mercoledì 21 settembre 2011

ESEMPIO DI ERMENEUTICA

Riporto un breve commento su alcune dichiarazioni del Santo Padre che rivelano chiaramente la sua ermeneutica e la sua formazione filosofica.

“Dobbiamo di nuovo sviluppare la capacità di percezione di Dio”

ROMA, domenica, 18 settembre 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito un intervento di Benedetto XVI per la trasmissione "Wort zum Sonntag" della televisione pubblica tedesca ARD, che è andato in onda sabato in tarda serata, alla vigilia del viaggio apostolico in Germania in programma dal 22 al 25 settembre.
* * *
Signore e Signori,
cari connazionali!
Tra pochi giorni partirò per il mio viaggio in Germania, e ne sono molto contento. Penso con gioia particolarmente a Berlino, dove ci saranno molti incontri, e, naturalmente, al discorso che terrò al Bundestag e alla grande Messa che potremo celebrare allo stadio olimpico.

Uno dei momenti importanti della visita sarà Erfurt (immagino): in quel monastero agostiniano, in quella chiesa agostiniana, dove Lutero ha iniziato il suo cammino (che lo ha portato all’inferno), potrò incontrare i rappresentanti della Chiesa Evangelica di Germania (che fortuna!). Lì pregheremo insieme (si può sapere quando avviene la comunicatio in sacris? La preghiera non è una cosa sacra? mah), ascolteremo la Parola di Dio, penseremo e parleremo insieme. Non attendiamo alcun evento sensazionale: infatti, la vera grandezza dell’evento consiste proprio in questo, che in questo luogo insieme possiamo pensare, ascoltare la Parola di Dio e pregare, e così saremo intimamente vicini e si manifesterà un vero ecumenismo.(ognuno rimarrà della sua parrocchia però, che bell’ecumenismo, che belle parole)
Qualcosa di particolare è per me l’incontro con l’Eichsfeld, questa piccola striscia di terra che, pur passando attraverso tutte le peripezie della storia, è rimasta cattolica (su questo ci sarebbe da vedere!); poi il Sudovest della Germania, con Friburgo, la grande città, con molti incontri che si svolgeranno lì, soprattutto la veglia con i giovani e la grande Messa che concluderà il viaggio.
Tutto ciò non è turismo religioso (ah nooo?), e meno ancora uno "show" (e all’olimpico di solito cosa si fa?). Di che cosa si tratta, lo dice il motto di questi giorni: "Dove c’è Dio, là c’è futuro". Dovrebbe trattarsi del fatto che Dio torni nel nostro orizzonte, questo Dio così spesso totalmente assente, del quale però abbiamo tanto bisogno. (si ma di quale Dio stiamo parlando, perché quello di Lutero non è il mio Dio! Per fortuna)
Forse mi chiederete: "Ma Dio, esiste? E se esiste, si occupa veramente di noi? Possiamo noi arrivare fino a Lui?". Certo, è vero: non possiamo mettere Dio sul tavolo, non possiamo toccarlo come un utensile o prenderlo in mano come un qualsiasi oggetto. Dobbiamo di nuovo sviluppare la capacità di percezione di Dio, capacità che esiste in noi. Possiamo intuire qualcosa della Qui però è necessario soffermarsi:
1)      A parte il fatto che purtroppo a Dio qualcuno gli ha messo anche le mani addosso, non l’hanno messo sul tavolo ma in Croce si!
