lunedì 26 novembre 2012

IN PARADISO ANCHE I NON CATOLICI ED I NON CRISTIANI


Questa è la conclusione a cui si giunge leggendo la risposta di Padre Serafino Lanzetta ad un mio commento lasciato ad un suo articolo ( http://catholicafides.blogspot.it/2012/10/un-ecumenismo-contro-lunita-e-lunicita.html ).

Il padre Serafino, eminente teologo, così rispose:

Chi si salva per mezzo del battesimo di desiderio non è "cattolico" e neppure cristiano, perché non riceve il sacramento e quindi il carattere sacramentale, ma ne ottiene solo gli effetti salvifici: è un uomo salvato dalla grazia di Cristo (per mezzo della Chiesa), ma non partecipa degli effetti conformativi a Cristo. Di qui l'importanza del sacramento del battesimo e dei sacramenti nella loro totalità.

Per carità, io non ho pretese, non sono minimamente a questo livello però mi sono sorti alcuni dubbi che vorrei esporre e da povero fedele mi sono interrogato su quanto affermato dal p. Lanzetta.
La Chiesa insegna:

1)      Fuori della Chiesa cattolica non c’è salvezza

2)      La Chiesa è il corpo Mistico di Cristo

Riguardo al primo punto parliamo di un dogma di Fede necessario alla salvezza e non credo sia necessario riportare tutti punti del magistero infallibile che lo affermano, ne ricorderemo solo alcuni. Riguardo al secondo invece è necessario soffermarsi maggiormente perché quest’affermazione non viene tenuta nel giusto conto anche riguardo al primo punto.
Nella prima lettera ai Corinzi e agli Efesini San paolo parla del corpo e delle sue membra e nella lettera ai Colossesi 1,24 dice chiaramente: “a favore del suo corpo che è la Chiesa”.

Dunque la Chiesa è un corpo.

Ma lo è realmente o simbolicamente, concretamente o in modo astratto, pneumatico?
Forse tanti hanno anche dimenticato la bellissima enciclica di papa Pio XII intitolata proprio Mystici Corporis dove si conferma che la Chiesa è il corpo mistico di Cristo ed essendo un corpo si comporta come tale, la differenza, qui finisce l’analogia, è che le membra sono uomini dotati di libero arbitrio.

Ma a legger le parole del P. Serafino sembra proprio che in paradiso ci siano anche musulmani, buddisti ed innumerevoli altri generi d’infedeli e non cristiani sic et simpliciter.
Vediamo però cosa insegna la Chiesa cattolica e quale è l’opinione comune dei teologi.

1)      Il battesimo per disposizione divina è necessario alla salvezza. De Fide

2)      Concilio di Trento s. 7 de Sacr. In gen. Can 4, Denz 847

3)      Il Concilio di Firenze (1442): Crede fermamente, confessa e predica che nessuno di quelli che sono fuori della chiesa cattolica, non solo pagani, ma anche Giudei o eretici e scismatici, possano acquistar la vita eterna, ma che andranno nel fuoco eterno, preparato per il demonio e per i suoi angeli (94), se prima della fine della vita non saranno stati aggregati ad essa;

Qui viene spiegato chiaramente che il pagano o chiunque sia deve essere aggregato alla Chiesa quindi deve appartenere al corpo mistico di Cristo e ciò smentisce categoricamente l’affermazione di p. Lanzetta poiché se è vero ciò che dice il francescano significa che ci sarebbero dei casi in cui questa affermazione dogmatica possa anche essere disattesa.

Nel canone del Concilio di Trento invece troviamo scritto che è necessario anche il desiderio dei sacramenti.

Inoltre è accertato che il battesimo incorpora a Cristo, se non alla parte visibile certamente all’anima.
Il catechismo di San Pio X al punto 290 recita: Il battesimo è il sacramento che ci fa cristiani, cioè seguaci di Gesù, figli di Dio e membri della Chiesa.

A questo punto dobbiamo chiederci: Il battesimo di desiderio è un battesimo o non è un battesimo?

