venerdì 28 giugno 2013

CARA MENZINGEN NON E’ SUFFICIENTE

 

Lettera di Monsignor WilliamsonParafrasando un celebre articolo di Mons. Williamson1, all'indomani del documento postato ieri, sebbene io  abbia accolto bene la dichiarazione di 3 dei 4 vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X, sospendo il mio giudizio in attesa che  segua anche di fatto ciò che è stato dichiarato in quel documento.

Credo sia anzitutto doveroso, proprio per spirito di Carità, se è vero ciò che si dichiara,  ammettere che le debolezze umane a volte ci sviano dal nostro fine e quindi riabilitare coloro che sono stati o esautorati o minacciati o puniti per aver dichiarato e fatto da sempre ciò che oggi si riporta in evidenza con la recentissima dichiarazione e cioè la missione voluta da Dio per mezzo di Mons. Lefebvre.

Non è sufficiente dunque dire di essere d’accordo con Monsignore e rigettare tutto il CVII se poi si mantiene questa linea dittatoriale volta all’epurazione di quelli che fanno della posizione di Mons. la loro vera missione.

Bisogna, per umiltà (frutto del primo mistero gaudioso), ammettere i propri errori, perché se errare è umano perseverare è diabolico e tendere la mano al fratello con spirito di umiltà.

Non si vuole qui insegnare dottrina o dare lezioni di morale  a dei vescovi o sacerdoti di Santa Romana Chiesa, perché se essi sono sempre dei superiori, ma si vuol ricordare che sono anch’essi ancor  prima dei cattolici, si è infatti prima cattolici poi sacerdoti, vescovi ecc.

Gesù non ha certo preteso meno dai suoi apostoli, anzi, tutto il contrario, proprio perché in qualità di pastori, imitatori del Buon Pastore, sono tenuti all’esempio perchè a chi più è stato dato più sarà richiesto. (Lc 12,48)

Non è dunque sufficiente dire noi crediamo questo e quest’ altro se non si ammette di aver commesso alcuni errori magari anche in buona fede.

Non è forse quello che ci si aspetta da roma?

Ma è anche quello che si aspettano i fedeli disorientati, spaccati, impauriti, silenziati ed in alcuni casi allontanati per questo clima interno alla Fraternità.

Poi finalmente diventa necessario operare fattivamente alla consolidazione del piccolo resto che Dio  ha scelto per la Sua battaglia e la sua Gloria.

In tale contesto bene scrive Don Girouard (leggi QUI):

a un certo punto Mons. Fellay e i suoi discepoli si sono intimoriti per la percezione negativa che i cattolici della Chiesa ufficiale ricavavano da questi tre elementi.

 

1)      che la Messa Antica non ha mai avuto bisogno di essere “liberata”, poiché la bolla Quo Primum ha sempre dato il diritto di celebrarla, poco importa ciò che dicono i vescovi Novus Ordo;
2) che le “scomuniche” non sono mai state valide;
3) che il nuovo stile delle argomentazioni della FSSPX deriva dal suo desiderio di non essere più “percepita” come “amara”, “crudele”, “disobbediente”, ecc.

 

Hanno cominciato a credere che una tale percezione negativa costituisse un ostacolo per la salvezza di queste povere anime. Ecco perché, allo scopo di eliminare questo ostacolo, hanno deciso di seguire le suggestioni del GREC, vale a dire: hanno scelto di impiegare dei mezzi cattivi per raggiungere un fine buono. Poco importa che anche da una minima conoscenza del catechismo si sappia che questo non può essere mai moralmente permesso.

 

In realtà tutto l’impianto nasce  dal desiderio che la FSSPX un giorno possa essere ben vista da coloro che appartengono alla Chiesa ufficiale.
In altri termini, la crisi che noi attraversiamo da circa quindici anni, dalla fondazione del “Groupe de Réflexion Entre Catholiques” (GREC), è basata su una questione di PERCEZIONE, cioè su ciò che gli altri pensano di noi.

Devo dire sinceramente che l’articolo di Don Girouard è veramente bello e significativo e bisogna ammettere, anche, che c’era del vero nel mio articolo  per una inutile riconciliazione, niente di geniale ma semplice analisi della realtà.

Ecco infatti cosa afferma Don Girouard: I modernisti e i perversi di Roma non mi hanno spogliato della mia appartenenza alla Chiesa cattolica, mi hanno semplicemente dato la gioia di ricevere una delle beatitudini rivelate da Nostro Signore, quella di soffrire la persecuzione a causa della giustizia!
Perché dunque si vorrebbe che mi si togliesse questa beatitudine?

Se siamo cattolici di cosa dovremmo preoccuparci?

Quale unità ci sarebbe con roma senza la Fede?

Come per roma non è sufficiente “ridarci” la Messa, togliere le scomuniche e voler riconoscere la Fraternità altrettanto non è sufficiente a Menzingen una dichiarazione di Fede e fedeltà alla Chiesa nel primo caso ed al suo fondatore nel secondo.

Per quanto ne so, il Consiglio Generale non ha ancora inviato a Roma un altro documento ufficiale che precisa che questa Dichiarazione Dottrinale sarebbe ormai revocata o nulla o mai trasmessa. Quindi, questo documento di aprile 2012 rappresenta sempre la posizione ufficiale della Fraternità su queste questioni.

Attendiamo questo atto come primo passo e magari, perché no, anche una telefonata a Big Double U!

La torta è tutta avvelenata non serve che il veleno sia solo il 5%.

Aspettiamo con fiducia pregando il Santo Rosario per questa reale unità e la riabilitazione dei prelati e vescovi nonché dei fedeli allontanati!

 

                                                                                                                      Stefano Gavazzi

 

NOTE:

1) lettera M.Williamson 2003 - Motivi dell'impossiblità di unire la Tradizione con la Chiesa conciliare, considerazioni sul "sedevacantismo" e "indultismo"

St Thomas Aquinus Seminary R.R. 1, BOX 97 A-1 Winona MINNESOTA 55987 (507) 454-8000

1 febbraio 2003

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