giovedì 12 luglio 2012

LA RIDICOLA DIFESA DI DON BUX

Riporto integralmente la brillante risposta del sito Salpan.org all' inconsistente e ridicola difesa di Don Bux (ormai allineato alla linea di partito) del suo superiore Card. Muller contro la FSSPX.

Risposta a Don Nicola Bux
di S. P.
La Fraternità San Pio X sul suo sito ha espresso le sue legittime e motivate riserve sulle nuove nomine fatte da Papa Benedetto XVI per alcuni importanti Dicasteri vaticani, in particolare su Mons. Müller (prefetto alla Congregazione per la Dottrina della Fede) e su Mons. Roche (Segretario della Congregazione per il Culto Divino e Disciplina dei Sacramenti). Don Nicola Bux si è sentito in dovere di confutare (non riuscendovi affatto) quanto detto dalla Fraternità, accusandola di estrapolazione.
A nostra volta, noi confutiamo quanto detto da Don Bux.

La nostra non vuole essere l'apologia della Fraternità Sacerdotale San Pio X (che sa difendersi da sola), ma semplicemente la risposta di un Tradizionalista che si sente offeso e preso in giro da chi con paroloni e discorsi contorti, infarciti da citazioni poco chiare e fuori posto, fa la parte del novello Don Abbondio che col suo latinorum vuole mettere nel sacco il povero Renzo di turno.

Per essere chiari e completi su fondo celestino riportiamo integralmente quanto scritto da Don Bux, su fondo verdino quanto scritto dalla Fraternità SSPX e su fondo giallo quanto scritto da noi.

La difesa che don Bux fa di Müller, invero parrebbe interessata: don Nicola Bux è consultore della Congregazione per la dottrina della fede, e Müller è il nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Ma si tratta di pura coincidenza, della quale non intendiamo servirci.

Ad majorem Dei gloriam per Mariam Semper Virginem!

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione



Vatican Insider 6--07-2012
Tradizionalisti all'attacco di mÜller
Don Nicola Bux analizza le contestazioni rivolte al nuovo Prefetto: «Se si estrapola dal contesto, è facile condannare chiunque
di Andrea Tornielli



La nomina del vescovo di Ratisbona Gerhard Müller a nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede è stata preceduta e seguita dalla diffusione – prima attraverso anonime email e quindi in articoli sul web, compreso nel sito italiano della Fraternità San Pio X – di piccole estrapolazioni dai suoi scritti che riporterebbero posizioni discutibili in materia di fede. Le cose stanno davvero così? Vatican Insider ha intervistato su questo il teologo Nicola Bux, consultore della Congregazione per la dottrina della fede.

A sinistra, il domenicano Gustavo Gutiérrez Merino, caposcuola della nota “teologia della liberazione", professore alla Pontificia Università del Perù, a colloquio col suo degno compare Müller, scomposto nell'abito. Di sacro mostrano ben poco... Chi sa di quale eresia discutono? Dio ce ne scampi e liberi!

Il Papa ha appena nominato Gerhard Ludwig Müller come Prefetto della Congregazione per la Fede. Come riportato dalle stesse testate giornalistiche, il Vescovo di Ratisbona, 64 anni, originario di Mainz, è un esponente delle cosiddette forze progressiste contro le quali -secondo il cattolico comune- il Papa lotterebbe.
Don Bux, invece di disquisire sulle estrapolazioni (il che equivale a dare del bugiardo), avrebbe fatto meglio a contestarte le singole dichiarazioni della FSSPX.
Vediamo la prima e gli chiediamo: Müller è o non è esponente delle cosiddette forze progressiste? Se non lo è, perché Don Bux non ce lo dice? Se lo è, ci spieghi come può il Papa lottare contro il progressismo (ovvero come può combatterlo veramente) se mette a capo del dicastero più importante della Chiesa un esponente progressista.