 

Ecco dunque i miei dubbi su questa affermazione ed alcuni argomenti che si possono opporre:

1) Per primo che desiderare qualche cosa è una certa mozione verso ciò che è appetito, ma la facoltà dell’anima della volontà presuppone una certa conoscenza di ciò che si appetisce infatti l’atto dell’intelletto è anche cronologicamente prima di quello della volontà, quindi è impossibile che si desideri ciò che non si conosce, infatti l'oggetto dell'intelletto è la ragione stessa di bene appetibile, mentre l'oggetto della volontà è il bene appetibile, la cui ragione si trova già nell'intelletto. (ST p. I q. 81 a 3 r)

Come dice Agostino: “si ama ciò che si conosce”.

E’ necessario però chiarire che la fede è “cogitare con assenso” ed in questo senso siamo al passo successivo dove la volontà determina l’intelletto (cfr S.T.).
Ma desiderare il battesimo significa, per così dire, desiderare Dio (G. Rambaldi , Battesimo in Enc. Catt. Vol. II, coll 1012) e voler essere rigenerati dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo, quindi aver conosciuto la Santissima Trinità, e questa è propriamente la Fede cattolica.
E’ necessario infatti che prima si creda e poi ci si battezzi secondo le parole “chi crederà e sarà battezzato sarà salvo”. (Mt. 16,16)
“Il battesimo risponde al desiderio di Dio, incorporando i fedeli a Cristo e rendendoli viventi della vita soprannaturale che in Gesù si trova nella sua pienezza” (Enc. Catt. Vol. II, coll 1012-1015)
Non ogni fede è utile, non ogni dio si può desiderare poiché è scritto “senza la Fede è impossibile piacere a Dio” a meno che il p. Lanzetta non voglia ammettere che in qualsiasi fede si può essere salvati.

 
2) Un secondo argomento può essere questo:

Essendo la fede un dono di Dio, essa ci viene data per mezzo di un’illuminazione poiché è risaputo che attraverso l’intelletto agente dagli effetti noi veniamo a conoscenza dell’esistenza di Dio che è un atto della potenza naturale1 mentre per la fede Dio agisce sull’intelletto possibile poiché altre cose eccedono la facoltà della ragione e la mente umana tutte queste cose non può conoscere senza essere illuminata in modo divino da un nuovo lume che si aggiunga a quello naturale (S. Tommaso, in Boetio De Trinitate Q1 a1 r).

Nel caso in questione, i pagani, non potendo essere stati illuminati dalla Chiesa o non avendo creduto alla sua predicazione riceveranno direttamente da Dio o da un angelo questa illuminazione. Questa infatti è l’opinione del dottore angelico (Quest. De Verit. Q14 a11 ad1).

Ma poiché, come sopra detto, si appetisce solo ciò che si conosce è necessario che essi siano istruiti su ciò che desiderano.

Ripugna, però, totalmente che Dio possa illuminare chiunque proponendo una Fede che non sia quella cattolica, pertanto l’infedele che riceverà l’illuminazione sarà istruito almeno sui due dogmi riguardanti la Trinità e l’incarnazione, come sostengono svariati teologi del passato.
 

3) Un terzo argomento può essere questo: La forma è principio d’operazione e la forma di questo corpo mistico è lo Spirito Santo che di esso ne è l’anima (Sant’Agostino, Mystici Corporis), ora, come causa formale, essa imprime nell’animo una certa qualità che è propriamente la vita della grazia (ST p. I-II Q110 a2 ad1) per mezzo della Carità che diviene per l’animo dell’uomo quasi come una nuova forma che a sua volta imprime l’operazione propria del corpo mistico di Cristo che è l’azione del suo divin Capo in ogni cattolico.
Anche in questo caso ripugna che chi riceva la grazia col battesimo di desiderio abbia un’operazione diversa da quella dell’anima che informa quel corpo quando ne fa parte.2

 

4) Il quarto  argomento che si può portare in opposizione all’affermazione del p. Lanzetta è che l’effetto mantiene sempre una certa somiglianza con la sua causa, ora la causa del battesimo è Cristo ed il suo effetto, almeno uno, è proprio l’incorporazione a Lui (S.T. p.III q. 69).

