venerdì 15 aprile 2011

LA SANTA MESSA

Propongo in quest’articolo un bellissimo insegnamento del mostro sacro del tomismo Padre Reginald Garrigou Lagrange riguardante una parte del Corso di teologia spirituale per sacerdoti in cui vengono spiegati i modi con cui, purtroppo a volte, viene celebrata la Messa nella Santa Chiesa Cattolica.

DIVERSI MODI DI CELEBRARE LA MESSA1

Bisogna avere sempre presente alla memoria che Cristo è il sacerdote principale nel Sacrificio della Messa, ed il celebrante deve tendere ad una unione attuale e sempre più intima con Lui. Vi sono però dei modi assai diversi di celebrare, ossia: vi è la Messa sacrilega, la Messa affrettata, la Messa esteriormente corretta, ma senza spirito di fede, la Messa celebrata degnamente e piamente, e la Messa dei santi. Tutto questo mi è stato detto in un breve colloquio, dal fondatore della congregazione della « Fraternità sacerdotale » e vale la pena dì meditarlo.
MESSA SACRILEGA
Nella Messa sacrilega il cuore del celebrante è lontano da Dio, lontano da Cristo, sacerdote principale, e questa celebrazione indegna costituisce un peccato gravissimo.
Tale Messa conserva tuttavia il suo valore infinito da parte della vittima immolata e del principale offerente; perciò in essa è infinito il valore dell’adorazione, della riparazione, della impetrazione, del ringraziamento, in virtù dell’atto teandrico del principale offerente, che, sempre vivente, intercede per noi.
Ma se i fedeli sono a conoscenza dello stato dell’anima di un tale sacerdote, ne deriva uno scandalo enorme, le cui conseguenze non possono essere misurate.
«Corruptio optimi pessima»; così viene falsificata la vita sacerdotale; da questo derivano
 una falsa carità, una falsa prudenza, l’ipocrisia, i falsi consigli, i pessimi esempi. S. Caterina da Siena, in un suo Dialogo parla spesso di tale scandalo, e dice che la Chiesa le è apparsa come una vergine dalle labbra corrose dalla lebbra.
Questi sacrilegi esigono riparazione da parte del sacerdote colpevole, e talvolta tale riparazione viene offerta a Dio da sante anime contemplative che soffrono moltissimo per ottenere la conversione dei sacerdoti miseramente caduti.
MESSA AFFRETTATA
La Messa affrettata, ossia celebrata con la massima rapidità in quindici minuti, e talvolta con una coscienza dubbia, è, a modo suo, già uno scandalo. S. Alfonso de’ Liguori, da vescovo, proibì questo modo di celebrare la Messa nella sua diocesi e scrisse su questo argomento.
Tali sacerdoti hanno perduto il giusto senso della gravità e della serietà della loro vita; ciò è avvenuto perchè per essi non è la Messa che ha la massima importanza, bensì la vita esteriore, l’attività esterna, lo pseudo apostolato: infatti la loro vita interiore si riduce quasi a nulla, e al loro apostolato manca l’anima.
Quale differenza tra queste messe e quelle di cui parlava S. Giovanni Fisher, martire inglese, quando diceva ai luterani del suo tempo: «La Messa è il sole spirituale, che sorge ogni giorno per diffondere luce e calore in tutte le anime ».
Tali messe affrettate sono invece uno scandalo, perchè vi si recitano meccanicamente, senza alcuno spirito di fede, il Kyríe, il Gloria, il Credo, il Sanctus. Non si pronunciano nemmeno materialmente le parole, per la fretta eccessiva. E le preghiere del Messale vengono pronunciate come parole di nessuna importanza, mentre il loro significato è così profondo, che soltanto in cielo lo comprenderemo appieno.
È un miserabile verbalismo, del tutto opposto alla contemplazione. Se vi sono parole che debbono essere dette con consapevolezza e penetrazione contemplativa, sono proprio queste del Messale: il Kyrie, il Gloria, il Credo, il Sanctus, e invece vengono recitate macchinalmente, per finire più presto. Similmente si genuflette rapidamente, senza nessun senso di adorazione. Tali messe così affrettate possono fare un gran male a quelli che si avvicinano alla Chiesa cattolica e cercano un vero sacerdote a cui possano aprire la loro coscienza per trovare la verità. Il signor von Hügel, che scrisse la vita di S. Caterina da Genova dice: «Certi ecclesiastici non hanno senso religioso più delle mie scarpe».
MESSA CORRETTA ESTERIORMENTE
Dopo tali messe affrettate si sopprime generalmente il ringraziamento o lo si riduce quasi a nulla.
Poi vi sono le messe esteriormente corrette, ma celebrate senza spirito di fede. Il sacerdote presta sufficiente attenzione al rito esterno, alle rubriche, anzi talvolta è un rubricista, ma celebra come un funzionario ecclesiastico e non mostra di avere alcun senso religioso. Conosce, sì, le rubriche e le osserva, ma è evidente che non pensa affatto al valore infinito della Messa, né al principale offerente del quale è ministro, Tale celebrante è «un altro Cristo» solo in modo esterno; in forza del carattere che dà validità alla Messa, ma non si manifesta in lui una anima sacerdotale: è evidente che fin dal momento della ordinazione non si è avuto in lui un aumento della grazia santificante e di quella sacerdotale. Questa grazia era un tesoro da far fruttificare, e non si vedono i suoi frutti, invece piuttosto appare la sua sterilità.
E talvolta chi celebra così la Messa crede di far bene quel che fa, perchè osserva attentamente le rubriche, ma non aspira a nulla di più alto. Dice il Kyrie, il Gloria, il Credo, il Sanctus, le parole della Consacrazione e della Comunione senza spirito di fede.
Questi sacerdoti, se muoiono in stato di grazia, dopo la morte devono assai soffrire in purgatorio per l’incuria loro, e desiderare delle messe celebrate per essi molto bene a scopo di riparazione.
LA SANTA MESSA
La Messa celebrata degnamente e piamente è, invece, quella detta con spirito di fede, confidenza in Dio, amore per Lui e per le anime. Si sente in essa il soffio e l’impulso delle virtù teologali che ispirano la virtù di religione. Allora il Kyrie eleison è una vera preghiera d’implorazione; il Gloria in excelsis Deo è adorazione dell’Altissimo; il Vangelo del giorno è letto con fede profonda; le parole della consacrazione sono proferite in unione attuale con Cristo, principale offerente e con una certa cognizione dell’irradiamento spirituale di tale oblazione ed immolazione sacramentale in tutto il mondo e fino nel purgatorio. E l’Agnus Dei è detto chiedendo davvero la remissione dei peccati; il Communio infine è quello che deve essere, ogni giorno sostanzialmente più fervoroso e più fecondo di quello del giorno precedente, per il quotidiano aumento della carità, prodotto dall’Eucaristia. La distribuzione della comunione ai fedeli non è meccanica, ma è una elargizione ad essi di vita sovrabbondante, perchè posseggano sempre più copiosamente la vita soprannaturale. Il sacrificio della Messa viene terminato dalla contemplazione semplice e viva del Prologo del Vangelo secondo Giovanni. Poi si fa il ringraziamento particolare, che in alcuni giorni di festa, può prolungarsi come orazione mentale, se vi è tempo. È infatti proprio il momento più propizio per una intima orazione mentale, perchè abbiamo Cristo sacramentalmente presente in noi e l’anima nostra è sotto il suo influsso attuale, purchè rimanga nel raccoglimento.
Cosa si deve dire della Messa dei santi? Il sacrificio eucaristico celebrato da S. Giovanni Evangelista in presenza della Beata Vergine Maria era una vera continuazione sacramentale del sacrificio della Croce, la cui memoria era vivissima nella mente della Madre di Dio e del suo figlio spirituale. La Messa di S. Agostino dopo le ore di contemplazione espressa nel De civitate Dei o nel De Trinitate, doveva essere una unione intima con Cristo sacerdote.

