione.<br />
</small></span></small>Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-82262371763314409302014-09-23T11:07:00.001-07:002014-09-23T11:07:23.759-07:00Comunicato della Casa Generalizia della Fraternità Sacerdotale San Pio X<br />
<br />
<center>
<b><span>Comunicato della Casa Generalizia</span></b><br />
<b><span>della Fraternità Sacerdotale San Pio X<br />
<br />
</span></b><small style="font-weight: bold;"><big>del 23
settembre 2014<br />
<br />
sull'incontro tra Mons. Fellay e il cardinale Müller<br />
<br />
<a href="http://www.dici.org/actualites/communique-de-la-maison-generalice-de-la-fraternite-saint-pie-x-23-septembre-2014/">da
DICI</a><br />
<br />
<a href="http://www.unavox.it/Documenti/Doc0792_Comunicato_FSSPX_23.09.2014.html#COMUNICATO"><span style="text-decoration: underline;"></span></a></big></small><br />
<div style="text-align: left;">
<small><span><small><br />
Questo martedì 23 settembre 2014, Mons. Bernard Fellay,
Superiore generale della Fraternità San Pio X, ha incontrato il
cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per
la Dottrina della Fede. Egli era accompagnato da Don Niklaus Pfluger e
da Don Alain-Marc Nély, primo e secondo assistente generale
della Fraternità. Il cardinale Müller era accompagnato da
Mons. Luis Ladaria Ferrer s.j., segretario della Congregazione per la
Dottrina della Fede, da Mons. Joseph Augustin Di Noia o.p., segretario
aggiunto, e da Mons. Guido Pozzo, segretario della Pontificia
Commissione Ecclesia Dei.<br />
<br />
L’incontro si è svolto negli uffici della Congregazione per la
Dottrina della Fede, dalle 11 alle 13. Esso aveva lo scopo di
permettere al cardinale Müller e a Mons. Fellay di incontrarsi per
la prima volta e di fare insieme il punto sulle relazioni fra la Santa
Sede e la Fraternità San Pio X, dopo la rinuncia di papa
Benedetto XVI e la partenza del cardinale William Joseph Levada,
precedente Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.<br />
<br />
Nel corso di una cordiale conversazione sono state esposte le
difficoltà dottrinali e canoniche e richiamata l’attuale
situazione della Chiesa. Si è deciso di proseguire gli scambii
al fine di chiarire i punti di divergenza che sussistono.<br />
<br />
Menzingen, 23 settembre 2014<br />
<br />
<br />
</small></span></small></div>
</center>
<big><br />
</big>
<div style="text-align: right;">
<span>(<a href="http://www.unavox.it/Documenti/Doc0792_Comunicato_FSSPX_23.09.2014.html#su">torna
su</a>)</span></div>
<hr width="100%" />
<br />
settembre 2013Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-8751964064311078452014-09-19T00:33:00.000-07:002014-09-19T00:33:00.667-07:00La vera pace di papa Bergoglio<br />
<big><big><span style="font-weight: bold;"></span></big></big>
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><small><br />
</small></small></span><span style="font-weight: bold;">La vera
pace di papa Bergoglio<br />
<br />
</span></big></big></big>
di <span style="font-weight: bold;">Belvecchio<br />
<br />
</span><br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Articoli_internet/La_vera_pace_di_papa_Bergoglio/Partita_manifesto.jpg" style="height: 269px; width: 400px;" /><br />
</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
</div>
<br />
Prima e dopo la realizzazione
della geniale idea di papa Bergoglio: una partita di calcio
“interconfessionale” per esortare il mondo alla pace, diversi cattolici
hanno espresso le loro riserve per questa commistione fra sacro e
profano, dove ciò che finisce col contare è quello che <a href="http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV929_Gnocchi_posta_ONU_religioni.html">Alessandro
Gnocchi </a>ha acutamente definito: “<span style="font-style: italic;">forma
rituale dotata di un linguaggio universale</span>”, funzionale all’“<span style="font-style: italic;">Onu delle religioni</span>”.<br />
<br />
Ora, al di là dell’evento in sé, è stato notato
poco il contesto preparatorio, dal carattere spettacolare tipicamente
moderno dello “show” di massa.<br />
La partita è stata preceduta dall’esibizione canora di una diva
canzonettiera di marca rigorosamente argentina, tale Martina Stoessel;
è in tale esibizione che si può cogliere il senso vero
che della pace ha papa Bergoglio.<a name='more'></a><br />
<br />
Non stiamo a contarla in termini di correttezza cattolica, ci basta
indicare alcuni elementi significativi, che i fedeli possono cogliere e
valutare in tutta semplicità.<br />
Ed essendo la nostra la “civiltà (!) dell’immagine”, ci
serviremo di alcune immagini, tanto semplici quanto esplicative.<br />
<br />
Cominciamo con l’immagine della diva ricevuta in udienza privata da
papa Bergoglio prima della partita, <span style="font-weight: bold;">perché
non si dica che questi non ne sapesse nulla</span>. <br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Articoli_internet/La_vera_pace_di_papa_Bergoglio/Stoessel-Francesco.jpg" style="height: 340px; width: 510px;" /><br />
</div>
<br />
La Stoessel si è presentata da Bergoglio con una piccola
delegazione e con la sua famiglia (mamma Mariana, papà
Alejandro, il fratello Francisco) oltre al suo fidanzato Peter Lanzani.<br />
<span style="font-weight: bold;">Da notare l’abbigliamento
“castigatissimo” del personaggio e la conseguente giovialità di
Mario Bergoglio.</span><br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Articoli_internet/La_vera_pace_di_papa_Bergoglio/Stoessel_si_presenta_sul_palco.jpg" style="height: 340px; width: 510px;" /><br />
</div>
<br />
<span style="font-weight: bold;"></span>Prima dell’inizio della
partita, su un palco approntato in mezzo al campo da giuoco, la
cantante si è presentata con un abito bianco, noto simbolo della
purezza (?!)<br />
<br />
Ed è stata raggiunta da uno stuolo di bambini, in mezzo ai quali
si è esibita col suo costume semiadamitico, <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Articoli_internet/La_vera_pace_di_papa_Bergoglio/Il_costume_della_Stoessel.jpg" style="height: 510px; width: 340px;" /><br />
</div>
<br />
su cui spiccava vistosamente, all’altezza dell’ombelico, l’ormai
abusato simbolo delle femministe, che dovrebbe rappresentare la donna, <span style="font-weight: bold;">ma che rappresenta esattamente l’inversione
dell’uomo</span>: la runa algiz capovolta: l’uomo orante con le braccia
alzate verso il cielo, capovolto e in atto di immergersi nelle oscure
profondità della terra… con tutti i significati conseguenti e
con la dimostrazione palese che, tolti alcuni che sanno quello che
fanno, le cosiddette femministe non si rendono conto di fregiarci di un
simbolo infernale. <br />
Ma tant’è!<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Articoli_internet/La_vera_pace_di_papa_Bergoglio/Sul_palco_coi_bambini.jpg" style="height: 340px; width: 510px;" /><br />
</div>
<br />
<br />
L’aspetto diabolico di questa sceneggiatura è che i bambini
circostanti sono stati anch’essi vestiti di bianco, per omologarli alla
cantante (in quale senso recondito?), <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Articoli_internet/La_vera_pace_di_papa_Bergoglio/Stoessel_coinvolge_bambini.jpg" style="height: 765px; width: 510px;" /><br />
</div>
<br />
la quale, manco a dirlo, coinvolge i bambini nella sua
esibizione…realizzando di fatto la rappresentazione plastica della
corruzione dei bambini… con i preti responsabili che si dimostrano del
tutto incuranti delle parole di Nostro Signore: «<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Chi invece scandalizza
anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per
lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse
gettato negli abissi del mare.</span>» (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 18, 6).<br />
<br />
Ma ecco il commento della Stoessel: “<span style="font-style: italic;">Sono
contenta di aver cantato per Papa Francesco e aver portato qualcosa a
tutti i bambini</span>”. <br />
<span style="font-weight: bold;">Qualcosa? Che cosa, di grazia,
se non l’infezione della corruzione morale e lo scandalo?</span><span style="font-weight: bold;"></span><br />
<br />
Ovviamente, tutto il pubblico presente è andato in compiacente
fibrillazione: niente di più bello che vedere i proprî
figli offerti in olocausto alla ineguagliabile depravazione morale
moderna.<br />
E ancora di più si entusiasma quando la Stoessel si mette a
cantare: <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">En mi
mundo</span>, la sua canzone più nota, che in quella occasione
ha cantato in italiano: <span style="font-style: italic;">Nel mio mondo</span>,
e <span style="font-weight: bold;">il cui ritornello è un inno
all’inconsistenza e insieme un’istigazione al fai ciò che vuoi.</span><br />
<br />
<table border="3" cellpadding="2" cellspacing="2" style="background-color: yellow; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: left; width: 80%;">
<tbody>
<tr>
<td style="vertical-align: top;">Y vuelvo a despertar en mi
mundo <br />
Siendo lo que soy, <br />
Y no voy a parar ni un segundo<br />
<br />
Mi destino es hoy <br />
Nada puede pasar, voy a soltar <br />
<br />
Todo lo que siento todo, todo<br />
Nada puede pasar, voy a soltar <br />
<br />
Todo lo que tengo, nada me detendrá<br />
</td>
<td style="vertical-align: top;">E torno a svegliarmi nel
mio mondo<br />
<br />
Essendo chi sono, <br />
E non voglio fermarmi neanche un secondo,<br />
Il mio destino è oggi <br />
Niente può accadere, mi lascerò andare <br />
A tutto quello che sento, tutto, tutto<br />
Niente può accadere, mi lascerò andare <br />
A tutto quello che ho, niente mi fermerà<br />
</td>
</tr>
</tbody>
</table>
<br />
<br />
Ma il colmo dell’assurdo si tocca quando la cantante intona la nota
canzone di John Lennon, <span style="font-style: italic;">Imagine</span>,
universalmente considerato un inno alla pace (!!!).<br />
<br />
Come si fa a pensare che papa Bergoglio non conoscesse questa canzone? <br />
Come si fa a pensare che, conoscendola, non ne abbia approvato
l’esecuzione in occasione della <span style="font-weight: bold;">sua</span>
“partita per la pace”?<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Ed ecco che dal testo di questa
canzone, apprendiamo la vera concezione che papa Bergoglio ha della
pace: leggere e comprendere!</span><br />
<br />
<table border="3" cellpadding="2" cellspacing="2" style="background-color: yellow; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: left; width: 80%;">
<tbody>
<tr>
<td style="background-color: yellow; vertical-align: top;">Imagine
there’s no heaven<br />
It’s easy if you try<br />
No hell below us<br />
Above us only sky<br />
Imagine all the people<br />
Living for today.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Ritornello</span><br />
You may say I’m a dreamer<br />
But I’m not the only one<br />
I hope someday you’ll join us<br />
And the world will be as one.<br />
<br />
Imagine there’s no countries<br />
It isn’t hard to do<br />
Nothing to kill or die for<br />
And no religion too<br />
Imagine all the people <br />
Living life in peace.<br />
<br />
Ritornello<br />
<br />
Imagine no possessions<br />
I wonder if you can<br />
No need for greed or hunger<br />
A brotherhood of man<br />
Imagine all the people<br />
Sharing all the world.<br />
<br />
Ritornello<br />
</td>
<td style="vertical-align: top;">Immagina che non ci sia il
paradiso<br />
È facile se provi<br />
Nessun inferno sotto noi<br />
Sopra di noi solo il cielo<br />
Immagina che tutta la gente<br />
Viva solo per l’oggi.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Ritornello</span><br />
Puoi dire che sono un sognatore<br />
Ma non sono il solo<br />
Spero che un giorno ti unirai a noi<br />
E il mondo vivrà in armonia<br />
<br />
Immagina non ci siano nazioni<br />
Non è difficile da fare<br />
Niente per cui uccidere e morire<br />
E nessuna religione<br />
Immagina che tutta la gente<br />
Viva la vita in pace.<br />
<br />
Ritornello<br />
<br />
Immagina nessuna proprietà<br />
Mi chiedo se ci riesci<br />
Nessun bisogno di avidità e fame<br />
Una fratellanza di uomini<br />
Immagina tutta la gente<br />
che condivide il mondo.<br />
<br />
Ritornello<br />
</td>
</tr>
</tbody>
</table>
<br />
<br />
Ci si può sforzare quanto si vuole per cercare di rivolgersi al
Papa regnante col dovuto rispetto, ma questo non può impedire di
dire le cose come stanno; e, con tutto il dovuto rispetto, questo testo
strafottente nei confronti della Religione e di ogni sana concezione
del vivere civile “cattolico”, è una sorta di summa di tutti i
pronunciamenti di papa Bergoglio e non possiamo esimerci dal pensare
che egli lo abbia talmente apprezzato da permettere che venisse cantato
dalla sua conterranea, nel corso della sua strabiliante iniziativa per
la pace nel mondo.<br />
<br />
Quale pace?<br />
<span style="font-weight: bold;">Niente Paradiso, dice la
canzone, niente inferno, niente realtà patria, niente difesa dei
valori, niente religione, niente proprietà privata, niente …
solo un mondo condiviso, dove gli uomini vivono alla giornata, in una
promessa armonia nell’eterna pace!</span><br />
<br />
<big><span style="font-weight: bold;">Il mondo ingannevole
prospettato dall’Anticristo e dai suoi moderni sodali, tutto
predisposto perché, per gli uomini ormai senza Dio, sia
l’anticamera dell’Inferno.</span><br style="font-weight: bold;" />
<br style="font-weight: bold;" />
<span style="font-weight: bold;">Papa Bergoglio, auguri!</span></big>Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-14552042637564808832014-08-30T10:53:00.001-07:002014-08-30T10:53:58.657-07:00«Resistenza» Che Fallisce?<img alt="Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson" src="http://www.h2bc.com/wp-content/themes/bapo-new/images/email/email-header-it.jpg" title="Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson" />
<br />
<table style="width: 388px;">
<tbody>
<tr>
<td width="53%">
<div style="font-family: 'Lucida Bright',Georgia,'Times New Roman',Times,serif; font-size: 12pt; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-align: left;">
Numero CCCLXXI (371)</div>
</td>
<td width="47%">
<div style="font-family: 'Lucida Bright',Georgia,'Times New Roman',Times,serif; font-size: 12pt; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-align: right;">
23 agosto, 2014</div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<h1 style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14pt; margin-bottom: 0px; margin-top: 14px; text-transform: uppercase;">
«Resistenza» Che Fallisce?</h1>
<hr />
Alcuni lettori di questi «Commenti» senza dubbio hanno obiettato al
riferimento fatto la scorsa settimana (CE 370) alla «Resistenza» che
attualmente sta facendo «pochi progressi evidenti». Essi avrebbero
preferito una vigorosa chiamata alle armi. Ma noi dobbiamo attenerci
alla realtà. Per esempio, quando la diocesi tradizionale di Campos in
Brasile si mise di nuovo nelle braccia della neo-Roma, nel 2002, non
dissero un po’ di noi che dei circa 25 sacerdoti formati alla scuola di
Mons. de Castro Mayer, almeno alcuni avrebbero rotto le righe? Eppure da
allora nemmeno uno di essi si è reso indipendente per continuare la
vera difesa della Tradizione del buon Vescovo, e così tutti sono più o
meno sul piano inclinato neo-modernista. Tuttavia, se ci atteniamo alla
realtà, c’è qualcosa da dire.<br />
Prima di tutto, Dio è Dio, ed Egli sta conducendo questa crisi alla sua maniera e non alla nostra.
“<i>I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie, dice il Signore</i>” (<i>Is</i>.
LV, 8). Noi uomini sogniamo che i sacerdoti con gli occhi aperti e i
laici si mettano insieme per resistere ai Suoi nemici, ma Dio non ha
bisogno della “Resistenza” di nessuno per guardare le sue pecore o
salvare la sua Chiesa. Quarant’anni fa, quando Mons. Lefebvre sperava e
si aspettava che una manciata di colleghi vescovi lo seguissero
pubblicamente per realizzare una vera barricata sulla via del rullo
compressore conciliare, sicuramente avrebbe dovuto trovarli, ma non lo
fece mai. In effetti, quando Dio interverrà a salvare la situazione,
come accadrà certamente, sarà evidente che il salvataggio è stato il
Suo, attraverso Sua Madre.<br />
In secondo luogo, più di cinque secoli
di umanesimo dilagante hanno reso l’uomo così ignorante di Dio, il
Signore Iddio degli Eserciti, che l’umanit
24;
dovrà subire una lezione che apprenderà solo nel modo più duro. La nona
delle 14 Regole di Sant’Ignazio per il Discernimento degli Spiriti
(prima settimana) dà tre ragioni principali per la desolazione
spirituale di un’anima, che possono essere applicate alla presente
desolazione della Chiesa:—<br />
1. Dio <u>ci punisce</u> per la nostra
tiepidezza spirituale e negligenza. Solo Dio conosce oggi quale castigo
mondiale meritano la nostra mondiale apostasia e la nostra immersione
nel materialismo e nell’edonismo.<br />
2. Dio <u>ci mette alla prova</u>
per mostrarci ciò che sta veramente dentro di noi, e quanto noi
dipendiamo da Lui. L’uomo moderno, non pensa seriamente di poter gestire
l’universo meglio che lo stesso Dio Onnipotente? E non potrebbe darsi
che la verità di Dio scenda solo dopo che tutti i piccoli sforzi
dell’uomo abbiano fallito?<br />
3. Dio <u>ci umilia</u> con la
desolazione che s
minuisce
il nostro orgoglio e la nostra vanagloria. Venendo dai principali
ministri dell’unica vera religione dell’unico vero Dio, non fu il
Vaticano II un’esplosione senza precedenti di umana vanagloria, col suo
preferire il mondo moderno dell’uomo all’immutabile Chiesa di Dio? E la
piccola Fraternità San Pio X, non ha pensato che avrebbe potuto salvare
la Chiesa? Se la “Resistenza” non rimane debitamente modesta nelle sue
proposizioni e nelle sue ambizioni, è condannata in anticipo.<br />
Allora,
quali dovrebbero essere queste ambizioni? In primo luogo e
principalmente, mantenere la Fede, senza la quale è impossibile piacere a
Dio ( <i>Eb</i>. XI, 6). Fede che è espressa nella <u>dottrina</u>, nel
Credo cattolico. In secondo luogo, testimoniare questa Fede,
specialmente con l’esempio, se necessario fino al martirio (“martire” è
la parola greca che significa “testimone”). Quindi, comunque
la
“Resistenza” sia o meno organizzata, deve dedicare le sue risorse, per
quanto magre, a tutto ciò che aiuterà le anime a mantenere la Fede. Poi,
dal momento che il suo esistere per la Verità è destinato ad essere
riconoscibile come tale, per il solo fatto di esserci essa non fallirà,
perché starà dando testimonianza.<br />
Kyrie eleison.Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-84677643633033823062014-08-15T00:39:00.000-07:002014-08-15T00:39:16.562-07:00FRUTTI DEL RAMADAN!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXS87qvJ_M_tevjQdtZNKsWKSUJ9s8MI6b0yx6ZuhGzSNinuFReloSKR7V4JdmZ5HzzekeCH3ooFClY2Em0YKB-Ep9lJmVmoIDmm9ho-eCXx59ZOOxZrIG8-frrnE2SIfJECQoWOBh9PvJ/s1600/article-2719991-205D1AC200000578-714_634x403.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXS87qvJ_M_tevjQdtZNKsWKSUJ9s8MI6b0yx6ZuhGzSNinuFReloSKR7V4JdmZ5HzzekeCH3ooFClY2Em0YKB-Ep9lJmVmoIDmm9ho-eCXx59ZOOxZrIG8-frrnE2SIfJECQoWOBh9PvJ/s1600/article-2719991-205D1AC200000578-714_634x403.jpg" height="203" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh29OafN2taGwSD-OJ5ogjwXJeIeXT6gz5lVYk17KVwAxcXrBGzNff5zar8L_xE3R2AosM91jCr1yhC17l_hbxnd3o1vjqdlk0AtYeSgXeRXZJs02fUMHvyLdFqcjF2WTtlLJ6Ra8jKawRS/s1600/article-2719991-205D255C00000578-846_634x403.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh29OafN2taGwSD-OJ5ogjwXJeIeXT6gz5lVYk17KVwAxcXrBGzNff5zar8L_xE3R2AosM91jCr1yhC17l_hbxnd3o1vjqdlk0AtYeSgXeRXZJs02fUMHvyLdFqcjF2WTtlLJ6Ra8jKawRS/s1600/article-2719991-205D255C00000578-846_634x403.jpg" height="203" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW5ymzVV_jApcxUrCwbNS8zQpiQ7zn3uQigtdXH0Fs0xviYD13Wd79nbXfRwutXCgBAgVumQ89W1QI1pDBykedTzCssTXNQ_3bd1g2Nbyiyt7mNS7fqb77gPFd03ScJ8mAB4qsE0r3PX6j/s1600/article-2719991-205D371F00000578-6_634x438.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW5ymzVV_jApcxUrCwbNS8zQpiQ7zn3uQigtdXH0Fs0xviYD13Wd79nbXfRwutXCgBAgVumQ89W1QI1pDBykedTzCssTXNQ_3bd1g2Nbyiyt7mNS7fqb77gPFd03ScJ8mAB4qsE0r3PX6j/s1600/article-2719991-205D371F00000578-6_634x438.jpg" height="221" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-0l5Z4rbCbzFeHM4PJ7Tt-j9TJsY85kst3UlLfKwAZBdUZc-UyyQJbN3P8jaNVdH_Dncie1SI9HocroFxvDbKkbLIsKa908tiy8KsniOvZtN4KrMVkJl2z1UhXE0xhRPU4YVL8CclA5EK/s1600/article-2719991-205D292500000578-58_634x403.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-0l5Z4rbCbzFeHM4PJ7Tt-j9TJsY85kst3UlLfKwAZBdUZc-UyyQJbN3P8jaNVdH_Dncie1SI9HocroFxvDbKkbLIsKa908tiy8KsniOvZtN4KrMVkJl2z1UhXE0xhRPU4YVL8CclA5EK/s1600/article-2719991-205D292500000578-58_634x403.jpg" height="203" width="320" /></a></div>
<br />Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-13526473348000198112014-07-19T03:44:00.003-07:002014-07-19T03:45:23.338-07:00Uno strano articolo di uno strano frate<big><big><span style="font-weight: bold;">Ricevo, pubblico e unendomi sottoscrivo<br />
</span></big></big>
<br />
<div style="text-align: center;">
<big><b><big>Uno
strano articolo di uno strano frate</big></b></big><span style="font-weight: bold;"></span><big><big><big><span style="font-weight: bold;"><span style="color: #cc0000;"></span></span></big></big></big><span style="font-weight: bold;"><big><big><big><small> </small><br />
</big> </big></big></span>
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-weight: bold;"><br />
</span>di<span style="font-weight: bold;"> Belvecchio<br />
</span><br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<span style="font-weight: bold;"></span><span style="font-weight: bold;"></span>Da un rimando all’altro siamo andati
a finire su <a href="http://www.immacolata.com/index.php/it/35-apostolato/ffi-news/288-rassegna-web">uno
strano articolo pubblicato sul sito dei Francescani dell’Immacolata e
scritto da uno di loro</a>, tale Angelo M. Geiger, che spiega quali
siano le colpe, sembra imperdonabili, di Roberto de Mattei.<br />
Diciamo subito che l’argomento principale non ci interessa, sia
perché non ci sembra per niente strano che de Mattei abbia delle
colpe, sarebbe davvero singolare che non ne avesse, come sembra far
capire Geiger relativamente a se stesso; sia perché si tratta
dei soliti argomenti trattati in stato di totale pronazione davanti al
Vaticano II e ai papi che lo hanno voluto, sostenuto e continuato a
difendere nonostante la Chiesa continui a subire un processo di
demolizione che non ha paragoni in duemila anni di storia.<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
Quello che ci ha spinti a soffermarci su questo scritto, quindi, non
è la polemica, per molti versi puerile e un po’ sconclusionata,
contro de Mattei, bensì il tono definitorio col quale questo
frate ritiene di poter insegnare a tutti cos’è giusto e
cos’è sbagliato; quasi che dopo duemila anni fosse finalmente
giunto un Geiger qualunque a mostrare la luce ai poveri ciechi. <br />
E per far capire cosa ci muove per queste nostre righe, citiamo una
frase illuminante del frate.<br />
<div style="margin-left: 40px;">
«<span style="font-style: italic;">Io prego che i tradizionalisti che sono
stati radicalizzati imparino finalmente la lezione», </span>soprattutto
in relazione alla luce da lui fornita un attimo prima:<span style="font-style: italic;"> «E chi tocca il Papa non finisce
bene. Questo è stato verificato reiteratamente.</span>».</div>
<br />
Frase che citiamo innanzi tutto per fatto personale. Lo confessiamo:
siamo di quei tradizionalisti che sono stati “radicalizzati” da de
Mattei, perché essendo noi totalmente imbecilli è bastata
qualche sua battuta per renderci radicali nemici di tutti coloro che da
cinquant’anni predicano e praticano la distruzione della Chiesa.<br />
<span style="font-weight: bold;">Meno male che adesso, avendo
letto quest’articolo, possiamo “imparare la lezione”.</span><br />
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
«<span style="font-style: italic;">chi tra noi accetta l’ermeneutica della
continuità, fa del suo meglio per trovare la continuità
tra il Concilio e la Tradizione, invece di insistere semplicemente sul
fatto che il Magistero moderno, papa Benedetto incluso, debba provare
l’esistenza di tale continuità.</span>»</div>
Praticamente un’illuminazione!<br />
Non nuova a dire il vero, perché in fondo il frate non fa altro
che ripetere a pappagallo la tiritera per gonzi secondo la quale il
Vaticano II sarebbe talmente in continuità con la Tradizione,
che bisogna fare del proprio meglio per trovarla… la continuità.<br />
Noi saremo imbecilli, ma che dire di coloro che ragionano così e
poi pretendono di dare lezioni agli altri?<br />
<br />
Sia chiaro, noi non siamo di quelli che chiedono a papa Ratzinger di
provare l’esistenza della continuità di cui parla, non abbiamo
mai perso tempo con simili fanciullaggini; noi constatiamo
semplicemente che se per parlare di continuità è
necessaria un’interpretazione o ermeneutica del Vaticano II, allora
è del tutto evidente che la conclamata continuità non
è né evidente, né chiara, né tampoco anche
solo accennata.<br />
Se papa Ratzinger, da quella persona intelligente che è, si
fosse solo soffermato a riflettere sull’implicazione contraddittoria
della sua famosa ermeneutica della continuità, non si sarebbe
imbarcato nella storia risibile della continuità così
certa che necessita di un’apposita preventiva ermeneutica.<br />
<br />
E la nostra osservazione, che certo scandalizzerà gli
interessati sostenitori del Vaticano II, trova conforto nel fatto che,
per l’esattezza, papa Ratzinger ha parlato di “ermeneutica della
riforma nella continuità”. Cioè ha inteso precisare che
non si tratta di continuità del Vaticano II con la Tradizione,
ma di interpretare il Vaticano II in modo che le riforme che ne sono
seguite possano dirsi in continuità con la Tradizione. <br />
La differenza non è poca, poiché, oltre all’aspetto
capzioso dell’ermeneutica strumentale, vi è un pregiudizio
insito: la riforma, intesa come concetto di per sé giusto. <br />
Disgrazia vuole che il termine “riforma” abbia un’accezione molto vasta
e insieme sia composta da elementi facilmente verificabili nella vita
della Chiesa: i cosiddetti “frutti” di cui parla il Vangelo.<br />
Circa l’accezione, la riforma può indicare una variazione
pratica o semplicemente tecnica, oppure una variazione radicale.
