giovedì 19 luglio 2012

DICHIARAZIONI INCROCIATE ovvero siamo alle comiche

Come sono solito fare ricevo dagli amici di UNAVOX e pubblicò in questa frenetica giornata di Luglio.
 
 

Non appena diffusa la Dichiarazione del Capitolo generale della Fraternità San Pio X, ecco che giunge tempestivo un Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede.
Siamo esterrefatti!

Il Capitolo Generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, concluso nei giorni scorsi, ha pubblicato una Dichiarazione a proposito della possibile normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede. Pur essendo stata resa pubblica, tale Dichiarazione rimane anzitutto un documento interno, per lo studio e la discussione fra i membri della Fraternità.
La Santa Sede ha preso atto di questa Dichiarazione, ma resta in attesa della annunciata Comunicazione ufficiale da parte della Fraternità Sacerdotale, per la continuazione del dialogo fra la Fraternità e la Commissione "Ecclesia Dei".

Cerchiamo di capire che cosa dice questo comunicato, tenuto conto che si tratta di un documento ufficiale, per di più relativo ad una questione che travaglia la Chiesa da ben quarant’anni..

Innanzi tutto si capisce che in Vaticano non hanno le idee chiare. La “normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede” è davvero una cosa singolare, come se si trattasse della normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra lo Stato di Israele e la Città del Vaticano. Senza contare il solito disprezzo per la lingua italiana con l’uso del “tra” al posto del corretto “fra”.

Esterrefatti, ci chiediamo: come fa il Vaticano a sapere che la Dichiarazione è solo un documento interno ad uso dei membri della Fraternità? Qualcuno gli ha detto così? Ha ricevuto precise assicurazioni in tal senso al momento della sua ricezione? Si tratta di una illazione vaticana? Si tratta di una speranza vaticana? O siamo di fronte al giuoco delle tre carte, dove non si capisce bene chi sia l’imbonitore e chi il compare?
Siamo esterrefatti!

Se veramente si trattasse di un documento interno, perché renderlo pubblico? C’è una sola spiegazione: esso servirebbe a calmare l’agitazione degli animi che si registra da qualche tempo nella Fraternità. Ma questo lo sanno i membri del Capitolo?
Ma se si trattasse di questo, e visto che il Vaticano ci tiene a sottolinearlo, ne deriva che quel documento non può essere preso sul serio. Soprattutto per quanto riguarda le reali intenzioni della Fraternità nei confronti delle proposte vaticane. E il Vaticano, che lo saprebbe, tiene a precisare proprio questo: non vale nulla in relazione a noi, ha solo un valore strumentale interno.
Ovviamente, se fosse così, sembrerebbe che nei rapporti col Vaticano, la Fraternità dica una cosa pubblicamente e un’altra privatamente, anche se, a onor del vero, questo non toglie nulla a quello che sta scritto nella Dichiarazione. D’altronde, questo Vaticano che si atterrebbe alle cose dette in camera caritatis dovrà comunque fare i conti con la “carta scritta” divulgata ai quattro venti. Tranne che la supponenza dei modernisti romani non giunga fino al punto di infischiarsene altamente di quello che pensano i fedeli. Cosa che poi non stupirebbe neanche un po’ dopo cinquant’anni di Concilio e di riforme conciliari.

Ma resta da capire, e forse non lo sapremo mai, se questa trovata del documento interno sia farina del sacco di Roma o sia il frutto di tutta una serie di strizzatine d’occhio tra i marpioni romani e i loro epigoni “econiani”.
Non vogliamo insinuare alcunché, ma la domanda resta: come fa il Vaticano a classificare con tanta certezza come “interno” un documento che più pubblico di così si muore?

Ovviamente, c’è un’altra spiegazione. Il documento non piace al Vaticano e quindi lo declassa, senza però avere il coraggio di dire che non gli piace. Ma questo non è più neanche un comportamento “diplomatico”, è semplicemente un comportamento furbo, e dal Vaticano ci si aspetterebbe un comportamento intellettualmente onesto.

Resta da capire a cosa miri un comunicato come questo, perché quando si dice che si aspetta una “comunicazione ufficiale” per la “continuazione del dialogo”, non si capisce di cosa si parli… tranne che il Vaticano non si aspetti un telegramma col giorno e l’ora in cui Mons. Fellay si recherà in Congregazione.
Ma sembrerebbe che il Vaticano si aspetti altro.
Se è così, come dice il comunicato, allora, ai fini della continuazione del dialogo, questa Dichiarazione non significa niente. La Fraternità avrebbe vissuto mesi di fibrillazione, avrebbe invitato i fedeli a pregare, avrebbe convocato il Capitolo generale, avrebbe affrontato una settimana di discussioni a porte chiuse… per niente.
Qui qualcuno ci prende in giro!

Ora, se questa Dichiarazione è la risposta della Fraternità all’ultima versione del famoso “preambolo dottrinale” proposto dal Vaticano e più volte rimaneggiato, e ancora misteriosamente segreto, cosa cincischia il Vaticano?
Questo comunicato vorrebbe significare che… sì, va be’, ma adesso sediamoci seriamente a parlare?
Non lo sappiamo, come non sappiamo che cosa veramente bolla in pentola. E dire che quello che bolle… alla fine siamo noi che ce lo dobbiamo pappare!
A questo punto, l’unica cosa seria che può accadere è che nel più breve tempo possibile la Fraternità metta a tacere le illazioni vaticane, smentendo le insinuazioni, se di questo si tratta, e dichiarando che questa Dichiarazione del Capitolo è l’ultima parola sul “preambolo dottrinale”: non la parola di Mons. Fellay, ma la parola dei vescovi, dei sacerdoti e dei fedeli della Fraternità.

Magari con la precisazione che la Fraternità non si presta al giuoco delle tre carte e, dopo questo comunicato vaticano, non è più disposta a dare credito ad una compagine romana che sembra più un accolita di furbetti, che un insieme di “sacre congregazioni”.








19 luglio 2012

Dichiarazione del Capitolo generale della FSSPX

Ricevo e pubblico dal sito UNAVOX


del 14 luglio 2012
pubblicata il 19 luglio 2012

su DICI


i neretti sono nostri



Presentazione di DICI

Come annunciato dal comunicato della Casa generalizia della Fraternità San Pio X, del 14 luglio 2012, i membri del Capitolo generale hanno inviato a Roma una dichiarazione comune. Essa è resa pubblica oggi.
Al momento dell'intervista apparsa su DICI il 16 luglio, Mons. Bernard Fellay indicava che questo documento era «l’occasione di precisare la nostra tabella di marcia insistendo sulla conservazione della nostra identità, solo mezzo efficace per aiutare la Chiesa a restaurare la Cristianità», e aggiungeva «Poiché il mutismo dottrinale non è la risposta a questa «apostasia silenziosa» che perfino Giovanni Paolo II constatava nel 2003».

Testo della Dichiarazione

Alla fine del Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, riuniti accanto alla tomba del suo venerato fondatore Mons. Marcel Lefebvre, e uniti al suo Superiore generale, noi partecipanti, Vescovi, superiori e anziani di questa Fraternità, teniamo a far salire al cielo le nostre più vive azioni di grazia per i quarantadue anni di protezione divina così meravigliosa sulla nostra opera, in mezzo ad una Chiesa in piena crisi e ad un mondo che si allontana di giorno in giorno da Dio e dalla sua legge.

Noi esprimiamo la nostra profonda gratitudine a tutti i membri di questa Fraternità, sacerdoti, frati, suore, terziari, alle comunità religiose amiche, come ai cari fedeli, per la loro dedizione quotidiana e le loro ferventi preghiere in occasione di questo Capitolo, che ha conosciuto un franco confronto e svolto un lavoro molto fruttuoso. Tutti i sacrifici, tutte le pene accettate con generosità hanno certamente contribuito a superare le difficoltà che la Fraternità ha incontrato in questi ultimi tempi. Noi abbiamo ritrovato la nostra profonda unione nella sua missione essenziale: conservare e difendere la fede cattolica, formare dei buoni sacerdoti e lavorare per la restaurazione della Cristianità.

