sabato 2 novembre 2013

REPUBBLICA DEMOCRATICA CATTOLICA: REFERENDUM OECUMENICUM I


REPUBBLICA DEMOCRATICA CATTOLICA

Non leggo i giornali, ma oggi mia mamma ha comprato una copia di libero (non so perché), allora guardo le notizie in prima pagina e con mio sconcerto, in realtà penso sempre che prima o poi esso finirà, leggo due notizie inquietanti: parliamo della prima.

La Chiesa o meglio la gerarchia ecclesiastica sottoporrà un test in tutte le diocesi per sapere cosa ne pensano i fedeli su certi argomenti.


L’articolo è interessante ed ironico.
L’autore, Mario Giordano, si chiede, come sia possibile arrivare a tanto.

Pensandoci bene però potrebbe essere che ci si risparmi un Concilio Vaticano III rimpiazzandolo con un REFERENDUM OECUMENICUM I, il quale stabilisca oggi ciò che deve essere creduto da tutti, ovunque e sempre (in realtà ancora no), rivisitando così il canone di San Vincenzo di Lerino.

Ammettendo anche che l’idea non sia direttamente venuta da “Demolition Man” sicuramente l’avrà approvata, vista l’alacrità con cui lavora per una chiesa dal basso e ad onor del vero gli sta riuscendo bene!

Alcune domande del referendum:

1)      I cristiani divorziati risposati soffrono l’impossibilità di avere i sacramenti (dipende dai casi ma ci potevano pensare prima)?

2)      Che attenzione si può avere verso chi si unisce con persone dello stesso sesso ( la stessa che ha Dio riguardo ai quattro peccati che gridano vendetta al suo cospetto)

3)      Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che hanno adottato bambini come comportarsi per la trasmissione della fede (meglio che non mi esprima)

Una volta ricevuto il risultato il gioco è fatto.

Nuovo CJC e nuovi dogmi, d'altronde l’escamotage della prassi sopravanza la teoria, ma in questo modo si può sistemare anche la teoria con la saggezza popolare.

IL POPOLO HA PARLATO, LA DISPUTA E’ FINITA!

Il popolo sopra Pietro e con i vescovi.

Allora via libera a nuove aberrazioni.
Vista la posizione della CDF sul matrimonio e risposati perché non pensarlo, cito:Il brano si compone di sei capitoli nei quali viene ribadita, con ampio dispiegamento di citazioni, l’indissolubilità del vincolo matrimoniale, perenne dottrina della Chiesa, e dove viene, altresì, illustrato l’atteggiamento che la Gerarchia dovrà assumere nei confronti di quei fedeli divorziati che, risposandosi, si son messi automaticamente in stato di peccato grave tale da escludersi dal Sacramento della Comunione, e  dobbiamo dar atto che, in tutto l’excursus, l’arcivescovo niente concede, in punta di diritto e di principio, a possibili cedimenti o a concessioni  e tuttavia, come vedremo, l’autore si produce in sottili affermazioni di taglio pastorale tracimanti nel teologico che non stanno né in cielo né in terra e che denotano manomissione o ignoranza del dogma, funzionali, crediamo, al futuro traghettamento dalla sponda dell’indissolubilità a quella della dissolubilità. (http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV647_L.P._Circiterismi_e_dintorni.html)
Se così non fosse quale lo scopo sarebbe di questa stupidaggine?

Mario Giordano si chiede, in linea con il principio di non contraddizione:

“ se si fa il test e non lo si considera che cosa lo si fa a fare”?

Se lo si considera, invece, si va a finire come sopra prospettato: Sub Populi invece che sub Petro.

Affrettatevi dunque cari fedeli, “è l’ora dei laici” come recitava uno slogan del rinnovamento carismatico (sic!) siete artefici del vostro destino (come contraddire questa verità).

Referendum ecumenico I nella Repubblica democratica cattolica.

Solo che i conti li farà un solo Scrutinatore!

E allora sarò pianto e stridore di denti!


Signore vieni presto!

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