2)      La percezione di Dio che esiste in noi è un concetto derivante dalla Fenomenologia di Husserl, Levinas ed altri come  Marleau Ponty autore del libro “fenomenologia della percezione”.  Questa “filosofia” è stata ripresa da Gadamer1 (discepolo di Husserl e molto gradito al Santo Padre; di qui l’ermeneutica) per la sua Fenomenologia dello spirito (detta in termini Hegeliani anche “scienza dell’esperienza della coscienza”)2, base essenziale della nuova ermeneutica filosofica, di cui Gadamer (Tubinga 1965, Verità e Metodo) è un’esponente di spicco. Ma un posto di eccellenza lo si deve, in questa nuova ermeneutica3, al suo mentore, il pastore protestante Schleiermacher. Per Husserl “la fenomenologia esige come passo iniziale l’epochè, ossia la sospensione di qualsiasi riferimento a ciò che si trova fuori dalla coscienza, per concentrare l’attenzione esclusivamente sulla coscienza e sui suoi contenuti e le sue operazioni” (B. Mondin,  Ermeneutica, metafisica cap.6).La nuova ermeneutica è rivolta verso il soggetto, l’interprete. (idem)
3)      Ma la cosa che più ci fornisce l’ermeneutica del Santo Padre e la sua filosofia di stampo idealista o quanto meno d’origine Kantiana è proprio la percezione attraverso l’intuizione. Dobbiamo osservare che: a) l’intuizione è una forma di apprendimento che esclude l’esperienza sensoriale e della ragione, generalmente concepita come capacità innata dell’intelletto, “capacità che esiste in noi” a noi immanente, evidentemente. b) La nostra conoscenza invece deve passare necessariamente attraverso i sensi per poi essere ultimata attraverso il ragionamento.
4)      In realtà noi possiamo, naturalmente, sapere con certezza che Dio esiste (An est) e altresì conoscere alcuni suoi attributi (analogia), per la conoscenza di Dio questo è l’insegnamento della Chiesa:” La nostra conoscenza naturale di Dio non è immediata e intuitiva, ma mediata e indiretta, perché ottenuta per il tramite della conoscenza delle creature” (Sent. Certa). Inoltre la nostra conoscenza naturale di Dio non è una conoscenza propria, ma analogica. (sent. Certa) San Tommaso nel commento al De Divinis Nominibus di Dionigi l’Aeropagita  spiega che noi possiamo conoscere gli attributi, alcune perfezioni di Dio e anche dei nomi per via: a) Affermativa o Causalità, b) Negativa c) Eminenza. La filosofia kantiana respinge il fondamento razionale della religione e con esso le prove dell’esistenza di Dio mediante l’intelletto,  sostenendo che la conoscenza avviene attraverso il sentimento col quale si raggiunge e sperimenta Dio. La fede quindi si fonda su questa esperienza religiosa soggettiva ed uno degli assertori di questa filosofia è Schleiermacher. E’ da notare, infine, il modo sempre equivoco, relativistico e generico di esprimersi finalizzato ad un’applicazione “universale” della percezione di Dio,  percepito allo stesso modo da tutti. Tale discorso, se non si conoscesse la fonte, potrebbe essere attribuito a chiunque e non solo
al Vicario di Cristo.
Possiamo utilizzare il mondo attraverso la tecnica, perché esso è costruito in maniera razionale. Nella grande razionalità del mondo possiamo intuire lo spirito creatore dal quale esso proviene, e nella bellezza della creazione possiamo intuire qualcosa della bellezza, della grandezza e anche della bontà di Dio. Nella Parola delle Sacre Scritture possiamo sentire parole di vita eterna che non vengono semplicemente da uomini, ma che vengono da Lui, e in esse sentiamo la sua voce. E infine, vediamo quasi Dio anche nell’incontro con le persone che sono state toccate da Lui. Non penso soltanto ai grandi: da Paolo a Francesco d’Assisi fino a Madre Teresa; ma penso alle tante persone semplici delle quali nessuno parla. Eppure, quando le incontriamo, da loro promana qualcosa di bontà, sincerità, gioia e noi sappiamo che lì c’è Dio e che Egli tocca anche noi. Perciò, in questi giorni vogliamo impegnarci per tornare a vedere Dio, per tornare noi stessi ad essere persone dalle quali entri nel mondo una luce della speranza, che è luce che viene da Dio e che ci aiuta a vivere.