Riforma è il cambio del pastorale con la croce astile, oppure la
riforma protestante. Sono entrambe riforme. A quale tipo di riforma
pensava papa Ratzinger nella sua infelice espressione “ermeneutica
della riforma nella continuità”? Anche Lutero era convinto di
agire in continuità con la Tradizione della Chiesa, peccato che
avesse un’idea del tutto distorta di Tradizione. Ma lo stesso vale per
papa Ratzinger, che della Tradizione ha un’idea che corrisponde
perfettamente al suo sentire, ma che diverge totalmente dal vero
significato del termine. <br />
Ratzinger ha ripetutamente insegnato che la tradizione è quella
cosa che si muove e muta col muoversi e col mutare del “popolo di Dio”,
concetto che non c’entra nulla col “trasmettere”, che è l’azione
propria della Tradizione. <span style="font-weight: bold;">Già
questo solo esempio basta a far capire cosa porta con sé il
Vaticano II, di cui Ratzinger fu uno degli autori.</span><br />
<br />
Circa i “frutti”, solo un cieco può negare che in cinquant’anni
il Vaticano II, con i suoi autori e i suoi realizzatori, Ratzinger in
testa, abbia prodotto un disastro dopo l’altro, fino a ridurre la
pratica della fede in un coacervo di pensieri, parole, opere ed
omissioni che hanno trasformato i cattolici in protestanti e i seguaci
di Cristo in difensori di ogni forma di a-cristianesimo e di
anticristianesimo, fino all’ultima prestazione di papa Bergoglio.<br />
<br />
Ora, che ci siano preti e frati che vadano orgogliosi di tutto questo
è più che comprensibile, il male si muove sempre con le
gambe degli uomini, ma che qualcuno di questi pretenda di imporci
l’idea che tutto questo sarebbe un bene, è cosa che le persone
di buon senso non riescono ad ascoltare senza offendersi e reagire. <span style="font-weight: bold;">Non c’è bisogno di radicalizzare
alcunché di fronte alla sfacciata negazione dell’evidente
sfacelo del cattolicesimo causato dal Vaticano II e dai papi che
l’hanno voluto e lo vogliono.</span><br />
<br />
Prendiamo atto però che il frate in questione riconosce in
qualche modo la distruzione, ma se la cava con un’altra delle battute
infelici di papa Ratzinger.<br />
<div style="margin-left: 40px;">
«<span style="font-style: italic;">Alcuni giorni prima della sua abdicazione,
Benedetto XVI parlò di Concilio virtuale e di vero Concilio, e
del fatto che la distruzione portata dal Concilio virtuale avesse
oscurato il vero Concilio. Ma ora il Concilio virtuale è stato
sconfitto, ed il vero Concilio si rivela come la ‘vera forza’ per un
vero rinnovamento della Chiesa’. Benedetto XVI affermò inoltre
che adesso il nostro compito è ‘lavorare affinché’ il
vero Concilio, con il potere datogli dallo Spirito Santo, si compia e
la Chiesa sia davvero rinnovata’</span>.»</div>
<br />
Tralasciamo il fatto quasi “insignificante” che Ratzinger, oltre ad
essere uno dei diretti responsabili del Vaticano II, è stato per
un quarto di secolo il realizzatore dello stesso; e soffermiamoci a
considerare come si possa giungere ad affermare, impunemente, che la
distruzione sia stata opera del “concilio virtuale”. Ratzinger allora
pretese di far passare come una cosa sensata che gli atti e gli
insegnamenti di due papi, e i suoi come custode della dottrina della
fede, non abbiano contato alcunché di fronte all’imperversare
del “concilio virtuale”.<br />
Da buon riformatore e sottile eversore della Tradizione, Ratzinger ha
dimostrato di essere un efficace inventore di cose inconsistenti, dalla
ermeneutica della riforma nella continuità – con la Tradizione –
è passato all’invenzione del “concilio virtuale”, cioè di
una sorta di concilio venuto dal nulla e tuttavia impossibile da
contrastare per quarant’anni, neppure da lui che capiva tutto e teneva
le leve del potere; e coerentemente è arrivato fino
all’invenzione del Papa che non c’è più e che tuttavia
c’è ancora: una sorta di ectoplasma che compare e scompare a
seconda delle convenienze.<br />
<span style="font-weight: bold;">Il frate in questione, se avesse
un minimo rispetto di sé, dovrebbe evitare di citare a testimone
papa Ratzinger per cercare di giustificare il fatto che per lui va
tutto bene… signora la marchesa.</span><br />
<br />
Ma sembra che niente possa fermare la deriva di questo frate,
perché è davvero risibile leggere che “<span style="font-style: italic;">ora il concilio virtuale è stato
sconfitto</span>”. <br />
Ci si chiede: dove e da chi è stato sconfitto questo ente
immaginario e letteralmente sconosciuto? Prima di poter affermare che
è stato sconfitto, sarebbe opportuno precisare cosa sia e da chi
è rappresentato su questa terra. Ma su questo il frate, al pari
di papa Ratzinger, sorvola, forse perché entrambi sanno che i
portatori di tale concilio, <span style="font-weight: bold;">che
virtuale non è</span>, sono tutti in Vaticano e fanno i vescovi,
i cardinali e i papi. <br />
E ancora: se il “concilio vero” aveva il “potere datogli dallo Spirito
Santo”, come mai non s’è compiuto ed è stato possibile
che si compisse la distruzione operata del “concilio virtuale”?<br />
E ancora: se per cinquant’anni il “concilio vero”, col potere dello
Spirito Santo, è stato sopraffatto dal “concilio virtuale”,
nonostante Ratzinger e i papi, com’è possibile che adesso si
possa compiere ad opera del nostro frate e dei suoi sodali?<br />
<span style="font-weight: bold;">Qui, o si tratta di
sopravvalutazione di sé, di una sorta di delirio d’onnipotenza,
o si tratta di malafede, o si tratta della distruzione
dell’intelligenza.</span><br />
<br />
In realtà le cose sono più semplici di come qualcuno
vorrebbe farle apparire: la Chiesa è sempre più
devastata, il destino soprannaturale delle anime dei fedeli è
sempre più messo in pericolo, ma ci sono preti e frati che
continuano ad essere convinti che il grande avvenire stia
nell’abbraccio col mondo, nel ricercare gli applausi dei nemici di Dio,
nel sentirsi parte integrante di un mondo che si avvia velocemente
verso la catastrofe inevitabile determinata dal castigo di Dio.<br />
Quello che lascia perplessi, e scoraggiati, è che questo
atteggiamento sia stato fatto proprio anche da certi frati, che in
teoria avrebbero scelto il distacco dal mondo. <br />
Ma, nonostante lo scoramento, per il quale ci affidiamo all’aiuto della
Vergine Immacolata, troviamo conforto nel fatto che ancora una volta
vediamo confermati i nostri timori e la giustezza delle nostre
“radicali” opposizioni, così che ci sentiamo rafforzati nel
combattere il Vaticano II che come un veleno entra sottilmente e
mortalmente anche negli animi di molti uomini inizialmente ben disposti.<br />
Il frate in questione è un Francescano dell’Immacolata, e noi
conosciamo dei frati che sono davvero degni e meritevoli di ogni
rispetto, ma il veleno mortale del Vaticano II non è una
“realtà virtuale” come il concilio inventato da papa Ratzinger,
bensì il frutto del lavoro del demonio, destinato a corrompere
tante anime anche inizialmente ben disposte.<br />
<br />
Per ultimo ci sembra doveroso dire due parole sulla puerile leggenda di
“chi tocca il Papa muore”.<br />
Il dovere di ogni cattolico non è di difendere il Papa, ma di
difendere la fede e di combattere ogni cosa e ogni uomo che cercano,
non solo di distruggerla, ma anche solo di metterla in pericolo. E se
per imperscrutabile disegno della Divina Provvidenza, uno di questi
uomini fosse il Papa, il dovere del cattolico è di denunciarlo
pubblicamente, per dovere di verità e per dovere di
carità verso gli altri fratelli, papa compreso; e tale denuncia
dev’essere tanto più pubblica per quanto più manifesta e
dichiarata è l’opera sovvertitrice dell’insegnamento
tradizionale. <span style="font-weight: bold;">Esimersi dal compiere
questo dovere di stato, non significa rispettare il Papa, ma sostenere
l’opera del demonio.</span><br />
Ma chi siamo noi per poterci permettere di denunciare il Papa davanti a
tutti i fratelli? Nessuno, certo!<br />
Ma se perfino noi che siamo nessuno ci accorgiamo che il Papa dice cose
malvagie e agisce in modo da sovvertire la fede, allora è del
tutto evidente che il Papa sbaglia in maniera palese; e se poi tale
constatazione non è solo nostra, ma è anche di altri
fratelli e non è un fatto casuale, ma ripetuto nel tempo con
moto perfino accelerato; e se i frutti prodotti dalla sovversione della
fede sono talmente manifesti da suscitare perfino il plauso dei nemici
di Dio, allora non v’è dubbio che siamo obbligati a rifiutare il
malvagio insegnamento del Papa e a condannare e denunciare le sue opere
del male… <span style="font-weight: bold;">perché il dovere del
fedele di Cristo è di obbedire a Dio e non agli uomini.</span><br />
<br />
Siamo ben consci che di tutto questo che sosteniamo dovremo rendere
conto a Dio e ci assumiamo tutte le responsabilità relative,
comprese quelle dei nostri errori che potrebbero turbare gli animi dei
fratelli, ma <span style="font-weight: bold;">abbiamo ugualmente
coscienza che in quello stesso giorno ci verrà chiesto conto di
come abbiamo usato i talenti che il Signore ci ha assegnati, e siamo
fortemente determinati a non farci trovare “tiepidi” per non farci
vomitare dalla Sua bocca</span> (<span style="font-style: italic;">Ap</span>.
3, 15-16).</div>
</div>
</div>
</div>
<big> </big>
<br />
<div style="text-align: right;">
<big>(<a href="http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV873_Belvecchio_Strano_articolo_di_strano_frate.html#su"><span style="font-weight: bold;">torna su</span></a>)</big></div>
<span style="font-weight: bold;"></span>Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-90414948337882115032014-07-19T01:31:00.002-07:002014-07-19T03:45:43.531-07:00Priorità della Tradizione<img alt="Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson" src="http://www.h2bc.com/wp-content/themes/bapo-new/images/email/email-header-it.jpg" title="Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson" />
<br />
<table style="width: 388px;">
<tbody>
<tr>
<td width="56%"><div style="font-family: 'Lucida Bright',Georgia,'Times New Roman',Times,serif; font-size: 12pt; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-align: left;">
Numero CCCLXVI (366)</div>
</td>
<td width="44%"><div style="font-family: 'Lucida Bright',Georgia,'Times New Roman',Times,serif; font-size: 12pt; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-align: right;">
19 luglio, 2014</div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<h1 style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14pt; margin-bottom: 0px; margin-top: 14px; text-transform: uppercase;">
Priorità della Tradizione</h1>
<hr />
La parola “Magisterium”, deriva dal latino “magister” (“maestro”), e
nella Chiesa indica sia l’autorevole insegnamento della Chiesa sia i
suoi insegnanti autorizzati. Ora, come l’insegnante è superiore al
discente, così il Magistero che insegna è superiore ai cattolici che
sono discenti. Ma i Maestri cattolici hanno il libero arbitrio, e Dio li
lascia liberi di sbagliare. Così, se essi sbagliano gravemente, i
cattolici possono ergersi e dire loro, seppure rispettosamente, che si
sbagliano? La risposta sta nella verità. È solo quando la maggior parte
dei cattolici ha perso la verità, come oggi, che la questione può
diventare confusa.<br />
Da un lato è certo che Nostro Signore ha dotato
la sua Chiesa di insegnanti autorevoli, per insegnare a noi esseri
umani fallibili quella Verità che sola ci può portare in Paradiso –
“Pietro, conferma i tuoi
fratelli”. Dall’altro, Pietro doveva confermarli solo nella fede che
Nostro Signore gli aveva insegnato – “Io ho pregato per te, che non
venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi
fratelli” (<i>Lc</i> XXII, 32). In altre parole, è la fede che governa
Pietro, la cui funzione è solo di custodire ed esporre fedelmente, come
gli fu consegnato, il Deposito della Fede, da tramandare per sempre come
Tradizione. La Tradizione insegna a Pietro, che insegna ai cattolici.<br />
<a name='more'></a><br />
Il
Vaticano I (1870) dice la stessa cosa. I cattolici devono credere
“tutte le verità contenute nella parola di Dio o tramandate dalla
Tradizione”, che la Chiesa propone come divinamente rivelate, con il suo
Magistero Straordinario o Ordinario Universale (bisogna ricordarsi che
senza la Tradizione, nella sua accezione più ampia, non ci sarebbe stata
nessuna “parola di Dio”, cioè Bibbia). Il Vaticano I dice inolt
re che
questo magistero è dotato dell’infallibilità della Chiesa, ma questa
infallibilità esclude ogni novità che venga insegnata. Quindi la
Tradizione, nel suo senso più ampio, regge ciò che il Magistero può dire
che essa è, e mentre il Magistero ha l’autorità di insegnare
all’interno della Tradizione, non ha alcuna autorità per insegnare ai
cattolici alcunché fuori dalla Tradizione.<br />
Eppure le anime hanno
bisogno di un Magistero vivente che insegni loro le verità della
salvezza all’interno Tradizione cattolica. Queste verità non cambiano
più di quanto cambi Dio o la sua Chiesa, ma le circostanze del mondo in
cui la Chiesa deve operare cambiano continuamente, e quindi secondo la
varietà di queste circostanze la Chiesa ha bisogno di Maestri viventi
che cambino continuamente la presentazione e la spiegazione delle verità
invariabili. Pertanto, nessun cattolico sano di mente co
ntesta
la
necessità di Maestri viventi della Chiesa.<br />
Ma cosa succede se
questi Maestri affermano che qualcosa è dentro la Tradizione mentre
invece non lo è? Da un lato sono uomini dotti, autorizzati dalla Chiesa
per insegnare ai cattolici, e i cattolici sono relativamente ignoranti.
Dall’altro c’è per esempio il famoso caso del Concilio di Efeso (428),
quando il popolo insorse a Costantinopoli per difendere la divina
Maternità della Beata Vergine Maria contro l’eretico Patriarca Nestorio.<br />
La
risposta è che la verità oggettiva è al di sopra dei Maestri come dei
cattolici, così che se i cattolici hanno dalla loro la verità, ecco che
sono superiori ai loro Maestri che questa verità non ce l’hanno. D’altra
parte, se i cattolici non hanno la verità, non hanno il diritto di
sollevarsi contro i Maestri. In breve, se essi <u>sono</u> nel giusto, <u>hanno</u>
il diritto. Se non sono nel giusto,
non
hanno alcun diritto. E chi dice se sono nel giusto o no? Né i Maestri
(necessariamente), né i cattolici (ancor meno necessariamente), ma la
realtà, anche se i Maestri o i cattolici, o entrambi, cospirano per
soffocarla.<br />
Kyrie eleison.<br />
<br />Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-68994792539324395672014-07-07T06:08:00.000-07:002014-07-07T06:08:08.505-07:00Cardinale Pie – II<img alt="Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson" src="http://www.h2bc.com/wp-content/themes/bapo-new/images/email/email-header-it.jpg" title="Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson" />
<br />
<table style="width: 396px;">
<tbody>
<tr>
<td width="56%">
<div style="font-family: 'Lucida Bright',Georgia,'Times New Roman',Times,serif; font-size: 12pt; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-align: left;">
Numero CCCLXIV (364)</div>
</td>
<td width="44%">
<div style="font-family: 'Lucida Bright',Georgia,'Times New Roman',Times,serif; font-size: 12pt; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-align: right;">
05 luglio, 2014</div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<hr />
<h1 style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14pt; margin-bottom: 0px; margin-top: 10px; text-transform: uppercase;">
Cardinale Pie – II</h1>
La citazione dal Cardinale Pie, proposta la scorsa settimana (cfr. CE 363) continua direttamente così:—<br />
“Ad
un tale estremo, in un tale stato disperato di cose, dove il male ha
preso il sopravvento in un mondo che presto sarà consumato dalle fiamme,
cosa devono fare tutti i veri cristiani, tutti gli uomini buoni, tutti i
Santi, tutti gli uomini con fede e coraggio? Alle prese con una
situazione mai fino ad ora più chiaramente impossibile, con un’energia
raddoppiata dalla loro ardente preghiera, con il loro attivo lavoro e le
loro lotte impavide diranno; <i>O Dio, O Padre celeste, sia santificato
il tuo nome sulla terra come è in Cielo, venga il tuo regno sulla terra
come in Cielo, sia fatta la tua volontà sulla terra come in Cielo.
Sulla terra come in Cielo!</i> E staranno ancora sussurrando queste parole mentre alla stessa terra starà mancando il terreno sotto i piedi.<br />
“E
proprio come una volta, quando in
seguito ad uno spaventoso disastro militare, tutto il Senato romano e i
funzionari di Stato di ogni ordine e grado uscivano per andare incontro
al console sconfitto e congratularsi con lui per non aver disperato
della Repubblica Romana, così anche il Senato del cielo, tutti i Cori
degli Angeli, tutte le schiere dei Beati, usciranno per andare incontro
ai generosi atleti della Fede che hanno combattuto fino alla fine,
sperando contro la stessa speranza.<br />
“E allora quell’impossibile
ideale che gli eletti di tutte le età hanno ostinatamente perseguito,
diventerà una realtà. Nella sua seconda e ultima Venuta, il Figlio
consegnerà il Regno di questo mondo a Dio suo Padre, e il potere del
male sarà cacciato per sempre nelle profondità degli abissi; tutto ciò
che si sarà rifiutato di essere assimilato e incorporato a Dio per mezzo
di Gesù Cristo, mediante la fede, l’amore e l’osservanza della legge,
sar&#
224;
gettato nella fogna dell’eterna sporcizia. E Dio vivrà e regnerà per
sempre, non solo nell’unicità della sua natura e nella comunione delle
tre Persone divine, ma anche nella pienezza del Corpo mistico del suo
Figlio Incarnato e nel compimento della Comunione dei Santi!”<br />
Cari
lettori, dovrebbe essere ormai ovvio che il Cardinale Pie, con tutto il
buio della sua visione del futuro, non era un disfattista. Anche se
vedeva con assoluta chiarezza la situazione umanamente disperata in cui
l’umanità gettava se stessa, con altrettanta chiarezza distingueva il
punto di vista umano da quello divino: nel XIX secolo, mentre una massa
di uomini poteva sfidare Dio Onnipotente e trasformare se stessi in
pedine di Satana e in alimento per il suo orribile Inferno, si stava
compiendo lo scopo sublime di Dio: che le anime degli eletti che
avrebbero scelto di amarLo e servirLo conseguissero il Cielo di Dio.
Veramente, “tutto concorre al be
ne di
coloro che amano Dio” (<i>Rm</i>. VIII, 28).<br />
Nel 2014 si può
facilmente perdere di vista lo scopo di Dio, pensando in modo troppo
umano del male che avanza intorno a noi. Ma lo scopo di Dio non è quello
di salvare la civiltà se gli uomini vogliono distruggerla. Il suo scopo
è quello di portare le anime in Cielo attraverso il Suo Figlio Gesù
Cristo, e per questo scopo il crollo della civiltà e di tutte le
ambizioni e le speranze terrene può ben servire a forzare la mente e il
cuore degli uomini ad elevarsi al di sopra delle considerazioni mondane.
Dio non ci ha creati solo per questa breve vita, né per questo mondo
corrotto. “Noi non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo
quella futura” (<i>Eb</i>. XIII, 14).<br />
Kyrie eleison.Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-86436992433648818122014-06-28T01:26:00.000-07:002014-06-28T01:26:18.182-07:00Cardinale Pie <img alt="Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson" src="http://www.h2bc.com/wp-content/themes/bapo-new/images/email/email-header-it.jpg" title="Commenti Eleison di Sua Eccellenza Richard Williamson" />
<br />
<table style="width: 396px;"><tbody>
<tr>
<td width="56%">
<div style="font-family: 'Lucida Bright',Georgia,'Times New Roman',Times,serif; font-size: 12pt; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-align: left;">
Numero CCCLXIII (363)</div>
</td>
<td width="44%">
<div style="font-family: 'Lucida Bright',Georgia,'Times New Roman',Times,serif; font-size: 12pt; font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px; text-align: right;">
28 giugno, 2014</div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<hr />
<h1 style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14pt; margin-bottom: 0px; margin-top: 10px; text-transform: uppercase;">
Cardinale Pie â I</h1>
Il Cardinale Pie (1815–1880) è stato un grande uomo di Chiesa del
XIX secolo in Francia, uno dei più grandi difensori della Fede contro
quel liberalismo che stava divorando il mondo a partire dalla
Rivoluzione Francese (1789). Papa Pio X teneva le sue opere sul comodino
e le leggeva costantemente. Senza dubbio la profonda comprensione delle
idee chiavi che guidano il mondo moderno, espressa dal Cardinale, ha
svolto un ruolo importante nel consentire a Pio X di ottenere una tregua
di 50 anni, diciamo dal 1907 al 1958, nella rovina della Chiesa
cattolica.
<br />
Rovina? Ma la Chiesa cattolica non può rovinare! È vero, per la protezione di Dio essa durerà fino alla fine del mondo (<i>Mt</i>. XXVIII, 20), ma al tempo stesso, dalla parola di Dio sappiamo che per allora la Fede si troverà difficilmente sulla terra (<i>Lc</i>. XVIII, 8), e sarà in balia delle forze del male per sconfiggere i santi (<i>Ap</i>.
XIII, 7). Si tratta di due passi importanti da tenere a mente in questo
2014, perché tutto intorno a noi oggi ci dice che i seguaci di Cristo
devono essere preparati ad un’apparente sconfitta dopo l’altra, ad
esempio, la caduta della Fraternità San Pio X. Ecco cosa diceva il
Cardinale Pie in proposito, circa 150 anni fa!:—
<br />
“Lottiamo, sperando contro la stessa speranza, è questo che
voglio dire ai cristiani deboli di cuore, schiavi della popolarità,
adoratori del successo e scossi dalla minima avanzata del male. Visto il
loro sentire, possa Dio risparmiare loro le agonie della prova finale
del mondo. E tale prova è prossima o ancora lontana? Nessuno lo sa, e io
non oso fare congetture. Ma una cosa è certa: che più ci si avvicina
alla fine del mondo, più saranno gli uomini malvagi e ingannevoli a
prendere il sopravvento. La Fede difficilmente si troverà sulla terra,
il che significa che sarà quasi scomparsa dalle istituzioni terrene. Gli
stessi credenti difficilmente avranno il coraggio di professare la loro
fede in pubblico, o nella società.
<br />
“Scissione, separazione, divorzio degli Stati da Dio, che per San
Paolo erano un segno che indicava la fine, progrediranno di giorno in
giorno. <b>La Chiesa, pur restando sempre una società visibile, sarà ridotta sempre più alle dimensioni personali e domestiche</b>.
Quand’era agli inizii essa diceva di essere costretta e chiedeva più
spazio per respirare, ma con l’approssimarsi della sua fine sulla terra,
dovrà combattere una battaglia di retroguardia centimetro per
centimetro, circondata com’è da ogni lato. Quanto più ampiamente si è
sviluppata nelle epoche precedenti, tanto maggiori saranno gli sforzi
per tagliarla fuori. Alla fine la Chiesa subirà quello che sembra essere
una vera e propria sconfitta, e alla Bestia sarà dato di far guerra ai
Santi e di sopraffarli. L’insolenza del male raggiungerà il culmine.”
<br />
Sono parole profetiche, che diventano ogni giorno sempre più
vere, per niente piacevoli da ammettere, ma che sono fondate sulla
Scrittura. Un saggio Anglicano (il Vescovo Butler) disse nel XVIII
secolo: “Le cose sono quelle che sono. Le loro conseguenze saranno
quello che saranno. Perché allora dovremmo cercare di ingannare noi
stessi?” Si noti in particolare come il Cardinale prevedesse
l’impossibilità di difendere la Fede in un ambito che non fosse solo
quello domestico. Non tutti si è d’accordo che siamo già a questo punto
nel 2014. Io vorrei che avessero ragione, ma almeno per il momento non
vedo come si possa avere una società integra con le persone
disintegrate. Quanto contrasto tra noi cittadini democratici di oggi e
il centurione romano del Vangelo che comprese la sequela del comando e
riconobbe come del tutto naturale l’autorità di Nostro Signore (<i>Mt</i>. VIII, 5–18) – come lo h
a
elogiato Nostro Signore!
<br />
Pazienza. Vedremo la prossima settimana come lo stesso Cardinale reagì riguardo a ciò che prevedeva. Non era un disfattista!
<br />
Kyrie eleison.Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-33112919223711982242014-06-19T04:14:00.001-07:002014-06-19T04:18:00.148-07:00Lettera aperta a Papa Francesco<big><big><span style="font-weight: bold;">Ricevo e pubblico da UNAVOX<br />
</span></big></big>
<br />
<div style="text-align: center;">
<big><span style="font-weight: bold;"><big><big>Lettera aperta a Papa Francesco</big></big></span></big><br />
<span style="font-weight: bold;"><big><big><br />
</big></big></span><span style="font-weight: bold;"></span></div>
<big><span style="font-weight: bold;"> </span></big>
<br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<big><span style="font-weight: bold;"></span></big><span style="font-weight: bold;"></span>di <span style="font-weight: bold;">L.