Abbiamo definito ed approvato le necessarie condizioni per una eventuale regolarizzazione canonica. Si è stabilito che, in questo caso, sarà convocato prima un Capitolo straordinario deliberativo. Ma non dimentichiamo che la santificazione delle anime comincia sempre in noi stessi. Essa è opera di una fede vivificata ed operante attraverso la carità, secondo le parole di San Paolo: «Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità» (II Cor. XIII, 8), e anche: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, al fine… di renderla santa e immacolata» (Cfr. Ef. V, 25 ss.).

Il Capitolo ritiene che il primo dovere della Fraternità nel servizio che intende rendere alla Chiesa, sia quello di continuare a professare, con l’aiuto di Dio, la fede cattolica in tutta la sua purezza e integrità, con una determinazione proporzionata agli attacchi che questa stessa fede oggi non cessa di subire.

È per questo che ci sembra opportuno riaffermare la nostra fede nella Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza né possibilità di trovare i mezzi che conducono ad essa; nella sua costituzione monarchica, voluta da Nostro Signore, che fa sì che il potere supremo di governo su tutta la Chiesa appartenga solo al Papa, Vicario di Cristo sulla terra; nella regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’ordine naturale e soprannaturale, alla quale ogni uomo e ogni società devono sottomettersi.

Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa; essa trova la sua guida in questo Magistero ininterrotto che, con la sua azione di insegnamento, trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo.

Parimenti, la Fraternità trova la sua guida nella Tradizione costante della Chiesa, che trasmette e trasmetterà fino alla fine dei tempi l’insieme degli insegnamenti necessari al mantenimento della fede e alla salvezza, in attesa che sia reso possibile un dibattito aperto e serio mirante ad un ritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione.

Noi ci uniamo ai altri cristiani perseguitati nei diversi paesi del mondo, che soffrono per la fede cattolica, spesso fino al martirio. Il loro sangue versato in unione con la Vittima dei nostri altari è la prova del rinnovamento della Chiesa in capite et membris, secondo il vecchio adagio «sanguis martyrum semen christianorum».

«Infine, ci rivolgiamo alla Vergine Maria, anch’ella gelosa dei privilegi del suo Figlio divino, gelosa della sua gloria, del suo Regno sulla terra come in Cielo. Quante volte ella è intervenuta in difesa, anche armata, della Cristianità, contro i nemici del Regno di Nostro Signore! Noi la supplichiamo di intervenire oggi per scacciare i nemici interni che tentano di distruggere la Chiesa più radicalmente dei nemici esterni. Che ella si degni di conservare nell’integrità della fede, nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore di Pietro, tutti i membri della Fraternità San Pio X e tutti i sacerdoti e i fedeli che operano con le stesse intenzioni, affinché ella ci difenda e ci preservi tanto dallo scisma quanto dall’eresia.
«Che San Michele Arcangelo ci trasmetta il suo zelo per la gloria di Dio e la sua forza per combattere il demonio.
«Che San Pio X ci faccia partecipi della sua saggezza, della sua scienza e della sua santità per discernere, in questi tempi di confusione e di menzogna, il vero dal falso e il bene dal male.» (Mons. Marcel Lefebvre, Albano, 19 ottobre 1983).


Ecône, 14 luglio 2012

SANT’AGOSTINO STA CON LA FRATERNITA’


Quando ad Aprile si parlò per la FSSPX di ultimatum e sembrava già evidente che le cose fossero andate in questa maniera scrissi a Don Pierpaolo facendo appello ad uno dei miei insegnanti (Agostino) non che dottore della Chiesa Cattolica.

Molti di quelli di quelli che auspicano l’accordo, magari anche in buona fede, mancando di sano realismo, inconsapevoli che il virus del relativismo e dell’idealismo hegeliano è penetrato nel loro organismo, soprattutto se hanno fatto i miei stessi studi ed hanno la mia età, non riescono ad intravedere l’assoluta nocività di un contatto con questa gerarchia modernista.

L’analogia, che è il giusto metodo di conoscenza delle cose, anche nella fede, ci insegna che mai si sia visto un soggetto sano che abbia “attaccato la sanità” ad uno influenzato, piuttosto accade il contrario.

Questa analogia, da una parte presenta una similitudine, dall’altra anche una certa dissimilitudine, similitudine relativa, quanto al contagio, ma essenzialmente diversa quanto alla natura.

Certamente essa ci può aiutare a comprendere quanto sia più facile che la FSSPX si ammali di modernismo piuttosto che, in effetti, la gerarchia romana modernista si converta e così guarisca.

Il grande dottore della Chiesa, Agostino, così diceva:

Spesso la divina Provvidenza permette anche che, a causa di alcune rivolte troppo turbolente dei carnali, gli uomini buoni siano espulsi dalla comunità cristiana. Ora essi, se sopporteranno pazientemente l'ingiusto affronto per la pace della Chiesa, senza cercare di dar vita a qualche nuovo scisma o eresia, con ciò insegneranno a tutti con quanta autentica disponibilità e con quanta sincera carità si deve servire Dio. È loro intenzione infatti ritornare, una volta cessata la tempesta; oppure - se ciò non è loro concesso sia per il perdurare della tempesta sia per il timore che, con il loro ritorno, ne sorga una simile o più furiosa - non abbandonano la volontà di aiutare coloro che, con i loro fermenti e disordini, ne provocarono l'allontanamento, difendendo fino alla morte, senza ricorrere a segrete conventicole e mediante la loro testimonianza, quella fede che sanno proclamata dalla Chiesa cattolica. Il Padre, che vede nel segreto, nel segreto li premia. Questo caso sembra raro; gli esempi però non mancano, anzi sono più numerosi di quanto si possa credere. Così la divina Provvidenza si serve di ogni genere di uomini e di esempi per guarire le anime e formare spiritualmente il popolo.”(Sant'Agostino- De Vera Rel. 6.11)

E’ straordinario come Agostino dipinga questa situazione, egli infatti dice “cessata la Tempesta” e non “fatta cessare la tempesta”,infatti come spesso la Divina Provvidenza permette la tempesta, alla stessa maniera la Divina Provvidenza la farà cessare: in che modo?

Soltanto Dio lo sa, sebbene alcuni indizi li abbiamo.

Qui il Santo Dottore insegna come la cura ed il Medico sia soltanto di Dio e non dei buoni ,suoi strumenti.

Gli uomini buoni devono continuare ad aiutare e testimoniare senza però, è evidente, mischiarsi con i carnali, infatti sono espulsi, non scismatici come specifica il santo1, cosa che la FSSPX continua a fare e deve continuare a fare per testimoniare quella fede che sanno proclamata dalla Chiesa cattolica.

Certo Agostino per nulla avrebbe immaginato che i carnali si sarebbero trovati all’interno della gerarchia (2), sebbene il passo non lo escluda del tutto, ma certamente vi sono tante persone, in realtà tantissime, che vogliono allontanare i buoni, i quali non si accordano e non pensano “carnalmente” come loro.

Incredibile come il Santo d’Ippona dica: “per la pace della Chiesa”

Una pace, però, se si parla di turbolenti (la turbolenza dice infatti disordine), apparente, come quella che regna oggi nella Chiesa divisa tra sette ecclesiastiche che appartengono al corpo visibile solo perché il capo non li espelle con la condanna dei loro errori, infatti se la FSSPX “rientrasse” provocherebbe ulteriori disordini e tumulti da parte dei carnalissimi cultori del conciliabolo secondo e soprattutto dei super carnalissimi “cugini nella fede”, timorosi, forse, di riveder un giorno nuovamente loro affibbiato il titolo, meritato, di deicidi.3

Con l’augurio di Sant’Agostino prego la Divina Provvidenza, chesi serve di ogni genere di uomini (anche i carnali), affinchè l’esempio sia preservato e le anime dei turbolenti possano guarire, si possa formare spiritualmente il popolo ed illuminare tutti quelli che vogliono erroneamente che la FSSPX giunga a compromessi con la roma modernista contrariamente a quanto scritto da Sant’Agostino che, è evidente, sta con la Fraternità.





NOTE

1 Infatti dice “senza creare” dopo l’espulsione che non è un atto volontario ma subito.
2 Forse anche nella stessa FSSPX, staremo a vedere.
3 Chiaramente si intende come la Chiesa ha sempre insegnato in quanto causa efficiente e morale della morta di Cristo secondo la Dottrina di San Tommaso (ST p. III q 47)




sabato 14 luglio 2012

LE CANTONATE DI CANTONALE

E’ risaputo che l’odio acceca ed acceca soprattutto quelli che odiano i servitori di Cristo ma che in realtà odiano prima Cristo che quelli che l’amano.

