mercoledì 6 aprile 2011

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’ESEGESI DI BENEDETTO XVI

Recentemente è uscito il secondo libro del Santo Padre Benedetto XVI su Gesù di Nazareth, come è comprensibile sono stati inevitabili gli apprezzamenti, i commenti e le critiche che ogni parola, di così alto spessore, suscita da ogni parte del mondo a tutti i livelli.
Come peraltro lo stesso Santo Padre afferma nel suo primo libro queste sue parole possono essere oggetto di correzione (non mia) e discussione ed anche in questo caso, come troppo spesso accade ultimamente, risulta difficoltoso collocare ad un livello magistrale ciò che il papa esprime.
Mi limiterò, con pochissime licenze, a confrontare le affermazioni contenute nel libro, tratte da un articolo trovato sul web, con gli insegnamenti precedenti al CVII.
Le parole del Papa infatti sono in linea con quanto espresso in Nostra Aetate sull’accusa di deicidio da parte degli Ebrei.
In questo articolo confronterò le frasi del Santo Padre sulla responsabilità del popolo ebraico e sulla maledizione riportata in Mt 27,25 con alcune affermazioni dei padri e dottori della Chiesa divergenti da quelle riportate.
Leggo: Riguardo agli accusatori di Gesu', scrive ancora il Papa, "nelle risposte dei Vangeli vi sono differenze su cui dobbiamo riflettere". "Secondo Giovanni - ricorda - essi sono semplicemente i 'Giudei'".
Ma questa espressione, chiarisce, "non indica affatto come il lettore moderno forse tende ad interpretare - il popolo d'Israele come tale, ancor meno essa ha un carattere 'razzista'". In definitiva, infatti, "Giovanni stesso, per quanto riguarda la nazionalita', era Israelita, ugualmente come Gesu' e tutti i suoi". Cosi' come "l'intera comunita' primitiva era composta da Israeliti". In Giovanni, dunque, "tale espressione ha un significato preciso e rigorosamente limitato: egli designa con essa l'aristocrazia del tempio". Per Ratzinger, dunque, "nel quarto Vangelo il cerchio degli accusatori che perseguono la morte di Gesu' e' descritto con precisione e chiaramente delimitato: si tratta, appunto, dell'aristocrazia del tempio - ma anch'essa non senza eccezione, come lascia capire l'accenno a Nicodemo". Invece in Marco, "il cerchio degli accusatori - che risposero alla domanda se liberare Barabba o Gesu' - appare allargato". Il primo Vangelo usa infatti una parola che "ha un sapore negativo nel senso di 'plebaglia'". Ma, "in 
Gesù davanti a Pilato
ogni caso - tiene a precisare il Papa tedesco - con ciò non e' indicato “il popolo” degli Ebrei come tale".1
Il Papa sostiene che non sia stato tutto il popolo ebraico a volere la crocifissione di Cristo ma solo una parte dell’aristocrazia citando le parole di Giovanni che lo indica come “Giudei”, il che se non esclude la totalità neanche la nega, mentre Marco, indicando la “plebaglia” allargherebbe questo consenso (nella crocefissione) ed il termine pur non intendendo la totalità non mi sembra, anche qui, che la escluda.
Ma contrariamente a quanto sostenuto dal Papa regnante, un suo predecessore, disse queste parole: Uomini d'Israele, (tutti) ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -,dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. (tutti) Atti 2:22,23
Ma poco dopo Papa Pietro I dichiara: Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!». Atti 2:36
Come la mettiamo?
Pietro forse ce l’aveva con quei pochi che in quel momento stavano ad ascoltarlo?
Sotto l’azione dello Spirito Santo avrebbe dovuto specificare quali ebrei sottoporre a questo giudizio, forse che lo Spirito Santo possa aver suggerito parole poco precise?
Il predecessore di Papa Benedetto XVI indica “con certezza” che “tutta la casa di Israele” crocifisse Gesù e siccome tertium non datur ……..
Non è possibile che Pietro abbia voluto far sapere a tutta la casa di Israele che solo quei pochi a cui stava parlando fossero i soli colpevoli del misfatto.
Avrebbe certamente detto “voi che avete ucciso Cristo fatelo sapere al resto della casa di Israele” visto che loro, i presenti che l’ebbero ucciso, già lo sapevano.
In effetti però ci fu un piccolo resto che non lo crocifisse, quello dei credenti, quello di cui faceva parte San Giovanni (e Nicodemo) che però non può essere annoverato tra gli ebrei come sostiene il Papa regnante.
L’apostolo afferma: Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo.
Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Galati 3:26-28
 «Non dicano i giudei: «Non abbiamo ucciso Cristo»! (Sant'Agostino Enarratio in Psalm. 63)
Altra voce autorevole è il dottore Angelico che dice: Parlando dei Giudei bisogna distinguere tra i maggiorenti e la gente del popolo.
I maggiorenti, che erano detti loro principi, certamente lo conobbero, secondo l'autore delle Questioni del Nuovo e dell'Antico Testamento [66], come del resto anche i demoni riconobbero che egli era il Cristo promesso: "infatti vedevano avverarsi in lui tutti i segni predetti dai profeti".
Essi però non conobbero la sua divinità: per cui l'Apostolo afferma che "se lo avessero conosciuto, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria".
Si noti però che tale ignoranza non li scusava dal delitto: poiché si trattava di un'ignoranza affettata
. (ST pIII Q47 a.5 r)
Essi furono infatti causa efficiente.
Che gli ebrei si macchiarono della colpa di deicidio fu chiaro per quasi 2000 anni sino al CVII.
Inoltre si leggano anche i seguenti passi del Vangelo:At 2, 12-15;At 4, 8-11;At 5, 29-30;At 7, 51-52;At 10, 27-41;1 Ts 2, 14-16.