Lo stesso dicasi della Messa di S. Domenico, di San Tommaso, di S. Bonaventura, che hanno scritto preghiere di ringraziamento ancora in uso; e di quella di S. Filippo Neri, che era spesso rapito in estasi dopo la consacrazione per l’intensità della sua contemplazione e dell’amore per Gesù sacerdote e vittima.Molti fedeli che videro celebrare S. Francesco di Sales, ebbero sempre per lui una grandissima venerazione.
Il santo curato d’Ars diceva: «Se comprendessimo che cosa è la Messa, moriremmo!». «Il sacerdote dovrebbe essere santo per celebrarla degnamente. Quando saremo in cielo, vedremo che cosa è la Messa e come l’abbiamo celebrata spesso senza la riverenza, l’adorazione ed il raccoglimento dovuti»,
Come è detto nella Imitazione [16]i santi uniscono sempre l’oblazione personale dei loro dolori a quella di Cristo, sacerdote e vittima. Il Padre Carlo de Foucauld, celebrando la Messa fra i maomettani in Africa, si offriva per essi, intendendo preparare cosi la loro futura evangelizzazione.
La Messa dei santi è come una prolusione, o un preludio, quasi un inizio del culto eterno che già viene espresso alla fine del prefazio dalle parole: «Sanctus, Sanctus, Sanctus».
                                                                                                                     
                                                                                                                      Stefano Gavazzi

Fonte:Haerentanimo.net
NOTE
1: SACERDOTE CON CRISTO SACERDOTE E VITTIMA - Corso di teologia spirituale per sacerdoti del P. R. GARRIGOU-LAGRANGE, O. P.

Nessun commento:

Posta un commento