Sul sito Cantuale Antonianum infatti l’odio dei modernisti per Cristo e quelli che lo seguono, in particolare la FSSPX, arriva a tal punto di non riuscire a vedere come si coprano di ridicolo e la stoltezza con cui fanno certe affermazioni.

Il sopra citato sito, in un’articolo riguardante la ridicola difesa di Don Bux (Sic!) dell’indifendibile Mons. Muller, insulta e deride la FSSPX e scrive (sottolineature nere mie, COMMENTO IN BLU):



Il prefetto per la DISGREGAZIONE della Fede Mon. Muller
Potete leggere qui le amene accuse di "eresia" sollevate dagli aderenti italiani alla Fraternità Sacerdotale S. Pio X, sui media: "Lefebvriani", contro nientepopodimeno che il neonominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Mons. Gerhard Ludwig Müller, emerito di Ratisbona. Accuse, in verità, scopiazzate dal comunicato (che c’entra? quelle cose Mons. Muller le ha scritte o no? Don Bux ha scopiazzato le scopiazzature perché non l’ha scritto?) dei loro confratelli del distretto di Germania (qui per chi legge il tedesco).



Cose da pazzi, o meglio, da veri e propri ricercatori dello scisma a tutti i costi. Che le resistenze interne alla FSSPX fossero enormi contro il progetto di unione con Roma lo si sapeva, ma che potessero arrivare ad attaccare in maniera così virulenta le scelte di Benedetto XVI per posti talmente delicati è inconcepibile. Come se il Papa tedesco non conoscesse gli scritti, (purtroppo le conosce e se non le contesta le approva) in tedesco, del vescovo tedesco che proprio lui nomina ad essere suo successore in un dicastero tanto delicato come la Congregazione "Suprema"! Ma dico: qui si continua ad accusare il Papa di sposare tesi eretiche e nessuno fa niente. Se i tradizionalisti lefebvriani non vogliono la comunione con Roma lo dicano, non c'è problema: tanto non credono mica a ciò che afferma il Concilio Vaticano II, e quindi anche a Lumen Gentium 14



Il santo Concilio si rivolge quindi prima di tutto ai fedeli cattolici. Esso, basandosi sulla sacra Scrittura e sulla tradizione, insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza... Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare.



Meno male che ai ragliamenti risponde oggi in brevi, ma chiare battute, quel signor teologo che non può essere definito "modernista" e nemmeno "inviso ai tradizionalisti", cioè mons. Nicola Bux. Leggiamo la sua intervista rilasciata a Vatican Insider, dove rispedisce con eleganza e competenza al mittente le accuse di eresia dirette a Müller:


Ora nel post precedente ho riportato l’articolo in cui brillantemente Salpan rende ridicola l’inconsistente risposta di Don Bux che, oltretutto, con le sue citazioni, condanna di fatto il suo superiore diretto nel punto riguardante L’Eucarestia.

Naturalmente il cieco Cantuale non ha letto, almeno non ancora ha commentato l’articolo di Salpan, come un suo sincero lettore nei commenti al suo post gli ha chiesto di fare.1

Nell’articolo di Don Bux, che accusa la FSSPX di estrapolare le frasi di Mons. Muller, egli estrapola le “estrapolazioni” come fa notare Salpan mentre Cantuale non lo nota: veramente ridicolo!

Ma veniamo a Cantuale.

Altrettanto ridicolo è riportare LG 14 per affermare che fuori la Chiesa non c’è salvezza, questo ci fa vedere che l’amministratore del sito, o blog che fosse, è un modernista visto che ci sono definizioni più precise e migliori di quella della controversa LG.

Ma il punto è che l’autore cita LG per far notare come la FSSPX sia scismatica (lo dice anche chiaramente prima) e che quindi sia fuori della Chiesa e quindi che aliena alla salvezza.

Tutto giusto, qui sta la cecità, se non fosse per il fatto, che il cieco, guidato da altri ciechi, non riesce a leggere la frase riportata dallo scritto di Don Bux, che cerca di salvare Mons. Muller, che così recita: «Il battesimo è il segno fondamentale che ci unisce sacramentalmente in Cristo, e che ci presenta come una Chiesa dinanzi al mondo. Perciò, noi come cattolici e cristiani evangelici siamo già uniti persino in ciò che chiamiamo la Chiesa visibile».
Ma io dico: se il battesimo incorpora gli evangelici a Cristo nella Chiesa visibile, incorporerà anche la FSSPX che comunque annovera tra le sue file persone tutte battezzate, quindi dov’è lo scisma, dove la separazione dalla Chiesa?



DE ORE TUO TE JUDICO SERVE NEQUAM! (LC 19,22)



Quindi ricapitoliamo:

1)      Se è vero ciò che dice Muller, affermazione per la quale lo si difende dall'accusa di eresia, deve necessariamente valere anche per la FSSPX , ma allora ciò che dice Cantuale è falso e quindi offende ed infama la FSSPX, che è “già unita nella Chiesa visibile”2, commettendo un grave peccato.



2)      Se è vero l’assunto iniziale di LG 14 ciò che dice Muller è falso e quindi è un eretico, la FSSPX ha ragione e Cantuale è eretico perché essendo contro chi si oppone all’errore afferma la proposizione iniziale


3)      Non datur


Il lettore che usa la retta ragione3 e ama Cristo e la sua Sposa leggendo le parole di Mons. Muller comprende senza l’aiuto di nessuno il loro significato, sa dov’è la Verità e sa dove va mentre l’odio per Cristo e chi lo ama segue l’iniquità, anche lui sa dove va ma in questo caso non gli servirà raggirare il principio di non contraddizione.


NOTE:

1 Il Post di tale tizio è del 6 Luglio, il commentatore ha chiesto di commentare l’articolo di Salpan il 10 Luglio oggi è il 13 ma niente da fare forse gli occorrono un po’ di giorni per sconfessare l’articolo di Salpan come gli servono anche un po’ di giorni per pubblicare i 2 commenti che (13/07/12) HO LASCIATO SUL BLOG!

2 Purtroppo il cieco non si accorge nemmeno che TUTTO cio’ nega la validita’ del nulla salus extra ecclesiam!



3 Anche il blog Chiesa e post concilio, ad esempio, ha osservato la non orotdossia delle affermazioni del card. muller, ma si potra’ facilmente trovare altri blog che hanno rilevato l’indifendibilita’ di muller. Qui

giovedì 12 luglio 2012

LA RIDICOLA DIFESA DI DON BUX

Riporto integralmente la brillante risposta del sito Salpan.org all' inconsistente e ridicola difesa di Don Bux (ormai allineato alla linea di partito) del suo superiore Card. Muller contro la FSSPX.

Risposta a Don Nicola Bux
di S. P.
La Fraternità San Pio X sul suo sito ha espresso le sue legittime e motivate riserve sulle nuove nomine fatte da Papa Benedetto XVI per alcuni importanti Dicasteri vaticani, in particolare su Mons. Müller (prefetto alla Congregazione per la Dottrina della Fede) e su Mons. Roche (Segretario della Congregazione per il Culto Divino e Disciplina dei Sacramenti). Don Nicola Bux si è sentito in dovere di confutare (non riuscendovi affatto) quanto detto dalla Fraternità, accusandola di estrapolazione.
A nostra volta, noi confutiamo quanto detto da Don Bux.

La nostra non vuole essere l'apologia della Fraternità Sacerdotale San Pio X (che sa difendersi da sola), ma semplicemente la risposta di un Tradizionalista che si sente offeso e preso in giro da chi con paroloni e discorsi contorti, infarciti da citazioni poco chiare e fuori posto, fa la parte del novello Don Abbondio che col suo latinorum vuole mettere nel sacco il povero Renzo di turno.

Per essere chiari e completi su fondo celestino riportiamo integralmente quanto scritto da Don Bux, su fondo verdino quanto scritto dalla Fraternità SSPX e su fondo giallo quanto scritto da noi.