Ma una nomina così importante che segue quella fatta qualche giorno fa al Vescovo inglese Roche come nuovo "Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti" (tristemente noto per la sua avversione alla diffusione della Messa Tradizionale tramite il "Motu Proprio Summorum Pontificum"), dimostra come nelle Sue nomine, Benedetto XVI abbia messo in posti di governo chiave, personaggi totalmente avversi a Tradizione.
Anche su queste due asserzioni Don Bux preferisce sorvolare, nonostante siano asserzioni gravi e pesanti. Dirà qualcosina solo alla fine. Come mai? Forse perché contra factum non est argumentum?
Mons. Roche è o non è ferocemente avverso a un Decreto del Papa, al Summorum Pontificum?
E se lo è, come se lo spiega Don Bux? Con la fiducia nell’operato del Papa? Ma questa non sarebbe, e non è, una spiegazione! Avremmo potuto capire se avesse detto «il Papa, suo malgrado, è stato costretto…». Ma in tal caso Don Bux invece di difendere l’indifendibile avrebbe dovuto preoccuparsi di come correre in aiuto del Papa “costretto”…

Nello specifico, il Vescovo Müller, ha professato le seguenti eresie
Contro la Vergintà di Maria Santissima.
Nel suo libro "Dogmatica cattolica: studio e pratica della teologia", Müller nega il dogma della verginità di Maria. Per lui la verginità non ha a che fare con le "caratteristiche fisiologiche nel processo naturale della nascita di Gesù (come la non-apertura della cervice, l’incolumità dell’imene o l’assenza di doglie), ma con l’influsso salvifico e redentore della grazia di Cristo per la natura umana."
Don Bux accusa la FSSPX di estrapolazione, ma non fa niente per dimostrarla. La sua è un’accusa ingiustificata. Il minimo che avrebbe dovuto fare è dimostrare l’estrapolazione, invece che fa? Ricorre al Catechismo della Chiesa Cattolica, il che non è una dimostrazione. La FSSPX invece appare più che corretta: cita la fonte e riporta virgolettate le parole che dimostrano l’eresia di Müller.
Vediamo insieme cosa scrive Müller.
Per capire l’espressione contorta,
che finge di ammettere ciò che nega, procediamo evidenziando l’espressione principale.
Per lui la verginità non ha a che fare con le "caratteristiche fisiologiche nel processo naturale della nascita di Gesù” e, tra parentesi, chiarisce cosa intende per processo naturale della nascita “(la non-apertura della cervice, l’incolumità dell’imene o l’assenza di doglie)”. Osserviamo subito che è proprio questo che la gente comune, la Chiesa e i Padri della Chiesa, intendono per verginità: “la non-apertura della cervice, l’incolumità dell’imene o l’assenza di doglie”. E quando si parla della Verginità della Madonna è proprio a questo che ci si riferisce, altrimenti non si capirebbe perché nel Catechismo di San Pio X si dice: «
Sì, è di fede che Maria Santissima fu sempre vergine, prima, durante e dopo il parto» [v. Catechismo di San Pio X, 3ª ediz Salpan, 2010, art.223, pag 55]. Che senso avrebbe parlare di prima, di durante e di dopo, se non ci si riferisce alle “caratteristiche fisiologiche nel processo naturale della nascita di Gesù”? Ce lo spieghino Müller e il suo difensore Bux.
Dire, come fa Müller, che la verginità ha a che fare “con l’influsso salvifico e redentore della grazia di Cristo per la natura Umana”, non annulla la chiara ed esplicita negazione precedentenon ha a che fare con le "caratteristiche fisiologiche…”»),
ma aggiunge alla negazione una semplice correlazioneha a che fare con l’influsso salvifico…») e quindi l’eretica negazione del dogma resta!