Detto questo veniamo alle parole sul Vangelo di Matteo, l’articolo riporta questo virgolettato: "Secondo Matteo - rileva - tutto il popolo avrebbe detto: 'Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli'". Ma, spiega, "il cristiano ricordera' che il sangue di Gesu' parla un'altra lingua rispetto a quello di Abele: non chiede vendetta e punizione, ma e' riconciliazione. Non viene versato contro qualcuno, ma e' sangue versato per molti, per tutti". "Come in base alla fede bisogna leggere in modo totalmente nuovo l'affermazione di Caifa circa la necessita' della morte di Gesu', cosi' - conclude - deve farsi anche con la parola di Matteo sul sangue: letta nella prospettiva della fede, essa significa che tutti noi abbiamo bisogno della forza purificatrice dell'amore, e tale forza e' il suo sangue. Non e' maledizione, ma redenzione, salvezza".
A me sembra che quel condizionale lasci dubbi interpretativi mentre noi cattolici dovremmo dire: Matteo dice etc.
Infatti quando si riportano i testi delle Sacre Scritture da sempre si è soliti usare espressioni quali:disse, è scritto, dichiara, attesta e non: direbbe, sarebbe scritto etc.
I Giudei accettano la pena del sangue innocente su di loro e sui loro figli: <Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli>.
Qual è l’effetto del sangue di Cristo?
In Gen. 4,10 Dio dice a Caino:<Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo…?>.
La Lettera agli Ebrei ricorda questo testo parlando del sangue di Cristo, e dice che esso è <più eloquente di quello di Abele> (12,24).
Geremia dice ai suoi nemici: <Sappiate bene che, se voi mi ucciderete, attirerete sangue innocente su di voi> (26,15).(San Tommaso d’Aquino – Commento a Matteo 27)
Ma può darsi che il Cristo, in un primo momento, si sia preso in moglie la Sinagoga e sia vissuto con lei; e che successivamente questa non abbia trovato grazia davanti a lui. E la ragione per cui non trovò grazia davanti a lui fu che si trovò in lei qualche cosa di vergognoso. Che cosa, effettivamente, ci fu di più vergognoso – quando si trattò di liberare uno durante la festa – del loro aver preferito liberare Barabba, il ladrone, e condannare Gesù (14)? Che cosa c’è di più vergognoso del dire tutti contro lui: Crocifiggilo, crocifiggilo? e: Togli costui dalla terra ?
Come non sarà cosa vergognosa anche quel grido: Il sangue di lui ricada su noi e i nostri figli?
Ecco perché egli si vendicò. Gerusalemme fu circondata da eserciti, sovrastata dalla sua desolazione, la loro casa lasciata deserta e la figlia di Sion abbandonata, come capanna in una vigna, come casotto in un campo di cocomeri, come città assediata (Origene Commento a Matteo Libro XIV, 24 cap.19)
Anche in questo caso a me pare che il Santo Padre si allontani dalle interpretazioni pre-conciliari, patristiche e bi millenarie, quello che sostiene è molto ambiguo e per lo meno omissivo di un’altra  verità.
Il Sangue di Nostro Signore ha parlato sempre la medesima lingua come visto nel passo di Tommaso, semmai si sarebbe dovuto sottolineare che il Sangue del Redentore per alcuni proferisce parole di salvezza per altri di dannazione, per alcuni parla di riconciliazioni per altri di vendetta.
Mi spiace dover dire queste cose, purtroppo oggi non si vuol sentire più parlare di un Dio vendicativo o giustiziere ma la Croce dividerà comunque gli uomini: a destra le pecorelle ed a sinistra i capri, qualunque sia l’esegesi e da qualunque parte provenga.
Sant’ Agostino infatti dice: come si legge negli Atti degli Apostoli, molti di coloro che avevano crocifisso il Signore, che si erano macchiati dello spargimento del suo sangue, molti di quelli che avevano gridato: Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli, più tardi credettero all'annuncio degli Apostoli. Il suo sangue fu veramente sopra di loro, ma per lavarli, non per perderli. Su di alcuni, sì, lo fu per perderli, su altri per mondarli; sopra quelli che si perdettero egli fu giusto, sopra quelli che furono mondati fu misericordioso. E, anche adesso, forse che la fede è di tutti? Come allora tra i Giudei alcuni credettero altri non credettero, così è anche ora tra le genti: alcuni credono altri non credono. La fede non è di tutti. (Discorso 229F)
Allo stesso modo dell’Eucarestia la passione e morte di Nostro Signore Gesù sarà la vita o la morte la salvezza o la dannazione.
Inoltre sembra giusto affermare che il Sangue o Gesù stesso non  chiedano vendetta  perché val bene ricordare che furono gli stessi Ebrei ad attirare su di loro la maledizione, alla quale il Signore non fece altro che rispondere, mentre il Santo Padre esprimendosi in quel modo sembrerebbe attribuire a Cristo le parole proferite dagli Ebrei.
Vediamo cosa afferma Tertulliano «Se tu prendi, o Marcione, fra le mani il Vangelo della verità, conoscerai subito di chi sia la frase che trasferisce sui figli il delitto dei padri. è, cioè, di coloro che applicarono a sé stessi ben volentieri questa sentenza: «Il suo sangue cada su di noi e su i nostri figli». La Provvidenza di Dio, dunque, non fece che registrare ciò che aveva ascoltato. Quella sentenza - «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli» - non fu sentenza di Cristo, bensì dei giudei, i quali sottomisero sè stessi e i loro figli a tale castigo. Iddio, tuttavia, sottoscrisse la sentenza dei giudei, tale quale l’aveva ascoltata dalla loro bocca; ma non fu Lui a pronunciarla. La Provvidenza divina ratificò soltanto ciò che altri avevano detto. Nessuna pena, nessun castigo viene da Dio. Sono gli uomini che si procurano pene e castighi e se li trascinano dietro» (Tertulliano, Lib. II contra Marcionem, c. 15: PL 2, 302.)