La difesa che don Bux fa di Müller, invero parrebbe interessata: don Nicola Bux è consultore della Congregazione per la dottrina della fede, e Müller è il nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Ma si tratta di pura coincidenza, della quale non intendiamo servirci.

Ad majorem Dei gloriam per Mariam Semper Virginem!

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione



Vatican Insider 6--07-2012
Tradizionalisti all'attacco di mÜller
Don Nicola Bux analizza le contestazioni rivolte al nuovo Prefetto: «Se si estrapola dal contesto, è facile condannare chiunque
di Andrea Tornielli



La nomina del vescovo di Ratisbona Gerhard Müller a nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede è stata preceduta e seguita dalla diffusione – prima attraverso anonime email e quindi in articoli sul web, compreso nel sito italiano della Fraternità San Pio X – di piccole estrapolazioni dai suoi scritti che riporterebbero posizioni discutibili in materia di fede. Le cose stanno davvero così? Vatican Insider ha intervistato su questo il teologo Nicola Bux, consultore della Congregazione per la dottrina della fede.

A sinistra, il domenicano Gustavo Gutiérrez Merino, caposcuola della nota “teologia della liberazione", professore alla Pontificia Università del Perù, a colloquio col suo degno compare Müller, scomposto nell'abito. Di sacro mostrano ben poco... Chi sa di quale eresia discutono? Dio ce ne scampi e liberi!

Il Papa ha appena nominato Gerhard Ludwig Müller come Prefetto della Congregazione per la Fede. Come riportato dalle stesse testate giornalistiche, il Vescovo di Ratisbona, 64 anni, originario di Mainz, è un esponente delle cosiddette forze progressiste contro le quali -secondo il cattolico comune- il Papa lotterebbe.
Don Bux, invece di disquisire sulle estrapolazioni (il che equivale a dare del bugiardo), avrebbe fatto meglio a contestarte le singole dichiarazioni della FSSPX.
Vediamo la prima e gli chiediamo: Müller è o non è esponente delle cosiddette forze progressiste? Se non lo è, perché Don Bux non ce lo dice? Se lo è, ci spieghi come può il Papa lottare contro il progressismo (ovvero come può combatterlo veramente) se mette a capo del dicastero più importante della Chiesa un esponente progressista.

Ma una nomina così importante che segue quella fatta qualche giorno fa al Vescovo inglese Roche come nuovo "Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti" (tristemente noto per la sua avversione alla diffusione della Messa Tradizionale tramite il "Motu Proprio Summorum Pontificum"), dimostra come nelle Sue nomine, Benedetto XVI abbia messo in posti di governo chiave, personaggi totalmente avversi a Tradizione.
Anche su queste due asserzioni Don Bux preferisce sorvolare, nonostante siano asserzioni gravi e pesanti. Dirà qualcosina solo alla fine. Come mai? Forse perché contra factum non est argumentum?
Mons. Roche è o non è ferocemente avverso a un Decreto del Papa, al Summorum Pontificum?
E se lo è, come se lo spiega Don Bux? Con la fiducia nell’operato del Papa? Ma questa non sarebbe, e non è, una spiegazione! Avremmo potuto capire se avesse detto «il Papa, suo malgrado, è stato costretto…». Ma in tal caso Don Bux invece di difendere l’indifendibile avrebbe dovuto preoccuparsi di come correre in aiuto del Papa “costretto”…

Nello specifico, il Vescovo Müller, ha professato le seguenti eresie
Contro la Vergintà di Maria Santissima.
Nel suo libro "Dogmatica cattolica: studio e pratica della teologia", Müller nega il dogma della verginità di Maria. Per lui la verginità non ha a che fare con le "caratteristiche fisiologiche nel processo naturale della nascita di Gesù (come la non-apertura della cervice, l’incolumità dell’imene o l’assenza di doglie), ma con l’influsso salvifico e redentore della grazia di Cristo per la natura umana."
Don Bux accusa la FSSPX di estrapolazione, ma non fa niente per dimostrarla. La sua è un’accusa ingiustificata. Il minimo che avrebbe dovuto fare è dimostrare l’estrapolazione, invece che fa? Ricorre al Catechismo della Chiesa Cattolica, il che non è una dimostrazione. La FSSPX invece appare più che corretta: cita la fonte e riporta virgolettate le parole che dimostrano l’eresia di Müller.
Vediamo insieme cosa scrive Müller.
Per capire l’espressione contorta,
che finge di ammettere ciò che nega, procediamo evidenziando l’espressione principale.
Per lui la verginità non ha a che fare con le "caratteristiche fisiologiche nel processo naturale della nascita di Gesù” e, tra parentesi, chiarisce cosa intende per processo naturale della nascita “(la non-apertura della cervice, l’incolumità dell’imene o l’assenza di doglie)”. Osserviamo subito che è proprio questo che la gente comune, la Chiesa e i Padri della Chiesa, intendono per verginità: “la non-apertura della cervice, l’incolumità dell’imene o l’assenza di doglie”. E quando si parla della Verginità della Madonna è proprio a questo che ci si riferisce, altrimenti non si capirebbe perché nel Catechismo di San Pio X si dice: «
Sì, è di fede che Maria Santissima fu sempre vergine, prima, durante e dopo il parto» [v. Catechismo di San Pio X, 3ª ediz Salpan, 2010, art.223, pag 55]. Che senso avrebbe parlare di prima, di durante e di dopo, se non ci si riferisce alle “caratteristiche fisiologiche nel processo naturale della nascita di Gesù”? Ce lo spieghino Müller e il suo difensore Bux.
Dire, come fa Müller, che la verginità ha a che fare “con l’influsso salvifico e redentore della grazia di Cristo per la natura Umana”, non annulla la chiara ed esplicita negazione precedentenon ha a che fare con le "caratteristiche fisiologiche…”»),
ma aggiunge alla negazione una semplice correlazioneha a che fare con l’influsso salvifico…») e quindi l’eretica negazione del dogma resta!