Nel suo libro di dogmatica, Müller scrive che la dottrina sulla verginità di Maria «non riguarda tanto specifiche proprietà fisiologiche del processo naturale della nascita…».
«Il Catechismo della Chiesa Cattolica precisa che l’aspetto corporeo della verginità è tutta nel fatto che Gesù sia stato concepito senza seme umano, ma per opera dello Spirito Santo. Essa è un’opera divina che supera ogni comprensione e possibilità umana. La Chiesa confessa la verginità reale e perpetua di Maria ma non si addentra in particolari fisici; né pare che i concili e i padri abbiano detto diversamente.
Non vale a cambiare le carte in tavola il ricorrere al CCC (Catechismo della Chiesa Cattolica): Primo perché il CCC non può giustificare le eresie del Müller; secondo perché il CCC non è altro che il CVII espresso sotto forma di catechismo; terzo perché un catechismo che dovesse contraddire la Tradizione e il dogma cattolico non fa testo ed è da condannare e rigettare.
Ma cosa dice il CCC? Don Bux, come si vede qui a fianco, riporta un virgolettato nel quale
non si capisce bene cosa appartiene al CCC e cosa a don Bux.
Don Bux, perché non è chiaro?
Ma Grazie a Dio, anche noi abbiamo il CCC e siamo andati a vedere cosa veramente esso dice. Così a pag. 139, all’art.499 troviamo scritto: «L’approfondimento della fede nella maternità verginale ha condotto la Chiesa a confessare la verginità reale e perpetua di Maria anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo. Infatti la nascita di Cristo «non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l’ha consacrata». La Liturgia della Chiesa celebra Maria come la “Aeiparthenos”, “sempre Vergine”».
Come ben si vede neppure il CCC giustifica l’eresia del Müller, ed è falso quel che dice don Bux circa i particolari fisici, infatti
il CCC parla di verginità reale (non spirituale o fantasiosa o di relazione) e perpetua (prima, durante e dopo il parto), e con forza aggiunge “anche nel parto”.
Però l’uomo della strada che legge quanto scritto da don Bux è portato a credere che La FSSPX abbia imbrogliato estrapolando e che Müller, poverino (accusato ingiustamente), dice quello che insegna il CCC:
niente di più falso, e noi lo abbiamo dimostrato.
Ma osserviamo ancora il virgolettato di Don Bux: veramente il bue dice cornuto all’asino: don Bux accusa la FSSPX di estrapolazione, ed è proprio lui che la pratica, come si vede bene nella predetta citazione. Infatti, stando a don Bux, parrebbe che il CCC dica: la verginità della Madonna, nel suo aspetto corporeo, sta nel fatto che non si è unita corporalmente ad un uomo, che ha concepito senza coito umano, ma per opera dello Spirito Santo: per don Bux (ma pare che falsamente lo attribuisca al CCC) la verginità corporea della Madonna è tutta nella mancanza di un rapporto fisico, quindi per lui (come per Müller) quanto è seguito al concepimento, e in particolare il parto, è avvenuto tutto naturalmente (con rottura d’imene ecc. ecc.), anche perché, dice don Bux (ma continuando ad attribuirlo al CCC) la Chiesa e i Padri non si addentrano in particolari fisici. Certo è tipico dei modernisti usare le parole non per il loro proprio significato, ma secondo il senso che loro fa comodo. Ora, da che mondo è mondo, quando si parla di verginità s’intende una verginità fisica, e la Chiesa e i Padri non hanno bisogno di scendere in particolari (peraltro impudichi) per indicare quella verginità. Certo oggi si prova quasi gusto a scendere in certi particolari… è diventato un parlare comune, ma prima, fino a non molto tempo fa, si usava ben altro linguaggio e al Manzoni bastava dire “La sventurata rispose” per farci capire quel che accadde tra la monaca di Monza e un certo Egidio.
Poi don Bux dovrebbe spiegarci come mai la Chiesa confessa la verginità reale [
che significa reale?] e perpetua di Maria: se è perpetua dovrebbe significare “sempre”, anche dopo il concepimento, anche durante il parto e dopo il parto! Altrimenti perché la chiesa userebbe il termine “perpetua”? o l’avrebbe buttato lì per abbellimento della frase?
Tutto questo stando a quanto scritto da don Bux, ma andiamo a vedere cosa esattamente dice il CCC, senza nulla estrapolare, come appunto fa don Bux.
A pag. 138 il CCC, all’art. 496 recita: «Fin dalle prime formulazioni della fede, la Chiesa ha confessato che Gesù è stato concepito nel seno della Vergine Maria per la sola potenza dello Spirito Santo, ed ha affermato anche [grassetto nostro] l’aspetto corporeo di tale avvenimento: Gesù è stato concepito “senza seme, per opera dello Spirito Santo”. […]
All’
art. 497 continua: «I racconti evangelici considerano la concezione verginale un’opera divina che supera ogni comprensione e ogni possibilità umana […]».
All’
art. 498, citando Sant’Ignazio di Antiochia, dice: «Il principe di questo mondo ha ignorato la verginità di Maria e il suo parto, come pure la morte del Signore: tre Misteri sublimi che si compirono nel silenzio di Dio».
All’art.
499 (che ripetiamo per comodità del lettore) conclude: «L’approfondimento della fede nella maternità verginale ha condotto la Chiesa a confessare la verginità reale e perpetua di Maria anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo [sottolineatura e grassetto nostri]. Infatti la nascita di Cristo "non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l’ha consacrata". La Liturgia della Chiesa celebra Maria come la “Aeiparthenos”, “sempre Vergine”».
Quindi
  • quell’anche dell’art. 138 esclude che si possa dire “la verginità è tutta nel fatto...";
  • è il principe di questo mondo che vuole ignorare la verginità di Maria, e chi la nega (o la minimizza riducendola ad un mancato coito umano) è un servo del principe di questo mondo;
  • che mistero mai sarebbe il parto (art.498) se dovesse trattarsi di un comunissimo parto umano, come appunto vogliono Müller e Bux?
  • È chiaro il discorso del CCC: la Madonna fu vergine quando concepì e tale rimase sempre: la sua è una verginità reale e perpetua, anche nel parto del Figlio di Dio fatto uomo, e di conseguenza anche dopo il parto, anche perché non avrebbe avuto senso per Dio mantenerla vergine nel parto se successivamente avrebbe dovuto perdere la verginità generando altri figli.

