martedì 27 agosto 2013

VISIONE DELLA RESISTENZA


Numero CCCXIX (319)
  
  
24 agosto 2013

VISIONE DELLA RESISTENZA

Un certo numero di anime cattoliche, che oggi mantengono la fede cattolica, sono spaventate dalla direzione ancora oggi mantenuta dalla dirigenza della Fraternità San Pio X, e dal momento che apprezzano il tanto che hanno ricevuto dalla Fraternità negli ultimi decenni, desiderano disperatamente che un’altra Fraternità la rimpiazzi. Esse sono spaventate dalla diversa visione di una rete di sacche indipendenti di resistenza che sarebbero il loro futuro. Possono essere rassicurate dal sapere che si tratta della stessa visione di un eccezionale profeta e pioniere del movimento tradizionale: il sacerdote francese domenicano P.Roger-ThomasCalmel (1914-1975). Ecco alcune pagine, liberamente tradotte e adattate dal francese, della sua Breve Apologia della Chiesa di sempre (pp. 48-51, 58): -

“Per quanto pazzamente possa comportarsi la gerarchia cattolica, i sacerdoti non possono prendere il posto dei vescovi, né i laici il posto dei sacerdoti. Si può quindi pensare di creare una grossa lega o associazione mondiale di sacerdoti e di laici cristiani, che instauri un dialogo con la gerarchia e la forzi a ripristinare l’ordine cattolico? È un’idea grandiosa e commovente, ma irreale. Questo perché un tale gruppo, volendo essere un gruppo di Chiesa, ma non essendo né una diocesi, né un’arcidiocesi, né una parrocchia, né un ordine religioso, non rientrerà in alcuna delle categorie sulle quali e per le quali si esercita l’autorità nella Chiesa. Esso sarà un raggruppamento artificiale, un artificio sconosciuto a tutti i gruppi reali della Chiesa, stabiliti e riconosciuti come tali.

“A quel punto, come per ogni raggruppamento umano, sorgerà il problema della direzione e dell’autorità, e più grande è il gruppo, più acuto sarà il problema. Immancabilmente si arriverà a questo: essendo un’associazione, il gruppo deve risolvere il problema dell’autorità; essendo artificiale (un gruppo né naturale, né soprannaturale), esso non può risolvere il problema dell’autorità. Ben presto sorgeranno sottogruppi rivali, la guerra diverrà inevitabile, e non ci sarà alcun mezzo canonico per porre fine o per gestire una simile guerra.

“Siamo quindi condannati a non essere in grado di fare alcunché in mezzo al caos, spesso un caos sacrilego? Io non lo penso. Per prima cosa, l’indefettibilità della Chiesa garantisce che fino alla fine del mondo ci sarà un’autentica gerarchia personale sufficiente a mantenere i sacramenti, specialmente l’Eucarestia e gli Ordini Sacri, e a predicare la sola, unica e immutabile dottrina di Salvezza. Secondo poi, quali che siano le manchevolezze della gerarchia reale, tutti noi, sacerdoti e laici, abbiamo la nostra piccola parte di autorità.

“Perciò, il sacerdote in grado di predicare, vada ai limiti del suo potere per predicare, assolvere i peccati e celebrare la vera Messa. La suora insegnante vada ai limiti della sua grazia e del suo potere per formare le giovani nella fede, nei buoni costumi, nella purezza e nella letteratura. Ogni sacerdote e laico, ogni piccolo gruppo di laici e sacerdoti che hanno autorità e potere in un piccolo fortino della Chiesa e della cristianità, vada ai limiti delle sue possibilità e dei suoi poteri. Capi e componenti di tali piccoli fortini si conoscano e siano in contatto gli uni con gli altri. Ognuno di questi fortini, protetto, difeso, orientato e diretto nella preghiera e nel canto da una reale autorità, diventi il più possibile una fortezza di santità. Questo è quello che garantirà la continuazione della vera Chiesa e preparerà efficacemente il suo rinnovamento nel buon tempo di Dio.

“Quindi, non dobbiamo avere timore, ma pregare in tutta fiducia ed agire senza paura, secondo la Tradizione e nei limiti della nostra competenza e del potere che abbiamo, preparandoci così per il tempo felice in cui Roma tornerà ad essere Roma e i vescovi ad essere vescovi.”

2 commenti:

  1. Stephano,

    purtroppo, P. Calmel non aveva tanto ragione, perche dopo 40 anni, i vescono ancora non sono vescovi...non stiam al di fronte di un errore morale or semplicamente modernistica, ma al di fronte di un cabal massonico organizzato per mantenere potere e per essere più cattivo generazione dopo generazione...

    la mancanza dei Padri della FSSPX è questa: non ordinano vescovi cattolici per ciacuna diocese per dare la possibilità della Chiesa per rinnovarsi dal fondo...

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  2. Il suo commento non è molto comprensibile credo per il fatto che non conosca bene la lingua italiana, comunque P. Calmel ha ragione, la invito a leggere il suo libro.
    Che poi abbia ragione è provato dal fatto che se si ordinassero dei vescovi e gli si conferisse una diocesi formalizzerebbe così un vero scisma (peccato gravissimo) che ad oggi non è mai esistito, Mons. Lefebvre ha sempre posto l'accento su questo fatto, infatti il potere di giurisdizione spetta solo al Pontefice ed è per questo che la FSSPX, finchè seguirà il suo fondatore, è pienamente cattolica.
    Preghiamo affinché la roma modernista si converta e che la neo-FSSPX faccia altrettanto (esclusa la fedeltà dei singoli)
    Saluti

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