Nel suo libro di dogmatica, Müller scrive che la dottrina sulla verginità di Maria «non riguarda tanto specifiche proprietà fisiologiche del processo naturale della nascita…».
«Il Catechismo della Chiesa Cattolica precisa che l’aspetto corporeo della verginità è tutta nel fatto che Gesù sia stato concepito senza seme umano, ma per opera dello Spirito Santo. Essa è un’opera divina che supera ogni comprensione e possibilità umana. La Chiesa confessa la verginità reale e perpetua di Maria ma non si addentra in particolari fisici; né pare che i concili e i padri abbiano detto diversamente.
Non vale a cambiare le carte in tavola il ricorrere al CCC (Catechismo della Chiesa Cattolica): Primo perché il CCC non può giustificare le eresie del Müller; secondo perché il CCC non è altro che il CVII espresso sotto forma di catechismo; terzo perché un catechismo che dovesse contraddire la Tradizione e il dogma cattolico non fa testo ed è da condannare e rigettare.
Ma cosa dice il CCC? Don Bux, come si vede qui a fianco, riporta un virgolettato nel quale
non si capisce bene cosa appartiene al CCC e cosa a don Bux.
Don Bux, perché non è chiaro?
Ma Grazie a Dio, anche noi abbiamo il CCC e siamo andati a vedere cosa veramente esso dice. Così a pag. 139, all’art.499 troviamo scritto: «L’approfondimento della fede nella maternità verginale ha condotto la Chiesa a confessare la verginità reale e perpetua di Maria anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo. Infatti la nascita di Cristo «non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l’ha consacrata». La Liturgia della Chiesa celebra Maria come la “Aeiparthenos”, “sempre Vergine”».
Come ben si vede neppure il CCC giustifica l’eresia del Müller, ed è falso quel che dice don Bux circa i particolari fisici, infatti
il CCC parla di verginità reale (non spirituale o fantasiosa o di relazione) e perpetua (prima, durante e dopo il parto), e con forza aggiunge “anche nel parto”.
Però l’uomo della strada che legge quanto scritto da don Bux è portato a credere che La FSSPX abbia imbrogliato estrapolando e che Müller, poverino (accusato ingiustamente), dice quello che insegna il CCC:
niente di più falso, e noi lo abbiamo dimostrato.
Ma osserviamo ancora il virgolettato di Don Bux: veramente il bue dice cornuto all’asino: don Bux accusa la FSSPX di estrapolazione, ed è proprio lui che la pratica, come si vede bene nella predetta citazione. Infatti, stando a don Bux, parrebbe che il CCC dica: la verginità della Madonna, nel suo aspetto corporeo, sta nel fatto che non si è unita corporalmente ad un uomo, che ha concepito senza coito umano, ma per opera dello Spirito Santo: per don Bux (ma pare che falsamente lo attribuisca al CCC) la verginità corporea della Madonna è tutta nella mancanza di un rapporto fisico, quindi per lui (come per Müller) quanto è seguito al concepimento, e in particolare il parto, è avvenuto tutto naturalmente (con rottura d’imene ecc. ecc.), anche perché, dice don Bux (ma continuando ad attribuirlo al CCC) la Chiesa e i Padri non si addentrano in particolari fisici. Certo è tipico dei modernisti usare le parole non per il loro proprio significato, ma secondo il senso che loro fa comodo. Ora, da che mondo è mondo, quando si parla di verginità s’intende una verginità fisica, e la Chiesa e i Padri non hanno bisogno di scendere in particolari (peraltro impudichi) per indicare quella verginità. Certo oggi si prova quasi gusto a scendere in certi particolari… è diventato un parlare comune, ma prima, fino a non molto tempo fa, si usava ben altro linguaggio e al Manzoni bastava dire “La sventurata rispose” per farci capire quel che accadde tra la monaca di Monza e un certo Egidio.
Poi don Bux dovrebbe spiegarci come mai la Chiesa confessa la verginità reale [
che significa reale?] e perpetua di Maria: se è perpetua dovrebbe significare “sempre”, anche dopo il concepimento, anche durante il parto e dopo il parto! Altrimenti perché la chiesa userebbe il termine “perpetua”? o l’avrebbe buttato lì per abbellimento della frase?
Tutto questo stando a quanto scritto da don Bux, ma andiamo a vedere cosa esattamente dice il CCC, senza nulla estrapolare, come appunto fa don Bux.
A pag. 138 il CCC, all’art. 496 recita: «Fin dalle prime formulazioni della fede, la Chiesa ha confessato che Gesù è stato concepito nel seno della Vergine Maria per la sola potenza dello Spirito Santo, ed ha affermato anche [grassetto nostro] l’aspetto corporeo di tale avvenimento: Gesù è stato concepito “senza seme, per opera dello Spirito Santo”. […]
All’
art. 497 continua: «I racconti evangelici considerano la concezione verginale un’opera divina che supera ogni comprensione e ogni possibilità umana […]».
All’
art. 498, citando Sant’Ignazio di Antiochia, dice: «Il principe di questo mondo ha ignorato la verginità di Maria e il suo parto, come pure la morte del Signore: tre Misteri sublimi che si compirono nel silenzio di Dio».
All’art.
499 (che ripetiamo per comodità del lettore) conclude: «L’approfondimento della fede nella maternità verginale ha condotto la Chiesa a confessare la verginità reale e perpetua di Maria anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo [sottolineatura e grassetto nostri]. Infatti la nascita di Cristo "non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l’ha consacrata". La Liturgia della Chiesa celebra Maria come la “Aeiparthenos”, “sempre Vergine”».
Quindi
  • quell’anche dell’art. 138 esclude che si possa dire “la verginità è tutta nel fatto...";
  • è il principe di questo mondo che vuole ignorare la verginità di Maria, e chi la nega (o la minimizza riducendola ad un mancato coito umano) è un servo del principe di questo mondo;
  • che mistero mai sarebbe il parto (art.498) se dovesse trattarsi di un comunissimo parto umano, come appunto vogliono Müller e Bux?
  • È chiaro il discorso del CCC: la Madonna fu vergine quando concepì e tale rimase sempre: la sua è una verginità reale e perpetua, anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo, e di conseguenza anche dopo il parto, anche perché non avrebbe avuto senso per Dio mantenerla vergine nel parto se successivamente avrebbe dovuto perdere la verginità generando altri figli.

Mons. Gehrad Ludwig Müller:
il lupo vestito d'agnello

Mons. Gehrad Ludwig Müller:
nell'abito che più gli si addice.

«In questa linea, mi sembra, vada inteso quanto ha scritto Müller, il quale non sostiene una “dottrina” che neghi il dogma della perpetua verginità di Maria, ma mette in guardia da un certo, per dir così, “cafarnaismo”, cioè quella maniera di ragionare “secondo la carne” e non “secondo lo spirito”, già emersa a Cafarnao tra i giudei al termine del discorso di Gesù sul pane della vita».»
Per chiamare le cose con il proprio nome diciamo subito che Müller non sostiene una “dottrina”, ma una “eresia” e che il cafarnaismo c’entra come il cavolo a merenda.
Quindi per Don Bux dire che la Madonna è sempre Vergine (prima, durante e dopo il parto) sarebbe un ragionare “secondo la carne”? e dire che invece lo fu solo nel concepimento sarebbe “secondo lo spirito”?

Contro il dogma della transustanziazione
Nel suo libro "La Messa, fonte della vita cristiana", egli scrive: "Corpo e sangue di Cristo nonsignificano le parti fisiche dell’uomo Gesù durante la sua vita o nel suo corpo glorificato[...] Corpo e sangue significano qui piuttosto una presenza di Cristo nel segno mediato dal pane e del vino".

Nel 2002 Müller, nel libro «Die Messe - Quelle des christlichen Lebens», parlando del sacramento eucaristico scrive che «il corpo e il sangue di Cristo non indicano componenti materiali della persona umana di Gesù nel corso della sua vita o della sua corporeità trasfigurata. Qui, corpo e sangue significano la presenza di Cristo nei segni del medium costituito da pane e vino».
Anche qui non si vede la lamentata estrapolazione, si vede invece una sottolineatura per rendere più comprensibile il contorto e per niente lineare discorso del Müller, anzi c’è da osservare che la FSSPX riporta (vedere nel prossimo riquadro verdino) le parole di Müller più di quanto non faccia Don Bux.
Se Corpo e Sangue di Cristo non significano le parti fisiche dell’uomo Gesù o de suo corpo glorificato, cosa mai significano? Insomma se nell’ostia e nel vino c’è il corpo e il sangue di Gesù, che corpo è quello che sia privato della sua “fisicità”? il corpo, anche se spiritualizzato, ha un suo aspetto, una sua fisicità. Ma ovviamente questa fisicità è “velata” dalla apparenza del pane e del vino: è una fisicità che non si vede, ma che c’è, ed è vera e reale: l’ostia e il vino
sono vero corpo di Cristo!
Parlare invece di presenza nel segno mediato del pane e del vino mi sa tanto di protestantesimo: Cristo è presente nel pane, ma non è il pane (da questa asserzione si passa alla successiva: Cristo è presente spiritualmente nel pane, ma quel pane non è Cristo). Mentre secondo la fede cattolica quel pane e quel vino sono Cristo, perché sembrano pane e vino, ma sono corpo e sangue di Cristo ovvero sono Cristo. Del pane è rimasta l’apparenza, ma la sostanza è cambiata ed è diventata Corpo di Cristo, e corpo con tutta la sua fisicità (con la testa, gli occhi, la bocca, il cuore, le braccia, le gambe….), e una fisicità viva, quindi quel corpo ha un’anima, è vivo, è il corpo del Dio Gesù. Infatti il Catechismo di San Pio X insegna che l’Eucarestia contiene realmente il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del nostro Signore Gesù Cristo.