Mons. Gehrad Ludwig Müller:
il lupo vestito d'agnello

Mons. Gehrad Ludwig Müller:
nell'abito che più gli si addice.

«In questa linea, mi sembra, vada inteso quanto ha scritto Müller, il quale non sostiene una “dottrina” che neghi il dogma della perpetua verginità di Maria, ma mette in guardia da un certo, per dir così, “cafarnaismo”, cioè quella maniera di ragionare “secondo la carne” e non “secondo lo spirito”, già emersa a Cafarnao tra i giudei al termine del discorso di Gesù sul pane della vita».»
Per chiamare le cose con il proprio nome diciamo subito che Müller non sostiene una “dottrina”, ma una “eresia” e che il cafarnaismo c’entra come il cavolo a merenda.
Quindi per Don Bux dire che la Madonna è sempre Vergine (prima, durante e dopo il parto) sarebbe un ragionare “secondo la carne”? e dire che invece lo fu solo nel concepimento sarebbe “secondo lo spirito”?

Contro il dogma della transustanziazione
Nel suo libro "La Messa, fonte della vita cristiana", egli scrive: "Corpo e sangue di Cristo nonsignificano le parti fisiche dell’uomo Gesù durante la sua vita o nel suo corpo glorificato[...] Corpo e sangue significano qui piuttosto una presenza di Cristo nel segno mediato dal pane e del vino".