P.</span></div>
<big><span style="font-weight: bold;"></span></big></div>
<big><span style="font-weight: bold;"> </span></big> <big><br />
</big><big><span style="font-weight: bold;">Alla rev.ma
Santità il Vescovo di Roma<br />
Francesco I<br />
00120 Città del Vaticano<br />
<br />
</span>Santità:<br />
premetto, esternandoLe la mia non facile decisione di scriverLe questa
lettera in cui, con degno rispetto ma con pari chiarezza priva di
perifrasi, Le sottopongo alcuni momenti ed aspetti della sua catechesi
che in me, come in gran parte del cattolicesimo, hanno destato, e
destano, sorpresa, imbarazzo e dissenso aperto e ragionato.<br />
Non credo, perciò, di scrivere, e di affermare, cose a Lei nuove
ed ignote – che una parte dell’informazione mondiale ha già
sottolineato – se considero il suo pontificato quale momento storico
discriminante ed elemento di rottura con il bimillenario assetto della
Chiesa Cattolica Apostolica e Romana. <br />
D’altra parte mi rammento che proprio Lei, santità, ha tenuto a
precisare, nell’intervista concessa all’ateo sig. Scalfari Eugenio, di
voler compiere, secondo la direttiva del Concilio Vaticano II, quella
rivoluzione che i pontefici suoi predecessori non hanno saputo avviare.
E rivoluzione sta per ribaltamento, sta per moto niente affatto
pacifico ma foriero di rovine e di disastri, sta per oscuramento della
Tradizione e per radicale e nuova gestione del Magistero. Sul che mi
permetto farLe presente che qualcuno, nel passato ci ha provato, dal di
fuori e dal dentro alla Chiesa, ma con nulli risultati poiché
“STAT CRUX DUM VOLVITUR ORBIS”.</big><br />
<a name='more'></a><big><br />
<br />
Seguo con somma attenzione il Suo magistero, e proprio questa mia
attenzione consente a me, fedele nutrito di Vecchio e di Nuovo
Testamento, di Patristica, di Sant’Agostino, di San Tommaso d’Aquino,
del Catechismo mirabile di San Pio X e di Bernard Bartmann, di
sottoporLe alcune domande con cui, raccogliendo i luoghi più
eminenti, più discussi e più problematici della sua
pastorale, vi esprimo il mio netto dissenso, le mie perplessità
e il mio stupore, lieto però di poter essere smentito in forza
dell’autorità della Parola di Cristo più che di quella
del Vaticano II. <br />
<br />
Sono dieci semplici domande, poche e limitate rispetto alla vasta mole
di argomenti che la sua pastorale ha suscitato, a cui potranno seguire,
se Lei vorrà, risposte parimenti semplici ed esaustive,
nell’osservanza di quel comandamento con cui Gesù invitava
i discepoli alla chiarezza, allorché ammoniva “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">il vostro parlare sia
Sì Sì No No. Ciò che è in più viene
dal maligno</span>” (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 5,
37). Domande semplici ma che, per i contenuti di talune, sarà
necessario estendere il discorso in quanto il tema in esse trattato
è di quelli che abbisognano di spazio e dispiegamento. <br />
Una di queste, e sarà la prima, riguarda il recentissimo “<span style="font-style: italic;">Incontro di preghiera per la pace</span>”
svoltosi l’8 giugno c. a. Domenica di Pentecoste, in Vaticano dove Lei
ha riunito, per “pregare insieme”, i signori Abu Mazen islamico, Shimon
Peres israelita e il patriarca ortodosso Bartolomeo I. <br />
Vengo pertanto alla ricognizione del fatto e delle successive questioni.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">1 </span> - Le
cronache giornalistiche, radiofoniche e televisive ci hanno dato
notizia ed immagini dell’incontro che Lei aveva proposto già nel
suo recente viaggio in Terra Santa, un incontro di preghiera comune per
l’ottenimento della pace, con i rappresentanti del popolo palestinese,
dello stato ebraico e con il patriarca ortodosso quale “<span style="font-style: italic;">notaio</span>” – mia personale nota –
della cerimonia. Ci è stato comunicato che siffatto incontro
è avvenuto in “<span style="font-style: italic;">un luogo neutro</span>”,
nei giardini vaticani cioè, dove ciascuno ha invocato il proprio
dio nello scenario culturale di un evidente e illecito
sincretismo religioso mai prodottosi proprio nella sede e nel cuore del
Cattolicesimo. E tutto ciò nel giorno della solennità
della Pentecoste quasi a voler dimostrare che lo Spirito Santo sia
stato ispiratore e assistente di quell’incontro spurio! Ma lo Spirito
Santo è stato assente in quella circostanza in cui tre
confessioni religiose hanno pregato per lo stesso Dio (quale?), in cui
la vera confessione, la Cattolica, ha volontariamente cancellato la
realtà assoluta di Dio/Trinità, in funzione di una falsa
unità con false confessioni, per sostituirla con quella di un
generico dio. <br />
Intanto, trovo assai reticente, se non addirittura ipocrita, definire “<span style="font-style: italic;">luogo neutro</span>”, privo cioè di
segni religiosi, i giardini vaticani quasi che questi siano territorio
di nessuno, quasi che essi non facciano parte della Santa Sede, quasi
che essi non siano i luoghi dove il primo Vicario di Cristo, San
Pietro, versò il proprio sangue a testimonianza e a gloria
dell’unico Dio/Trinità. <br />
Il mio dissenso e la mia disapprovazione si incentrano sull’oscuramento
del concetto di DIO, unico e vero che, in forza della Parola di
Gesù, Seconda Persona della S. S. Trinità, è
Quello predicato e adorato dalla Chiesa Cattolica. Quale valore possano
avere le preghiere di chi invoca Allah - entità inesistente - o
di chi poggia la propria fede sul Talmud – l’accolta delle più
ingiuriose espressioni contro Gesù, la B. V. Maria e i cristiani
- è cosa che solo la “<span style="font-style: italic;">pastorale</span>”
del Concilio Vaticano II, e il magistero dei papi
conciliari, possono inventarsi. <br />
Si ripete lo scandalo della preghiera <span style="font-style: italic;">inter/unireligiosa</span>
che, da Assisi ’86, ha aperto il Tempio del vero ed unico Dio – il <span style="font-weight: bold;">Dio Cattolico</span>, quello annunciato
dalla Chiesa di Cristo, la <span style="font-style: italic;">Katholika</span>
- alla folla degli infedeli saccheggiatori, così come
recita il salmo “<span style="font-style: italic;">Deus venerunt gentes
in haereditatem tuam: polluerunt templum sanctum tuum</span>” (<span style="font-style: italic;">Ps</span>. 78, 1) e ha dato consistenza
ontologica e soteriologica a idoli che altro non sono, come afferma il
salmista, demòni: “<span style="font-style: italic;">omnes dii
gentium daemonia</span>” (<span style="font-style: italic;">Ps</span>.
95, 5). <br />
Il sacro suolo della Santa Sede, la Cattedra di San Pietro sono stati
profanati da un’incredibile iniziativa mediatica, spacciata per
operazione di pace politica, con cui sono risuonati i nomi degli
dèi falsi e bugiardi accomunati a quello dell’Unico e Vero. In
sostanza: violazione patente ed irredimibile del primo Comandamento: <span style="font-weight: bold;">NON AVRAI ALTRO DIO FUORI CHE ME</span>.
Gesù, infatti, non ha detto ai suoi discepoli “<span style="font-style: italic;">andate nel mondo, dialogate, pregate e
camminate insieme alle altre religioni nei cui idoli è presente
lo Spirito del Padre</span>”, ma ben diversamente, e con nulla
possibilità di equivoca esegesi, ha prima eletto Pietro, Capo
della Chiesa visibile e suo Vicario, guida della “<span style="font-style: italic;">mia chiesa</span>” – gr. <span style="font-style: italic;">mou ecclesìa</span> = la Chiesa di
Me (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 16, 18) – e, poi, ha
loro comandato “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Euntes
in mundum universum praedicate evangelium omni creaturae: qui
crediderit et baptizatus fuerit salvus erit; qui vero non crediderit
condemnabitur</span>” (<span style="font-style: italic;">Mc</span>. 16,
16). Altro che camminare e pregare insieme!<br />
Ciò significa che nessun’altra confessione religiosa, e quindi
non l’ebraismo, non l’islamismo possono vantare carismi di salvezza,
checché ne dica il supponente ed eretico documento conciliare <span style="font-style: italic;">Nostra Aetate</span> (2, 3, 4) il cui
aberrante messaggio, causa di profondo inquinamento dottrinario,
sarà, davanti a Dio, capo d’accusa e motivo di colpa per tutti
coloro che lo proposero e lo approvarono, compreso l’allora Papa
regnante e per quanti ancora oggi ne tengono conto applicandone ed
osservandone le linee guida.<br />
Perché mai, allora, simile convegno proprio nel cuore del
Cattolicesimo?<br />
<br />
Era sufficiente ricordare l’esito di quel primo antico “<span style="font-style: italic;">incontro di preghiera</span>” organizzato
tra il profeta Elia e i sacerdoti di Baal (<span style="font-style: italic;">I Re</span>, 18). Noi tutti sappiamo come
è andata e noi tutti ora temiamo che qualcosa di punitivo
accadrà alla Chiesa per aver operato in senso contrario al
comando di Dio.<br />
Ci viene comunicato, altresì, che con gesto blasfemo ed
eversivo, è stata data lettura del Corano, cosa peraltro affatto
consequenziale perché già nel lontano giugno del 1994
Giovanni Paolo II, con incredibile e superficiale temerarietà,
nel salone delle udienze, aveva baciato quel libro che è
l’antitesi del Santo Vangelo, inducendo con ciò a ritenerlo
quale scritto sacro. Non mi vieto, santità, di definire questo
gesto come vera <span style="font-weight: bold;">apostasìa</span>.
Per noi cattolici, radicati nella Santa Tradizione, non esiste altra
Verità che quella contenuta nella Scrittura di Dio Uno e Trino,
e questo capovolgimento dogmatico produrrà ancora, come ha
già prodotto, maggiori ed ulteriori danni nelle coscienze dei
fedeli. <br />
Lei rammenterà, ad esempio, la crociata che l’arcivescovo di
Milano Dionigi Tettamanzi e, ancora prima, il cardinale Carlo Maria
Martini, condusse a favore di moschee rionali, quasi che la loro
missione fosse quella di lavorare per Maometto. Dopo Paolo VI, Giovanni
Paolo II e Benedetto XVI, Lei si assume una pesantissima
responsabilità da far “<span style="font-style: italic;">tremar
le vene e i polsi</span>” - come scrive il nostro maggior poeta.<br />
Lei ha, infatti, dato legittimità e riconoscimento
ufficiale a due confessioni, più una terza, la scismatica
ortodossa, ravvisando in esse forza e valenza di salvezza di pari
valore a quella cattolica. Ma Lei crede che il Signore avrà
ascoltato quelle spurie preghiere, che salivano proprio dalla Sua Sede,
le abbia accolte in odore di soavità? E poi: per quale scopo? La
pace? Nobile scopo se non fosse che la pace terrena dipende da quella
dello spirito, dipende da quella che Dio concede a chi è
battezzato nel nome della Trinità. Non sono mie considerazioni
ma sono gli insegnamenti di Gesù il quale ebbe chiaramente a
dire ai suoi discepoli “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Pacem relinquo vobis,
pacem meam do vobis, non quomodo mundus dat, ego do vobis</span>” (<span style="font-style: italic;">Gv</span>. 14, 27). Come vede, non
è proprio la vera e necessaria pace che, in quell’ibrido
incontro, è stata chiesta. Solo con la conversione al Vero Dio e
con il ritorno di tutti gli erranti nella Vera e Unica Chiesa
sarà possibile anche la pace terrena. <br />
Ma da quanto ci è dato di vedere, da decenni in qua, la Chiesa
ha rinunciato alla conversione preferendo il più comodo e meno
rischioso metodo del dialogo. E i risultati sono sotto gli occhi del
mondo: abbandoni dalla vita consacrata – <span style="font-style: italic;">13.123 nel solo periodo 2008/2012</span> -
svuotamento delle chiese, fuga dai confessionali, adesione alla
massoneria, alle sètte e alle filosofie orientali e
sataniste, ma, in compenso, tanto chiasso e rumore, folle oceaniche
negli stadî, sulle spiagge, nelle piazze in occasione dei
viaggi pontifici, nella scenografìa di una immensa
spettacolarizzazione massmediatica della figura del Pontefice al quale
oso, con rispetto ma con sincerità schietta, ricordare che non
sarà l’applauso del mondo ad attirare nuove adesioni al Vangelo
e nuove conversioni alla Chiesa di Cristo, perché questo
applauso, questa ridda di riviste mondane a lui inneggianti,
rappresentano la ricompensa degli uomini e non di Dio, il quale
ammonì “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Vae
cum benedixerint vobis homines; secundum haec enim faciebant
pseudoprophetis patres eorum</span>” (<span style="font-style: italic;">Lc</span>.
6, 20).<br />
Il suo pontificato, Santità, si sta caratterizzando per una
straordinaria e tracimante visibilità massmediatica, per gesti
inusuali, spettacolari ed eversivi aggiungo, gesti che Lei giustifica
con la necessità di “<span style="font-style: italic;">rianimare
la Chiesa</span>”, con la necessità che essa stupisca e
sorprenda. <br />
Ma la Chiesa, quale Corpo di Cristo, non ha bisogno della sala di
rianimazione, perché “<span style="font-style: italic;">numquam
reformanda quia numquam deformata</span>”, semmai sono gli uomini di
Chiesa a doversi rianimare in Cristo, dopo i molteplici
tradimenti, in questi ultimi 60 anni, consumati nei Suoi confronti.
Bene se ne accorse San Pio da Pietrelcina quando ebbe la visione di
Gesù flagellato e grondante di sangue. “<span style="font-style: italic;">Egli (Gesù) mi mostrò una
grande moltitudine di sacerdoti, regolari e secolari, fra i quali
diversi dignitari ecclesiastici; di questi, chi stava celebrando,
chi si stava parando e chi si stava svestendo delle sacri vesti…
osservai due lagrime che gli solcavano le gote. Si allontanò da
quella turba di sacerdoti con grande espressione di disgusto sul volto,
gridando < Macellai !> E rivolto a me disse < Figlio mio, non
credere che la mia agonìa sia stata di tre ore, no; io
sarò, per cagione delle anime da me più beneficate, in
agonìa sino alla fine del mondo ></span>” (L. Peroni: <span style="font-style: italic;">Padre Pio da Pietrelcina</span> – ed.
Borla, 2002, pag. 150). <br />
<br />
Vengo alla domanda:<br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Non crede, allora, vista la
completa sterilità ed inutilità, in termini eucologici e
teologici, di questo incontro, che sarà il caso di chiedere
perdono a Dio e di riconsacrare lo spazio sacro dei giardini vaticani -
nel cui terreno, a beneficio delle telecamere tv, è stato
piantato un ibrido ulivo - e con esso la Santa Sede e la Cattedra di
San Pietro, profanati dalla presenza di ostili e false confessioni?</big></div>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Esiste un Solo ed Unico Dio,
in tre Persone uguali e distinte. Padre, Figlio e Spirito Santo. Ma
è stato assimilato, nella sede di Pietro, ad altre pseudo
divinità.</big></div>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Perché?</big></div>
<big><br />
<span style="font-weight: bold;">2</span> - San Paolo
scrive: “<span style="font-style: italic;">Deus exaltavit illum
(Jesum) et donavit illi nomen quod est super omne nomen, ut in nomine
Jesu omne genu flectatur caelestium, terrestrium et infernorum et omnis
lingua confiteatur quia Dominus Jesus Christus in gloria est Dei Patris</span>”
(<span style="font-style: italic;">Fil</span>. 2, 9/11). Appare chiaro
ed evidente come la genuflessione sia l’atteggiamento interiore e
l’omaggio visivo dell’adorazione dovuta al Signore. Lei,
santità, ha mostrato di inchinarsi a regine nel gesto di baciar
loro la mano; s’è inginocchiato, in un teatro di Buenos
Aires, davanti a un pubblico misto di cattolici e di protestanti
ricevendo, da questi scismatici tralci secchi, un’inesistente carisma
con l’imposizione delle loro mani, atteggiamento ripetutosi nella
adunata dei cosiddetti carismatici del 1 giugno presso uno stadio
romano; ha baciato la mano inchinandosi al rabbino di
Gerusalemme, il rappresentante successore di quel Caifa carnefice che
ordinò la morte di Cristo Nostro Signore; ha baciato reverente
la mano ad alcuni reduci dei lager nazisti; l’ha baciata a don Michele
de Paolis, indecoroso prete noto per l’apologìa
dell’omosessualità. Ma le immagini di Lei che celebra la Santa
Messa ci mostrano che Lei non si inginocchia davanti a Cristo
Eucaristìa, nel momento del Sacrificio, della Consacrazione
delle Specie e della Transustanziazione. <br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big>I fedeli che, entrando in
chiesa, si mettono subito seduti e che restano in piedi durante la
Consacrazione e durante la finale benedizione trinitaria, questi
fedeli, a cui rimprovero simile irriverente atteggiamento
protestante, mi rispondono citando il suo esempio quale norma di
comportamento.</big></div>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Perché?</big></div>
<big><br />
<span style="font-weight: bold;">3</span> - Quando
venne eletto Vicario di Cristo, Successore di San Pietro e Vescovo di
Roma, al popolo cattolico in attesa di vederLa, Lei indirizzò
non il debito saluto/benedizione del “<span style="font-style: italic;">Laudetur
Jesus Christus</span>” nel venerando segno della Croce, ma un banale “<span style="font-style: italic;">buonasera</span>” che fu stimato quale
manifestazione di un papa “<span style="font-style: italic;">vicino
alla gente</span>” anzi, tra la gente, quasi che siffatto saluto laico
e salottiero sia privilegiato canone di sacralità. I
cattolici ebbero, quella sera, davanti a sé non un Pontefice ma
un “<span style="font-style: italic;">amico, uno di noi</span>”. <br />
Consequenziale a questo suo “<span style="font-style: italic;">stile</span>”
fu, ad esempio, quel suo telefonare a un giovane padovano
dandogli e chiedendogli l’uso del tu, e motivando siffatto
amicale galateo col dire che gli Apostoli “<span style="font-style: italic;">non si rivolgevano mica a Gesù
chiamandolo Eccellenza!</span>” Spinto da questa sua affermazione, ho
controllato la Scrittura dove ho scoperto che gli Apostoli si
rivolgevano a Gesù chiamandolo “<span style="font-weight: bold;">Figlio
di Dio</span> – <span style="font-weight: bold;">Maestro</span> – <span style="font-weight: bold;">Cristo</span> – <span style="font-weight: bold;">Messia</span> – <span style="font-weight: bold;">Santo di Dio</span> - <span style="font-weight: bold;">Rabbi</span> –<span style="font-weight: bold;">Figlio di Davide</span> – <span style="font-weight: bold;">Signore mio e Dio mio</span>”. <br />
Altro che un approccio cameratesco! <br />
Rifiuto, pertanto Santità, questo suo comportamento che
similmente in altre circostanze ha dato modo di offrire l’immagine di
un Papa più vescovo di Roma e meno Vicario di Cristo,
così come amaramente stigmatizzo e critico acerbamente il
fatto che Lei, quella sera, abbia sentito l’urgenza di inviare il suo
primo messaggio non all’ecumene cattolico ma al rabbino di Roma, al
dott. Riccardo Di Segni come se costui vantasse, e vanti, un credito o
un elemento di stima in più rispetto alla Cristianità. <br />
Io, cristiano cattolico, figlio fedele della Santa Madre Chiesa
Cattolica/Apostolica/Romana, mi son sentito come il figlio a cui non
vengono date nemmeno le briciole che cadono dal tavolo; mi son sentito
come il vitello grasso, sacrificato a un “fratello” il cui ritorno non
solo è lontano ma è addirittura vietato, stando alla
dichiarazione di Benedetto XVI affidata al cardinale Bagnasco, secondo
cui la Chiesa non ha in programma alcun tentativo di
evangelizzazione del popolo ebraico. Ha rinunciato, consapevolmente e
ufficialmente, a corrispondere al comando di Gesù: “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Potius ite ad
oves, quae perierunt domus Israel</span>” (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 10, 6) – andate piuttosto alle
pecore perdute della casa di Israele. <br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Diciamo che la Chiesa, o
meglio, i suoi uomini, hanno disobbedito all’ordine del suo Fondatore
preferendo obbedire a un’indicazione “<span style="font-style: italic;">pastorale</span>”
del Concilio (<span style="font-style: italic;">N. Ae.</span> N. 4),
volontariamente disattendendo la norma indicata da San Pietro: “<span style="font-style: italic;">Oboedire oportet Deo magis quam hominibus</span>”
(<span style="font-style: italic;">Acta Ap</span>. 5, 29) -
prima, cioè, la legge di Dio e poi quella degli uomini.</big></div>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Perché?</big></div>
<big><br />
<span style="font-weight: bold;">4 </span> - Ha fatto
il giro del mondo l’udienza che Lei, in “<span style="font-style: italic;">forma privata</span>” ha concesso lo
scorso agosto 2013 al sig. Scalfari Eugenio. Da quell’incontro, su cui
molte furono le rimostranze di tanti cattolici, e non per l’aver Lei
ricevuto un ateo conclamato, un “figlio perso” – e non ancora ritrovato
- ma per le affermazioni paradossali prodotte in quella
circostanza, da quest’incontro dicevo, è scaturito un libro a
quattro mani, datato 11 settembre 2013 (?) - <span style="font-weight: bold;">DIALOGO TRA CREDENTI E NON CREDENTI</span>.
<br />
Intanto, suona a me molto strano che, il testo dell’intervista,
prudentemente cancellato dal sito del Vaticano, sia stato invece
materia ed argomento di un libro. Ma ciò che dèsta
sorpresa, fra le molte affermazioni che vi si trovano ne figura una
quale titolo dell’argomento, così scritta: “<span style="font-style: italic;">LA VERITA’ NON E’ MAI ASSOLUTA</span> – <span style="font-style: italic;">Papa Francesco</span>”.
Un’affermazione che sintetizza la sua teoria secondo cui la
verità è “<span style="font-style: italic;">una relazione</span>”,
cioè, una categoria della conoscenza. <br />
Senza andare a scomodare la filosofia aristotelica o quella tomistica,
basterebbe sfogliare qualche paginetta del Vangelo per leggere: “<span style="font-weight: bold;">EGO SUM VIA, VERITAS
ET VITA</span>”. (<span style="font-style: italic;">Gv</span>.