Come si può sostenere: ne ottiene solo gli effetti salvifici ?

Divenire cristiani, invece, è un effetto dell’incorporazione a Cristo, quanto meno all’anima del suo corpo mistico che è la Chiesa.
Val bene ricordare che col battesimo l'uomo viene incorporato a Cristo e diventa suo membro.
È quindi conveniente che nelle membra incorporate si compia ciò che si è compiuto nel capo
(S.T. p. III q 69 a3 r)
Infatti il carattere del Battesimo, citato da p. Lanzetta, è il secondo effetto del battesimo e non il solo anzi l’effetto principale da cui traggono radice tutti gli altri è proprio l’incorporazione a Cristo. (Bartmann- manuale di teologia dogmatica Vol. III p. 86)3

 

5) Possiamo per quinto addurre quest’altro argomento e cioè che la conoscenza delle cose divine sono da considerare in due modi:

1)      Rispetto a noi
      2)      Rispetto a se stesse e alla loro natura

Nel primo caso noi le conosciamo limitatamente secondo gli effetti, nel secondo caso esse sono di per sé massimamente conoscibili nel loro modo appropriato da Dio e dai Beati (Commento a Boezio De Trin. Q2 a2 r) pertanto Dio solo con certezza conosce chi è incorporato all’anima del Corpo Mistico di Cristo.

A noi potrà anche sembrare, anzi non lo vedremo mai in questo stato di viatori, che l’infedele sia tale, ma Dio vede e sa che è cristiano ed ha la fede cattolica così che resti valido il dogma “nulla salus extra ecclesiam”.

Inoltre di questa “società”, che è la Chiesa, qunidi del Corpo Mistico sappiamo che ne fanno parte anche i beati ed i santi, come fanno ad esserne parte se non sono cattolici e cristiani?

Forse che la Chiesa Trionfante in cielo perderebbe la sua natura?

Abramo che credette a cosa credette?

E di questa opinione è Mons. De Sègur che si domanda: “Può uno salvarsi fuori della Chiesa”?

Risponde: “Sì, in apparenza, no in realtà”4.

 

6) Per sesto: poiché gli articoli di Fede e quindi i dogmi, sono “quasi dei principi”5 , come  dice il Dottore Angelico, se possono essere negati una sola volta non saranno mai validi oppure lo saranno per accidens e non per sé.

Prendiamo l’esempio del teorema di Pitagora se per una volta non fosse valido non lo sarebbe mai se non per accidens e così è lo stesso per il dogma “nulla salus”.

E’ vero che Dio agisce al di fuori dei sacramenti ma di quelli amministrati dalla Chiesa visibilmente e non certo contro i sacramenti stessi, ciò equivarrebbe a dire che Dio possa agire contro se stesso ciò è impossibile essendo stati istituiti da Lui.

Dio non inganna e non può ingannarsi.

Nulla vieta, inoltre, che il sommo sacerdote Gesù Cristo, fonte di ogni sacramento (battesimo di desiderio), li amministri direttamente essendo sempre il capo della Chiesa anche se noi non lo vediamo.

Cristo non è legato dai suoi sacramenti: Egli può produrre l’effetto con un semplice atto di volontà. (Bartmann-Manuale T.D. Vol. III p. 328)

 

7) Infine come ultimo argomento possiamo dire che la Fede non appartiene all’essenza dell’ uomo ma è un accidente che si aggiunge e specificatamente una qualità che, sebbene  può essere cambiata, sembra più un possesso che una disposizione come afferma il Filosofo (Categorie 8).

Ora l’essenza è ciò che è espressa dalla sua definizione e sotto lo stesso rapporto è o non è ma anche gli accidenti, sebbene per essere hanno bisogno di un soggetto su cui inerire, posseggono un’essenza ed una sua definizione anche se in maniera incompleta e relativa.
Preso in concreto l’essere cattolico dunque è un accidens, una qualità o abito.
Ma cattolico è colui che professa la fede cattolica mentre musulmano (ad esempio) è colui che
professa la fede islamica e questa è la loro definizione.
Poiché le due definizioni sono opposte non possono sussistere sullo stesso soggetto, una cosa è o non è.
Ma la virtù della Fede è un abito e l’abito è una qualità stabile dell’animo così l'abito della fede inclina l'anima umana ad accettare le cose che collimano con la vera fede, e a respingere le altre.(ST p. II-II Q1 a4 ad1)

Ma in musulmano il cui abito è quello della fede musulmana (pur col battesimo di desiderio) se mantiene quell’ abito non può avere quello della Fede cattolica di conseguenza dobbiamo ammettere che in paradiso ci sono anche coloro che mantengono l’abito della falsa fede e quindi chiunque.