Nel 2002 Müller, nel libro «Die Messe - Quelle des christlichen Lebens», parlando del sacramento eucaristico scrive che «il corpo e il sangue di Cristo non indicano componenti materiali della persona umana di Gesù nel corso della sua vita o della sua corporeità trasfigurata. Qui, corpo e sangue significano la presenza di Cristo nei segni del medium costituito da pane e vino».
Anche qui non si vede la lamentata estrapolazione, si vede invece una sottolineatura per rendere più comprensibile il contorto e per niente lineare discorso del Müller, anzi c’è da osservare che la FSSPX riporta (vedere nel prossimo riquadro verdino) le parole di Müller più di quanto non faccia Don Bux.
Se Corpo e Sangue di Cristo non significano le parti fisiche dell’uomo Gesù o de suo corpo glorificato, cosa mai significano? Insomma se nell’ostia e nel vino c’è il corpo e il sangue di Gesù, che corpo è quello che sia privato della sua “fisicità”? il corpo, anche se spiritualizzato, ha un suo aspetto, una sua fisicità. Ma ovviamente questa fisicità è “velata” dalla apparenza del pane e del vino: è una fisicità che non si vede, ma che c’è, ed è vera e reale: l’ostia e il vino
sono vero corpo di Cristo!
Parlare invece di presenza nel segno mediato del pane e del vino mi sa tanto di protestantesimo: Cristo è presente nel pane, ma non è il pane (da questa asserzione si passa alla successiva: Cristo è presente spiritualmente nel pane, ma quel pane non è Cristo). Mentre secondo la fede cattolica quel pane e quel vino sono Cristo, perché sembrano pane e vino, ma sono corpo e sangue di Cristo ovvero sono Cristo. Del pane è rimasta l’apparenza, ma la sostanza è cambiata ed è diventata Corpo di Cristo, e corpo con tutta la sua fisicità (con la testa, gli occhi, la bocca, il cuore, le braccia, le gambe….), e una fisicità viva, quindi quel corpo ha un’anima, è vivo, è il corpo del Dio Gesù. Infatti il Catechismo di San Pio X insegna che l’Eucarestia contiene realmente il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del nostro Signore Gesù Cristo.

Müller in questo modo spiega la transustanziazione: "L’essenza del pane e del vino deve essere definita in un senso antropologico. Il carattere naturale di questi doni [pane e vino] come frutti della terra e del lavoro umano, come prodotti naturali e culturali, consiste nella designazione del cibo e del ristoro delle persone e della comunità umana nel segno del pasto comune [...]. L’essere naturale del pane e del vino è trasformato da Dio nel senso che questo essere ora dimostra e realizza la comunione salvifica."
Se poi passiamo alla spiegazione di Müller sulla transustanziazione, questi diventa davvero indifendibile, tanto che lo stesso Don Bux sorvola sulle sue affermazioni.
Siamo ai soliti paroloni: «L’essenza del pane e del vino deve essere definita in un senso antropologico»: che significa? Questa mania dell’umano! L’antropologia! L’umanolatria modernista!
«Il carattere naturale di questi doni [pane e vino] […] consiste nella designazione del cibo e del ristoro delle persone e della comunità umana nel segno del pasto comune. Come dire pane e vino = cibo, ovunque s’intende questo, per tutti pane e vino significano cibo. E qui potremmo essere d’accordo, se non fosse per quel “
questi”: questi doni, pane e vino, che diventeranno Corpo, Sangue, Anima e Divinità del nostro Signore Gesù Cristo non sono cibo nel senso comune del termine, di certo non come possono intenderlo i musulmani, gli ebrei, i pagani, gl’infedeli… Quindi la generalizzazione andrebbe evitata.
Ma attenzione: Müller prima ha detto “il carattere naturale del pane e del vino consiste nella designazione del cibo" [pane/vino = cibo]; ora conclude “questo essere dimostra e realizza la comunione salvifica”, non ci sono dubi che qui comunione sta per comunità umana: quindi tutti salvi, perché tutti facciamo parte della comunità umana. Ovviamente, stando a questa eresia modernista, propria della chiesa conciliare, nostro Signore Iddio Gesù Cristo si è sbagliato quando ha detto che il suo Sangue sarebbe stato sparso per molti!!! avrebbe dovuto dire per tutti!!! E quel tale che diceva “Qui fecit te sine te, non salvabit te sine te” era certo un arretrato che non aveva letto Müller, altrimenti avrebbe saputo che l’Eucarestia per la sua essenza naturale realizza la comunione salvifica e che quindi lui si sarebbe salvato anche sine te.
Ah, dimenticavo, sarebbe bene cancellare dalla Bibbia quella frase di S. Paolo: «Chi mangia e beve indegnamente [il Corpo del Signore], mangia e beve la propria condanna » (1Cor 11, 29).