                                                                                              Stefano Gavazzi

NOTE:
1 nel 1966 Ratzinger inizia l’insegnamento all’università di Tubinga
2 La coscienza non è infatti nient'altro che quello che in lei stessa appare. Nel mondo antico non era possibile un concetto di autocoscienza o un concetto di Io, di ciò che noi oggi chiamiamo "soggetto"; il pensiero greco era come un enorme occhio aperto che guarda l'ordine celeste, l'ordine umano - cioè quello cittadino -, e l'ordine della propria anima. Con la mediazione del Cristianesimo è iniziato il cammino della interiorizzazione e il "subiectum", che in senso stretto significava solo "sostrato", viene ora a significare la "soggettività", cioè l'autocoscienza che appartiene alla coscienza. Hegel si era posto il compito di mostrare che ogni coscienza è in fondo autocoscienza, di darne la consapevolezza a chi pensa, e si chiedeva come comprendere la totalità della nostra esperienza reale a partire dall'universo interiore dell'autocoscienza.
3 E’ incredibile come la gerarchia conciliare abbia stravolto i principi dell’interpretazione delle Scritture infatti in un documento della Pontificia Commissione Biblica leggiamo: Il cammino dell’esegesi è chiamato a essere ripensato tenendo conto dell’ermeneutica filosofica contemporanea, che ha messo in evidenza l’implicazione della soggettività nella conoscenza, specialmente nella conoscenza storica. La riflessione ermeneutica ha acquistato nuovo slancio con la pubblicazione dei lavori di Friedrich Schleiermacher, Wilhelm Dilthey e, soprattutto, Martin Heidegger. Sulla scia di queste filosofie, ma anche allontanandosi da esse, diversi autori hanno approfondito la teoria ermeneutica contemporanea e le sue applicazioni alla Scrittura. Tra essi menzioneremo in particolare Rudolf Bultmann, Hans Georg Gadamer e Paul Ricoeur. Non è possibile riassumere qui il loro pensiero; sarà sufficiente indicare alcune idee centrali della loro filosofia che hanno un’incidenza sull’interpretazione dei testi biblici.(15.4,1993)
Questa filosofia è inconciliabile con il cattolicesimo, l’interpretazione soggettivistica, che pur si vuol negare, è il fondamento non solo di idealisti ed esistenzialisti come Heidegger ma dei protestanti come SCHLEIERMACHER.INCREDIBILE!
Il Santo Concilio di Trento dichiara invece: Inoltre, per reprimere gli ingegni troppo saccenti, dichiara che nessuno, basandosi sulla propria saggezza, negli argomenti di fede e di costumi, che riguardano la dottrina cristiana, piegando la sacra Scrittura secondo i propri modi di vedere, osi interpretarla contro il senso che ha (sempre) ritenuto e ritiene la santa madre chiesa, alla quale spetta di giudicare del vero senso e dell’interpretazione delle sacre scritture o anche contro l’unanime consenso dei padri, anche se queste interpretazioni non dovessero esser mai pubblicate. Chi contravvenisse sia denunciato dagli ordinari e punito secondo il diritto.
La nuova ermeneutica è contraria a quanto specificato da Leone XIII e Pio XII: Questo ritennero e confermarono con l'esempio gli altri padri i quali "ricercavano l'intelligenza delle sacre Scritture non basandosi sulla propria presunzione, ma sugli scritti e sull'autorità di quei grandi, dei quali constasse che avevano ricevuto e accettato le norme di interpretazione indicate dalla successione apostolica".(Providentissimus Deus)
Anche “Lamentabile Sane” condanna il nuovo modo di interpretare la Bibbia.
Un fatto sintomatico: due Gesuiti che tentarono di far passare per modernista la “Divino Afflante Spiritu” furono cacciati dal Cardinal Ottaviani dalla Pontificia Commissione Biblica dopo la confutazione di Mons Romeo e Mons. Spadafora, in seguito furono reintegrati, indovinate da chi? Paolo VI!
La stessa enciclica del grande PIO XII conferma la dottrina della Chiesa sull’ermeneutica delle Sacre Scritture.

1 commento:

  1. Ottimo e dettagliato articolo.
    INNEGABILI le evidenze e...le conseguenze.
    Individui del tutto esclusi dalla Comunione dei Santi, slegati da Cristo, imperano nelle strutture della Chiesa e ne alterano drammaticamente il corso.
    Ma la cosa più grave sono quei milioni di anime oramai abbandonate a se stesse.
    Fu preannuncio di Suor Lucia a Don Fuentes:"ciascuno intraprenda la propria conversione senza aspettare esortazioni dalla Gerarchia..."
    Ma le responsabilità sono di tanti: è sull'ignavia e impreparazione dei troppi fedeli che questi individui prosperano...sull'inganno mondanamente accettato...
    Che il Signore ci guidi ancora, abbia Misericordia e ci protegga...

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