Quod repugnat!

 Con questo ci sembra quanto meno di poter dissentire con decisione dall’affermazione di P. Serafino Lanzetta.

 
Concludo: “Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (1 Gal. 3;28)


Vogliamo dire che non sia vero?

 

                                                                                                                      Stefano Gavazzi

 

NOTE:

1) In realtà la Causa prima muove anche l’intelletto agente.

2) Si potrebbe obiettare che tanti fanno parte del corpo ma non seguono il principio dell’operazione di quest’anima.

Ma l’obiezione in tal caso è facilmente superabile opponendo due argomenti:

Il primo argomento è un’analogia che si deduce dal corpo umano, infatti in natura ci sono alcune cellule malate che non contribuiscono a perseguire il fine di tutto il corpo pur facendone parte e tal volta l’operazione viene negata a tutto il corpo quando è la testa ad essere colpita da malattia. (vorrei portare un esempio doloroso per me ma lascio a chi legge pensarne  uno)

Il secondo è che abbiamo detto che le cellule di questo corpo hanno libero arbitrio e liberamente possono scegliere di seguire l’operazione di questa “nuova forma” o rifiutarne la qualità pur conservando l’unità col corpo solo esteriormente. 

3) Quasi nessuno degli autori che sostengono queste tesi, vedasi anche p. Bellon, non tengono conto del fatto che si parla di casi in cui l’uomo sta per passare dalla vita alla morte, un tentativo estremo, come invece perfettamente sottolinea il Concilio di Firenze, che dice “finchè sono in vita” perché nel caso in cui coloro che ricevono il battesimo di desiderio non perissero dovrebbero, poi per salvarsi,  mettere in pratica la dottrina cattolica e appartenere visibilmente al corpo di Cristo (sacramenti ecc.) acconsentendo alla Grazia, condurre una vita da cattolici con tutti i problemi connessi.

4) La Chiesa per Mons. De Sègur. Cap. V Roma 1883

5) Quel quasi non si riferisce alla certezza del principio ma al fatto che essendo oggetto di Fede non sono dimostrabili.

 

9 commenti:

  1. Mi complimento con te Stefano, davvero bel lavoro. Credo che in realtà il padre Lanzetta confonda, o equivochi, la questione del battesimo di desiderio con quella della salvezza per ignoranza invincibile (sebbene nella conformità esclusiva alla legge naturale). In questo secondo caso quello che dice avrebbe, immagino, più senso e troverebbe appoggio anche nelle argometazioni che tu stesso metti in evidenza (il che - solo in ciò, s'intende - vi metterebbe magari anche d'accordo). Rimane da vedere come e perché un teologo di professione possa confondere, se davvero le confonde e non più semplicemente intende in qualche modo volutamente equivocarle, le due questioni... Molto probabilmente, invece, si tratta di nuovo di una qualche altra mostruosità post-conciliare (chi va con lo zoppo...)!

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  2. Le questioni del Battesimo di desiderio e della salvezza concessa nei casi di volontà retta ma ignoranza invincibile sembra in realtà che possano di diritto, negli effetti o almeno in buona misura sovrapporsi (e con ciò sembrerebbe proprio doversi spezzare una buona lancia in favore di padre Lanzetta). Conditio sine qua non perché si venga conformati a Cristo, e quindi si faccia parte della Chiesa, rimane quella del "carattere" che sola stabilisce l'avvenuta conformazione o meno a Cristo, e che, "rispetto alla Chiesa è segno distintivo, unitivo e costitutivo" (Parente-Piolati). Con ciò, secondo comune sentenza, né il Battesimo di sangue né quello di desiderio imprimono mai il carattere, ergo chi li riceve " [...] non riceve il sacramento e quindi il carattere sacramentale, ma ne ottiene solo gli effetti salvifici". Dura lex sed... Due luoghi di confronto presi al volo:

    (A) «Senza il Battesimo nessuno può salvarsi (1)…quando però non si possa ricevere il Battesimo di acqua, basta il Battesimo di sangue, cioè il martirio sofferto per G. C. […] Il Battesimo di sangue, sebbene dia la grazia santificante, NON CONFERISCE IL CARATTERE DI CRISTIANO [“= segno indelebile impresso nell’animo dal battesimo [di acqua], dalla cresima e dall’ordine, in virtù del quale tali sacramenti non si possono ripetere nella stessa persona (Parente-Piolanti)”, il che, aggiungo, equivale a dire che il Battesimo di sangue non corrisponde ad una vera e propria, se non definitiva, conformazione a Cristo, esigendo quindi quando possibile la ripetizione del sacramento, come vien detto di seguito]. Perciò se un martire non ancora battezzato con l’acqua sacramentale sopravvive ai tormenti, DOVRÀ RICEVERE IL BATTESIMO DI ACQUA. LO STESSO SI DEVE DIRE DEL BATTESIMO DI DESIDERIO. (2) …oppure il Battesimo di desiderio, che è l’amore di carità, desideroso dei mezzi di salute istituito da Dio [….] Chi ama Dio, desidera fare tutto quello che Egli vuole e quindi desidera anche ricevere il Battesimo, ESPLICITAMENTE quando lo conosce, IMPLICITAMENTE quando ignora che Dio lo ha prescritto come mezzo necessario di salute. L’INFEDELE, che compie un atto perfetto di amore di Dio, viene subito giustificato e riceve la grazia (NON PERÒ IL CARATTERE [= conformazione attuale a Cristo]) del Battesimo» (da: Padre Dragone, Spiegazione del Catechismo di S. Pio X, Tuscoli 1956). Da cui segue che ci si possa salvare anche da infedeli, sebbene alle condizioni sopra riportate, cioè anche - e questo è il punto - senza un atto di compiuta conoscenza teologica.

    (B) Dello stesso, a quanto pare inevitabile, avviso quest’altro, non meglio identificato, teologo on-line: «BATTESIMO DI DESIDERIO o voto del Battesimo è il desiderio di riceverlo, unito a un atto di contrizione o di carità perfetta, col proposito di ricevere, potendo, il Battesimo di acqua. Cancella la colpa e la pena eterna, ma la pena temporale la rimette solo in relazione alla intensità dell’atto di amore. NON IMPRIME IL CARATTERE. Secondo una comune sentenza, è sufficiente il desiderio implicito (È IMPLICITO, CIOÈ CONTENUTO NELLA VOLONTÀ, ANCHE SE NON È CONOSCIUTO ESPLICITAMENTE. L’idea di un Essere Supremo si trova presso tutti i popoli, come abbiamo visto nel trattato della Rivelazione. L’uomo, se non è stolto, dalle creature conosce che c’è il loro Autore. Se riconoscendolo vuole fare tutto quello che Egli comanda, siccome in realtà comanda il Battesimo per la salvezza, ANCHE SENZA SAPERLO, implicitamente vuole il Battesimo e, con la grazia di Dio, che non manca a chi fa ciò che può per parte sua, lo riceve di desiderio) del Battesimo, per cui LO RICEVE ANCHE CHI NON CONOSCENDO, SENZA SUA COLPA, LA VERA RELIGIONE, HA LA SERIA VOLONTÀ DI FARE TUTTO CIÒ CHE DIO COMANDA. PER RICEVERE VALIDAMENTE GLI ALTRI SACRAMENTI È NECESSARIO IL BATTESIMO DI ACQUA PER IL FATTO CHE QUELLO DI SANGUE E DI DESIDERIO NON IMPRIMONO IL CARATTERE DI CRISTIANO» (http://christusveritas.altervista.org/teologia_dogmatica_elementi_costitutivi_battesimo.htm)