«Proprio a Cafarnao i termini usati da Gesù, carne e sangue, furono fraintesi in modo antropomorfico e il Signore dovette ribadire il loro senso spirituale che non vuol dire che la sua presenza sia meno reale, vera e sostanziale. Si veda in proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica. Sant’Ambrogio dice che non si tratta dell’elemento formato dalla natura, ma della sostanza prodotta dalla formula di consacrazione: la stessa natura viene trasformata, perciò corpo e sangue sono l’essere di Gesù. Il concilio Tridentino dice che nell’eucaristia è presente “sostanzialmente”
nostro Signore, vero Dio e vero uomo. È presente sacramentalmente con la sua sostanza, un modo di essere misterioso, ammissibile per fede e possibile da parte di Dio.
San Tommaso aveva detto che il modo della “sostanza” e non quello della “quantità”, caratterizza la presenza di
Cristo nel sacramento dell’eucaristia. Il pane e il vino in quanto specie o apparenze, mediano il nostro accesso alla
“sostanza”, cosa che accade soprattutto nella comunione. Comunque il concilio Tridentino non vede contraddizione
tra il modo naturale della presenza di Cristo in cielo e quello sacramentale di essere in molti altri luoghi. Tutto ciò è
stato ribadito da Paolo VI nella sua purtroppo dimenticata enciclica Mysterium Fidei. Non bastano i sensi ma ci vuole
la fede. È mistero della fede».
Ancora con il suo cafarnaismo Don Bux. Ma le cose stanno un po’ diversamente. All’esclamazione meravigliata dei Giudei i quali si immaginavano un cibo da antropofagi (“come mai costui può darci da mangiare la sua carne?”), Gesù replica non attenuando affatto la sua precedente affermazione, ma anzi rincarandola e precisandola sempre più: «54 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico: Se non mangerete la carne del Figliuol dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete la vita in voi. 55 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 56 Perchè la mia carne è veramente cibo ed il mio sangue è veramente bevanda. 57 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me ed io in lui. 58 Come il Padre, che vive, ha inviato me, ed io vivo per il Padre, così chi mangia me, vivrà per me. 59 Questo è il pane disceso dal cielo; non come i vostri padri, che mangiarono la manna e morirono: chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6, 54-59). E tanto dice pur sapendo di scandalizzare, infatti disse loro: «62 Questo vi scandalizza? 63 E quando vedrete il Figliuol dell'uomo ritornarsene colà dov'era prima? 64 È lo spirito che vigila; la carne non serve a nulla. Le parole che vi rivolgo sono spirito e vita» (Gv6, 62-64).Col versetto 64 Gesù non intende affatto ridurre a “senso spirituale” la realtà del Sacramento eucaristico che avrebbe istituito (presenza sì, ma spirituale; vera sì, ma in spirito; si tratta di una realtà vera e sostanziale, ma spirituale), infatti ha appena ribadito che la sua carne è veramente cibo e il suo sangue veramente bevanda: egli rincara ulteriormente la dose e dice che non si tratta di carne morta, perché la carne morta non serve a nulla, infatti è lo spirito che rende vigile (che anima) la carne e le parole che vi rivolgo (cioè tutto quello che vi ho appena detto) sono parole di spirito e di vita, quello che vi sto dicendo (Le parole che vi rivolgo) è che la carne che vi darò da mangiare sarà carne viva che dà la vita.
Don Bux poi cita (seguendo il CCC) S. Ambrogio e il Concilio di Trento: siamo perfettamente d’accordo, ma quello che dicono S. Ambrogio e il Concilio di Trento non ha niente a che vedere con quanto detto da Müller. Stesso discorso vale per la citazione di S. Tommaso.
Perché allora la citazione? Per confondere le idee al prossimo? Ma quelle citazioni non giustificano Müller, anzi lo condannano, e non accusano la FSSPX.

I protestanti come parte della Chiesa
Durante un discorso in onore del vescovo luterano Johannes Friedrich, l’11 ottobre 2011, Müller ha affermato: "Il Battesimo è il carattere fondamentale che ci unisce sacramentalmente in Cristo davanti al mondo in una sola Chiesa visibile. Noi come cristiani, cattolici e protestanti, siamo dunque già uniti in ciò che chiamiamo la Chiesa visibile. In un senso stretto esistono dunque non tante Chiese, cioè, una accanto all’altra, ma esistono divisioni e spaccature all’interno di un unico popolo e di un’unica casa di Dio."