14, 6). Gesù è la sola Verità, Assoluta, la
Verità fatta Essere, non ce n’è altra, ma con l’aver Lei
definito la verità come qualità relativa, s’è
ingraziato il mondo laico al quale non sembra vero di poter
giustificare la propria condotta con sì fatto relativismo, e,
soprattutto, poter vivere e comportarsi “<span style="font-style: italic;">secondo coscienza</span>”, quella singola
coscienza da Lei nominata giudice primo ed ultimo di ogni atto
individuale, buono o cattivo. Lei, con tale affermazione ha, pertanto,
cancellato i dieci Comandamenti e reso ufficiale l’esercizio del dubbio
cartesiano di cui son testimonianze le molte omelìe che, sul
tema, vengono svolte da stolti ed insipienti sacerdoti. <br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Il cattolico,
Santità, non dubita mai della parola di Dio, <span style="font-weight: bold;">Verità Assoluta</span>, ma trova
difficoltà, semmai e certamente, nel tentativo di comprenderne
il Mistero. </big><br />
<big>E allora: perché?</big></div>
<big><br />
<span style="font-weight: bold;">5</span> - Nel corso
del suo primo anno di pontificato, Lei ha ricevuto capi di stato atei,
massoni, regine pagane e scismatiche, associazioni mondialiste (<span style="font-style: italic;">B’naï B’rith</span>); ha inviato
fervidi saluti ad entità finanziarie di respiro massonico (<span style="font-style: italic;">World Economic Forum di Davos</span>); si
è prodigato per il salvataggio fisico dell’ateo radicale Marco
Pannella; ha ricevuto in udienza privata gnostici e miscredenti; ha
favorito, con la sua visita pastorale a Lampedusa, lo sbarco di
migliaia di clandestini inducendo, indirettamente, il governo italiano
a depennarne il reato con le disastrose conseguenze di una nazione,
l’Italia, scossa da un disordine sociale mai avvertito se non nelle
invasioni barbariche di antica memoria. <br />
Il suo motto “<span style="font-style: italic;">misericordia e tenerezza</span>”
marca in maniera decisa il suo operare. In questo primo anno del suo
pontificato continua, inoltre, una sperimentazione liturgica che vede
sante messe – lo scrivo in minuscolo - concelebrate con i massoni
(Brasile, parrocchia di <span style="font-style: italic;">Nossa
Senhora da Conceiçao</span>, 20 agosto 2012), con gli anglicani,
con gli induisti e con i buddisti; sante messe il cui celebrante si
camuffa da pagliaccio proponendosi, come in alcune chiese di Germania,
quale intrattenitore di spettacolini comici allo stesso modo con cui
Lei, mi permetta questa segnalazione, in piazza San Pietro posò,
con una coppia di sposi, in foggia di clown dal naso a pomodoro; sante
messe in cui volteggiano discinte ballerine nel ritmo di rumori che
presumono definirsi “<span style="font-style: italic;">musica sacra</span>”;
sante messe come quella officiata a Genova, nella Cattedrale di San
Lorenzo tramutata in una vociante bettola, dal cardinale Angelo
Bagnasco in occasione delle esequie (?) del prete (?) don Gallo
Alessandro durante le quali s’è cantato “<span style="font-style: italic;">bandiera rossa</span>”, “<span style="font-style: italic;">bella ciao</span>” tra una canèa e
un tripudio di urli, di bandiere arcobaleno, nella vertigine
abominevole di una sacrilega Comunione dispensata dal pavido prelato a
un noto sodomita, transessuale, ateo e buddista; spettacoli di frati e
suore che si piccano di svolgere opera evangelizzatrice sfilando e
danzando per le vie delle città nel pieno parossismo di un
alienante baccanale; processione ed intronizzazione, ad opera di due
vescovi, della statua del pagano idolo di Minerva – <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">horresco referens!!!</span>
- nella basilica della <span style="font-style: italic;">Madonna di
Aparecida</span>; celebrazioni del Sacramento della Cresima trasformate
in esposizioni tipo Coldiretti o inaugurazione di supermercato, con una
processione d’offertorio carica di verdure, paste, frutta, vini, oli,
patatine, insaccati, pasticcini, fiori, formaggi, pesce. Manca soltanto
il reparto degustazione. E il lungo catalogo potrebbe continuare col
rammentarLe la presenza di docenti gnostici e neopagani nelle
Università cattoliche e nei seminarî – lupi nell’ovile di
Cristo - , onoranze accademiche rese a personaggi di storica
professione di ateismo – mi riferisco alla medaglia al merito conferita
dalla Pontificia Università Lateranense al presidente della
Repubblica italiana, Giorgio Napolitano - terminando con il
recentissimo indecente spettacolo di una giovane suora sguaiata,
frenetica e urlante, esibitasi sugli schermi televisivi in piena
Quaresima! - <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">il
periodo di penitenza di Nostro Signore Gesù</span> - una suorina
che considera la “<span style="font-style: italic;">voce</span>” come
il dono più prezioso datole dal Signore, dimentica, la
così povera di senno e di serietà presa dal raptus
della celebrità mediatica, che il dono più prezioso
dovrebbe essere, come è, la sua vocazione. <br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Ora, Santità, a
fronte a simili aberrazioni a cui nessuno, dico nessuno, nemmeno Lei e
nemmeno i Papi precedenti, ha voluto, più che saputo, non dico
sancire una secca condanna ma nemmeno porre un benché
timido argine o una momentanea ferma, a fronte di ciò,
dicevo, fa invece mostra di sé la sua acerba e dura decisione di
commissariare l’ordine dei <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Frati e delle Suore
dell’Immacolata</span>, su cui pendono azioni restrittive, corsi di
rieducazione tipo sovietico, e vincoli che nemmeno nei regimi
più tirannici vengono adottati. E’ la riedizione perfetta
della persecuzione che il recente santo Giovanni XXIII mise in
atto contro San Pio da Pietrelcina. La colpa loro? Forse il fatto di
essere fedeli alla Tradizione e celebrare la Santa Messa secondo il
Vetus Ordo mai abolito e, comunque, rinvigorito con il motu proprio “<span style="font-style: italic;">Summorum Pontificum</span>” di Benedetto
XVI; forse il fatto di rappresentare una parte della Chiesa, florida e
ricca di vocazioni; forse perché rifiutano di intrupparsi in
congreghe sincretiste o esibirsi in salotti tv; forse perché
immersi nella contemplazione e nella meditazione; forse perché,
in concomitanza delle manifestazioni della trascorsa GMG di Rio, invece
di ballare e di cantare insieme ai vescovi e ai cardinali colà
convenuti – spettacolo inverecondo e miserevole! - essi pregavano
nel silenzio claustrale. Sicché, mentre ai nemici di Dio e alle
false religioni vengono spalancate le porte e le carezze della
misericordia, dell’accoglienza, del rispetto e della tenerezza, ai
figli più fedeli vengono riservate mortificazioni e frustate che
son simili in tutto a quelle inflitte a Gesù. Lei avrà
sentito e letto, su questo argomento, le espressioni di protesta e di
biasimo e, tuttavia, niente è cambiato. Anzi: il degrado del
sacro è in progressivo avanzamento,”<span style="font-style: italic;">in fine velocior</span>” ma tutto è
silenzio.</big><br />
<big>Perché? </big></div>
<big><br />
<span style="font-weight: bold;">6</span> - Durante
una sua omelìa in Santa Marta, Lei ebbe ad esprimere – in forma
certamente ipotetica ma indiziaria di retropensiero modernista – alcune
riflessioni circa lo stato d’animo della B. V. Maria nel momento in
cui, silenziosa Madre dei dolori, sotto la Croce assisteva, con
Giovanni, alla morte del Figlio di Dio e Suo. Nel solco di una
Mariologìa che parte da lontano, dal protestante R. Bultmann,
colui che considerava il culto reso a Maria quale “<span style="font-style: italic;">cancro del cattolicesimo</span>”,
giù giù sino all’eretico K. Rahner di cui è nota
la negazione della “<span style="font-style: italic;">verginitas in
partu</span>” di Maria, fino alle mariane fantasie proletarie,
populiste e da fotoromanzo di don Tonino Bello, si sta radicando
una letteratura, un’antropologìa o un’estetica più che
una teologìa, che fa della Madre di Dio – colei che ha cantato
il <span style="font-style: italic;">Magnificat</span>! - una
sciocca donnetta qualunque, una femmina “<span style="font-style: italic;">ignorantella</span>” come ebbe a definirla
un anziano canonico durante l’omelìa tenuta nella mia Chiesa
parrocchiale, una donna a cui – come suggerisce il citato don Bello –
sarebbe opportuno togliere, finalmente, l’aureola per sentirla “<span style="font-style: italic;">una di noi e come noi</span>”. <br />
Naturalmente non Le starò a dire che l’essere Ella senza
peccato, essere la Madre di Dio, la Beata tra le genti, la Madre della
Chiesa la pone al di sopra dell’umanità peccatrice conferendole
proprio quell’aureola che scioccamente taluno vorrebbe cancellare. <br />
Sul solco di questa letteratura, lei ebbe dunque ad ipotizzare nella
mente di Ella pensieri di contenuto pessimista, pensieri da cui
traspirava la delusione per un epilogo così tragico del Figlio
da Dio a malfattore, pensieri in cui ferveva l’amarezza per antiche
promesse fattele e non mantenute. Forse si rivolgeva così a Dio:
“<span style="font-style: italic;">Tu, quel giorno mi hai detto che
sarà grande; tu mi hai detto che gli avresti dato il trono di
Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso io lo vedo
lì. La Madonna era umana” E forse aveva la voglia di dire <
Bugìe! Sono stata ingannata! ></span>” . <br />
Queste le autentiche sue considerazioni. <br />
Insomma, Lei, seppur ipoteticamente, applicò a Maria le
categorie dell’umanità peccatrice. Eppure, a legger il Vangelo
noi sappiamo che Ella sapeva della sua dolorosa missione, lo sapeva
già da quando aveva risposto all’angelo “<span style="font-style: italic;">Fiat</span>” (<span style="font-style: italic;">Lc. </span>1, 38); lo sapeva
perché, nel giorno della presentazione al Tempio, il santo
Simeone le aveva vaticinato una spada nel cuore (<span style="font-style: italic;">Lc.</span> 2, 34); lo sapeva perché
Ella meditava in cuor suo tutto ciò che si riferiva a suo Figlio
(<span style="font-style: italic;">Lc</span>. 2, 51), lo sapeva
così bene da seguirLo sulla Via Crucis. Non sarebbe stata la
Madre della Chiesa se avesse, seppur crepuscolarmente, dubitato della
parola di Dio. <br />
Mi chiedo, perciò, con quale fine didattico o pedagogico Lei
abbia prodotto affermazioni così intrise di antropologìa,
le quali, pur anco ristrette nell’ambito di un’omelìa, non sono
mai pensieri privati del Papa ma, ad onta di quanto dichiara padre F.
Lombardi, rientrano nel perimetro del suo magistero ordinario e,
perciò, fanno catechesi. <br />
<br />
A tale circostanza debbo accostarne un’altra in cui Lei, sempre
riferendosi alla B. V. Maria, ne illuminava la misericordia materna,
larga e generosa come quella del Figlio. E propose, agli ascoltatori,
una specie di parabola in cui Lei descriveva la figura di San Pietro,
custode e portiere del Paradiso il quale, di giorno, ne chiude
implacabilmente la porta ai peccatori. Ma la Madonna, Lei aggiunse, di
notte quando tutti dormono, apre silenziosamente e fa entrare “<span style="font-style: italic;">i poveri peccatori</span>”.<br />
Io credo per certo che ciò non avviene dacchè non si
è mai sentito che i peccatori vadano diritti in Paradiso, come
non vi sarebbe arrivato quel buon ladrone, che peccatore lo era ma che
lucrò la beatitudine eterna se non espiando la colpa con la
morte, accanto a Gesù. La Chiesa ha sancito, per l’accoglienza
delle anime peccatrici, l’esistenza del Purgatorio che, mi permetta di
osservare, rischia, dopo la sua sortita, di esser cassato come
già il suo predecessore Benedetto XVI, ora cardinal Ratzinger,
cassò il Limbo. <br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Un buon pedagogo e maestro
deve sempre scegliere, pesare e tarare le parole specie se queste
diventano parte di autorevole catechesi. L’immagine di Maria che, di
soppiatto, apre la porta del paradiso ai peccatori, cozza contro quella
di Fatima dove, ai tre pastorelli la Madre di Dio mostrò
l’Inferno che vuoto non è, come dichiara il v. Balthasar, o come
sembra alludere la sua parabola. Non può, Nostra Signora,
violare la giustizia di Dio o trascurare la Sua volontà.</big><br />
<big>E, allora: perché?</big></div>
<big><br />
<span style="font-weight: bold;">7</span> - “<span style="font-style: italic;">Il
celibato dei sacerdoti cattolici non è un dogma di fede, si
può cambiare</span>”. Così i massmedia sintetizzano il
suo
pensiero espresso ai giornalisti, sull’aereo che La riportava da
Gerusalemme a Roma. “<span style="font-style: italic;">La Chiesa
cattolica ha preti sposati, nei riti
orientali. Il celibato non è dogma di fede, è una regola
di vita, che io apprezzo tanto e credo che sia un dono di Dio per la
Chiesa. Non essendo un dogma di fede, c’è sempre la porta
aperta</span>”: queste, invece, le sue autentiche parole.<br />
Si resta non solo sorpresi ma tanto più turbati, scossi diciamo,
da queste sue considerazioni che sembrano non tenere in debito conto 1)
il <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Vangelo</span>
e 2) la <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">saggezza
della Chiesa</span>. Intanto suona indiziario di
possibili e future riforme quel dire “<span style="font-style: italic;">non
è un dogma di fede</span>”,
laddove la negazione “<span style="font-style: italic;">non</span>”
prevale a beneficio di probabili aperture. <br />
Certamente – ma sarebbe il caso di approfondirlo - il celibato
dei preti cattolici non è dogma di fede ma è tuttavia una
<span style="font-style: italic;">categoria esistenziale</span>,
più che una regola di vita come Lei
afferma, in quanto afferente alla trascendenza divina e, perciò,
necessaria per poter espletare tutte le mansioni a cui Dio chiama
l’eletto.<br />
<br />
Parlando del matrimonio, Gesù, dopo averne affermato
l’indissolubilità, in risposta a talune obiezioni, così
insegna: “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Sunt
enim eunuchi, qui de matris utero sic nati sunt; et sunt
eunuchi, qui facti sunt ab hominibus; et sunt eunuchi, qui seipsos
castraverunt propter regnum caelorum. Qui potest capere capiat</span>” (<span style="font-style: italic;">Mt</span>.
19, 12).<br />
La parte finale di questa pericope dice chiaramente che il celibato –
reso <span style="font-style: italic;">castraverunt</span> in
latino e <span style="font-style: italic;">eunoùchisan</span>
in greco –
è necessaria condizione per chi intende rispondere alla chiamata
di Dio, chiamata per la quale si rinuncia non solo al matrimonio ma
anche ai propri familiari, al mondo, agli affetti umani. Pietro chiede
a Gesù: “<span style="font-style: italic;">Ecce, nos reliquimus
omnia et secuti sumus Te; quid
ergo erit nobis?</span>”. Risponde Gesù. “<span style="font-style: italic;">Omnis qui reliquerit domum
vel fratres aut sorores aut patrem aut matrem aut uxorem aut filios aut
agros propter nomen meum, centuplum accipiet et vitam aeternam
possidebit</span>” (<span style="font-style: italic;">Mt.</span> 19,
27/29).<br />
Il Divino Maestro ci dice che il regno dei cieli e la vita eterna non
sono paragonabili alle cose umane e che per essi ogni altra
attività o condizione di vita è meno che uno iota.<br />
Il celibato, finalizzato al servizio di Dio e soprattutto al
conseguimento della santità, non è, pertanto, una mera
norma disciplinare imposta dalla Chiesa, tanto per ottenere dal
consacrato un tipo di risposta meno dispersiva e più attenta.
No, esso è <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">condizione
esistenziale ed essenziale</span> prescritta da
Gesù stesso, che se non è dogma è egualmente
cogente come cogente è la pratica del digiuno e della preghiera
per scacciare taluni demònî (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 17, 21). <br />
Lei, tanto per lasciare aperta la porta a future e probabili varianti –
quanto, cioè, il <span style="font-style: italic;">mondo</span>
chiede – cita come esempio di possibile e
non devastante cambiamento, le chiese orientali. Poteva, allora,
indicare anche le chiese protestanti e, di conseguenza, parlarci dello
sfascio di quelle confessioni che perseguono stili di servizio aderenti
alle esigenze dell’uomo più che a quelle di Dio. Non si
può servire a due padroni, alla famiglia intesa come carico di
responsabilità e polo di tutte le cure, e a Dio il quale, come
bene sappiamo è esigente e geloso.<br />
La stampa mondiale e l’opinione pubblica stanno da tempo facendo forza
sulla Chiesa perché, in omaggio allo “<span style="font-style: italic;">spirito del tempo</span>”, si
cambi tradizione per far dei sacerdoti uomini integrati e immersi nel
mondo, consapevoli delle problematiche sociali, vicini al prossimo,
assistenti sociali insomma e, soprattutto, lontani dalla tentazione
della turpe pedofilìa. Un prete sposato non avrebbe motivo di
lordare il voto di castità perché non ce ne sarebbe
necessità, e le pulsioni carnali sarebbero canalizzate e
legittimate dallo stato coniugale, dicono con supponente saggezza, come
se non avvenissero, e numerosi e quotidiani, i casi di violenze
sessuali anche nelle famiglie.<br />
Sono argomenti capziosi in funzione di grimaldelli per far saltare, con
l’introduzione del matrimonio ecclesiastico, quella formidabile
compagine – il clero e gli ordini monacali – che proprio nel celibato e
per il celibato riescono ancora – ma fino a quando? - a mantenere la
struttura della Chiesa immobile al soffiar dei venti del modernismo. <br />
<br />
Ma l’argomento più sottile, portato a sostegno di questa
richiesta laica, è quello della pedofilìa clericale di
cui da anni si occupano le cronache mondiali. La Chiesa, e i suoi
uomini, hanno in ciò una pesante responsabilità diretta
perché, se ben si analizza il turpe fenomeno, troviamo che esso
nasce, o meglio, si ingrossa e si diffonde, da quella infausta
riforma dei seminarî che, sotto la spinta deformatrice del
Concilio Vaticano II, ha, oltre ad aver alleggerito il <span style="font-style: italic;">cursus
studiorum</span>, permesso l’andirivieni dei seminaristi per il
fine
settimana manco si trattassero di pensionanti, e dopo aver defenestrato
i saggi e santi “<span style="font-style: italic;">direttori spirituali</span>”,
ha preso in organico psicologi
e psicoanalisti esperti a valutare, con speciosi test, la reale
consistenza della vocazione in ciò sostituendosi allo Spirito
Santo e a Cristo, il quale è Colui che sceglie – “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Non voi
avete scelto me, ma io ho scelto voi</span>” (<span style="font-style: italic;">Gv. </span>15, 16), Cristo e non
psicologi, personaggi portatori di una pseudoscienza priva di <span style="font-style: italic;">pietas</span> e
di <span style="font-style: italic;">caritas</span>, una scienza atea
con cui, freudiani o junghiani, nel solco
del buonismo russoiano e pelagiano, predicano la bontà degli
istinti e delle pulsioni che, in quanto elementi di una “<span style="font-style: italic;">natura buona</span>”,
vanno soddisfatti senza avvertenza di senso del peccato e di colpa. <br />
In
sintesi: abbasso il timor di Dio e l’orrore per il peccato.
Probabilmente anche San Tommaso d’Aquino o San Luigi Gonzaga, se
avessero avuto quali “<span style="font-style: italic;">direttori
spirituali</span>” siffatti esperti
dell’anima, avrebbero ceduto alle tentazioni col ritenere lecito
ciò che, invece, ai sensi del sesto e nono comandamento è
illecito. E’ nato così, anzi, si è diffuso in ragione
esponenziale questo fenomeno proprio all’ombra del cieco permissivismo
conciliare.<br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Si aprano le porte al
matrimonio dei sacerdoti e ci troveremo nelle
condizioni di una confessione protestante la cui caratteristica
è l’interpretazione personale svincolata da un Magistero e,
soprattutto, libera dall’insegnamento di Gesù.</big><br />
<big>Io credo che, di determinati argomenti, quali il celibato
dei sacerdoti
e l’indissolubilità del matrimonio, non sia il caso di parlare
nel prossimo Sinodo, in quanto solo per il discuterne si metterebbe in
dubbio e si avrebbe la sconfessione della Parola di Gesù e
l’asservimento di Lui, eterno e trascendente il tempo, allo spirito dei
tempi. <br />
Ed allora: </big><big>Perché? </big></div>
<big> <br />
<span style="font-weight: bold;">8 </span> - Nei suoi
interventi, Santità, Lei spesso cita la
parola “<span style="font-style: italic;">sfide</span>”, quelle che il
mondo propone alla Chiesa e la frequenza
con cui lo ripete fa supporre che la Chiesa, nella sua bimillenaria
storia non le abbia mai affrontate. E sono: le sfide contro il celibato
dei preti e a favore del sacerdozio femminile, le sfide per il
livellamento e lo svilimento dogmatico in nome di un razionalismo
cartesiano, le sfide della cultura e della scienza, le sfide liberiste
dei movimenti civili, pur anco le sfide che l’umanità
omosessuale lancia - e con quale orgoglio le lancia! - per un
riconoscimento giuridico ed etico, le sfide della nuova costellazione
plurifamiliare, le sfide di quel cattolicesimo costituito da divorziati
risposati che esigono come un diritto dovuto la Comunione, le sfide
delle periferie e dei centri, le sfide della gioventù, le sfide
della disordinata massa migratoria che si accumula giorno per giorno
nei centri di accoglienza, le sfide della tecnologìa informatica
che Lei ha adottato mettendosi in contatto diretto con milioni di
seguaci che navigano per Internet. Insomma, sfide che provengono tutte
dal mondo e che Lei, Santità, è deciso di affrontare per
dimostrare che la Chiesa non arretra di fronte all’evoluzione della
società. <br />
E così leggiamo che “<span style="font-style: italic;">le coppie
gay oggi pongono nuove sfide a<span style="font-weight: bold;">
livello educativo</span>… ricordo il caso di una bambina molto triste
che alla
fine confidò alla maestra il motivo del suo stato d’animo:
<la fidanzata di mia madre non mi vuol bene>… Come annunciare
Cristo a questi ragazzi e ragazze? A questa generazione che cambia?
Bisogna stare attenti a non somministrare ad essi un vaccino contro la
fede</span>”. <br />
In pratica, chiosano alcuni commentatori, bisognerebbe evangelizzare
questi giovani senza indurli, però, a detestare le scelte dei
genitori e le proprie, in quanto si correrebbe il rischio di fornire
loro antidoti contro la fede. E’ come se qualche Sodomita, o qualche
Gomorreo biblico, voglia intentare causa civile contro il <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Signore degli
eserciti</span> per danni procurati materiali e traumi psicologici
causati
dallo sprofondamento delle due città peccatrici. Insomma,
tenerezza, comprensione e “<span style="font-style: italic;">laissez
faire</span>”.<br />
Io sarei prudente, Santità, non solo ad accettare questi guanti
di sfida ma a considerarli tali, addirittura “<span style="font-style: italic;">educativi</span>”, perché
so che, intanto, non v’è alcunché di positivo e di
pedagogico nel vantare una complessione omosessuale, e poi
perché agirei in senso contrario a Cristo il quale le sfide le
rigettò non prendendole in considerazione – come avvenne nel
deserto – e perché, confidando troppo sulle forze personali,
potrei rischiare di essere avviluppato e inghiottito da chi, come
Satana, è maestro di arte persuasoria. <br />
Conosce la storia di quel don Mario Mazzoleni che, pieno di scienza
teologica e di retorica, volle nel 1992 andare in India a convertire
quel satanasso di Sai Baba? Ebbene, tanto ci seppe fare nel suo
intento, che divenne suo discepolo e “<span style="font-style: italic;">profeta</span>”.
Superbia intellettuale
che Dio ha punito, come bene insegna la B. V. Maria nel suo
“<span style="font-style: italic;">Magnificat</span>”: “<span style="font-style: italic;">Dispersit superbos mente cordis sui</span>”
(<span style="font-style: italic;">Lc.</span> 1, 51).
Esibire, perciò, atteggiamenti omosessuali ed esigerne il
riconoscimento, non è una sfida ma una provocazione che va
respinta proprio per non essere irretiti nella melassa del buonismo
russoiano.<br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big>E’ la Chiesa, piuttosto, che
dovrebbe proporre e lanciare la sua sfida,
una sola, quella che Cristo annunciò a coloro che volevano
essere suoi discepoli: “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Si quis vult post me
venire, abneget semetipsum
et tollat crucem suam et sequatur me</span>” (<span style="font-style: italic;">Mt.</span> 16, 24).</big></div>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Questa è la vera
sfida, le altre sono soltanto polvericcio
dialettico e trappole nascoste nel contesto di dialogo sterile e
stressante. Questo la Chiesa deve proporre, e non accettare altre e
altrui manovre diversive che preludono al pericolo di confederarsi col
nemico. L’esempio di Cristo che liquida Satana è la via che la
Chiesa deve percorrere in questa fattispecie, ma sembra che
l’intendimento dei pastori sia diverso.</big></div>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>Perché? </big></div>
<big> <br />
<span style="font-weight: bold;">9</span> - Alcuni
anni fa, forse dieci, nella chiesa “<span style="font-style: italic;">Cristo
Lavoratore</span>” in Civitavecchia, un Crocifisso, posto centralmente
dietro
l’altare, venne spostato a latere e sostituito da un’immagine della
B.V. Maria perché, a detta di un locale teologo laico –
addottoratosi, pensi un po’, in un corso triennale di “<span style="font-style: italic;">scienze
religiose (?)</span>” - la visione continua della morte mal
rappresentava la gioia di una Chiesa in cammino verso la Resurrezione.
Un cristiano “<span style="font-style: italic;">adulto</span>” che, in
questa circostanza, ebbi facile gioco a
denominarlo “<span style="font-style: italic;">adultero</span>”.<br />
Naturalmente esplose la contestazione dei fedeli in forza della quale
il Crocifisso venne riportato nel posto consentaneo, e cioè
dietro e al centro dell’altare del sacrifico.<br />
Ciò avveniva in un periodo in cui in Italia e nel mondo s’era
scatenata la campagna contro i <span style="font-weight: bold;">segni</span>
cristiani sloggiati dagli
ospedali, dalle scuole, dai tribunali col solerte e incredibile
concorso di indegni e codardi sacerdoti che, in forza della nefasta
già citata Dichiarazione conciliare “<span style="font-style: italic;">Nostra Aetate</span>”, sostenevano
questa apostasìa ritenendo essere di maggiore valore il rispetto
verso le culture altre che quello per il Signore. <br />
Questo mi venne in mente allorché, dalle immagini diffuse dalla
stampa e dalle emittenti tv in occasione della sua recente visita in
Terra Santa, e precisamente durante un incontro con le autorità
religiose di Israele, tutti hanno avuto modo di notare la
scomparsa del suo pettorale – il Crocifisso – occultato dalla
fascia, come se fosse stato intenzionalmente lì collocato.
Fatta salva l’ipotesi di una casualità, di un fatto
accidentale, resto tuttavia perplesso anche perché, nonostante
l’avvertimento di un prelato a Lei vicino, e l’imbarazzo di molti
vescovi – come attestano le agenzie - il pettorale è rimasto a
lungo nascosto, quasi a rendere visivo il tasso di rispetto verso
l’altra confessione a cui non sarebbe stato buon gesto di amicizia
esibire il gran Segno del Cristianesimo in casa altrui. <br />
Una
supposizione che, però, ha un precedente.<br />
Ammessa la fondatezza della casualità, mi domando perché,
allora, nella sua prima udienza concessa alla stampa, nell’aula Paolo
VI, in casa propria, Lei manifestò consapevolmente, e non
accidentalmente, la stessa delicatezza impartendo ai presenti la
benedizione trinitaria in silenzio e interiormente, e solo per
non ledere la dignità di quanti giornalisti, atei,
gnostici, miscredenti e di altre confessioni che si sarebbero, come Lei
ebbe a precisare, sentiti discriminati, offesi o turbati.<br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big>A fronte di queste
manifestazioni risuona perentorio e tremendo
l’ammonimento di Cristo che è bene rammentare: “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Qui autem
negaverit me coram hominibus, negabo et ego eum coram Patre meo qui in
caelis est</span>” (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 10,
33). Accertata la casualità del pettorale
nascosto, la vicenda della benedizione negata si configura,
però, come atto di mancata testimonianza.</big><br />
<big>Perché?</big></div>
<big> <br />
<span style="font-weight: bold;">10</span> - “<span style="font-style: italic;">Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur</span>”.
Così
come, mentre si chiacchiera a manca e a dritta di accoglienza,
solidarietà, spirito del tempo, rinnovamento, carisma, profezia,
rivoluzione, partecipazione, la Chiesa – o meglio – le chiese, le case
di Dio vengono espugnate ed incendiate dal quel fuoco di Satana di cui
PaoloVI – in funzione prima di piromane e poi di pompiere - aveva
intravisto il suo fumo.<br />
Lo spirito riformatore del Concilio, nella smania di allinearsi ai
tempi e alla cultura moderna, ha lentamente desacralizzato la Casa di
Dio, casa di orazione e di purificazione, in multisala dove laici e
chierici vi tengono le più svariate ed indecenti attività.<br />
La poco benemerita “<span style="font-style: italic;">Comunità
di S. Egidio</span>”, sotto il patrocinio
del vescovo Mons. Vincenzo Paglia, ha da tempo fatto occupazione di
suolo sacro in quel di Santa Maria in Trastevere, veneranda basilica
paleocristiana, allestendovi, ad ogni Natale che Dio manda, una
trattoria ove, col pretesto di dar mensa ai poveri, sfilano
personalità ed eminenze nel turbinìo di cellulari e
telecamere, mentre l’ambiente si satura di cattivi odori e di rumori
non proprio consoni alla santità del luogo. Carità allo
stato puro di <span style="font-style: italic;">vanitas</span> e di
smaccata pubblicità ad <span style="font-style: italic;">usum
delphini</span>.