Müller in questo modo spiega la transustanziazione: "L’essenza del pane e del vino deve essere definita in un senso antropologico. Il carattere naturale di questi doni [pane e vino] come frutti della terra e del lavoro umano, come prodotti naturali e culturali, consiste nella designazione del cibo e del ristoro delle persone e della comunità umana nel segno del pasto comune [...]. L’essere naturale del pane e del vino è trasformato da Dio nel senso che questo essere ora dimostra e realizza la comunione salvifica."
Se poi passiamo alla spiegazione di Müller sulla transustanziazione, questi diventa davvero indifendibile, tanto che lo stesso Don Bux sorvola sulle sue affermazioni.
Siamo ai soliti paroloni: «L’essenza del pane e del vino deve essere definita in un senso antropologico»: che significa? Questa mania dell’umano! L’antropologia! L’umanolatria modernista!
«Il carattere naturale di questi doni [pane e vino] […] consiste nella designazione del cibo e del ristoro delle persone e della comunità umana nel segno del pasto comune. Come dire pane e vino = cibo, ovunque s’intende questo, per tutti pane e vino significano cibo. E qui potremmo essere d’accordo, se non fosse per quel “
questi”: questi doni, pane e vino, che diventeranno Corpo, Sangue, Anima e Divinità del nostro Signore Gesù Cristo non sono cibo nel senso comune del termine, di certo non come possono intenderlo i musulmani, gli ebrei, i pagani, gl’infedeli… Quindi la generalizzazione andrebbe evitata.
Ma attenzione: Müller prima ha detto “il carattere naturale del pane e del vino consiste nella designazione del cibo" [pane/vino = cibo]; ora conclude “questo essere dimostra e realizza la comunione salvifica”, non ci sono dubi che qui comunione sta per comunità umana: quindi tutti salvi, perché tutti facciamo parte della comunità umana. Ovviamente, stando a questa eresia modernista, propria della chiesa conciliare, nostro Signore Iddio Gesù Cristo si è sbagliato quando ha detto che il suo Sangue sarebbe stato sparso per molti!!! avrebbe dovuto dire per tutti!!! E quel tale che diceva “Qui fecit te sine te, non salvabit te sine te” era certo un arretrato che non aveva letto Müller, altrimenti avrebbe saputo che l’Eucarestia per la sua essenza naturale realizza la comunione salvifica e che quindi lui si sarebbe salvato anche sine te.
Ah, dimenticavo, sarebbe bene cancellare dalla Bibbia quella frase di S. Paolo: «Chi mangia e beve indegnamente [il Corpo del Signore], mangia e beve la propria condanna » (1Cor 11, 29).

«Proprio a Cafarnao i termini usati da Gesù, carne e sangue, furono fraintesi in modo antropomorfico e il Signore dovette ribadire il loro senso spirituale che non vuol dire che la sua presenza sia meno reale, vera e sostanziale. Si veda in proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica. Sant’Ambrogio dice che non si tratta dell’elemento formato dalla natura, ma della sostanza prodotta dalla formula di consacrazione: la stessa natura viene trasformata, perciò corpo e sangue sono l’essere di Gesù. Il concilio Tridentino dice che nell’eucaristia è presente “sostanzialmente”
nostro Signore, vero Dio e vero uomo. È presente sacramentalmente con la sua sostanza, un modo di essere misterioso, ammissibile per fede e possibile da parte di Dio.
San Tommaso aveva detto che il modo della “sostanza” e non quello della “quantità”, caratterizza la presenza di
Cristo nel sacramento dell’eucaristia. Il pane e il vino in quanto specie o apparenze, mediano il nostro accesso alla
“sostanza”, cosa che accade soprattutto nella comunione. Comunque il concilio Tridentino non vede contraddizione
tra il modo naturale della presenza di Cristo in cielo e quello sacramentale di essere in molti altri luoghi. Tutto ciò è
stato ribadito da Paolo VI nella sua purtroppo dimenticata enciclica Mysterium Fidei. Non bastano i sensi ma ci vuole
la fede. È mistero della fede».
Ancora con il suo cafarnaismo Don Bux. Ma le cose stanno un po’ diversamente. All’esclamazione meravigliata dei Giudei i quali si immaginavano un cibo da antropofagi (“come mai costui può darci da mangiare la sua carne?”), Gesù replica non attenuando affatto la sua precedente affermazione, ma anzi rincarandola e precisandola sempre più: «54 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico: Se non mangerete la carne del Figliuol dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete la vita in voi. 55 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 56 Perchè la mia carne è veramente cibo ed il mio sangue è veramente bevanda. 57 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me ed io in lui. 58 Come il Padre, che vive, ha inviato me, ed io vivo per il Padre, così chi mangia me, vivrà per me. 59 Questo è il pane disceso dal cielo; non come i vostri padri, che mangiarono la manna e morirono: chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6, 54-59). E tanto dice pur sapendo di scandalizzare, infatti disse loro: «62 Questo vi scandalizza? 63 E quando vedrete il Figliuol dell'uomo ritornarsene colà dov'era prima? 64 È lo spirito che vigila; la carne non serve a nulla. Le parole che vi rivolgo sono spirito e vita» (Gv6, 62-64).Col versetto 64 Gesù non intende affatto ridurre a “senso spirituale” la realtà del Sacramento eucaristico che avrebbe istituito (presenza sì, ma spirituale; vera sì, ma in spirito; si tratta di una realtà vera e sostanziale, ma spirituale), infatti ha appena ribadito che la sua carne è veramente cibo e il suo sangue veramente bevanda: egli rincara ulteriormente la dose e dice che non si tratta di carne morta, perché la carne morta non serve a nulla, infatti è lo spirito che rende vigile (che anima) la carne e le parole che vi rivolgo (cioè tutto quello che vi ho appena detto) sono parole di spirito e di vita, quello che vi sto dicendo (Le parole che vi rivolgo) è che la carne che vi darò da mangiare sarà carne viva che dà la vita.
Don Bux poi cita (seguendo il CCC) S. Ambrogio e il Concilio di Trento: siamo perfettamente d’accordo, ma quello che dicono S. Ambrogio e il Concilio di Trento non ha niente a che vedere con quanto detto da Müller. Stesso discorso vale per la citazione di S. Tommaso.
Perché allora la citazione? Per confondere le idee al prossimo? Ma quelle citazioni non giustificano Müller, anzi lo condannano, e non accusano la FSSPX.

I protestanti come parte della Chiesa
Durante un discorso in onore del vescovo luterano Johannes Friedrich, l’11 ottobre 2011, Müller ha affermato: "Il Battesimo è il carattere fondamentale che ci unisce sacramentalmente in Cristo davanti al mondo in una sola Chiesa visibile. Noi come cristiani, cattolici e protestanti, siamo dunque già uniti in ciò che chiamiamo la Chiesa visibile. In un senso stretto esistono dunque non tante Chiese, cioè, una accanto all’altra, ma esistono divisioni e spaccature all’interno di un unico popolo e di un’unica casa di Dio."

Müller sulle orme... e sull'esempio di Giovanni Paolo II...
Un casto e... piacevole abbraccio nel segno della cioia.
Monsignore, stringa, stringa pure! Allegro! Ci mostri la conciliare chiesa del sorriso e dell'amore, ma che sia amore vero! senza quelle antiquate e orripilanti preoccupazioni medievali di purezza... di castità... Si diverta, Monsignore!

Sul protestantesimo e l’unicità salvifica di Gesù, Müller nell’ottobre 2011 ha dichiarato: «Il battesimo è il segno fondamentale che ci unisce sacramentalmente in Cristo, e che ci presenta come una Chiesa dinanzi al mondo. Perciò, noi come cattolici e cristiani evangelici siamo già uniti persino in ciò che chiamiamo la Chiesa visibile».
Anche per questo capo di accusa don Bux riporta le parole di Müller in misura minore di quanto scrive la FSSPX nonostante la lamentata estrapolazione, sicché siamo costretti a ripetere: dov’è la estrapolazione? Chi fa estrapolazione?
Cominciamo col dire che l’eretico battezzato è sì cristiano, ma non è unito a Cristo: il sacramento del Battesimo ci fa cristiani, ma non tutti i cristiani sono uniti a Cristo: c’è chi se ne separa col peccato (chi commette peccato, si allontana da Dio, e chi si allontana non è unito), chi con l’apostasia, chi con l’eresia… La Chiesa poi non è Guantanamo, dal quale nessuno possa allontanarsi liberamente, non è un carcere, ma «la società dei veri cristiani, cioè dei battezzati che professano la Fede e la Dottrina di Gesù Cristo, partecipano ai suoi Sacramenti e ubbidiscono ai Pastori stabiliti da Lui»
(Catechismo cit., art 37, pag.22). Quindi chi non professa la Fede e la Dottrina di Gesù, chi non partecipa ai suoi Sacramenti, chi non ubbidisce ai Pastori (e in primis al Papa), anche se battezzato, non fa parte della Chiesa di Cristo. Ergo è un’eresia ammettere che cattolici e protestanti, sol perché entrambi battezzati e entrambi cristiani, facciano entrambi parte dell’unica Chiesa di Cristo.
Data la premessa errata, anche la conseguenza è sbagliata (“In un senso stretto esistono dunque non tante Chiese…”), infatti, secondo quanto abbiamo detto, esiste una sola Chiesa di Cristo, le altre si chiamano “
sette”, e dato che il popolo di Dio è quello che fa parte dell’unica sua Chiesa, non esistono divisioni e spaccature al suo interno, perché chi si se ne separa non fa parte del popolo di Dio, detto in altri termini i protestanti non fanno parte del popolo di Dio, gli scismatici (i separati per antonomasia) non fanno parte del popolo di Dio, altrimenti non avrebbe senso la verità “extra Ecclesiam nulla salus” (Bonifacio VIII, Unam Sanctam) né il detto Ubi Petrus ibi Ecclesia.
Un’ultima riflessione: la Chiesa si divide in Trionfante (anime già salve, in Paradiso), Purgante (anime già salve, ma in Purgatorio) e Militante (quella dei viventi o Chiesa “visibile”, cioè dei cattolici uniti al Papa). Le anime dell’inferno non fanno parte della Chiesa. Mentre le teorie moderniste del tutti-popolo-di-Dio porta a quella del tutti-salvi, buoni e cattivi: una palese ingiustizia notata persino dall’ateo Voltaire che diceva: Dio non esiste, ma se esiste, deve essere necessariamente giusto e quindi deve esserci un Paradiso e un inferno. Solo i modernisti ammettono un Dio dimezzato (solo misericordioso e mai giusto) e negano l’inferno (o almeno lo vogliono vuoto)!