Müller sulle orme... e sull'esempio di Giovanni Paolo II...
Un casto e... piacevole abbraccio nel segno della cioia.
Monsignore, stringa, stringa pure! Allegro! Ci mostri la conciliare chiesa del sorriso e dell'amore, ma che sia amore vero! senza quelle antiquate e orripilanti preoccupazioni medievali di purezza... di castità... Si diverta, Monsignore!

Sul protestantesimo e l’unicità salvifica di Gesù, Müller nell’ottobre 2011 ha dichiarato: «Il battesimo è il segno fondamentale che ci unisce sacramentalmente in Cristo, e che ci presenta come una Chiesa dinanzi al mondo. Perciò, noi come cattolici e cristiani evangelici siamo già uniti persino in ciò che chiamiamo la Chiesa visibile».
Anche per questo capo di accusa don Bux riporta le parole di Müller in misura minore di quanto scrive la FSSPX nonostante la lamentata estrapolazione, sicché siamo costretti a ripetere: dov’è la estrapolazione? Chi fa estrapolazione?
Cominciamo col dire che l’eretico battezzato è sì cristiano, ma non è unito a Cristo: il sacramento del Battesimo ci fa cristiani, ma non tutti i cristiani sono uniti a Cristo: c’è chi se ne separa col peccato (chi commette peccato, si allontana da Dio, e chi si allontana non è unito), chi con l’apostasia, chi con l’eresia… La Chiesa poi non è Guantanamo, dal quale nessuno possa allontanarsi liberamente, non è un carcere, ma «la società dei veri cristiani, cioè dei battezzati che professano la Fede e la Dottrina di Gesù Cristo, partecipano ai suoi Sacramenti e ubbidiscono ai Pastori stabiliti da Lui»
(Catechismo cit., art 37, pag.22). Quindi chi non professa la Fede e la Dottrina di Gesù, chi non partecipa ai suoi Sacramenti, chi non ubbidisce ai Pastori (e in primis al Papa), anche se battezzato, non fa parte della Chiesa di Cristo. Ergo è un’eresia ammettere che cattolici e protestanti, sol perché entrambi battezzati e entrambi cristiani, facciano entrambi parte dell’unica Chiesa di Cristo.
Data la premessa errata, anche la conseguenza è sbagliata (“In un senso stretto esistono dunque non tante Chiese…”), infatti, secondo quanto abbiamo detto, esiste una sola Chiesa di Cristo, le altre si chiamano “
sette”, e dato che il popolo di Dio è quello che fa parte dell’unica sua Chiesa, non esistono divisioni e spaccature al suo interno, perché chi si se ne separa non fa parte del popolo di Dio, detto in altri termini i protestanti non fanno parte del popolo di Dio, gli scismatici (i separati per antonomasia) non fanno parte del popolo di Dio, altrimenti non avrebbe senso la verità “extra Ecclesiam nulla salus” (Bonifacio VIII, Unam Sanctam) né il detto Ubi Petrus ibi Ecclesia.
Un’ultima riflessione: la Chiesa si divide in Trionfante (anime già salve, in Paradiso), Purgante (anime già salve, ma in Purgatorio) e Militante (quella dei viventi o Chiesa “visibile”, cioè dei cattolici uniti al Papa). Le anime dell’inferno non fanno parte della Chiesa. Mentre le teorie moderniste del tutti-popolo-di-Dio porta a quella del tutti-salvi, buoni e cattivi: una palese ingiustizia notata persino dall’ateo Voltaire che diceva: Dio non esiste, ma se esiste, deve essere necessariamente giusto e quindi deve esserci un Paradiso e un inferno. Solo i modernisti ammettono un Dio dimezzato (solo misericordioso e mai giusto) e negano l’inferno (o almeno lo vogliono vuoto)!