<br />
Ma non è scritto che la beneficenza vera è quella che
vien fatta nel silenzio, nel nascondimento perché solo
così il Padre celeste ne darà la ricompensa? No! Oggi, se
non ci si circonda di trombe e fanfare e non ci si gloria nelle
cronache, non si fa carità perché anche questo ufficio
è diventato spettacolo. E questa è la ricompensa degli
uomini. Cosa che Mons. Paglia non ignora.<br />
Ma fosse solo questo il caso di stravolta destinazione d’uso!<br />
Le chiese sono, intanto concesse a gruppi protestanti per lo
svolgimento dei loro scismatici uffici – compresi i dibattiti
sull’omosessualità – a comunità islamiche per
l’adempimento del digiuno loro, le chiese sono poi diventate sale
cinematografiche, tribune e palchi per recite teatrali e concerti
bandistici, concerti lirici, concerti rocchettari, assemblee per
dibattiti, e in quest’ottica moderna anche l’officio dei sacramenti si
è adeguato allo stile spettacolare, non risparmiando il rito
funebre costellato di ninnoli varî, rumoroso di applausi, di
sequenze testimoniali a pro del defunto, non risparmiando il matrimonio
durante il quale si balla al ritmo di musichette festivaliere, mentre
scrosciano i battimani e squillano i telefonini, mulinano lanci di
cappelli e di riso tra fragorosi hurrà! E col sacerdote che
incita il baccanale per una sposa che quasi svestita, mostra le grazie
fisiche nell’abominio di uno spettacolo pagano i cui resti sono le
cicche di sigarette, le buste di patatine, le bottigliette di plastica,
le gomme, i fazzolettini di carta sparsi dappertutto e gli sputi sul
pavimento.<br />
Ma nelle chiese si organizzano anche spettacoli circensi, con
l’ingresso di cavalli, motociclette, ballerini e ballerine in
calzamaglie minimali, con preti che allestiscono l’altare, dove
è presente Cristo Eucaristìa, con pelusci, giocattoli,
mascherine, palloncini, essi stessi paludati da pagliacci mentre altri
organizzano gare di barzellette o giochi televisivi. <br />
Mentre Roma discetta di fratelli in cammino, di dialogo e di tenerezza,
la casa di Dio è diventata una spelonca ove si fa di tutto nel
modo più osceno.<br />
E’ di questi giorni la notizia dell’occupazione della Basilica romana
di Santa Maria Maggiore ad opera di una pattuglia di sfollati e di
clandestini nordafricani che ne han fatto dormitorio. Non unico fatto
dacché già, in altri tempi, ci furono occupazioni di
questo tipo in Italia e in Francia. Vere profanazioni!<br />
Non Le starò a rammentare, Santità, l’invettiva
sferzante di Gesù che caccia dal Tempio mercanti, allevatori e
banchieri (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 21, 12/13)
perché l’episodio è talmente
noto che sarebbe mancanza di garbo nei suoi confronti. E nemmeno
accetto eventuali giustificazioni, di carattere sociologico o
caritativo perché le cose di quaggiù non possono
prevalere su quelle di lassù. La mancanza di cibo, di un tetto,
di un rifugio non può diventare causa primaria e legittimante di
un’occupazione di suolo sacro. “<span style="font-style: italic;">Solve
calceamentum de pedibus tuis;
locus enim, in quo stas, terra sancta est</span>” (<span style="font-style: italic;">Ex</span>. 3, 5). Il luogo dove
abita Dio – il suo Tempio – è sacro e per nessun motivo, che non
sia adorazione e preghiera, deve essere profanato, men che meno
diventare dormitorio o ristorante.<br />
I fedeli si chiedono perché mai siffatti eventi si verifichino
soltanto nelle chiese cattoliche e perché mai in qualche
sinagoga o in qualche moschea. La risposta che io mi permetto di dare
dice che la Chiesa cattolica è, oggi, un’entità molle di
cui è possibile dire tutto e il contrario di tutto e a cui
è possibile e lecito fare tutto e il contrario di tutto,
finanche trasformare i suoi templi in arene circensi. E’ il senso del
sacro che sta degradandosi, quel senso di cui sentì l’immensa
forza Giacobbe quando a Betel, luogo della presenza di Dio,
esclamò: “<span style="font-style: italic;">Quam terribilis
locus iste!</span>” (<span style="font-style: italic;">Gen</span>.
XXVIII, 17)
reiterando la voce di Dio che parlò a Mosè.<br />
Due anni or sono, in occasione di alcuni disordini scoppiati a Roma ad
opera di gruppi specialisti in guerriglia urbana, un giovane, entrato
in una chiesa del centro, ne uscì con una statua della Vergine
Maria che fu fracassata sul selciato della strada. <br />
Sempre a Roma, tre anni or sono fu riesumata, nella chiesa di S.
Apollinare, la salma del famigerato “<span style="font-style: italic;">Renatino</span>”
de Pedis, boss della
ancor più famigerata “<span style="font-style: italic;">Banda
della Magliana</span>”, morto assassinato
che, non si sa per quali oscuri maneggi, era ivi stato sepolto. <br />
A Milano, nella antica abbazia benedettina di Chiaravalle,
contrariamente alle disposizioni canoniche è, unico laico,
sepolto Raffaele Mattioli, già presidente della banca <span style="font-style: italic;">Comit</span>,
ateo e gnostico conclamato ed impenitente finale. Ironia della sorte,
costui è deposto in quella che era stata la tomba dell’eretica
scomunicata Guglielmina la Boema (sec. XIII) che l’Inquisizione
aveva, poi, provveduto a traslare in altra terra. Tre chiese che
ancora non sono state riconsacrate, con quella benedettina in cui si
permette, ancora, la persistenza della salma del Mattioli.<br />
<br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 40px;">
<big style="font-weight: bold;">Il
magistero tace e, su queste vicende calano il silenzio e
l’archiviazione. Ma per i Frati e per le Suore dell’Immacolata. . .!</big><br />
<big style="font-weight: bold;">Perché?</big></div>
<big>
<br />
Con reverente devozione<br />
<br />
13 giugno 2014<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">P.S. </span> - Le
rappresento una richiesta, più che una domanda. Santità,
molti fedeli si domandano perché mai Lei calzi scarpe di cuoio
nero, fornite di lacci. Se lo chiedono perché le pantofole
rosse, di tradizionale e secolare uso, lungi dall’esser considerate un
vezzo di abbigliamento, per essi, per noi tutti, rappresentavano, nel
colore rosso di segno visibile, i piedi sanguinanti di Gesù sul
cammino della Chiesa dei martiri. Ora, la visione di quelle calzature
nere ribalta quel sacro significato conferendo alla sua persona non
più l’alta funzione di Vicario di Cristo – a cui Lei, peraltro
mai accenna – ma quella di un funzionario seppur di elevato rango.
Ritorni alle pantofole rosse, e non per esaudire un nostro mero
desiderio, ma per tributare a Cristo il dovuto omaggio e per rendere
manifesta, anche con tale segno, la partecipazione alla Sua Vita,
Passione, Morte e Resurrezione”.<br />
<br />
Con devozione<span style="font-weight: bold;"></span></big><big><br />
</big>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-35480389150356186032014-06-08T05:21:00.001-07:002014-06-08T05:21:39.225-07:00“CHIESA CONCILIARE”?<a href="http://www.dinoscopus.org/index.html"><img alt="Header" border="0" height="255" id="Header_image" name="Header_image" src="http://www.dinoscopus.org/italiano/images/headeritalian.jpg" style="background: #C6D580; display: block;" width="720" /></a>
<br />
<table align="center" border="0" cellpadding="1" cellspacing="0" style="width: 490px;"><tbody>
<tr>
<td align="left" height="25" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="259"><div id="number">
<strong>Numero CCCLX (360)</strong></div>
</td>
<th scope="col" width="9"> </th>
<td align="left" id="Date" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="230"><div id="date">
7 giugno 2014</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><hr />
<div id="title">
<strong>“CHIESA CONCILIARE”?</strong></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><div id="Text">
L’espressione “chiesa conciliare” indica ovviamente una realtà,
qualcosa di reale, vale a dire l’insieme delle persone e delle
istituzioni che professano di essere cattolici, ma in realtà scivolano
nella pratica della nuova religione umanista del concilio Vaticano II.
“Scivolano”, perché il conciliarismo, o neo-modernismo, è concepito
proprio per consentire ai cattolici di mantenere le apparenze della Fede
mentre ne svuotano la sostanza. I cattolici in <u>concreto</u> possono
rendere questo processo più veloce o più lento a loro piacimento, e non
devono neppure percorrerlo fino alla sua conclusione, ma in <u>astratto</u>
il Conciliarismo è totalmente opposto al cattolicesimo e, giunto alla
sua conclusione, distrugge e la Fede e la Chiesa, come voleva fare.<br />
Il processo non è difficile da osservare o da capire, ma i liberali a
capo della Fraternità San Pio X, alla ricerca della riconciliazione con
i conciliaristi di Roma, hanno fatto del loro meglio per confondere la
questione della chiesa conciliare e della Chiesa cattolica. Per esempio,
diranno che la Chiesa cattolica dev’essere visibile, e la chiesa
conciliare è la Chiesa visibile, quindi la chiesa conciliare è la Chiesa
cattolica, un argomento respinto anni fa da Mons. Lefebvre come
“infantile” (molte chiese non cattoliche sono visibili). Altrettanto
infantile è l’argomento che vi possa essere solo una Chiesa, così che la
chiesa conciliare e la Chiesa cattolica devono essere la stessa cosa
(ci sono migliaia di false chiese).<br />
La verità non è troppo complicata. La Chiesa cattolica è un
organismo vivente, ad un tempo divina e umana, come il suo fondatore,
Gesù Cristo. In quanto divina, come sua Sposa Immacolata, non può essere
danneggiata o corrotta, ma in quanto fatta di esseri umani peccatori,
essa può marcire parzialmente come qualsiasi altro organismo vivente.
Quindi il modo utile per comprendere come la chiesa Conciliare si
relazioni con la Chiesa cattolica è di pensare ad una mela marcia.<br />
Per un verso il marcio <u>appartiene</u> alla mela. Tutto il marcio
una volta era la mela. Il marcio è una corruzione della mela, un
parassita sulla mela, non potrebbe esistere senza la mela e rimane
saldamente attaccato alla mela a meno che e fino a quando la parte
marcia cade. Allo stesso modo il conciliarismo appartiene alla Chiesa
cattolica, in quanto tutto il conciliare una volta era cattolico, esso è
una corruzione della Chiesa cattolica, un parassita della Chiesa
cattolica, non potrebbe esistere senza la Chiesa cattolica, e rimane
saldamente attaccato ad una parte della Chiesa cattolica a meno che e
fino a quando non distrugge quella parte, com’è destinato a fare.<br />
Per altro verso il marcio <u>non appartiene</u> alla mela. Nessuna
mela è stata mai concepita per marcire. Tutto il marcio è una
trasformazione di qualcosa della mela, una corruzione e un parassita
della mela, che la trasforma in peggio, in qualcosa di molto diverso
dalla mela, qualcosa che nessuno sano di mente si sognerebbe di mangiare
o di dire che non sia diverso dalla mela. Allo stesso modo il
Conciliarismo <u>non</u> appartiene alla Chiesa cattolica, è una
corruzione di qualcosa di cattolico ed è un parassita di tutto ciò che è
cattolico. Esso trasforma una parte umana della Chiesa cattolica in
peggio, in qualcosa di essenzialmente non-cattolico che nessun cattolico
sano di mente potrebbe chiamare cattolico o potrebbe associarvelo, pena
la perdita della sua fede.<br />
In breve, Conciliarismo è il marcio, e la “chiesa conciliare” è la
sola Chiesa divina-umana che è marcita in uno o l’altro dei suoi aspetti
umani. Naturalmente la Chiesa cattolica durerà fino alla fine del mondo
(<em>Mt</em>. XXVIII, 20), mentre la “chiesa conciliare” è
semplicemente una della lunga serie di chiese parassite esistite nel
corso dei secoli, vissute su ciò che fanno marcire e che fanno marcire
quello su cui vivono. Una peste di tutti i liberali, confusi e che
confondono!<br />
Kyrie eleison. <br />
<br />
Nella Chiesa si combinano parti di Dio e dell’uomo. <br />
L’umano può essere fatto marcire, il divino no</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-89213670321879633972014-05-31T07:40:00.002-07:002014-05-31T07:40:48.286-07:00INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA - V<a href="http://www.dinoscopus.org/index.html"><img alt="Header" border="0" height="255" id="Header_image" name="Header_image" src="http://www.dinoscopus.org/italiano/images/headeritalian.jpg" style="background: #C6D580; display: block;" width="720" /></a>
<br />
<table align="center" border="0" cellpadding="1" cellspacing="0" style="width: 490px;"><tbody>
<tr>
<td align="left" height="25" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="259"><div id="number">
<strong>Numero CCCLIX (359)</strong></div>
</td>
<th scope="col" width="9"> </th>
<td align="left" id="Date" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="230"><div id="date">
31 maggio 2014</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><hr />
<div id="title">
<strong>INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA - V</strong></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><div id="Text">
Il liberalismo è una guerra a Dio, ed è la dissoluzione della
verità. All’interno della Chiesa odierna paralizzata dal liberalismo, il
sedevacantismo è una reazione comprensibile, ma esso accredita ancora
troppo potere all’autorità rispetto alla verità. Il mondo moderno ha
perduto la verità naturale, per non parlare della verità soprannaturale,
e qui sta il cuore del problema.<br />
Ai nostri fini, possiamo dividere tutto il magistero pontificio in
tre parti. Prima: quando il Papa insegna come Papa, sulla Fede o la
morale, in maniera definitoria e in modo da impegnare tutti i cattolici,
allora abbiamo il suo Magistero Straordinario (MS), necessariamente
infallibile. Seconda: quando egli non impegna tutte e quattro le
condizioni, ma insegna in linea con ciò che la Chiesa ha sempre e
dovunque insegnato e imposto a credere ai cattolici, allora egli è
partecipe di ciò che viene chiamato “Magistero Ordinario Universale”
della Chiesa (MOU), anch’esso infallibile. Terza: che comprende tutto il
resto del suo insegnamento, il quale, se non è in linea con la
Tradizione, non solo è fallibile, ma è anche falso.<br />
Ormai dovrebbe essere chiaro che il MS sta al MOU, come la cima innevata sta alla montagna. La cima innevata <u>non è</u> la cima della montagna, si limita a renderla <u>più visibile</u>.
Il MS sta al MOU come un servo sta al padrone. Esso esiste per servire
il MOU, chiarendo una volta per tutte cos’è che appartiene o non
appartiene al MOU. Ma ciò che rende visibile <u>il resto</u> della
montagna, per così dire, è il suo essere riconducibile a Nostro Signore e
ai suoi Apostoli: in altre parole, alla Tradizione. Ecco perché ogni
definizione del MS si sforza di dimostrare che ciò che viene definito,
da sempre faceva già parte della Tradizione. Era la montagna prima che
fosse ricoperta dalla neve.<br />
Ormai dovrebbe essere anche chiaro che è la Tradizione che dice ai
Papi cosa insegnare, e non il contrario. Questa è la base su cui Mons.
Lefebvre fondò il movimento tradizionale, ed è questa stessa base che,
con tutto il rispetto, né i liberali né i sedevacantisti riescono a
cogliere. Basta vedere nel Vangelo di San Giovanni come spesso Nostro
Signore stesso, <u>in quanto uomo</u>, dichiara che ciò che sta
insegnando non viene da lui, ma dal Padre suo, per esempio: “La mia
dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato” (VII, 16), o, “Perché
io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi
ha ordinato che cosa devo dire e annunziare.”(XII, 49). Naturalmente
nessuno sulla terra è più autorizzato del Papa ad esporre alla Chiesa e
al mondo ciò che è nella Tradizione, ma non può dire alla Chiesa o al
mondo che nella Tradizione vi
è
quello che in essa non c’è. Ciò che si trova in essa è oggettivo, ormai
da 2.000 anni, ed è al di sopra del Papa, e pone i limiti a ciò che un
Papa può insegnare, esattamente come il comando del Padre poneva i
limiti a ciò che Cristo come uomo poteva insegnare.<br />
Com’è possibile allora che i liberali e i sedevacantisti sostengano
similarmente, come fanno, che il Papa è infallibile anche al di fuori
del MS e del MOU? Perché entrambi sopravvalutano l’autorità rispetto
alla verità, valutando così l’autorità della Chiesa non più come la
serva, ma come la maestra della verità. E perché questo? Perché sono
entrambi figli del mondo moderno, dove il protestantesimo ha sfidato la
Verità, e il liberalismo, fin dalla Rivoluzione francese, è stato il
dissolutore della verità oggettiva. E se non vi è più alcuna verità
oggettiva, ne consegue naturalmente che l’autorità possa dire tutto ciò
che vuole e farla franca, che è ciò che osserviamo intorno a noi; e non
c’è più nulla che permetta di fermare un Paolo VI o un Mons.Fellay dal
diventare sempre più
arbitrario e tirannico in tale processo.<br />
Madre di Dio, ottienimi di amare, discernere e difendere la Verità e
l’ordine, soprannaturali e naturali, provenienti dal Padre, e a cui fu
sottoposto come uomo il vostro stesso Figlio, “fino alla morte e alla
morte di croce”.<br />
<br />
Kyrie eleison.<br />
La profonda perdita della verità oggettiva, appalesa<br />
Le angustie dei sedevacantisti e dei liberali della Chiesa.<br />
</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-1592538876476701372014-05-26T09:30:00.002-07:002014-05-26T09:30:40.855-07:00INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA - IV<a href="http://www.dinoscopus.org/index.html"><img alt="Header" border="0" height="255" id="Header_image" name="Header_image" src="http://www.dinoscopus.org/italiano/images/headeritalian.jpg" style="background: #C6D580; display: block;" width="720" /></a>
<br />
<table align="center" border="0" cellpadding="1" cellspacing="0" style="width: 490px;"><tbody>
<tr>
<td align="left" height="25" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="259"><div id="number">
<strong>Numero CCCLVIII (358)</strong></div>
</td>
<th scope="col" width="9"> </th>
<td align="left" id="Date" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="230"><div id="date">
24 maggio 2014</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><hr />
<div id="title">
<strong>INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA - IV</strong></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><div id="Text">
Al cardinale Newman è attribuito un saggio commento sulla
definizione del 1870 dell’infallibilità papale: “Ha lasciato il Papa
come l’ha trovato”. Infatti, tale definizione non cambiò nulla nel
potere del Papa di insegnare infallibilmente, perché appartiene alla
natura della vera Chiesa di Dio che sia protetta dall’errore da Dio
stesso, almeno quand’è impegnata l’autorità del suo supremo
insegnamento. Tale impegno è oggi chiamato “Magistero Straordinario”
della Chiesa, ma la novità del 1870 sta solo nell’uso di questa
espressione, al pari dell’espressione “Magistero Ordinario Universale”.
Se il Vaticano I ha dichiarato infallibile anche quest’ultimo,
dev’essere stato così fin dall'inizio della Chiesa. Per cogliere le
realtà che esprimono queste due espressioni, ritorniamo a quell’inizio.<br />
Dal momento della Sua ascesa al Cielo, Nostro Signore, <u>con la Sua divina infallibilità</u>, ha affidato ai Suoi Apostoli un corpo di dottrina che dovevano tramandare intatto nella Sua Chiesa fino alla fine del mondo (<em>Mt</em>. XXVIII, 19-20), dottrina che tutte le anime erano tenute a credere pena la dannazione (<em>Mc</em>.
XVI, 15-16). Questo Deposito della Fede, o Rivelazione pubblica, Dio
doveva necessariamente renderla riconoscibile e accessibile alle anime
di buona volontà, inquanto ovviamente il vero Dio non potrebbe mai
condannare in eterno un’anima perché si è rifiutata di credere in una
cosa non vera. A partire dalla morte dell’ultimo Apostolo, questo
Deposito non fu solo infallibile, ma anche completo.<br />
Quindi, dagli Apostoli in poi Dio avrebbe sempre preservato tutti
gli uomini di Chiesa dall’insegnare l’errore? Nient’affatto. Nostro
Signore ci ha avvertito di stare attenti ai “falsi profeti” (<em>Mt</em>. VII, 15), e San Paolo altresì ci ha messo in guardia contro i “lupi rapaci” (<em>Atti</em>,
XX, 29-30). Ma Dio come ha potuto permettere che le Sue pecore
corressero un tale pericolo per colpa dei pastori erranti? Perché nel
Suo Cielo Egli non vuole pastori robot, né pecore robot, ma pastori e
pecore che devono usare il libero arbitrio che ha dato agli uni per
insegnare e alle altre per seguire la Verità. E se una gran parte dei
pastori tradiscono, Egli può sempre suscitare un Sant’Atanasio o un
Mons. Lefebvre, per esempio, per garantire che la Sua infallibile Verità
rimanga sempre accessibile alle anime.<br />
Tuttavia, tale Deposito sarà continuamente esposto ai lupi rapaci,
che possono aggiungervi dell’errore o sottrarvi della Verità. Come farà
allora Dio per proteggerlo sempre? Garantendo che ogni volta che un Papa
impegna tutte e quattro le condizioni della sua piena autorità
d’insegnamento per definire <u>ciò che appartiene e ciò che non appartiene a tale Deposito</u>,
egli sarà divinamente preservato dall’errore – è quello che oggi
chiamiamo “Magistero Straordinario”. (Si noti come questo Magistero
Straordinario presupponga l’infallibile Magistero Ordinario, al quale
esso non può aggiungere alcuna verità o infallibilità, ma solo
conferirgli una maggiore certezza per noi esseri umani.) Ma se il Papa
impegna meno di tutte e quattro le condizioni, il suo insegnamento sarà
infallibile se corrisponde al Deposito tramandato a partire da Nostro
Signore -
oggi
chiamato “Magistero Ordinario Universale” -, ma sarà fallibile se non
rientra in questo Deposito tramandato, o Tradizione. Al di fuori della
Tradizione, il suo insegnamento può essere vero o falso.<br />
Quindi non c’è alcun circolo vizioso (vedi CE 357 della scorsa settimana), perché <u>è Nostro </u>Signore
che avalla la Tradizione e la Tradizione avalla il Magistero. È vero
che la funzione del Papa consiste nel dichiarare con autorità ciò che
appartiene alla Tradizione, ed egli sarà divinamente preservato
dall’errore se impegna la sua piena autorità per farlo; ma egli può fare
dichiarazioni al di fuori della Tradizione, nel qual caso non godrà di
tale protezione. Ora le novità del Vaticano II, come la libertà
religiosa e l’ecumenismo, sono al di fuori della Tradizione della
Chiesa, così che non rientrano né nel Magistero Ordinario, né nel
Magistero Straordinario del Papa, e quindi tutte le sciocchezze di tutti
i Papi conciliari non obbligano alcun cattolico ad essere o un liberale
o un sedevacantista.<br />
Kyrie eleison.<br />
Il metro di misura dei Papi è la Tradizione. Perché essa viene primariamente solo da Dio.<br />
</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-70212732457816817402014-05-19T11:14:00.000-07:002014-05-19T11:14:15.704-07:00Notizia intrigante… osservazioni impertinenti<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><small><big><big><big><small>Ricevo e pubblico da unavox </small></big></big></big></small></small></span></big></big></big><br />
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><small><big><big><big><small>Notizia intrigante…<br />
osservazioni impertinenti</small></big></big></big></small></small></span></big></big></big><big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><small><big><big><small><br />
<br />
</small></big></big></small></small></span></big></big></big>
<br />
<div style="text-align: left;">
<big><big><big><small><small><big><big><small><small>di</small></small></big></big></small></small></big></big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><small><big><big><small><small>
Giacomo Devoto<br />
<br />
</small></small></big></big></small></small></span></big></big></big><big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"></span></big></big></big>
<span style="font-weight: bold;"></span> </div>
<div style="text-align: left;">
<br />
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"></span></big></big></big></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<big> </big> <big><span style="font-weight: bold;"></span></big>
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: left;">
</div>
<big>Dopo la notizia esclusiva diffusa dal sito americano <a href="http://www.unavox.it/Documenti/Doc0684_Rorate_Incontro_Fellay_Francesco.html"><span style="font-style: italic;">Rorate Caeli</span></a>, si sono
susseguite aggiunte e precisazioni. La notizia è quella
dell’incontro fra Papa Francesco e Mons. Fellay, Superiore Generale
della Fraternità San Pio X, svoltosi nell’albergo Santa Marta, a
tutt’oggi residenza ufficiale di papa Bergoglio.<br />
Dopo quanto pubblicato sembra ragionevole ritenere, a tutt’oggi, 12
maggio, che vi sia stato solo un breve incontro per un saluto
informale, al termine del pranzo, che peraltro papa Bergoglio avrebbe
consumato, come al solito, in un angolo della sala, mentre Mons.