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    1. MI dispiace ma ammettere che chi lo riceve si salva senza conoscere la vera religione, mi sembra spiegato abbastanza bene nell'articolo, signi fica che "chi crederà e sarà battezzato sarà salvo" non è vero, ora come ho detto il BD non imprime il carattere ma conforma a Cristo e come ho riportato perchè il carattere non è l'unico modo d'incorporazione, il carattere è un effetto come l'incorporazione, in questo caso si farebbe derivare un'effetto da una causa seconda cioè il carattere.
      Battesimo= Causa
      Icoprorazione =effetto
      Carattere= Effetto
      Battesimo= causa prima
      Carattere= (effetto) Causa seconda
      Incorporazione= effetto
      C'è differenza tar le due cose causa dell'incoprporazione sarebbe il carattere e non il battesimo ciò contraddice anche il catechismo di san Pio X.
      Della stessa opinione è San Tommaso.
      saluti

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    2. [parte 1] Non c'è incorporazione senza che venga impresso il carattere, questo è San Tommaso che lo dice: "il carattere sacramentario è specialmente il carattere di Cristo, del cui sacerdozio i fedeli vengono resi partecipi in forza dei caratteri sacramentali, i quali non sono altro che partecipazioni del sacerdozio di Cristo derivanti da Cristo stesso". Se ci si incorpora a Cristo non si può che averne impresso il carattere, e ciò, come anche tu riconosci, per esclusiva via sacramentaria. Che tipo di incorporazione a Cristo sarebbe, invece, quella, da te sostenuta, che non imprimesse il carattere di Cristo? E s'è solo l'atto sacramentario, come dice San Tommaso, ad imprimere questo carattere, tutti gli altri atti che invece non lo fanno potrebbero ancora dirsi tali? Evidentemente no, ma atti di grazia non sacramentaria, che non conformano a Cristo ma all'adempimento del culto naturale (conosciuto per il solo mezzo della ragione naturale) che esige comunque ed inderogabilmente l'incondizionata obbedienza a Dio, ch'è invece adempiuta in pienezza sovrannaturale dalla Chiesa, cui il culto naturale (moralmente integro) è, nell'essere, solo analogicamente subordinato nel riferimento all'unico Dio esistente.

      La Chiesa (di Cristo) che appunto esige, per farne parte, il battesimo d'acqua, non quello di sangue né di desiderio, che difatti non conformano a Cristo (partecipando, come sopra dice San Tommaso, il carattere di Cristo) ma permettono invece la grazia delle virtù cardinali e la comunicazione dei doni ad esse conformi in vista di una retta condotta e della salvezza cui corrisponde (cosa che infatti non ripugna la giustizia). Con ciò il carattere sarà certamente ed immancabilmente un effetto, che implica o che è l'incorporazione, ma appunto non del battesimo di desiderio. Non c'è alcuna contraddizione, tranne a voler prendere quei tre, nominalmente, per una cosa sola, sostenendo che la parola battesimo sia sufficiente di per sé a spiegarli entrambi quando invece, con il Filosofo, sono logicamente da distinguersi - secondo analogia e non univocamente - come paronimi e non come omonimi. Tu, difatti, sembri parlare del Battesimo sempre e solo in assoluto, in maniera del tutto univoca, senza sospettare mai che il Battesimo di desiderio venga detto tale solo per analogia e non propriamente.