Giotto-Cristo davanti a Caifa

“Dunque, a dire il vero, non è Dio che «ha votato - com'è stato scritto - un popolo intero per secoli e per quanti ancora ne saranno, al male e al soffrire»; è, invece, proprio quel popolo che si è votato da sé alla pena e al castigo, commettendo ed assumendosi la responsabilità del delitto orrendo del deicidio. Nell‘economia divina appare quindi come Dio rispetta sempre la libertà di ogni singolo uomo, come di ogni popolo e di ogni nazione nella scelta del proprio destino. Aggiungiamo soltanto che poiché «i figli degli ebrei», non erano sulla piazza di Gerusalemme a decidere del proprio destino, «quantunque tale pena - come osserva San Giovanni Crisostomo (ca 345-407) - fu imprecata dai giudei sopra sè stessi e sopra i figli, tuttavia il misericordiosissimo Iddio mitigò quella sentenza, applicandola soltanto agli increduli, e risparmiando i fedeli». «Il misericordiosissimo Gesù - scrive il santo Dottore - nonostante che i giudei impazzissero sia contro sè stessi che contro i loro figliuoli, non volle condannare tutti, secondo la loro sentenza. E così, sia tra loro che tra i loro figliuoli scelse molti, i quali si pentirono ed ebbero da Lui favori e doni copiosi. Fu, infatti dei loro Paolo, e quelle molte migliaia, che a Gerusalemme accolsero la fede dei quali parlano gli Atti Apostolici» (San Giovanni Crisostomo, Hom. 87 in Mt.)