Fellay, i suoi due Assistenti e gli ufficiali dell’<span style="font-style: italic;">Ecclesia</span> <span style="font-style: italic;">Dei</span>: Mons. Pozzo e Mons. Di Noia,
avrebbero consumato per conto loro.<br />
<br />
Un vaticanista solitamente bene informato, nel suo pezzo ha voluto
aggiungere una nota di colore: “<span style="font-style: italic;">Quando
Francesco si è alzato a fine cena, il superiore della
Fraternità San Pio X ha fatto lo stesso ed è andato verso
il Papa, inginocchiandosi per chiedere una benedizione.</span>” (<a href="http://vaticaninsider.lastampa.it/news/detail/articolo/francesco-francis-francisco-fellay-34011/">Vatican
Insider</a>)<br />
Non sappiamo quanto sia attendibile questo particolare, poiché a
parte l’irritualità, l’informatore è notoriamente portato
a descrivere i fatti in modo che coincidano con il suo convincimento
che la Fraternità San Pio X debba sottomettersi
incondizionatamente a Roma.<br />
<br />
Da parte sua, la Fraternità ha tenuto a precisare che si
è trattato di un brevissimo saluto di cortesia, senza
implicazioni di alcun genere, per di più del tutto casuale ed
estemporaneo (<a href="http://www.unavox.it/Documenti/Doc0685_DICI_su_Incontro_Fellay_Francesco.html"><span style="font-style: italic; font-weight: bold;">DICI</span></a>).<br />
<br />
L’insieme delle notizie permette di comporre un quadro piuttosto
attendibile di come siano andate le cose, e noi ci permettiamo di
raccontarle a modo nostro, completandole con alcune considerazioni
collaterali e attinenti, non solo per delineare un quadro più
ricco e probante, ma per sviluppare poi alcune osservazioni che ci
sembrano opportune e necessarie.<br />
<br />
Dopo i mesi turbolenti del 2012 vissuti nella Fraternità, quando
non andò in porto il tentativo d’accordo tra Mons. Fellay e la
Curia romana, regnante Benedetto XVI, fu necessario ripristinare un
clima più conciliante. Si moltiplicarono i richiami alla
impossibilità di giungere ad una qualche soluzione; parola
d’ordine: lasciamo le cose come sono.<br />
Ciò nonostante, avendo definitivamente abbandonato il principio
che ogni possibile regolarizzazione avrebbe dovuto seguire solo il
ritorno di Roma alla Tradizione, per la Fraternità era
giocoforza mantenere i contatti con Roma per cercare di trovare una
scappatoia canonica in grado di placare gli animi al suo interno e di
venire incontro in qualche modo all’istanza dell’accettazione del
Vaticano II, sempre cocente in Vaticano.<br />
<br />
Le discussioni proseguono, tramite gli uomini di collegamento, gli
incontri informali, gli appuntamenti formali. Ogni tanto un sacerdote
della Fraternità “cápita” in Vaticano; un altro va a
prendere il caffè col monsignore; un vescovo viene convocato in
Commissione; e in quasi due anni le cose vanno avanti, con qualche
intoppo al tempo della nascita del “papa emerito” e nei primi mesi di
vita del “vescovo di Roma”. <br />
Addirittura si arriva al “rientro” in Commissione di Mons. Guido
Pozzo: evidentemente papa Bergoglio vuole giuocare la carta della
Fraternità… chissà forse per bilanciare la scoppola
appioppata ai Francescani dell’Immacolata, patata bollente lasciatagli
peraltro in dono dal “papa emerito”; il quale, da parte sua, non era
riuscito a combinare nulla con Ecône, nonostante Ratzinger
vorrebbe presentarsi al Creatore senza questo chiodo che lo tormenta
dal 1988.<br />
Sembrerebbe così che le cose abbiano finito col prendere una
piega acconcia, tanto che sarebbe giunto il momento di un incontro
formale. Ovviamente nulla trapela, perché la delicatezza della
questione in ballo richiede la massima discrezione, perfino la
segretezza: guai a mettere in allarme gli ambienti della
Fraternità, sono già tanti i sacerdoti che se ne sono
andati; né tampoco è il caso di dare spago alle mire dei
progressisti che vorrebbero scomunicare anche i banchi delle cappelle
della Fraternità. Silenzio, dunque, e se capita qualche accenno,
minimizzare, magari lasciare intendere che Roma è disposta a
qualche cedimento pur di risolvere l’annoso problema.<br />
<br />
Inevitabilmente, le voci sulla prosecuzione degli incontri per giungere
ad un accordo pratico, non smettono di circolare, ma Menzingen le
smentisce più volte; intanto la capacità diplomatica
degli interlocutori scelti porta pian piano a qualche risultato: si
potrebbe evitare la trafila compromettente del 2012, non parlando
più di “preambolo dottrinale” da sottoscrivere. Per il momento,
la Congregazione per la Dottrina della Fede viene lasciata da parte,
anche perché la Commissione Ecclesia Dei ormai fa parte della
Congregazione stessa e per di più a Roma hanno in mano la <a href="http://www.unavox.it/Documenti/Doc0500_Dichiarazione_Mons_Fellay.html">dichiarazione
che Mons. Fellay consegnò nell’aprile del 2012 al cardinale
Levada</a>: inutile ricominciare tutto da capo, si può benissimo
partire da dove si era rimasti allora.<br />
La Commissione adombra la possibilità che si possa lavorare
sulla stessa falsa riga del 2009: perché non ripristinare lo <span style="font-style: italic;">status quo ante</span> il 1975? Tanto
più che ormai non è più in ballo la “scomunica”,
revocata nel 2009 da Benedetto XVI?<br />
Dal punto di vista canonico la cosa è possibile e potrebbe
venire incontro alle esigenze di Mons. Fellay, che non è
più disposto a sottoscrivere un qualche documento che lo
comprometterebbe definitivamente di fronte ai suoi sacerdoti.<br />
Si profila la possibilità di un atto unilaterale di Roma, una
sorta di revoca della revoca del 1975, ed un ritorno allo <span style="font-style: italic;">status quo ante</span>.<br />
<br />
Mons. Fellay trova la cosa praticabile e non esita ad accennarne ai
suoi, parlando di un “riconoscimento di garanzia”, che sarebbe una cosa
buona, dice ai seminaristi di Zaitkofen. Insomma, La scomunica è
stata tolta, l’impegno dottrinale di Mons. Fellay è già
in Vaticano dal 2012, la Fraternità è nata come un’opera
della Chiesa, basta attenersi a questo e lasciare che si provi a
considerare la Fraternità come canonicamente in regola… quanto
meno in via sperimentale (“riconoscimento di garanzia”?), così
da misurarne l’obbedienza a Roma “da dentro”. <br />
Non è male come soluzione, … parliamone.<br />
<br />
Mons. Pozzo convoca a Roma, per il 13 dicembre 2013, Mons. Fellay e i
suoi due Assistenti, Don Pfluger e Don Nély.<br />
<a href="http://www.unavox.it/Documenti/Doc0685_DICI_su_Incontro_Fellay_Francesco.html"><span style="font-style: italic;">DICI</span>, organo ufficiale
d’informazione della Fraternità</a>, a maggio, dice che si
è trattato di un “incontro informale”, formula diplomatica per
dire nulla, che però la dice lunga sull’incontro stesso: non ci
si mette a tavolino, due anni dopo il fallimento della trattativa del
2012, senza aver prima condotto in questi due anni un certosino lavoro
di ricucitura; e solo dopo che questo lavoro ha portato a dei risultati
concreti, si può decidere di passare ad un incontro “formale” e
non “informale”: si convocano al completo i vertici della
Fraternità per un incontro con i vertici della Commissione: si
passa alla messa a punto.<br />
Tale passo esige che non vi sia preventiva pubblicità, per i
motivi detti prima, ma ha bisogno di un qualche riconoscimento almeno
simbolico, con tanto di ufficialità implicita in un luogo
pubblico del Vaticano.<br />
Si decide di usare il ristorante della Casa Santa Marta, frequentato da
monsignori del Vaticano e da monsignori ospiti, così che
l’ufficialità possa essere sancita senza alcuna dichiarazione
formale. Per di più, si tratta dello stesso ristorante
frequentato da papa Bergoglio, a cui accedere nella stessa ora in cui
pranza Bergoglio. Simbolicamente, il Papa, i responsabili dell’Ecclesia
Dei e i capi della Fraternità, hanno pranzato insieme.<br />
Tecnica finemente diplomatica: qui lo dico e qui lo nego.<br />
Tuttavia, non si può predisporre un tale incontro “informale”,
che nasconde la formalità, senza avvertire preventivamente papa
Bergoglio: se non è un caso che questi usa la Casa Santa Marta
per evitare tutte le pastoie protocollari, è altrettanto voluta
la possibilità di dare veste informale anche a tanti incontri
formali, così da poter sempre dire che non v’è stata
premeditazione.<br />
Mons. Fellay trova ottima la soluzione, potrà incontrare il Papa
mentre è a pranzo con l’<span style="font-style: italic;">Ecclesia
Dei</span>, con la quale ha predisposto la soluzione della questione
canonica della Fraternità: la presenza del Papa sarà una
garanzia, a condizione che il Papa sia preventivamente al corrente
della cosa. Ovviamente, il Papa, non solo è al corrente, ma ha
dato il suo benestare, la cosa si può fare, ed è disposto
ad incontrare “davanti a tutti” Mons. Fellay, per la classica “stretta
di mano” fra uomini d’onore.<br />
La prassi è del tutto consona alla tenuta comportamentale di
papa Bergoglio: poco protocollo e arrivare al sodo.<br />
<br />
Un bel giorno, “stabilito da tempo”, tutti a pranzo al Santa Marta,
“casualmente”; si mangia e si beve; ad un certo punto, mentre il Papa
sta per uscire dopo aver pranzato, ecco che Mons. Fellay si alza e gli
va incontro, Mons. Pozzo fa da chaperon: <br />
- Santità, questo è Mons. Fellay, della Fraternità
San Pio X – Ah, sì, bene, piacere di conoscerla –
Santità, bacio l’anello. Io prego per Lei – Sì, grazie,
ne ho bisogno.<br />
Poche battute, sotto gli occhi di tutti. … La cosa, però deve
restare segreta!<br />
Tanto segreta che, passate le feste di Natale, la voce già
circola nella Fraternità e gli Assistenti ne parlano qua e
là già a gennaio: tranquilli, nessun accordo in vista…
piuttosto si parla di “riconoscimento unilaterale”… nessuna firma…
tranquilli. Appena si sparge la voce, Menzingen smentisce: nessun
accordo… ma non smentisce il “riconoscimento unilaterale”… anzi, Mons.
Fellay lo riferisce con il commento che si tratta di una cosa buona.<br />
<br />
Tutto è ancora tra il riservato e il segreto. Tutto può
essere detto e tutto può essere smentito. Se non fosse che ai
primi di maggio ne parla, in tutte le lingue, Mons. Williamson, facendo
notare come la cosa sia un po’ subdola, perché permetterebbe di
far passare in maniera indolore il rientro della Fraternità San
Pio X sotto la giurisdizione di Roma: all’ubbidienza dei modernisti.<br />
A questo punto, tra imbarazzo e disappunto, inutile aspettare oltre,
tanto vale dire a tutti che c’è stato un incontro “informale”,
che più formale di così si muore, … con tanto di stretta
di mano col Papa.<br />
Parte quindi l’indiscrezione… diventa una rivelazione… ne scrivono
tutti… perfido Internet!… Menzingen conferma tutto, minimizzando al
punto che si capisce subito che l’accordo è stato raggiunto.<br />
<br />
</big>
<div style="text-align: center;">
<big>***</big><br />
</div>
<big><br />
La prima cosa che colpisce è lo stridente contrasto tra quanto
pubblicato dai diversi organi d’informazione della Fraternità, a
proposito dell’insegnamento e della pastorale di questo nuovo Papa, e
il fatto che il Superiore si rechi, quasi in visita <span style="font-style: italic;">ad limina</span>, a rendergli omaggio. Non
v’è dubbio che il Superiore di una congregazione religiosa
cattolica, com’è la Fraternità, debba andare a incontrare
il Papa dopo la sua elezione, ma in questo caso la cosa appare alquanto
irrituale, sia per la posizione canonica della Fraternità, sia
perché non sappiamo se l’iniziativa del ristorante sia venuta
dal Papa o da Mons. Fellay.<br />
Quando, nel 2005, venne eletto il cardinale Ratzinger, Mons. Fellay
incontrò in Vaticano Benedetto XVI in un incontro concordato, e
in quell’occasione, intervistato, ci tenne a dichiarare che “se il Papa
chiama, io corro!”. <br />
Sarà stato anche così questa volta? Ha chiamato il Papa? <br />
Non lo sappiamo, ma di certo sappiamo che l’elezione del cardinale
Ratzinger, nell’aprile, aveva suscitato molte aspettative in seno alla
Fraternità, tanto che fu visto come un buon auspicio il
successivo incontro con Mons. Fellay, svoltosi subito in agosto. E le
aspettative non furono nutrite solo all’interno della
Fraternità, ma in quasi tutto il mondo della Tradizione. I segni
manifestati dal cardinale negli anni precedenti lasciavano ben sperare.
Tale buona disposizione, se così si può dire, venne
rafforzata dagli atti posti da Benedetto XVI in direzione di una
normalizzazione della posizione canonica della Fraternità; al
punto tale che Mons. Fellay perseguì con decisione e con
“sprezzo del pericolo” l’obiettivo di un possibile accordo col
Vaticano, pieno di fiducia, com’era, insieme ad altri membri della
Fraternità, nella buona volontà del Papa. <br />
Il progetto non andò in porto, sia per l’opposizione sorta
all’interno della Fraternità, sia e soprattutto perché a
Roma ci si rese conto che non era possibile “normalizzare” la
Fraternità, tutta intera, e che quindi, regolarizzata
canonicamente la Fraternità “ufficiale”, sarebbe rimasta fuori
dall’accordo ancora una Fraternità, quella che non avrebbe
accettato l’accordo firmato da Mons. Fellay e che logicamente avrebbe
proseguito con maggiore decisione la battaglia contro la corruzione
della Fede attuata da Roma, battaglia iniziata da Mons. Lefebvre e oggi
ancora in atto.<br />
<br />
Recuperando lo spirito di questa battaglia, l’anno di pontificato di
papa Bergoglio è stato caratterizzato da una serie di
puntualizzazioni e di critiche che la Fraternità ha espresso in
vario modo, fino alla totale disapprovazione delle avvenute
canonizzazioni di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II. La benevola
disposizione nei confronti di Benedetto XVI si è mutata, a causa
dei detti e dei fatti del nuovo Papa, in una critica e in una presa di
distanza che tutto lasciava immaginare, tranne l’incontro tra Mons.
Fellay e papa Bergoglio.<br />
<br />
Ma l’incontro c’è stato, informale quanto si voglia, ma
c’è stato, e c’è stato con la preventiva consapevolezza
che sarebbe stato reso noto a tutti… è stato quindi un incontro
programmato ed espressamente voluto in vista dell’effetto mediatico che
avrebbe prodotto.<br />
La cosa che colpisce è la casualità temporale tra la
notizia pubblicata il 3 maggio da Mons. Williamson (<a href="http://www.unavox.it/Documenti/Doc0682_Williamson_03.05.2014.html"><span style="font-style: italic;">Commenti Eleison </span>n° 355</a>),
nella quale si rendeva noto che Mons. Fellay avrebbe detto: «<span style="font-style: italic;">Non si tratta di firmare un qualche
accordo, … Ma se Roma ci propone un riconoscimento di tolleranza per
noi, la cosa è diversa e sarebbe una cosa molto buona</span>»;
e <a href="http://www.unavox.it/Documenti/Doc0684_Rorate_Incontro_Fellay_Francesco.html">la
“rivelazione”, il 10 maggio</a>, dell’avvenuto incontro del 13 dicembre
2013, tra Mons. Fellay e papa Bergoglio; “rivelazione” che in
realtà ha permesso di sapere, ad opera della stessa
Fraternità, che dal 2012 in poi ci sono stati ripetuti incontri
con l’<span style="font-style: italic;">Ecclesia Dei</span>, fino a
quest’ultimo, che sarà pure “informale”, ma di certo ha tutta
l’aria di essere invece un incontro conclusivo.<br />
<br />
Il tipo di soluzione sembrerebbe essere un atto unilaterale di Roma,
con esclusione di un “accordo” e di un “preliminare di accordo”.
Soluzione che fin dal 2009 venne suggerita da molti, noi compresi, ma
che allora non venne neanche adombrata perché la preoccupazione
principale di Roma era di far sì che la Fraternità
rinunciasse alla sua pregiudiziale d’origine e accettasse
l’insegnamento e la pastorale del Vaticano II e delle riforme da esso
scaturite. <br />
Se oggi sembrerebbe che si profili ciò che Mons. Fellay chiama “<span style="font-style: italic;">riconoscimento di tolleranza</span>”,
questo potrebbe significare che Roma abbia rinunciato alla
pregiudiziale mantenuta dallo stesso Benedetto XVI fino alla famosa
lettera a Mons. Fellay giunta proprio a ridosso dello svolgimento del
Capitolo, il 9 luglio 2012.<br />
La cosa appare del tutto inverosimile, ma anche a voler ammettere che
Roma voglia dare un taglio netto ad ogni trascorsa controversia e
voglia ridare alla Fraternità la veste canonica che le spetta,
il problema del Vaticano II resta intatto, anzi, si ripresenta oggi
aggravato dal fatto che la sua applicazione è andata ben oltre
le stesse riforme prodottesi dal 1969 in poi.<br />
Oggi, dopo la nascita del “papa emerito” e l’avvento dell’insegnamento
e della pastorale del “vescovo di Roma”, la problematica suscitata
dalla eterodossia dei documenti del Vaticano II è divenuta cosa
quasi di secondo ordine, riservata agli specialisti, poiché la
pratica della fede in seno alla Chiesa cattolica ulteriormente
“aggiornata”, ha ormai scavalcato a pie’ pari, e di gran lunga, i
limiti dell’eterodossia: oggi ci troviamo al cospetto di una compagine
ecclesiale che conserva solo nominalmente il titolo di cattolica.<br />
In questo contesto così ulteriormente mutato, in peggio, la
stessa ipotesi di un riconoscimento unilaterale di Roma, concepibile
come possibile nel 2009, oggi è divenuta illogica e
cattolicamente impraticabile, poiché non è pensabile che
una congregazione religiosa cattolica, con tutti i suoi membri e i suoi
fedeli, possa minimamente confondersi con il caravanserraglio romano
che ogni giorno che passa appare sempre più lanciato verso la
definitiva rinuncia alla pratica della vera fede cattolica.<br />
Non si tratta neanche più di un problema legato alla
Fraternità, ma di un problema legato alla Chiesa stessa.<br />
<br />
Se il Signore suscitò nel 1970 l’opera di Mons. Lefebvre, non
è possibile pensare che Egli non avesse presente la deriva a cui
sarebbe andata incontro la Sua Chiesa per colpa degli stessi uomini di
Chiesa. Ne deriva che quest’opera suscitata dal Signore, qualunque
possa essere la sua eventuale connotazione nel corso del tempo, in base
all’azione degli uomini che la compongono, assolve una funzione
provvidenziale: mantenere viva la pratica della vera fede, nonostante
la deriva dell’istituzione ufficiale, rendere testimonianza alla vera
fede, nonostante il Vaticano attuale. <br />
In altre parole, se la fede si manterrà ancora nel mondo, via
via che i tempi si faranno più bui e più si
avvicinerà l’ora del “ritorno del Figlio dell’Uomo”, questo lo
si dovrà alla Provvidenza di Dio che, mentre permetterà
la deriva dell’istituzione, provvederà a suscitare continuamente
le guide per il “piccolo resto”, il quale realizzerà, con la sua
esistenza e la sua perseveranza, la promessa di Cristo: “non
prevalebunt”. <br />
La Fraternità è nata per questo, e per questo Nostro
Signore ha permesso che durasse. Essa non è nata per redimere
gli uomini di Chiesa che hanno voltato le spalle a Cristo, né
per salvare la Chiesa, che è compito di Cristo stesso, ma
è nata per rendere testimonianza a Cristo, nel modo consentito
da questi tempi di apostasia, nei quali non sono più valide le
impostazioni teologiche e le disposizioni canoniche di tutt’altro tempo.<br />
In tempi siffatti e nelle condizioni che sono sotto gli occhi di tutti,
ogni opera suscitata da Nostro Signore per perseguire la persistenza
della fede nella residua compagine cattolica – sia essa la
Fraternità o altro -, non può permettersi di
“confondersi” con l’istituzione attuale, anzi ha la necessità e
il dovere di distinguersi: sia per non procurare confusione negli animi
dei fedeli, sia per preservare la sua stessa esistenza, da durare per
tutto il tempo previsto dalla Divina Provvidenza.<br />
<br />
Per finire e a scanso di equivoci, sentiamo il dovere di prevenire
un’obiezione che sappiamo quanto assilli certi ambienti tradizionali:
prescindere dal Vaticano attuale può solo significare scadere
nel sedevacantismo, di principio o di fatto, perché non si
può pretendere di rimanere cattolici senza la dovuta
sottomissione al Papa.<br />
Il principio è corretto, ma è errata la sua applicazione.
Nessuno ha il potere di prescindere dal Papa, ma tutti hanno il dovere
di ubbidire a Dio, e se sottomettersi al Papa dovesse significare venir
meno, anche solo in parte, agli insegnamenti e ai comandi di Dio, non
è concepibile che possa esserci qualcuno, sano di mente, che
pensi che si debba comunque ubbidire ad un papa prescindendo da Dio.<br />
Al Papa si ubbidisce quand’egli è il Vicario di Cristo, non
quando agisce, si comporta e insegna prescindendo da Cristo o deviando
da Cristo. E se si verifica quest’ultima evenienza, come accade in modo
sempre più accentuato ormai da quarant’anni, questo non
significa che il Papa non è più Papa, come sostengono i
sedevacantisti, ma molto semplicemente che il Signore permette che
questo avvenga per mettere alla prova i “suoi”. Non sta scritto da
nessuna parte che questo non è possibile o che non sarebbe
possibile, tanto più che nessuno può entrare nella mente
di Dio, e nessuno può negare che questo semplicemente accade…
come accade il male perché Dio lo permette.<br />
D’altronde, se “verranno tempi” nei quali la fede non ci sarà
quasi più sulla terra, in che modo si verificherà questo,
se non con la constatazione che la fede è venuta meno proprio
là dove avrebbe dovuto essenzialmente continuare a sussistere, e
cioè in Vaticano? E se la fede viene meno in Vaticano, come la
si potrà mai far persistere se non fuori dal Vaticano? <br />
<br />
Come ha già scritto il nostro Servodio su questo sito: <br />
</big>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>«<span style="font-style: italic;">Oggi ci troviamo in una fase accentuata
del processo di decadimento e ciò che occorre è una
tenuta quanto mai radicale della fede, indipendentemente da come si
svolgono le cose della Chiesa ufficiale. Una tenuta che, per quanto
difficile da definire e da praticare, per quanto complicata da
giustificare in termini comuni, permetta di salvare il salvabile, in
ordine alla pratica della fede e al mantenimento dei mezzi
soprannaturali per la salvezza delle anime. E per far questo è
importante che si giunga a considerare che il perdurare della fede nel
mondo fino alla Parusia è cosa che può avvenire, sempre
secondo i piani di Dio, anche indipendentemente dalle vicende della
Chiesa ufficiale, della neo-Chiesa nata dal Vaticano II. E a chi, a
questo punto, ci volesse richiamare ad un maggiore sensus Ecclesiae,
rispondiamo, sulla base di quanto dicevamo prima a proposito della
reale consistenza della Chiesa di Cristo in questi tempi ultimi, che
è proprio il sensus Ecclesiae che ci spinge a considerare che la
permanenza della fede e dei mezzi soprannaturali per la salvezza delle
anime deve e può continuare a sussistere </span>cum Petro et
sub Petro, si necesse obstante Petro<span style="font-style: italic;">
- con Pietro e sotto Pietro, se necessario nonostante Pietro.</span>»
(<a href="http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV295_1988-2012.html"><span style="font-style: italic;">1988-2012: 24 anni di miglioramenti?</span></a>).
</big><br />
</div>
<big><span style="font-weight: bold;"></span></big><big><br />
</big></div>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-58552825007141270582014-05-18T23:36:00.002-07:002014-05-18T23:36:54.960-07:00INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA - III<a href="http://www.dinoscopus.org/index.html"><img alt="Header" border="0" height="255" id="Header_image" name="Header_image" src="http://www.dinoscopus.org/italiano/images/headeritalian.jpg" style="background: #C6D580; display: block;" width="720" /></a>
<br />
<table align="center" border="0" cellpadding="1" cellspacing="0" style="width: 490px;"><tbody>
<tr>
<td align="left" height="25" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="259"><div id="number">
<strong>Numero CCCLVII (357)</strong></div>
</td>
<th scope="col" width="9"> </th>
<td align="left" id="Date" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="230"><div id="date">
17 maggio 2014</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><hr />
<div id="title">
<strong>INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA - III</strong></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><div id="Text">
Le folli parole e gli atti di Papa Francesco stanno attualmente
guidando molti credenti cattolici verso il sedevacantismo, che è
pericoloso. La convinzione che i Papi conciliari non sono stati e non
sono Papi può iniziare come un’opinione, ma troppo spesso si osserva che
l’opinione si trasforma in un dogma e poi in una mentale morsa
d’acciaio. Penso che le menti di molti sedevacantistisi siano bloccate
perché la crisi senza precedenti del Vaticano II ha causato nelle loro
menti e nei loro cuori cattolici un’angoscia che ha trovato nel
sedevacantismo una soluzione semplice, ed essi non hanno alcun desiderio
di riprovare l’angoscia riaprendo la questione. Così conducono
attivamente una crociata perché gli altri si uniscano a loro nella loro
soluzione semplice, e in tal modo molti di loro - non tutti - finiscono
col mostrare un’arroganza e un’amarezza che non sono segni o frutti di
un vero cattolico
.<br />
Ora, questi “Commenti” si sono astenuti dal dichiarare con certezza
che i Papi conciliari sono stati veri Papi, ma al tempo stesso hanno
sostenuto che gli usuali argomenti dei sedevacantisti non sono né
esaustivi né vincolanti per i cattolici, come alcuni di loro vorrebbero
farci credere. Torniamo ad uno dei loro argomenti più importanti, che
riguarda l’infallibilità papale: i Papi sono infallibili; ma i liberali
sono fallibili, e i Papi conciliari sono liberali, quindi non sono Papi.<br />
A questo si può obiettare che un Papa è certamente infallibile solo
quando impegna le quattro condizioni del Magistero Straordinario della
Chiesa; quando insegna: 1 come Papa, 2 sulla Fede o sulla morale, 3 in
maniera definitoria, 4 così da impegnare tutti i cattolici. Ma a questo
punto i sedevacantisti e i liberali replicano che è insegnamento della
Chiesa che anche il Magistero Ordinario Universale sia infallibile,
cosicché - e qui sta il punto debole nella loro tesi - ogni volta che il
Papa insegna <u>solennemente</u> anche al di fuori del suo Magistero
Straordinario, anche allora dev’essere infallibile, e siccome il loro
insegnamento conciliare liberale è solenne, non c’è scelta: o diventare
liberali o diventare sedevacantisti, ovviamente a seconda di chi<strong> </strong>sostiene questo argomento.<br />
Ma il segno distintivo dell’insegnamento che fa parte al Magistero
Ordinario Universale della Chiesa non è la solennità con cui il Papa
insegna fuori dal Magistero Straordinario, ma il fattoche ciò che sta
insegnando corrisponda, o no, a ciò che Nostro Signore, gli Apostoli e
praticamente tutti i loro successori, i vescovi della Chiesa Universale,
hanno insegnato in tutti i tempi e in tutti i luoghi; in altre parole
se corrisponde alla <u>Tradizione</u>. Ora, l’insegnamento conciliare
(ad esempio la libertà religiosa e l’ecumenismo) è in rottura con la
Tradizione, pertanto i cattolici odierni non sono tenuti di fatto a
diventare o liberali o sedevacantisti.<br />
Tuttavia, sia i liberali sia i sedevacantisti si aggrappano alla
loro incomprensione dell’infallibilità papale, per motivi che non sono
senza interesse, ma questa è un’altra storia. In ogni caso non si
arrendono facilmente, e tornano alla carica con un’altra obiezione che
merita una risposta. Entrambi diranno che: sostenere che la Tradizione è
il segno distintivo del Magistero Ordinario significa creare un circolo
vizioso. Infatti, se l’insegnamento autorevole della Chiesa, o
Magistero, esiste per dire qual è la dottrina della Chiesa, come avviene
di fatto, com’è possibile che al tempo stesso la dottrina tradizionale
possa dire cos’è il Magistero? O l’insegnante avalla ciò che viene
insegnato, o ciò che viene insegnato avalla l’insegnante, non è
possibile che entrambi avallino contemporaneamente l’uno l’altro.