«Sant’Agostino ha difeso contro i donatisti, la verità che il battesimo è un vincolo indistruttibile, che non abolisce la fraternità tra i cristiani, anche quando sono scismatici o eretici.
Sant'Agostino ha ragione: grazie al battesimo, gli scismatici sono nostri fratelli, ma separati! gli ereci sono nostri fratelli, ma separati! Eretici, protestanti e scismatici non sono uniti a noi e a Cristo, ma separati da noi e da Cristo! Rimangono cristiani, rimangono nostri fratelli, ma separati! È così difficile capirlo?

Purtroppo oggi nella Chiesa si teme il dibattito, ma si procede per tesi e ostracismi di chi la pensa diversamente. Mi riferisco alla teologia, certo, che può essere opinabile.


La Chiesa non può temere il dibattito, ma al dibattito deve essere preferita la predicazione. Se poi per dibattito s'intende il moderno "dialogo", esso va assolutamente rifiutato, quando per dialogo s'intende mettere sullo stesso piano la verità e l'errore. Non a caso Gesù disse "Andate e predicate", non disse "Andate e dialogate".
"Ammaestrate tutte le genti [...] insegnando loro" (Mt 28, 19-20); "Predicate l'Evangelo ad ogni creatura" (Mr 16, 15).
Il dialogo modernista non è conteplato.

Tuttavia anche lo sviluppo dottrinale trae giovamento dal dibattito: chi più ha argomenti, convince.
Lo sviluppo dottrinale trae giovamento dal dibattito, se questo avviene tra credenti: dibattere coi miscredenti può essere pericoloso e rischioso per la fede.

Nelle accuse a monsignor Müller si estrapola dal contesto: così è facile condannare chiunque.
Don Bux non ha dimostrato l'estrapolazione e la comoda accusa gli si ritorce contro: è facile condannare chiunque, accusandolo di estrapolazione.

Un vero cattolico deve fidarsi dell’autorità del Papa, sempre. In particolare, credo che Benedetto XVI sappia quel che fa. E vorrei rinnovare alla Fraternità Sacerdotale San Pio X proprio l’invito a fidarsi del Papa».
Un vero cattolico deve fidarsi del Papa fino a che egli rimane fedele alla Tradizione, quando parla ex Cathedra, ma quando il suo dire e il suo agire è contrario alla Tradizione e alla verittà rivelata, non solo non deve seguirlo, ma lo deve combattere: questo insegna l'infallibile Concilio Vaticano I.

È stato detto che il nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede non sarebbe stato finora molto favorevole al Motu proprio Summorum Pontificum…
«Io sono certo che comprenda le ragioni che hanno indotto il Papa a promulgarlo e che opererà secondo lo spirito e la lettera del Motu proprio.
Ma la comprensione delle ragioni che hanno indotto... senza l'ubbidienza è cosa vana. La FSSPX ha mosso un'accusa ben precisa contro Roche, che risponde Don Bux? Ci dice di essere certo che Roche "opererà [futuro] secondo lo spirito e la lettera del Motu proprio"! Tutto qua! E allora fidiamoci della parola di Don Bux. Chi ci assicura che Roche ubbidirà al Papa? Don Bux!

Quanto alle estrapolazioni di cui abbiamo parlato, le cose scritte da monsignor Müller appartengono alla sua stagione di teologo e un teologo non produce dottrina, almeno immediatamente. Da vescovo deve invece difendere e diffondere la dottrina non sua, ma della Chiesa e credo che l’abbia fatto. Da Prefetto continuerà a farlo, sotto la guida del Papa».
Grazie Don Bux, finalmente un momento di sincerità, di ammissione! Dice don Bux: Müller quando ha sbagliato era un teologo (come se per i teologi fosse lecito sbagliare!), ma ora è Vescovo e difenderà e diffonderà la dottrina della Chiesa (come se l'Ordine assicurasse la santità e la retta dottrina!): questa sarebbe brutta e grave presunzione!
Se Müller avesse fatto almeno una p'ubblica ammenda dei suoi errori e rinnegato certi suoi scritti, avremmo potuto aprire il cuore alla sperzanza, ma così non è stato, e rimane lo scandalo!

martedì 10 luglio 2012

FESTEGGIATE, FESTEGGIATE PURE IL VOSTRO CONCILIABOLO

Di sicuro ci sarà chi ha questi "ministri" farà la festa, poi passerà loro all'infinito la voglia di festeggiare e gioire.

I frutti del Vaticano II in Brasile
 
Rio de Janeiro La pubblicazione dei risultati del censimento del 2010 rivela lo stato del Cattolicesimo nel più grande paese cattolico al mondo. Non c’è da rallegrarsi.
La scheda qui sotto è basata sulle schede 36 e 37 del rapporto pubblicato alcuni giorni fa per il Censo Demográfico del 2010 in Brasile fatto dall’ Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística.
Secondo questo rapporto, I cattolici erano il 99,7% della popolazione nel 1872. Nel 1970, la percentuale era calata al 91,8%. Questo declino graduale nell’arco di un secolo si è accelerato dopo il Concilio Vaticano II e l’introduzione della nuova Messa. Ecco le percentuali dei cattolici tra la popolazione totale del Brasile: 89% nel 1980, 83% nel 1991, 73,6% nel 2000 e 64,6% nel 2010.
I protestanti “evangelici” sono quelli che hanno guadagnato di più crescendo da 6,6% nel 1980 al 9% nel 1991, al 15,4% nel 2000, e al 22,2% nel 2010 – con un tasso di crescita che aumenta ogni dieci anni.
Lo Stato con la percentuale di cattolici più piccola è Rio de Janeiro dove solo il 48,5% è cattolico.
Il censimento del 2010 conferma ufficialmente ciò che i sondaggi prevedevano già nel 2007 cioè che i cattolici sarebbero calati al 64% della popolazione del Brasile nel 2010.
Se questa tendenza continua, il Brasile non sarà più un paese a maggioranza cattolica tra il 2020 e il 2025.
Scheda Brasile






















Fonte: Rorate Caeli

lunedì 2 luglio 2012

Les jeux sont faits. Non ci sono più parole...


Les jeux sont faits. Non ci sono più parole...





Riporto questo post apparso sul blog Chiesa e post concilio su cui farò un breve e benevolo commento, come Carità Cristiana vuole, sperando di non essere insultato anche sul mio spazio o censurato come avviene quando, raramente in realtà, proprio per questi motivi, intervengo sul blog appena citato.(QUI)



È appena apparsa la notizia della nomina del nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che prenderà il posto del dimissionario cardinale statunitense William Levada, deciso a tornare negli Usa. La scelta di Benedetto XVI è caduta sul vescovo di Ratisbona Gerhard Ludwig Müller, 64 anni, teologo ben conosciuto dal Papa nonché curatore dell’Opera Omnia di Ratzinger.