«Sant’Agostino ha difeso contro i donatisti, la verità che il battesimo è un vincolo indistruttibile, che non abolisce la fraternità tra i cristiani, anche quando sono scismatici o eretici.
Sant'Agostino ha ragione: grazie al battesimo, gli scismatici sono nostri fratelli, ma separati! gli ereci sono nostri fratelli, ma separati! Eretici, protestanti e scismatici non sono uniti a noi e a Cristo, ma separati da noi e da Cristo! Rimangono cristiani, rimangono nostri fratelli, ma separati! È così difficile capirlo?

Purtroppo oggi nella Chiesa si teme il dibattito, ma si procede per tesi e ostracismi di chi la pensa diversamente. Mi riferisco alla teologia, certo, che può essere opinabile.


La Chiesa non può temere il dibattito, ma al dibattito deve essere preferita la predicazione. Se poi per dibattito s'intende il moderno "dialogo", esso va assolutamente rifiutato, quando per dialogo s'intende mettere sullo stesso piano la verità e l'errore. Non a caso Gesù disse "Andate e predicate", non disse "Andate e dialogate".
"Ammaestrate tutte le genti [...] insegnando loro" (Mt 28, 19-20); "Predicate l'Evangelo ad ogni creatura" (Mr 16, 15).
Il dialogo modernista non è conteplato.

Tuttavia anche lo sviluppo dottrinale trae giovamento dal dibattito: chi più ha argomenti, convince.
Lo sviluppo dottrinale trae giovamento dal dibattito, se questo avviene tra credenti: dibattere coi miscredenti può essere pericoloso e rischioso per la fede.

Nelle accuse a monsignor Müller si estrapola dal contesto: così è facile condannare chiunque.
Don Bux non ha dimostrato l'estrapolazione e la comoda accusa gli si ritorce contro: è facile condannare chiunque, accusandolo di estrapolazione.

Un vero cattolico deve fidarsi dell’autorità del Papa, sempre. In particolare, credo che Benedetto XVI sappia quel che fa. E vorrei rinnovare alla Fraternità Sacerdotale San Pio X proprio l’invito a fidarsi del Papa».
Un vero cattolico deve fidarsi del Papa fino a che egli rimane fedele alla Tradizione, quando parla ex Cathedra, ma quando il suo dire e il suo agire è contrario alla Tradizione e alla verittà rivelata, non solo non deve seguirlo, ma lo deve combattere: questo insegna l'infallibile Concilio Vaticano I.

È stato detto che il nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede non sarebbe stato finora molto favorevole al Motu proprio Summorum Pontificum…
«Io sono certo che comprenda le ragioni che hanno indotto il Papa a promulgarlo e che opererà secondo lo spirito e la lettera del Motu proprio.
Ma la comprensione delle ragioni che hanno indotto... senza l'ubbidienza è cosa vana. La FSSPX ha mosso un'accusa ben precisa contro Roche, che risponde Don Bux? Ci dice di essere certo che Roche "opererà [futuro] secondo lo spirito e la lettera del Motu proprio"! Tutto qua! E allora fidiamoci della parola di Don Bux. Chi ci assicura che Roche ubbidirà al Papa? Don Bux!

Quanto alle estrapolazioni di cui abbiamo parlato, le cose scritte da monsignor Müller appartengono alla sua stagione di teologo e un teologo non produce dottrina, almeno immediatamente. Da vescovo deve invece difendere e diffondere la dottrina non sua, ma della Chiesa e credo che l’abbia fatto. Da Prefetto continuerà a farlo, sotto la guida del Papa».
Grazie Don Bux, finalmente un momento di sincerità, di ammissione! Dice don Bux: Müller quando ha sbagliato era un teologo (come se per i teologi fosse lecito sbagliare!), ma ora è Vescovo e difenderà e diffonderà la dottrina della Chiesa (come se l'Ordine assicurasse la santità e la retta dottrina!): questa sarebbe brutta e grave presunzione!
Se Müller avesse fatto almeno una p'ubblica ammenda dei suoi errori e rinnegato certi suoi scritti, avremmo potuto aprire il cuore alla sperzanza, ma così non è stato, e rimane lo scandalo!

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