Quindi, sostenere che la Tradizione, che
viene
insegnata, avalli il Magistero Ordinario, che è l’insegnante, è
sbagliato, e così non è solo nel suo insegnamento Straordinario che il
Papa è infallibile, tale che essi concludono che noi si debba diventare o
liberali o sedevacantisti.<br />
Per sapere perché non c'è un circolo vizioso si deve attendere fino
alla prossima settimana. La cosa è interessante al pari del perché sia i
sedevacantisti sia i liberali cadono nello stesso errore
sull’infallibilità.<br />
Kyrie eleison.<br />
Se le quattro condizioni non sono tutte in ballo,<br />
In ciò che insegnano o dicono, i Papi possono cadere in fallo.<br />
</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-26463800162970374282014-05-12T06:46:00.000-07:002014-05-12T06:46:43.839-07:00Lettera al Cardinale Walter Kasper<div style="text-align: center;">
<br />
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;">Ricevo e pubblico da UNAVOX. </span></big></big></big><br />
<big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;">Lettera
al Cardinale Walter Kasper<br />
<br />
</span></big></big></big>
<br />
<div style="text-align: left;">
<big><big><small>di</small></big></big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small>
Luciano Pranzetti<br />
</small></span></big></big>
<br />
<div style="text-align: center;">
<big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><br />
<br />
</small></span></big></big>
<br />
<div style="text-align: right;">
<big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small>Eminenza rev. ma <br />
il Cardinale </small></span></big></big><big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small>Walter Kasper</small></span></big></big><br />
<big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small>00120 Città del
Vaticano </small></span></big></big><br />
<big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"></span></big></big></div>
<big style="font-weight: bold;"><big><span style="font-weight: bold;"><small><br />
</small></span></big></big></div>
</div>
</div>
<big><br />
Eminenza rev.ma:<br />
assistiamo sgomenti, da tempo, a talune sue personali, trancianti
affermazioni con cui, capovolgendo e tradendo la Parola di Cristo, lei
si accinge, in qualità di “<span style="font-style: italic;">teologo</span>”
scelto da papa Bergoglio per il prossimo Sinodo straordinario – ottobre
2014 – ad immettere una nuova dottrina sul tema del divorzio e, nella
fattispecie, sul tema dei cristiani divorziati/risposati e il
Sacramento dell’Eucaristìa. Un Sinodo che, per tale tematica, si
rende illegittimo perché intende esaminare una dottrina
già conclamata e definita come dogma. Ma tant’è!</big><br />
<a name='more'></a><big><br />
<br />
Ora, prima di dare corso alle nostre obiezioni, allo scopo di fugare
sospetti di nostra alterigia, o supponenza o illegittimità
ad obiettare, facciamo presente il nostro dovere, nonché il
diritto, a norma del canone 212 CJC § 3 secondo cui i fedeli laici
“<span style="font-style: italic;">in modo proporzionato alla scienza,
alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e
anzi talvolta il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro
pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo
noto agli altri fedeli</span>” come, infatti, decideremo di diffondere
questa nostra lettera aperta, alle testate cattoliche e alla
stampa laica. <br />
Non si creda, tuttavia, che sia facile per noi dire a nostro “padre”
che cosa pensiamo di lui. Ma ci fa forza l’esortazione di Gesù
che ci sollecita a predicare la Verità, e non la nostra
parola ma la sua Parola, – perché di questo si tratta – al
mondo, dai tetti e dalla stampa. “<span style="font-style: italic;">La
verità vi farà liberi</span>” (<span style="font-style: italic;">Gv</span>. 8, 32).<br />
<br />
Leggiamo, infatti, delle sue dichiarazioni che si configurano quali
palesi - perché osiamo pensare che lei non
può non conoscere l’opposto di quanto la dottrina e la
Tradizione insegnano - consapevoli eresie quando, <span style="font-style: italic;">coram populo</span>, con linguaggio
circeteristico, si permette di dire: “<span style="font-style: italic;">Non
posso pensare ad una situazione in cui un essere umano è caduto
in un buco senza via d’uscita. Spesso egli non può tornare al
primo matrimonio. Se questo è possibile, ci dovrebbe essere una
riconciliazione con la moglie o con il marito, <ma spesso questo non
è possibile></span>” <br />
Ed allora, avvitandosi in una serie di domande retoriche <span style="font-style: italic;">pro domo sua</span>, a cui fa seguire
risposte già pronte e funzionali al piano predisposto, lei
continua non solo ipotizzando, ma dandola per certa, l’assoluzione e
l’ammissione ai sacramenti. <br />
<br />
Ma lei diluisce, non so quanto involontariamente, preso com’è
dal concetto di misericordia, la riflessione sul sacramento della
Penitenza quando si domanda, sapendo bene che quello che chiede
è in contrasto con il Vangelo e la Dogmatica: “<span style="font-style: italic;">Nel Credo diciamo di credere nel perdono
dei peccati. Se ci fosse questa mancanza e ci si è pentiti,
l’assoluzione non è possibile? La mia domanda passa attraverso
il sacramento della penitenza, attraverso il quale abbiamo
accesso alla santa Comunione: Ma la penitenza è la cosa
più importante: il pentimento per ciò che è andato
storto, e un nuovo orientamento di vita</span>”<br />
<br />
Come si può notare, con siffatte proposizioni interrogative
retoriche, lei non parla affatto dell’<span style="font-weight: bold;">espiazione</span>,
cioè della riparazione o della debita soddisfazione, la settima
condizione dopo: <span style="font-style: italic;">esame di coscienza,
dolore, esposizione del/i peccato/i, proponimento, accusa, assoluzione</span>,
per la quale il sacramento può dirsi legittimo e il peccatore
può ottenere il perdono di Dio. Il peccato è il
turbamento, più o meno grave, dell’ordine spirituale, e sociale,
per il cui restauro è necessario l’opera di risarcimento.
Un ladro, pentito, non potrà mai avere il perdono da Dio, ad
onta di un’assoluzione ricevuta dal sacerdote, se non avrà
ripristinato l’ordine sconvolto col furto, e cioè, aver
restituito il maltolto. E non lo giustifica un’eventuale volontà
di far beneficienza con il frutto della rapina siccome scrive San
Tommaso Aquinate. “<span style="font-style: italic;">Sicut Augustinus
dicit in libro De Verb. Dom.</span> (Sermo ad Populum - serm. CXIII
cap. 2 <PL 38, 648)> <span style="font-style: italic;">illud
verbum Domini quidam male intelligendo, rapiunt res alienas, et aliquid
inde pauperibus largiuntur, et putant se facere quod praeceptum est…
quia non sunt divitiae nisi iniquis, qui in eis spem constituunt</span>”
(<span style="font-style: italic;">S. Th. Secunda</span> 2ae, q. 32,
art 7 ad 1mum). <br />
Piace a noi, eminenza, citare ulteriormente anche il nostro maggiore e
amato poeta, il cattolico Dante Alighieri il quale, sulla scorta
dell’Aquinate, ribadì questa dottrina, riportandola in magnifici
e lapidarii versi:</big><big><br />
</big>
<br />
<div style="margin-left: 80px;">
<big>“<span style="font-style: italic;">Dunque, che render puossi per
ristoro?</span></big><br />
<big> <span style="font-style: italic;">Se credi ben usar
quel c’hai offerto</span></big><br />
<big> <span style="font-style: italic;"> di maltolletto
vuo’ far buon lavoro</span>”. </big><br />
<big> </big></div>
<div style="margin-left: 80px; text-align: left;">
<big>
(<span style="font-style: italic;">Par</span>. V, 31/33)</big></div>
<big><br />
Cioè, non ti è lecito fare il bene col frutto di inique
azioni. Esso bene vero sarebbe se, come dicemmo sopra, il ladro avesse
restituito al legittimo proprietario la sua roba.<br />
E su questa tematica cade illuminante l’episodio evangelico di Zaccheo,
l’esattore che si rende degno del perdono ricevuto da Gesù con
l’adempimento di una azione risarcitoria, necessaria a perfezionare
l’opera di conversione, col restituire, cioè, al derubato il suo
quadruplo (<span style="font-style: italic;">Lc</span>. 19, 1/10).<br />
<br />
Lei, Eminenza, continua ancora affrontando il tema della Confessione
ove, con evidente reticenza, parla del solo pentimento quale
strumento unico ed efficace atto a ricevere il perdono di Dio e
per sentirsi di nuovo in grazie con Cristo e in comunione
perfetta con la Chiesa. Ma, glielo ricordo, non cita, perché
l’argomento è di quelli che smonta tutta la teoria sua e del
Papa, l’<span style="font-style: italic;">espiazione</span>,
dacché l’attenzione del Papa, e sua, è tutta sulla <span style="font-style: italic;">sola misericordia divina</span> che tutto
perdona, che tutto dimentica, che tutto abbraccia, niente richiedendo
per espiazione. <br />
Non è, infatti, papa Bergoglio, con un linguaggio e una dottrina
non dissimile da un don Tonino Bello, ad aver affermato che, se san
Pietro chiude ai peccatori la porta del Paradiso, la Vergine
Maria, di notte, apre le porte per farli entrare? <br />
In pratica: inferno vuoto, come piacque a von Balthasar e come sembra
piacere a lei e al Papa, considerato che sostenete la teoria
della “<span style="font-style: italic;">Comunione spirituale</span>”
quale strumento di pari valore a quella fisica, corporea.<br />
<br />
Il ladrone che sulla croce espresse il proprio pentimento a
Gesù, non per questo, perdonatolo, gli concesse di scendere dal
patibolo ma vi espiò i proprii crimini col morire proprio nel
supplizio. La meretrice, posta davanti al Signore per essere condannata
dai farisei, non fu rimandata illesa con l’essere perdonata, ma dopo
il perdono le fu rivolto il comando di non peccare più: “<span style="font-style: italic;">Nemmeno io ti condanno. Va, <span style="font-weight: bold;">e d’ora in poi non peccare più</span></span>”
(<span style="font-style: italic;">Gv</span>. 8, 11) <br />
<br />
Le chiediamo: ma se il Signore, <span style="font-style: italic;">ab
aeterno</span> stabilì che il peccato d’origine sarebbe stato
espiato non da un uomo per quanto santo fosse, ma addirittura da Suo
Figlio, la Seconda Persona della Divina Trinità, come si
può pensare che l’uomo peccatore - in questo caso il
convivente, il divorziato risposato – possa riparare al danno dicendo,
in confessionale: “<span style="font-style: italic;">Sono pentito</span>”
presumendo, o facendogli credere di aver sanato e di poter sentirsi
purificato se continua a persistere nel peccato di concubinato?<br />
Eminenza, lasci al Signore onnisciente il diritto e la potestà
di giudicare le singole situazioni. Lei, e il Papa, attenetevi,
invece, alla dottrina eterna del Vangelo, e difendetene
l’integrità senza scendere a patti col mondo, non quello
dell’umanità intesa come comunità sofferente, da
evangelizzare e da redimere, ma il mondo come proiezione di quella
realtà che Satana mostrò a Gesù nel deserto (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 4, 8/9) <br />
<br />
C’è, forse – e pare di sì – nelle intenzioni del prossimo
Sinodo, la voglia di accettare le sfide del mondo accogliendo in pieno
le istanze della massa dei divorziati. Non crede, Eminenza, che
la formula “<span style="font-style: italic;">così fan tutti</span>”
non appartiene al vangelo? <br />
E non sarebbe ora di smetterla con l’argomento delle sfide che il mondo
lancia alla Chiesa e che la Chiesa pretende di voler raccogliere?
Dacché le vere sfide, anzi, l’unica ed esclusiva sfida, è
quella che Cristo lancia al mondo: “<span style="font-style: italic;">Se
qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la
sua croce ogni giorno e mi segua</span>” (Lc. 9, 23). <br />
Ma questo asciutto ed ineludibile invito si contrappone a quanto lei
chiosa col dire che, a proposito poi della dottrina della Chiesa che
prescrive ai divorziati risposati, di astenersi dai rapporti
sessuali per avere la comunione, osserva: “<span style="font-style: italic;">Vivere come fratello e sorella è un
atto eroico, e l’eroismo non è per il cristiano medio</span>”. <br />
Cioè: liberatoria, scioglimento del vincolo e tutti felici. Nel
peccato. Troppo facile aggirare l’ostacolo della durezza evangelica con
il capzioso sillogismo secondo cui il fatto che tutti fan così,
la Chiesa debba venire incontro con un atto sanatorio e una bella
pietra sul passato. <br />
E chi ha detto che il cristianesimo cattolico è semplice e
ordinaria filosofìa? Chi volesse trovare giustificazione al
proprio peccato ha a disposizione il protestantesimo, il buddhismo, le
varie sètte più o meno religiose, non esclusa la
massoneria con cui indegni vescovi e sacerdoti concelebrano sacrileghe
mese “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">nere</span>”,
e alle quali, spiace dirlo, ma lo diciamo, va tutta la simpatìa
della Chiesa, o meglio, di taluni uomini di Chiesa, mentre a
determinati figli – e diciamo i Frati Francescani dell’Immacolata o i
sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X - vengono
riservati inquisizioni, restrizioni, sanzioni, purghe, esilii e
capestri. <br />
<br />
Il Verbo di Cristo è indeformabile “<span style="font-style: italic;">numquam reformatum quia numquam deformatum</span>”
e se questo lo dice lo stesso divino Fondatore della Chiesa, chi
è mai un cardinale o, addirittura un papa, che osa cambiare le
coordinate non solo sintattiche ma vie più quelle di un
contenuto immodificabile?<br />
“<span style="font-style: italic;">Amen dico vobis, donec transeat
caelum et terra iota unum aut unus apex non praeteribit a lege donec
omnia fiant</span>” (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 5,
18). Parole, come si legge, chiare, da <span style="font-weight: bold;">Si
Si No No</span> (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 5, 37),
indeformabili, <span style="font-style: italic;">sine</span> <span style="font-style: italic;">glossa</span>, imperiture, contro cui non
varrà un Sinodo straordinario e il luogo comune, che
circola oggi nella Chiesa, del così fan tutti.<br />
<br />
Lei, eminenza, non possiede la benché minima autorità a
capovolgere o a cancellare il Vangelo. Lei, come parte del Magistero,
è chiamato a custodire e non a tradire la lettera e lo spirito
della parola. Se Cristo ha detto in modo perentorio, e senza ambagi o
equivoci “<span style="font-style: italic;">Chi ripudia la propria
moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei e se la
donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio</span>”
(<span style="font-style: italic;">Mc</span>. 10, 11), chi
può arrogarsi la libertà e il potere di annullare tale
verità?<br />
Non appare, nella pericope, cenno alcuno a forme di pentimento che
permettano di continuare nel peccato di adulterio, peccato che San
Paolo ha bollato al pari di quello della sodomia. “<span style="font-style: italic;">Non sapete che gli ingiusti non
possederanno il regno di Dio?Attenti a non illudervi: né
fornicatori, né idolatri, né adulteri… saranno eredi del
regno di Dio</span>” (<span style="font-style: italic;">I Cor</span>.
6, 9). <br />
Come vede, l’Apostolo, accanto ai fornicatori ed adulteri, ha
catalogato anche gli idolatri coloro che peccano contro il primo
comandamento di Dio.<br />
<br />
E che cos’è, se non ribellione a questo comandamento - <span style="font-style: italic;">Io sono il Signore Dio tuo, non avrai
altro dio fuori che me</span> - tutta questa peciosa, melensa e
lutulenta pastorale che lei, e tutto il Magistero, state approntando
apprestandovi a darla in cibo ai fedeli? Un esito idolatrico che
discende da quelle miserabili aggregazioni repulsive che furono Assisi
’86 ed Assisi 2011, nelle cui chiese cattoliche, dense di
santità francescana, in spregio al Salmo 95, 5 che afferma
“<span style="font-style: italic;">Omnes dii gentium daemonia</span>”
e al Salmo 99, 3/4 che ribadisce “<span style="font-weight: bold;">Entrate
al cospetto del Signore e sappiate che Egli è il solo Dio…
lodate il suo nome…</span>” risuonarono, in polifonìa sacrilega
e stridente, le invocazioni agli dèi pagani.<br />
<br />
Eliminata l’unicità di Dio, il Dio cattolico – parola di papa
Bergoglio all’ateo Eugenio Scalfari - la Santissima
Trinità annunciata da Cristo, ora si provvede ad eradere anche
la sua Parola. La verità, Eminenza rev.ma, è una sola: la
Chiesa ha abbandonato il piglio combattivo e missionario preferendo il
dialogo, un meccanismo bello per l’immaginario collettivo, facile e
privo di rischio e, mi permetta, codardo, e perciò sterile per
effetti, nell’illusione di produrre frutti mentre si va
realizzando quella che la massoneria – presente in Vaticano,
stando alle denunce documentate del defunto indimenticabile don Luigi
Villa – ha, da tempi lontani, e con pazienza, programmato:
la <span style="font-style: italic;">Chiesa Universale</span> –
argomento diletto del recente “<span style="font-style: italic;">santo</span>”
Giovanni XXIII - entro cui la Chiesa Cattolica, già socia
del <span style="font-style: italic;">Consiglio Mondiale delle Chiese</span>
(WCC) – sarà fusa, annegandosi nell’identità amorfa
di tutte le confessioni e finir plasmata in una sola, generica e
comune forma di religiosità.<br />
<br />
Ma noi, fedeli a Cristo e ostili alle mode dei tempi, non saremo inerti
a guardare l’opera di erosione che taluni uomini di Chiesa stanno
conducendo contro nostra Madre, intanto perché dovranno fare i
conti col Fondatore il quale, oltre ad aver assicurato che “<span style="font-style: italic;">Portae inferi non praevalebunt</span>” (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 16, 18), oltre ad aver
assicurato la Sua presenza costante “<span style="font-style: italic;">Ecco,
Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo</span>” (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 28, 20), ha profetizzato (<span style="font-style: italic;">Lc</span>. 12, 32) la riduzione della Sua
Chiesa a un “<span style="font-style: italic;">piccolo gregge</span>”
il quale, tuttavia persevererà; e poi perché coloro che
amano la Chiesa, si sentiranno partecipi e compatti nella resistenza a
questa azione sfrontata che, stando alle parole della Vergine Maria, a
la Salette (1846) prima e a Fatima poi (1917), vedrà anche i
pastori, fatta apostasìa, abbandonare il gregge
spalancando le porte ai lupi. <br />
<br />
In sintesi: il Magistero predichi ed insegni chiaramente, e senza
criptiche perifrasi così gradite al mondo, che esiste un’unica
maniera con che il divorziato, il convivente, il divorziato/sposato,
può tornare in seno alla Chiesa: confessi e faccia fermo
proposito di ritornare, sul serio e non a parole, allo <span style="font-style: italic;">status quo ante </span>del primo e
legittimo matrimonio perché, diversamente, si sarà
perpetrato, con l’accoglimento suo nella Comunione perfetta della
Chiesa, e con l’accesso ai sacramenti, il <span style="font-weight: bold;">tradimento</span> alla parola di Cristo:<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">AMEN DICO VOBIS, DONEC TRANSEAT
CAELUM ET TERRA IOTA UNUM AUT UNUS APEX NON PRAETERIBIT A LEGE DONEC
OMNIA FIANT</span> (<span style="font-style: italic;">Mt</span>. 5, 18).<br />
Finché non siano passati cielo e terra, non passerà
neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">CAELUM ET TERRA TANSIBUNT, VERBA
AUTEM MEA NON TRANSIBUNT</span> (<span style="font-style: italic;">Lc</span>.
21, 33).<br />
Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno.<br />
<br />
Santa Marinella 9 aprile
2014
<br />
<br />
Con devozione filiale<br />
Prof.
Luciano Pranzetti</big><big><br />
</big>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-31750829183133311072014-05-10T04:12:00.002-07:002014-05-10T04:12:51.265-07:00NUOVE ORDINAZIONI - I<a href="http://www.dinoscopus.org/index.html"><img alt="Header" border="0" height="255" id="Header_image" name="Header_image" src="http://www.dinoscopus.org/italiano/images/headeritalian.jpg" style="background: #C6D580; display: block;" width="720" /></a>
<br />
<table align="center" border="0" cellpadding="1" cellspacing="0" style="width: 490px;"><tbody>
<tr>
<td align="left" height="25" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="259"><div id="number">
<strong>Numero CCCLVI (356)</strong></div>
</td>
<th scope="col" width="9"> </th>
<td align="left" id="Date" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="230"><div id="date">
10 maggio 2014</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><hr />
<div id="title">
<strong>NUOVE ORDINAZIONI - I</strong></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><div id="Text">
I preti ordinati con il nuovo rito dell’Ordinazione del
1972,dovrebbero essere condizionatamente ri-ordinati con il vecchio e
certamente valido rito di Ordinazione? La dottrina cattolica sulla
validità dei sacramenti è chiara, ma i riti sacramentali della
neo-Chiesa sembrano essere stati progettati per portare gradualmente
all’invalidità (vedi CE 121 del 31 oct.2009). Il problema è il
«gradualmente». Per ogni dato caso, quanto ha avanzato questo processo
graduale? Forse solo Dio lo sa per certo. Ma cominciamo con la chiara
dottrina.<br />
Si può dire che un sacramento cattolico comporti cinque elementi:
Ministro, Intenzione, Materia e Forma sono essenziali per la validità,
il Rito che accompagna la Forma può essere importante per la validità,
in forza dell’impatto<strong> </strong>immediato o graduale che ha sull’Intenzione del Ministro. Per le Ordinazioni sacerdotali, il <u>Ministro</u> deve essere un vescovo validamente consacrato; l’<u>Intenzione</u> è la sua intenzione sacramentale (non morale) di fare, ordinando, ciò che fa la Chiesa; la <u>Materia</u>
è il suo imporre entrambe le mani sulla testa dell’uomo che dev’essere
ordinato (le donne non possono essere validamente ordinate al sacerdozio
di Cristo); la <u>Forma</u> è la formula cruciale o l’insieme di parole
che nel rito esprimono il conferimento del sacerdozio; il Rito è
l’insieme delle altre parole che accompagnano quella Forma e sono presc
ritte
nel
cerimoniale per l’Ordinazione.<br />
In un nuovo rito dell’Ordinazione, se entrambe le mani sono poste sulla testa, la <u>Materia</u> non fa problema. La nuova <u>Forma</u>
in latino è, semmai, più forte per la validità rispetto alla vecchia
Forma latina (per l’«et» invece di un «ut»), ma le traduzioni in volgare
dovrebbero essere controllate per assicurarsi che esprimano chiaramente
la grazia del sacerdozio da conferire. La maggior parte di esse
sicuramente lo fanno. I veri problemi di validità sorgono relativamente
al Ministro e all’Intenzione, a causa della graduale erosione
dell’Intenzione cattolica negli a-cattolici nuovi Riti.<br />
Per quanto riguarda l’<u>Intenzione</u>, ogni vescovo che oggi
ordina un prete intende sicuramente fare ciò che fa la Chiesa odierna,
il buono e il giusto, ma cos’è questo nella sua mente? Cos’è un prete
nella neo-Chiesa? È ancora l’antico rinnovatore del Sacrificio del
Calvario con la sua Presenza Reale, visto che viene<strong> </strong>lentamente
ma costantemente sostituito dall’odierno coordinatore del pic-nic
eucaristico? A che punto è questo processo in ogni diocesi del mondo?
Questo o quel vescovo ha in mente che quello che fa la Chiesa sia un
sacrificatore o un vacanziere? È il comportamento esteriore del vescovo
ordinante che indicherà la sua Intenzione, ma solo Dio può saperlo con
certezza. Certamente molti nuovi Riti della Messa inclinano per il
vacanziere, e il nuovo Rito dell’Ordinazione che accompagna la Forma,
con la sua grave diminuzione del contenuto cattolico, pu&o
grave;
solo aiutare a minare gradualmente l’Intenzione sacramentale di un
vescovo ordinante.<br />
Quanto al <u>Ministro</u>, se il vescovo ordinante è stato
consacrato vescovo con il nuovo rito di consacrazione, si può ritenere
che l’ambiguità della nuova Forma di consacrazione venga sanata dalle
parole immediatamente seguenti, nondimeno sorgono dei dubbi come quelli
di cui sopra circal’Intenzione del vescovo consacrante: ha egli
considerato, e quindi ha assunta come sua Intenzione, se<strong> </strong>la Chiesa oggi <em>consacri </em>facitori del Sacrificio o del pic-nic? Tali domande mancano spesso di risposte chiare.<br />
In breve, se il Papa fossi io, penso che potrei esigere che tutti i
preti ordinati o i vescovi consacrati con i riti «rinnovati», dovrebbero
essere condizionatamente ri-ordinati o ri-consacrati, non perché io
crederei che nessuno di loro fosse vero prete o vero vescovo, al
contrario, ma perché quando si tratta di sacramenti ogni serio dubbio
dev’essere rimosso, e questo sarebbe il modo più semplice per rimuovere
tutti i possibili dubbi. Il marcio nei sacramenti della neo-Chiesa non
può essere mantenuto in giro.<br />
Kyrie eleison<br />
Dev’essere ri-ordinato, o no, un prete della neo-Chiesa?<br />
Risposta incerta, a causa del graduale marciume della neo-Chiesa</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-62138149153612532412014-05-05T05:30:00.001-07:002014-05-05T05:30:32.746-07:00FSSPX, ADDIO.<a href="http://www.dinoscopus.org/index.html"><img alt="Header" border="0" height="255" id="Header_image" name="Header_image" src="http://www.dinoscopus.org/italiano/images/headeritalian.jpg" style="background: #C6D580; display: block;" width="720" /></a>
<br />
<table align="center" border="0" cellpadding="1" cellspacing="0" style="width: 490px;"><tbody>
<tr>
<td align="left" height="25" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="259"><div id="number">
<strong>Numero CCCLV (355)</strong></div>
</td>
<th scope="col" width="9"> </th>
<td align="left" id="Date" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="230"><div id="date">
3 maggio 2014</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><hr />
<div id="title">
<strong>FSSPX, ADDIO</strong>.</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><div id="Text">
Brutte notizie dalla Francia: la quarantennale lotta per la Fede,
condotta dalla Fraternità San Pio X contro i modernisti di Roma, è
virtualmente finita. Oh, sì, i priorati della Fraternità, le scuole, i
seminarii, i conventi e i monasteri associati, continueranno a
funzionare, per fornire almeno per qualche tempo sacramenti validi e
dottrina decente, mantenendo tutte le apparenze della Tradizione, ma la
lotta essenziale per l’intera Fede sarà censurata, o auto-censurata.