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  3. [parte 2] Per altro verso lo stesso Aquinate, come brillantemente e credo inconfutabilmente mostrato dal Padre Fabro, non ha mai indulto in pose o flessioni essenzialistiche di alcun tipo (contrariamente a quanto una certa scolastica ha invece malauguratamente sostenuto) che darebbero adito all'idea che i piani divini o la possibilità dell'esercizio della potenza divina possano senza residui essere restituiti, deduttivamente, nell'intelligibilità logica riflessa, quasi come a propria matrice originaria: Dio difatti se non può essere ridotto ad un teorema, non può esserlo nemmeno ad un intelletto umano in grande, precedendo con ciò quello umano secondo proporzionalità cognitiva (certamente non tutti coloro che si salvano pensano o sono in grado di conoscere alcunché, pensa p. es. ai minorati mentali pure di buona volontà cui non è negato il Battesimo), bensì riconosciuto come L'Essere assolutamente trascendente cui tutto l'essere creato partecipa, per attribuzione, già prima d'un solo atto cognitivo, pure esigito nella rettitudine già naturalmente da chi ne è capace, e prima di ricevere il sacramento del Battesimo. Invece il risalto di una delle ultime lezioni dell'Aquinate, quella della Quaestio sexta del De Malo (De electione humana) s'è subito bastante a rendere il tono del realismo tomista (non quello nominalista) suffraga proprio, con il primato della volontà sull'intelletto («intelligo enim quia volo et utar omnibus potentiis quia volo»), anche la possibilità della salvezza legata alle buone disposizioni della volontà a prescindere da una presunta completezza, in astratto, della cognizione o dell'atto conoscitivo in materia teologica previo allo sviluppo di una volontà buona: «Nella riflessione sul suo atto di amore la volontà prende le redini della vita e diventa superiore e precede la stessa ragione: "[...] per reflexionem voluntas efficitur prior et superiori ratione, in quantum movet rationem"» (Q. de ver., q. 22. a. 12; ma anche: S. Th., I-II, q. 9, a. 1). In questo senso un'ignoranza invincibile in materia di dogma non sarebbe sufficiente a pregiudicare una volontà buona che, come tale già coordinata a Dio (nella retta natura, che partecipa dell'Essere e che accompagna una cognizione conforme - e non antecedente), godrebbe della grazia divina di cui, essendone capace, è anche responsabile.

    Infine, la dottrina che pretende, e che a quanto sembra faresti tua, l'incorporazione a Cristo tramite il Battesimo indipendentemente dall'impressione del carattere - rigettando il carattere come conditio sine qua non per l'incorporazione a Cristo - è, ancora secondo il Dizionario Parente-Piolanti, esattamente quella dei Protestanti, che ritennero la dottrina del carattere "una creazione del Pontificato Romano (Lutero) e più precisamente di Innocenzo III (Kemnitz) [...]". Difatti che c'è stato di meglio per loro che pretendere di ricevere i sacramenti direttamente da Cristo bypassando la Chiesa? Chi stabilirebbe la validità del "sacramento", stabilito un contatto tutto personale e addirittura pienamente santificante con Dio (che ne diverrebbe diretto officiante) a prescindere dalla Chiesa, ch'è invece Unica Mediatrice di salvezza? Costoro non farebbero certo parte di alcuna religione non cattolica, ma sarebbe da stabilire (se ancora fosse possibile) che proprio la loro lo fosse.
    Un saluto.


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    1. p.s. s'intende, ovviamente, che la Chiesa sia Unica Mediatrice di salvezza in virtù del Sacrifico del Cristo e per Volontà dello Stesso, non per virtù propria...

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    2. p.s. s'intende, ovviamente, che la Chiesa sia Unica Mediatrice di salvezza in virtù del Sacrificio del Cristo e per Sua stessa Volontà, non per virtù propria...