Ancora possiamo leggere cosa dice San Massimo: I giudei, gridando «Il suo sangue cada su di noi e sopra i nostri figli», affermano: «Se in questo affare vi è qualche colpa e se da essa dovrà seguire qualche vendetta che tu, o Pilato, temi, essa sia trasferita da Dio su di noi e sui nostri figli e noi e i nostri figli la sconteremo». (580 ca-662; Hom. III de Passione).
Nessuna empietà dunque, e nessuna mostruosità né in Dio né in altri; purché si comprenda bene la verità e si capisca in qual senso e per qual motivo la giustizia divina punisce il popolo ebraico, il quale da sé si assunse la responsabilità della morte dell’Unigenito del Padre. Furono puniti i giudei, uccisori di Cristo; saranno puniti i loro figli, sui quali i padri invocarono la punizione; ma soltanto se questi figli solidarizzeranno con i medesimi padri e non si convertiranno, e continueranno nella stessa ribellione contro Cristo, pietra angolare del nuovo edificio. Più di questo Dio stesso non poteva fare se è vero che ogni uomo, come ogni popolo e ogni razza, deve rimanere arbitro del proprio destino. E tutto questo e soltanto questo Egli fece e continua a fare nella Sua infinita bontà, che non può tuttavia prescindere mai dalla Sua infinita giustizia.” 2

Mi sembra chiaro che il Santo Padre qui voglia far credere che comunque vada il sangue di Cristo è salvezza per chiunque, niente di più niente di meno che la teoria della salvezza universale di De Lubac e spesso caldeggiata da lui stesso.(Spe Salvi 14)
Abbiamo visto che non stanno affatto così le cose e qui sorgono le solite disquisizioni sull’ermeneutica della continuità, continuità inesistente a meno di elucubrazioni tese a conciliare l’inconciliabile.
Ma se vogliamo parlare di continuità facciamolo pure ma continuità con il CVII perché come si può notare nulla di quello che sostiene il Pontefice è uguale a ciò che la Chiesa ha sempre detto.
Ora lo stesso grido dei Giudei conferma che furono loro a volere sin dall’inizio la morte di Gesù compreso l’episodio di Caifa.
San Tommaso dice che nei fatti dell’Antico Testamento oltre al senso mistico e figurale c’è quello letterale (ST  PI-II Q102 a. 2 ad), ciò non vale forse per il Vangelo?
Qui, anzitutto, l’affermazione di Caifa significa ciò che esprime cioè la volontà di uccidere Gesù!

Allo stesso modo quell'empio Caifa, loro maestro, principe dei sacerdoti, consigliando i Giudei a dare la morte a Cristo, questo disse: È meglio che muoia un solo uomo e non perisca la nazione intera.. E l'Evangelista commentò: Non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote in quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione. Che vuol dire questo, fratelli? Grande è la forza della verità. Gli uomini hanno in odio la verità, ma inconsciamente profetizzano la verità. Non sono essi ad operare, ma si opera per loro mezzo. Dunque, questi testimoni falsi si fecero avanti simili a quei testimoni falsi per i quali il Cristo fu ucciso. (Sant’Agostino – Discorso  315)
O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Romani 11:33
Al di là di tutto era necessario che qualcuno uccidesse Gesù, come spiega il dottore Angelico e essendo gli ebrei la causa efficiente della sua morte come sostenuto in modo unanime dai Padri della Chiesa essi sono deicidi non certo i romani che furono la causa strumentale, totalmente ignari della sua divinità.
Ma se davvero non è degli ebrei la responsabilità della morte si dichiari infallibilmente che Tommaso, Agostino, il Crisostomo, Pietro e tanti altri papi si sbagliavano, al momento i due insegnamenti sembrano inconciliabili.

                                                                                                                      Stefano Gavazzi



Note:

1 Salvatore Izzo © Copyright (AGI)
2 CHI HA UCCISO GESU' CRISTO? P. ISIDORO DA ALATRI o.f.m. La responsabilità ebraica nella crocifissione del Signore. 1960


Nessun commento:

Posta un commento