Sembra che ci sia solo un numero limitato di sacerdoti di più che
manterrà la comprensione dell’opera di Mons. Lefebvre e il coraggio
necessario per rompere i ranghi e salire in montagna.<br />
La novità è che i modernisti di Roma stanno offrendo alla Fraternità
un «riconoscimento di tolleranza», senza bisogno di alcun accordo
formale o di un documento firmato, cosa questa che tra la primavera e
l’estate del 2012 sollevò all’interno della FSSPX tanta opposizione.
Ecco il succo di quanto espresso tre mesi fa, con entusiasmo, dal
Secondo Assistente della Fraternità, Don Alain Nély, a due religiosi:
«La soluzione per la Fraternità sarà un riconoscimento unilaterale da
parte di Roma... non ci verrà chiesto di firmare alcunché... vediamo
come si evolvono le cose... poi vedremo.»<br />
Per evitare che tale rivelazione si diffondesse, il Superiore
Generale della Fraternità ha scritto ai due Superiori interessati che
avevano frainteso le parole di Don Nély, perché non c’è nessun tipo di
«accordo» in vista. Certo che no. Sta qui l’astuzia del proposto
«riconoscimento» senza firma. Esso consentirà ad un certo numero di
sacerdoti della FSSPX di far finta che nulla sia cambiato e di poter
continuare il loro ministero come prima. Come è stato riferito, lo
stesso Mons. Fellay, parlando di recente ai seminaristi di Zaitkofen, ha
detto: «Non si tratta di firmare un qualche accordo, ecc. ecc.».
Tuttavia, dieci minuti più tardi, ha continuato: «Ma se Roma ci propone
un riconoscimento di tolleranza per noi, la cosa è diversa e sarebbe una
cosa molto buona.»<br />
E così, ci sono tutte le probabilità che, piuttosto presto che
tardi, un gran numero di sacerdoti della FSSPX seguirà docilmente i capi
ufficiali nell’abbraccio amoroso dei modernisti di Roma, un abbraccio
che col tempo diventerà tanto stretto, quanto basta per soffocare ogni
residuo sforzo volto a combattere contro quel modernismo mortale che sta
facendo fuori la Chiesa ufficiale e sta ponendo milioni di anime sulla
strada per l’Inferno. Guardando in retrospettiva, si può intuire che
Mons. Fellay, negli ultimi 15 anni, abbia lavorato abilmente con i
Romani in vista di questo abbraccio. Mons. de Galarreta ha capito qual è
la posta, ma ha accettato di condividere la cosa con Mons. Fellay.
Mons. Tissier si avvede della minaccia mortale per l’opera di
Monsignore, ma non vede la necessità di seguire l’esempio di Monsignore
stesso e mettere la Fede prima delle ordinarie regole dell’obbedienza e
dell’unità.<br />
E così, cari amici, se vogliamo mantenere la pienezza della Fede e
aiutare gli altri a farlo, dobbiamo per lo meno interiormente salire in
montagna. Non abbiate paura. Mantenete il sangue freddo. Non c’è bisogno
di perdersi d’animo o di disperare. Dio non cambia, e la battaglia per
la Sua causa si fa sempre più gloriosa che mai. Sacerdoti, occhi aperti,
e soprattutto non illudetevi che nulla sia cambiato nella Fraternità.
Essa è già sostanzialmente cambiata. Laici, occhi aperti pure voi, e
pregate, e Dio vi darà i capi e i sacerdoti delle vostre preghiere. <br />
Fidiamo in Dio e nella Sua Santissima Madre.<br />
Kyrie eleison.<br />
Cattolici, quando vedete di Roma il consenso,<br />
salire in montagna è l’unica cosa che ha senso</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com32tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-25680624917988638942014-04-19T08:55:00.001-07:002014-04-19T08:55:17.701-07:00EQUILIBRIO PROPOSTO<a href="http://www.dinoscopus.org/index.html"><img alt="Header" border="0" height="255" id="Header_image" name="Header_image" src="http://www.dinoscopus.org/italiano/images/headeritalian.jpg" style="background: #C6D580; display: block;" width="720" /></a>
<br />
<table align="center" border="0" cellpadding="1" cellspacing="0" style="width: 490px;"><tbody>
<tr>
<td align="left" height="25" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="259"><div id="number">
<strong>Numero CCCLIII (353)</strong></div>
</td>
<th scope="col" width="9"> </th>
<td align="left" id="Date" nowrap="nowrap" scope="col" valign="bottom" width="230"><div id="date">
19 aprile 2014</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><hr />
<div id="title">
<strong>EQUILIBRIO PROPOSTO</strong></div>
</td>
</tr>
<tr>
<td align="left" colspan="3" valign="top"><div id="Text">
“<em>Badate dunque di fare come il Signore vostro Dio vi ha comandato; non ve ne discostate né a destra né a sinistra</em>.” Questa istruzione data dal Signore Iddio a Mosè perché la trasmettesse agli Israeliti (<em>Dt</em>. V, 32) è certamente valida per il Popolo Eletto da Dio anche nel Nuovo Testamento (<em>Rm</em>.
IX, 25-26), ma non è così facile da applicare nel nostro tempo, mentre
il Pastore del Nuovo Testamento è colpito e noi pecore siamo disperse (<em>Zc</em>.
XIII, 7). Il Papa è colpito tanto lievemente che i cattolici non
debbano preoccuparsi di come gli obbediscono? O è colpito talmente
seriamente che non può essere Papa? In ogni caso il gregge è disperso, e
così rimarrà fino a quando la Russia non sarà consacrata al Cuore
Immacolato di Maria. <br />
Nel frattempo, <u>come mi sembra</u>, una lettera pubblicata sull’ultimo numero di <em>The Angelus</em>,
la rivista ufficiale della Fraternità San Pio X in USA, si smarrisce a
sinistra. Don S. avanza diverse ragioni per sollecitare la FSSPX a
mettersi “nelle mani... del Papa il prima possibile”. <br />
<strong>In primo luogo</strong>, <em>pensare che gli uomini di Chiesa romani siano intenzionalmente i distruttori della Chiesa costituisce sedevacantismo implicito</em>. <strong>Ma </strong>non
c’è bisogno di essere sedevacantista, implicito o esplicito, per
ricordare che le loro intenzioni soggettive non diminuiscono in alcun
modo l’oggettivo danno che hanno fatto alla Chiesa, e che farebbero alla
FSSPX se questa passasse sotto il loro controllo. <strong>In secondo luogo</strong>, <em>aspettare la piena conversione dottrinale dei Romani per mettersi nelle loro mani, per la FSSPX è irrealistico</em>. <strong>Ma</strong> un’eresia è sufficiente perché si sia nemici della Fede, e il modernismo è l’eresia onnicomprensiva (San Pio X, <em>Pascendi</em>). I troppi contatti con i Romani hanno ormai sedotto i capi della FSSPX. <br />
<strong>In terzo luogo</strong>, <em>la FSSPX deve ridare a Roma il più presto possibile la dottrina e la pratica della vera Fede.</em> <strong>Ma </strong>anche se Roma fosse modernista solo per metà, questo significherebbe gettare le perle ai porci (<em>Mt</em>. VII, 6). <strong>In quarto luogo</strong>, <em>la
FSSPX si è tenuta così a lungo distante da Roma che rischia di perdere
il senso cattolico della gerarchia, dell’ubbidienza e dell’autorità</em>. <strong>Ma</strong>
la vera Fede deve tenersi a distanza di sicurezza dall’eresia
onnicomprensiva. Se l’eresia non è colpa mia, Dio può guardare oltre il
mio senso cattolico, se Gli sono fedele, e può guardarlo per i 40 anni
(o più) nel deserto, come ha fatto con i fedeli Israeliti (<em>Es. – Dt</em>.). E <strong>in quinto luogo</strong>, <em>la cosiddetta “Resistenza” sta dividendo e indebolendo la vera resistenza de
lla
FSSPX
alla Roma conciliare</em>. <strong>Ma</strong> l’unità poggiante su
qualsivoglia intelligenza con i modernisti sarà un’unità poggiante
sull’errore, fatale per la FSSPX di Mons. Lefebvre. <br />
In breve, Don S. ha perso di vista quanto seducente e mortale per la Fede sia l’errore del modernismo. <br />
Per altro verso, sempre <u>come pare a me</u>, un sacerdote che oggi
si rifiutasse di menzionare il nome del Papa nel Canone della Messa,
correrebbe il rischio di andare fuori strada a destra. Se io vedo il
pericolo mortale del modernismo per la Fede, certamente vedo gli enormi
danni oggettivi arrecati alla Chiesa dai Papi conciliari. Ma posso dire
sinceramente che non sia rimasto più nulla di cattolico in loro? Per
esempio, come dice Don S., non hanno ancora quanto meno delle soggettive
buone intenzioni? Non hanno tutti almeno l’intenzione di servire la
Chiesa? Nel qual caso, non posso io celebrare la Messa in unione con <u>quello che c’è ancora di cattolico</u>
in loro? La dirigenza della Chiesa potrà essere ammalata a morte, ma
quanto meno io non posso sostenere che non vi sia più niente di
cattolico che perduri in essa. Non tutto è ancora perduto. <br />
“Nelle cose certe, l’unità; nelle cose dubbie, la libertà; in tutte la carità”. <br />
Kyrie eleison. </div>
</td></tr>
</tbody></table>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4024841561425043255.post-46053515771407979442014-03-26T00:33:00.003-07:002014-03-26T00:33:56.571-07:00FOLLIA E RIDICOLO<div style="text-align: center;">
<big><big style="font-weight: bold;"><big><small>FOLLIA E RIDICOLO<br />
<br />
</small></big></big></big>
<div style="text-align: left;">
di <span style="font-weight: bold;">L. P.</span> </div>
</div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<big> </big> <big><span style="font-weight: bold;"></span></big>
<div style="text-align: left;">
</div>
<big><big style="font-weight: bold;"> </big></big>
<div style="text-align: center;">
<br />
</div>
<big><br />
</big>
<div style="text-align: center;">
<big><img alt="" src="http://www.unavox.it/NuoveImmagini/Chierici/Card_Dolan.jpg" style="height: 315px; width: 510px;" /><br />
<small><br />
</small></big><br />
</div>
<big><span style="font-weight: bold;">RICERCA E STUDIO – papa
Bergoglio cerca di capire…</span><br />
<br />
</big><big>Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di Nuova York
[nella foto], ha rilasciato, tempo fa, un’intervista alla NBC sul
deprimente e scandaloso tema delle unioni omosessuali, annunciando che
papa Bergoglio “<span style="font-style: italic;">studia le unioni gay,
cercando di capirne le ragioni</span>”. <br />
L’intera intervista è l’esempio di quel nefasto linguaggio che
Romano Amerio definiva, con dotto termine, “<span style="font-style: italic;">circiterista</span>” poggiante sul “<span style="font-style: italic;">circiter</span>” latino, equivalente
all’italico “<span style="font-style: italic;">circa</span>”: <span style="font-style: italic;">dire/ non dire, negare/ammettere, si/no,
no/però, mai/tuttavia</span> - <br />
Noi, senza togliere valore semantico all’attribuzione ameriana,
definiamo tale discorsività come vera, smaccata e propria
ipocrisìa non priva di dissacrante e supponente superbia
intellettuale. Il Papa, insomma, ancora non sa perché in taluni
Stati del mondo si stia imponendo il tristo costume delle unioni
omosessuali e vuol vederci chiaro. Vuole “<span style="font-style: italic;">studiare per capirne le ragioni</span>”.<a name='more'></a><br />
<br />
Ora, noi che da decenni fatichiamo su noi stessi, sulle carte e sulla
storia, in continua ricerca dei <span style="font-style: italic;">perché</span>,
sappiamo per esperienza che ci son argomenti di cui è necessario
tentare lo scavo per cavarne le ragioni interne che spesso non
appaiono, ed argomenti che si qualificano da sé medesimi per
quanto lineari, chiari e indeclinabili sono. Studiare per capire le
ragioni per cui le anguille sciamano, in tempo di riproduzione, verso
il Mar dei Sargassi o cercare le ragioni per le quali il clima
determina i tipi della flora, è cosa di ovvia impresa
dacché non tutti i meccanismi di natura sono evidenti, compresi
i fenomeni e l’eziologìa delle patologie fisiche che affliggono
l’uomo e di cui si occupa la medicina. Ma voler studiare i motivi
costitutivi di un fenomeno immorale, quale è l’infame
unione sodomitica, e la sua giustificazione “<span style="font-style: italic;">de jure</span>”, tema che già <span style="font-weight: bold;">Qualcuno</span> ha definito
dall’eternità bollandolo come sacrilegio, atto contro natura e
degno della perdizione eterna, pare debba essere inteso come:<br />
1) <span style="font-style: italic;">ignoranza dottrinario/teologica</span>
- 2) <span style="font-style: italic;">superbia intellettuale</span> -
3) <span style="font-style: italic;">condiscendenza alle voglie del
mondo</span>. <br />
<br />
Prima di ricordare all’ipocrito prelato, e allo smemorato pontefice, i
luoghi della Scrittura in cui la voce stessa di Dio stabilisce il suo
giudizio, riportiamo, quale esempio di contorsionismo logico il testo
dell’intervista tratto da - <span style="font-style: italic;">Il
Messaggero on line</span> - 09 marzo 2014.<br />
</big>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>«<span style="font-style: italic;">Papa Francesco vuole studiare le unioni
gay (!) per capire come mai alcuni Stati hanno scelto di legalizzare le
unioni civili delle coppie omosessuali. Lo ha detto alla NBC il
cardinale di New York Timothy Dolan precisando che il papa non ha
espresso nessun tipo di approvazione nei confronti di tali unioni. Il
papa “non è arrivato e ha detto che è a favore”- ha
precisato il cardinale Dolan, aggiungendo che ciò che Francesco
ha affermato è che la Chiesa deve cercare e vedere “le ragioni”
che hanno indotto alcuni Stati a legalizzare le unioni civili delle
coppie gay, “piuttosto che condannare prontamente… poniamo domande sul
perché questo ha fatto presa su alcune persone”. Il cardinale ha
quindi affermato di ritenere che il matrimonio tra un uomo e una
donna “non è qualcosa che riguarda solo la religione, i
sacramenti… è anche un elemento della costruzione e della
cultura. Pertanto, appartiene alla cultura. E se in qualche modo
annacquiamo il significato sacro del matrimonio, temo che non soffra
solo la Chiesa, temo che ne soffrano anche la cultura e la
società</span>». </big><br />
</div>
<big> <br />
Capolavoro di dolo intellettuale e di manipolazione logica! <br />
Il Papa studierà le unioni gay per scoprirne le ragioni, <span style="font-weight: bold;">perché mai </span>(!) taluni Stati
le legalizzino. Bene: e quando le avrà trovate, che se ne
farà? <br />
Perché, è facilissimo trovarle: basta riflettere sul
ruolo di Satana, sul suo disegno e sullo scopo delle sue azioni,
perché le ragioni sue e quelle del mondo appaiano
evidenti: sfasciare la famiglia naturale a vantaggio di una
promiscuità che nemmeno le bestie praticano, nella creazione di
una società corrotta e degradata, e tutto in nome del
diritto individuale. <br />
La disonesta strategìa, che si mette in moto con queste folli
dichiarazioni, fa forza sul manipolato concetto di misericordia e su
quell’infausto “<span style="font-style: italic;">Chi sono io per
giudicare un gay</span>?” da cui ne deriva la accattivante, untuosa e
slombata e codarda ritrosìa a condannare. C’è,
quindi, un nuovo stile: <span style="font-weight: bold;">non</span> <span style="font-weight: bold;">condannare</span> ma <span style="font-style: italic;">porre</span> <span style="font-style: italic;">domande</span>, così come <span style="font-weight: bold;">non convertire</span> ma <span style="font-style: italic;">camminare insieme</span>; uno stile che
sarà l’emblema nel prossimo Sinodo. <br />
<br />
Amici lettori, attenzione: il Papa “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">sta cercando di capire</span>”:
siffatta dichiarazione, con l’uso del verbo “<span style="font-style: italic;">cercare</span>”, dice che, in questa
fase di studio, il Papa trova difficoltà a scorgere, nel quadro,
i motivi e i presupposti che lo giustificano. <br />
Eh, sì! perché il verbo “<span style="font-style: italic;">cercare</span>”
sta a significare l’opera di chi non ha ancora trovato il bandolo della
matassa, in questo caso, papa Bergoglio che non ha ancora ben compreso
il sesto Comandamento, quello che proibisce l’atto impuro – e tale
è la sodomia - perciò studia, e cerca,
nell’intento di capire perché mai il Signore abbia voluto
inserire tale ordine nel Decalogo e perché mai gli uomini
tentino di scardinarlo. <br />
Ci si dirà che non è questa la visione di Sua
Santità. Certo, ma <span style="font-style: italic;">cercando</span>
di capire perché mai alcune nazioni vogliono inserire nelle
proprie norme giuridiche la sodomia è come se egli dubitasse dei
Comandamenti. <br />
<br />
Il cardinale, poi, <span style="font-style: italic;">ritiene</span>,
bontà sua, il matrimonio tra uomo e donna qualcosa di positivo
che, disturbato, incide sulla cultura e sulla società. <br />
Bravo! <span style="font-style: italic;">Ritenere</span>, è
verbo che aggetta nell’area del soggettivismo, del relativismo con
tutte le debolezze e le insidie che, nei confronti del dogma, si
generano. Sul dogma – cioè, sulla blasfema unione omosessuale e
sulla santità del matrimonio sacramentale – non si esercita il
predicato verbale del “<span style="font-style: italic;">ritenere</span>”
ma prevale il predicato nominale, la copula “<big><span style="font-weight: bold;">è</span></big>”: il matrimonio tra
uomo e donna <big><span style="font-weight: bold;">è</span></big>
l’unica forma di unione, così come la sodomia <big><span style="font-weight: bold;">è</span></big> peccato gravissimo
contro Dio e contro la natura. Punto e basta. C’è niente da
studiare. <br />
<br />
Poiché sembra evidente che tanto il prelato che il pontefice
difettino di buone basi dottrinarie, e di poca fede in Colui che
è <span style="font-weight: bold;">VIA/VERITA’/VITA</span>, ci
assumiamo, con umiltà e modestia oltre che con rispetto ma con
franchezza, l’incarico di rammentare loro alcuni passi della Scrittura
in cui la voce che parla non è la nostra o quella di Scalfari o
quella di De Bortoli o quella di Maradiaga, ma quella del <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Signore degli Eserciti</span>,
del Legislatore che ha, senza circiterismi o perifrasi buoniste,
ipocrite e untuose, scolpito sulla roccia delle montagne e nel cuore
dell’uomo i suoi Comandamenti. <br />
<br />
Ecco alcuni esempi:<br />
</big>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>1 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Disse dunque il
Signore: - Il clamore delle colpe che giunge a Me da Sodoma e da
Gomorra è grande, e il loro peccato è molto grave</span>”
(<span style="font-style: italic;">Gen</span>. 18, 20);</big><br />
<big>2 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Fa’ uscire da questo
luogo generi, figli e figlie e chiunque de’ tuoi si trovi in questa
città </span>[Sodoma] <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">perché noi siamo
qui per distruggere questo luogo: grande è il clamore dei
peccati che da loro si è innalzato al Signore, e il Signore ci
ha mandato a distruggerlo</span>” (<span style="font-style: italic;">Gen</span>.
19, 12/13);</big><br />
<big>3 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Io sono il Signore: non
giacere con un maschio come si fa con una donna. È cosa
abominevole</span>” (<span style="font-style: italic;">Lev</span>. 17,
22);</big><br />
<big>4 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Chiunque
commetterà una di tali azioni abominevoli [sodomia], tutti
quelli che le commettono, saranno sterminati di mezzo al popolo</span>”
(<span style="font-style: italic;">Lev</span>. 17, 29);</big><br />
<big>5 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Se un uomo giace con un
altro uomo come si fa con la donna, tutti e due hanno commesso una cosa
abominevole: siano messi a morte. Il loro sangue ricada sopra di loro</span>”
(<span style="font-style: italic;">Lev</span>. 20,13);</big><br />
<big>6 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Per questo, Iddio li ha
abbandonati a delle turpi passioni. Le loro donne infatti hanno
cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; e gli
uomini pure, abbandonato l’uso naturale della donna, si sono accesi di
perversi desiderii gli uni per gli altri, commettendo turpitudini
maschi con maschi, ricevendo in se stessi la mercede meritata dal loro
pervertimento</span>” (<span style="font-style: italic;">Rom</span>. 1,
26/27);</big><br />
<big> 7 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Quello che ho inteso
dirvi ora è di non aver relazione con chiunque, anche se ha nome
di fratello, sia fornicatore, avaro, idolatra, maldicente, ubriacone,
ladro: con gente simile non dovete neppure prendere cibo insieme.</span>”
(<span style="font-style: italic;">I Cor.</span> 5, 11);</big><br />
<big> 8 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Non sapete voi che gli
ingiusti non possederanno il regno di Dio? Attenti a non illudervi:
né fornicatori, né idolatri, né adulteri,
né effeminati, né sodomiti, né ladri, né
avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapitori
saranno eredi del regno di Dio</span>” (<span style="font-style: italic;">I Cor.</span> 6, 9/10);</big><br />
<big> 9 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Sappiatelo bene: nessun
fornicatore, nessun impudico, nessun avaro… partecipa al regno di
Cristo Dio</span>” (<span style="font-style: italic;">Ef</span>. 5, 7),</big><br />
<big> 10 - “<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Bisogna tener presente
che la Legge non è fatta per il giusto, bensì per i
cattivi e i ribelli, gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i
profanatori, i parricidi e i matricidi, gli omicidi, gli impudichi, i
sodomiti, i commercianti di uomini</span>…” (<span style="font-style: italic;">I Tim</span>. 1, 9/10).</big><br />
</div>
<big><br />
Se tanta è la volontà di cercare le ragioni, ecco
approntato il repertorio dal cui contenuto ne segue che, nei confronti
della sodomia e del peccato impuro:<br />
</big>
<div style="margin-left: 40px;">
<big>1 – <span style="font-weight: bold;">Dio condanna e non compatisce né
tanto meno, come intende papa Bergoglio, pone domande</span>;</big><br />
<big>2 – <span style="font-weight: bold;">La Parola di Dio
è indiscutibile e priva di retro pensieri</span>.</big><br />
</div>
<big><br />
Ed allora, se papa Francesco, come dice il cardinal Dolan, non si
dichiara a favore dell’empietà, non ha necessità di
cercare le ragioni che inducono taluni Stati a legittimare la sconcezza
della sodomia. Le ragioni delle nazioni corrotte sono le ragioni di
Satana, le ragioni di Dio sono Dio stesso. E ciò basti al
pontefice e al suo portavoce.<br />
Pertanto, alla luce di ciò che abbiamo letto, sarebbe opportuno
che entrambi rileggessero la Scrittura evitando di dispensare
moine e vezzi al mondo col mostrarsi, per una forma di <span style="font-style: italic;">captatio benevolentiae</span>, come
ansiosi di capirne le oscene problematiche. <br />
Dice il profeta: “<span style="font-style: italic;">Chi di noi
può restare presso un fuoco divoratore? Chi di noi può
restare presso un braciere continuo? Chi cammina santamente e parla di
giustizia… <span style="font-weight: bold;">chi si tura gli orecchi
per non sentire propositi di sangue e chiude gli occhi per non vedere
il male</span></span>” (<span style="font-style: italic;">Is</span>.
33, 14/16). <br />
Ecco la vera strategìa: evitare di indagare il male per
conoscerne le ragioni perché, presumendo di vincerlo attraverso
un duello, il rischio di esserne catturati è notevole. E questo
avviene quando l’uomo fa sicuro, pieno e totale affidamento sulla
propria capacità persuasiva e sul proprio bagaglio culturale.
Come ben dimostra il lacrimevole esempio di quel tale don Mario
Mazzoleni il quale, recatosi nel 1992 in India col santo e ardente
proposito di convertire, confidando esclusivamente sul bagaglio della
propria scienza teologica, quel satanista di Sai Baba, ne venne rapito
diventando un fervente discepolo (R. Grillo, <span style="font-style: italic;">Attenti al lupo</span> – Ed. Ares
2006 pag. 61), parimenti a quanto successo all’ex vescovo
Milingo. “<span style="font-style: italic;">Nisi Dominus aedificaverit
domum, in vanun laboraverunt qui aedificant eam</span>” (Ps. 126,
1). <br />
Satana, Santità, è scaltro, lusinghevole e sottile e, tra
l’altro, come testimonia Dante, è anche “<span style="font-style: italic;">loico</span>” (<span style="font-style: italic;">Inf</span>. XXVII, 123). <br />
<br />
Un’ultima chiosa: se, per il cardinal Dolan, mescolare coppie gay e
coppie naturali è “<span style="font-style: italic;">annacquare
il matrimonio sacramentale</span>”, ci sia permesso dubitare della sua
capacità di scegliere i termini adatti e consentanei
perché, in detta contingenza, più che annacquare
tràttasi di “<span style="font-style: italic;">avvelenare</span>”.
A meno che, siffatta distrazione terminologica non nasconda, sotto le
forme retoriche della litote, uno scopo che, per il momento non
si vuole indicare ma i cui segni indiziarii ce lo fanno
immaginare. Similmente al fil di fumo che ci testimonia l’esistenza di
un fuoco.<br />
</big>
Stefano Gavazzihttp://www.blogger.com/profile/08590679642853460824noreply@blogger.com0