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  4. Ma Gianni quello che dici è giusto ma parla della partecipazione alla parte sacerdotale e sono d'accordo ma non dice che è l'effetto principale, ciò viene espresso anche dal Rambaldi nell'Enc. Cattolica, ma l'incorporazione a Cristo, in quanto Corpo Mistico, cioè l'effetto principale cui seguono tutti gli altri è il battesimo.: "Con il carattere si è in contatto con Cristo Sacerdote supremo""con il battesimo si è in contatto con Cristo, caop dell'ordine della Grazia" (G. Ramabaldi)
    Ma l'incoprorazione avviene nel momento della giustificazione per mezzo del battesimo stesso.
    San Tommaso:
    "Mediante il battesimo, come si è visto [q. 49, a. 3, ad 2; q. 68, aa. 1, 4, 5], si è incorporati alla passione e alla morte di Cristo, secondo le parole di S. Paolo [Rm 6, 8]: "Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui".
    "Il battesimo", come dice S. Agostino [De bapt. parv. 1, 26], "ha il compito di incorporare i battezzati a Cristo come sue membra".
    Il carattere è un effetto come può un effetto raggiungere la sua causa?
    Quando dico incorporazione intendo all'anima della Chiesa come sostehgono molti teologi per esempio Hugon.
    Anzitutto tu non distingui come altri che si sta parlando, come io ho fatto, di casi limite e non ordinari, pertanto io non dico per nulla che il carattere non è importante ma San Tommaso dice che il Battesimo incorpora a Cristo ed è il primo effetto non il contrario come tu sostieni, ma ammettendo che sia come tu dici sorgono queste difficoltà:
    1) Fuori della Chiesa c'è salvezza
    2) Non si deve essere aggregati alla Chiesa prima del fine vita
    3) Chi non crederà sarà salvato ugulamente
    4) Senaz la fede è possibile piacere a Dio
    5) Non formiamo un solo Corpo
    Per quanto riguarda la volontà ciò che dici non rientra in questo perchè l'oggetto è la Fede ed essa è cogitare con assenso e siamo già al passo successivo dove la volontà muove, determina l'intelletto dopo che però l'intelletto ha conosciuto l'oggetto ho messo quell'inciso proprio per evitare che qulcuno proponesse una cosa del genere che comunque non contraddice ciò che è scritto sopra ma nel caso del battesimo di desiderio è errata.
    Poi l'intelletto dice al vero come la volontà dice al bene ma qui parliamo di fede cioè di una Virtù teologale ed in questo senso l'intelletto precede la volontà come dicono Agostino e Tommaso.
    Infine io non sostengo che ciò che dico è dogma, vorrei vedere, ma le obiezioni sollevate sono tutte circostanziate e nessuna di esse non in linea con il magistero della Chiesa, la questione dei protestanti te la potevi risparmiare perchè io non faccio mia una tesi protestanti, se solo il carattere incorpora a Cristo allora tutti i dogmi sopra citati sono falsi ed in Paradiso ci sono tutti!
    Saluti

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  5. Dopo la lunghissima telefonata intercorsa, e che sembra averci messo d'accordo almeno nell'essenziale (scongiurando indebite e risentite incomprensioni), una replica ulteriore sembrerebbe essere diventata davvero inutile. A mo' di ricapitolazione però riporterei di nuovo quanto la Fraternità dice in merito, facendo suo il contenuto di una relazione al 18mo Convegno di Studi Cattolici di Rimini (2010) del prof. Corrado Guerre, e che ci ha trovato - Deo gratias - stavolta entrambi d'accordo. Il dogma del "Nulla salus" vi è ribadito e rimane assolutamente inconcusso (come da San Cipriano, passando per Trento fino al Sillabo non può che essere).

    Prendo il passo dal sito della Fraternità, nella pagine dove si dà conto, lodandolo ("un bell'intervento apolegetico"), del contenuto dell'intervento riassumendo lo svolgimento dei giorni di convegno (certo converrai che anche qui non si parla di Battesimo ma di una “rimunerazione sovrannaturale” successiva alla comprovata aderenza alla legge naturale, ma tant'è):

    «Mostrando la divinità della religione cattolica il relatore ha messo in rilievo le disastrose conseguenze sociali a cui possono condurre le false religioni. Ribadendo il dogma di fede “fuori dalla Chiesa non c’è salvezza”, ha poi spiegato come coloro che per IGNORANZA INVINCIBILE appartengono ad una falsa religione, possano salvarsi per la fede in Dio, rimuneratore soprannaturale, SEGUENDO LA LEGGE NATURALE CHE IL CREATORE HA IMPRESSO NEL CUORE DI OGNI UOMO. Pur non appartenendo al corpo visibile della Chiesa ne sono uniti all’anima e la loro salvezza avviene, non tramite le false religioni a cui materialmente appartengono, ma malgrado esse che con i loro errori ALLONTANANO DALLA STESSA LEGGE NATURALE. Appare così chiaramente quanto è falso il principio di base dell’ecumenismo attuale che riconosce ad ogni religione valori di salvezza ».

    Cordialmente e a presto!

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