Stando al semplice dato di fatto così come lo espone Tornielli e come di fatto è, c'è poco di che stare allegri:

«...Infine, non va dimenticato il dossier dei lefebvriani. La Pontificia commissione Ecclesia Dei è stata portata sotto l’egida dell’ex Sant’Uffizio ed è presieduta dal Prefetto. La scorsa settimana il Papa ha nominato un vice-presidente della commissione, l’arcivescovo domenicano statunitense Augustin Di Noia, trasferendolo dalla Congregazione del culto divino. Müller avrà comunque un ruolo di primo piano in questa fase complicata e difficile, finita in stallo dopo la consegna al superiore lefebvriano Bernard Fellay dell’ultima versione del preambolo dottrinale discussa dai cardinali dell’ex Sant’Uffizio e approvata dal Papa».

A questo punto, amici miei, vista anche la nomina del nuovo Segretario della Congregazione per il Culto Divino nella persona di Arthur Roche, distintosi per l'ostilità manifestata nei confronti del Motu Proprio Summorum Pontificum e dopo aver letto una intervista a Mons. Di Noia al National Catholic Register, che mi rifiuto di pubblicare perché piena anch'essa di ambiguità, circiterismi, e conciliarismi di ogni tipo, ritengo che, se non interviene un elemento nuovo ed inimmaginabile, dovremo dar ragione a coloro che non ritengono probabile la regolarizzazione canonica della Fraternità, che c'erano fondati motivi per considerare imminente.

Non si tratta di aver ragione o torto si tratta di mantenere la Fede, la commistione con questa gerarchia, il rispetto umano, ma anche la stessa forza della FSSPX, come saggiamente scrive Jhon Vennari, le si sarebbe ritorta contro facendola cedere, come del resto è accaduto per mezzo di contatti contagiosi coi modernisti.

Il modernismo è un’agente cancerogeno e l’esposizione prolungata porta a malattie che si manifestano solo dopo lunga esposizione,  per eliminare l’effetto è necessario eliminare la causa a volte però i danni, dovuti alla prolungata esposizione, possono essere irreversibili.

Nel caso di specie la FSSPX è l’esposto non la medicina, perché per curare i malati di modernismo, salvo siano irrimediabilmente compromessi, è necessario eliminare la causa stessa della veicolazione del modernismo e dello stato attuale della Chiesa che è il Concilio Vaticano II (causa formale).

Questo la FSSPX non può farlo ma deve fare ciò che ci ha insegnato Gesù e lo Spirito Santo nel Vangelo: Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio.

Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; 2Giovanni 10



Ebbene, questi cambiamenti di fronte non promettono nulla di buono e stanno a significare due cose: o la priorità di riconciliazione attribuita al papa non è così prioritaria come alcuni sostengono,



Beh mi sembra chiaro, P. Durand stesso era stato chiaro, il Santo Padre nella Chiesa mondialista, ecumenica e sincretica di Assisi e del NWO caldeggiato nella sua enciclica vuole  tutti allo stesso modo ma non nella Fede cattolica, è necessario far entrare nel calderone ecumenico i “settari fondamentalisti” (che per esempio credono ai dogmi mariani, alla transustanziazione e che Cristo è presente fisicamente circoscritto nella particola e non come onnipresenza ecc.) e poi operare fino a che i risultati siano questi:
Io stesso ho visto, negli anni dopo il 1988, come mediante il ritorno di comunità (esposizione all’agente eziologico) prima separate da Roma sia cambiato il loro clima interno (effetto reversibile o meno); come il ritorno nella grande ed ampia Chiesa comune (non è necessario commentare questa  definizione di chiesa) abbia fatto superare posizioni unilaterali e sciolto irrigidimenti così che poi ne sono emerse forze positive per l’insieme”.
( Il 10 marzo 2009, scrivendo ai vescovi del mondo)


Qui, dunque, ha operato la Divina Provvidenza salvaguardando il piccolo resto della FSSPX perché l’accordo, con la FSSPX sia ben chiaro, non si farà! (con altri chissà?)

Eliminando la causa si elimina l’effetto!

oppure la situazione della Chiesa è talmente degenerata che ormai le forze progressiste non schiodano e inchiodano la Tradizione.



Capisco la speranza, ma la rassegnazione alla volontà di Dio è una delle priorità per il Cattolico e la sofferenza per coloro che salvaguarderanno la Fede, ma anche per quelli che non credono, è inevitabile, altrimenti non si conoscono le Scritture.

Non sono queste nomine a far comprendere che la tradizione verrà inchiodata, il Santo Padre, che rimane il papa della Chiesa Cattolica, non ha cambiato mai la sua “linea di partito” è ancora un uomo del Concilio, un elemento di punta del concilio.

Tutti lo sanno ma nessuno vuole ammetterlo e si fa finta di crederlo un “restauratore”, un amante della tradizione.

Ma il fatto è evidente e contro il fatto non regge  nessun argomento.

Capisco anche l’intenzione benevola, ma cosa c’è in comune tra un cattolico e l’attuale gerarchia ecclesiastica, per esempio capeggiata dal Card Muller.

Ma questo in realtà viene loro permesso.

Ma per forza cari fratelli, vengono dalla stessa estrazione teologica, quella basata sulla filosofia Hegeliana, Kantiana, di Usserl e Schleiermacher, cosa vogliamo aspettarci?

Non ci è dato conoscere se in base ai perversi meccanismi, che in qualche modo trapelano, oppure in base ad una inesorabile deriva riformista a tutti i costi, senza concessioni di nessun genere.



Se questo dovesse davvero essere l'incipit di un'amara conclusione, la Fraternità non vedrà la propria regolarizzazione canonica,

Ma per Grazia Divina, la fede verrà trasmessa ancora intatta, con sofferenza e bisognerà che i fedeli, che seguono la Tradizione, si preparino ad essere tacciati di scismatici, eretici, ribelli, fondamentalisti, pericolosi, sedevacantisti e sedeprivazionisti (già succede anche sul blog in questione persino da alcuni  don).

Certo questo non accadrà ai NC , ai focolarini, ai rinnovati, ai Tornielli ed i Rodari di turno o a quelle realtà pseudo-tradizionaliste, tendenti a scomparire, che hanno accettato il compromesso ed hanno cambiato il loro “clima interno”, come rilevato dal Card. Ratzinger, il quale non si opporrà mai abbastanza a questi fanatici settari (vedasi l’art. di Jhon Vennari) che credono nell’Una Santa Chiesa Cattolica Apostolica e Romana che è laChiesa di Cristo , non sussiste, che non è la grande ed ampia Chiesa comune.

 ma tutta la Tradizione riceverà un nuovo scacco e sarà sempre più silenziata e disprezzata ed emarginata. Questa è del resto la nostra quotidiana esperienza, oggi....

Dove sarebbe allora l’abominio della desolazione?

Dove sarebbe l’apostasia dichiarata da Giovanni Paolo II?

Dove quella profetizzata in La Salette e a Fatima?
A noi la battaglia, a Dio la gloria!

Quale dono più grande poter soffrire per Colui che ha sofferto per noi, imitarlo in quella Croce che è terrore e scandalo per coloro che l’odiano anche all’interno della Santa sede?

Chi vuol abbracciare la Fede l’ha a portata di mano, come dissi tanto tempo fa.

Non c’è bisogno di una regolarizzazione cattolica della FSSPX, la Chiesa Cattolica è sparsa in tutto il mondo e la FSSPX è Chiesa Cattolica.

La messa è lontana?

Non importa, si faranno più chilometri (anche 180), ma cosa c’è di più importante del Santo Sacrificio di Nostro Signore e se proprio si è impossibilitati, come accade a tanti, si santifichi la Festa come prescrive Dio, come facevano Sant’Ermenegildo o il Santo Curato d’Ars, il Signore certamente farà la sua parte nell’assisterci e non ci abbandonerà.
Ma non deponiamo la Speranza - quella Cristiana, quella umana essendo difficilmente invocabile - e attendiamo gli sivluppi che probabilmente non tarderanno.

Ne sono certo!
                                                                                                          Stefano Gavazzi