Purtroppo in uno dei due casi, considerando il calibro del giornalista, mi riferisco al giornalista S. Magister, mi risulta difficile crederlo visto che non può trattarsi di un ignorante qual io sono.
Ma se io che sono un ignorante conosco queste cose, non può non saperlo un giornalista di tale caratura.
Vediamo come stanno le cose.
1) L’articolo di TM News:
L’autore o l’autrice scrive:
I Lefebvriani stanno inviando in questi giorni una precisazione al Vaticano, in seguito ad una perentoria comunicazione diffusa dalla Santa Sede a metà marzo, e attendono, successivamente, un ulteriore pronunciamento vaticano: lo ha dichiarato da Parigi a 'Tmnews' il portavoce della fraternità sacerdotale tradizionalista l'abate Alain Lorans. "Stiamo comunicando la risposta al Vaticano, poi attendiamo una risposta del Vaticano", ha dichiarato il responsabile della comunicazione dei Lefebvriani, "solo dopo potremo comunicare ufficialmente con i giornalisti". Lo scorso 16 marzo il Vaticano aveva comunicato ai Lefebvriani che "non è sufficiente" la risposta precedentemente data dal gruppo scismatico, alle condizioni dottrinali fissate dalla Santa Sede (il cosiddetto 'preambolo')
Ora in questo articolo oltre allo scorretto e spregevole uso del termine “lefebvriano” che evidenzia una chiara ed ormai nota avversità ai Cattolici, dobbiamo notare l’uso solamente ignorante del termine scismatico non conoscendone l’autore non sappiamo se sia preparato in materia.
2) L’articolo di Magister
Possiamo dire altrettanto del dott. Magister che così titola il suo articolo ?
“Per il “lefebvriani” ultima chiamata all’ovile”
Il titolo oltre a riproporre la solita ostilità verso i cattolici, che comunque ringraziano per la possibilità di poter testimoniare la Verità contro la falsità, in mala fede parla di ovile perché è impossibile che egli non sappia che l’unico Ovile di Cristo è la Chiesa cattolica e non la pseudo chiesa che si sta formando nella gerarchia ecclesiastica, quella stessa che egli ha evidenziato nell’articolo sui NC, ora se lui ritiene facenti parte della chiesa i NC le cose sono due o la chiesa è quella dei NC e non ne fanno parte i “lefevriani” oppure è solo quella cui appartengono quest’ultimi.
Poi subito dopo scrive:
Altrimenti è scisma. Ma Roma farà di tutto per evitare l'irreparabile. Dall'Australia, il teologo John Lamont spiega che una riconciliazione è possibile.
Passi l’articolo dell’anonimo di TM News ma quella del dott. Magister può essere effettivamente ignoranza?
Mi sembra impossibile che Megister non sappia che è’ la parte che si separa dal tutto e non il tutto che separa la parte.
Mi spiego se io chiedo il divorzio da mia moglie non è lei che si separa da me, ma sono io che mi separo da lei.
In questo caso Roma non può dire siete separati perché è come se io dicessi a mia moglie non ti voglio più separati da me, lei direbbe, a ragione, separati tu io non voglio!
Ora qualcuno potrebbe dire:” Eh si però loro dicono di non volersi separare ma di fatto lo sono e allora la santa sede li dichiara scismatici”.
Ma in questo caso, nel caso del dott. Magister, non si può pensare che non sappia il significato di scisma.
A volte le cattive intenzioni e l’odio di tanti si manifestano proprio dietro l’uso del termine “scismatico” ormai abolito, come il termine eretico, proprio dal Concilio Vaticano II a favore di “fratello separato” in seguito a questo falso ecumenismo come ebbe a dire l’ 1/12/1962 Mons. Carli nell’assise, alla faccia della coerenza e dell’obbedienza.
Lo scisma infatti come dice Sant’Agostino " è il compiacersi della separazione dall'assemblea dei fedeli, pur conservando le convinzioni e il culto di tutti gli altri”.
Mi sembra evidente che la FSSPX non solo non si compiace di ciò, anzi, ma oltre tutto non né ha mai avuto l’intenzione.
Il dott. Magister ricorderà la fondamentale lettera che scrisse Mons. Lefebvre il 6/06/1987 ai sacerdoti prova inconfutabile della sua fedeltà e lealtà verso il papato.
Già perché appunto nel peccato grave di scisma, che è un peccato contro la Carità è l’intenzione che conta, insegna San Tommaso che in campo morale è per se l'atto intenzionale, mentre le cose preterintenzionali sono quasi per accidens.
Quindi il peccato di scisma è un peccato speciale per il fatto che con esso uno intende separarsi dall'unità prodotta dalla carità. Separarsi
Quest'ultima però non solo unisce una persona con l'altra attraverso il vincolo dell'amore, ma unisce anche tutta la Chiesa nell'unità dello spirito.
Perciò sono detti propriamente scismatici coloro che spontaneamente e intenzionalmente si separano dall'unità della Chiesa, che è l'unità principale: infatti le unioni particolari che alcuni stabiliscono tra loro sono ordinate all'unità della Chiesa, come la compagine delle singole membra è ordinata all'unità di tutto il corpo.
Ma l'unità della Chiesa comporta due aspetti: la connessione reciproca dei suoi membri e l'ordine di tutti i membri della Chiesa rispetto a un unico capo, come si rileva dall'espressione di S.
Paolo [Col 2, 18 s.]: "gonfio di vano orgoglio nella sua mente carnale, senza essere stretto invece al capo, dal quale tutto il corpo riceve sostentamento e coesione per mezzo di giunture e legami, realizzando così la crescita secondo il volere di Dio".
Ora, questo capo è Cristo medesimo, di cui fa le veci nella Chiesa il Sommo Pontefice.
Si dicono quindi scismatici coloro che rifiutano di sottomettersi al Sommo Pontefice, e che ricusano di comunicare con i membri della Chiesa a lui soggetti.
Quindi il peccato di scisma è un peccato speciale per il fatto che con esso uno intende separarsi dall'unità prodotta dalla carità. Separarsi
Quest'ultima però non solo unisce una persona con l'altra attraverso il vincolo dell'amore, ma unisce anche tutta la Chiesa nell'unità dello spirito.
Perciò sono detti propriamente scismatici coloro che spontaneamente e intenzionalmente si separano dall'unità della Chiesa, che è l'unità principale: infatti le unioni particolari che alcuni stabiliscono tra loro sono ordinate all'unità della Chiesa, come la compagine delle singole membra è ordinata all'unità di tutto il corpo.
Ma l'unità della Chiesa comporta due aspetti: la connessione reciproca dei suoi membri e l'ordine di tutti i membri della Chiesa rispetto a un unico capo, come si rileva dall'espressione di S.
Paolo [Col 2, 18 s.]: "gonfio di vano orgoglio nella sua mente carnale, senza essere stretto invece al capo, dal quale tutto il corpo riceve sostentamento e coesione per mezzo di giunture e legami, realizzando così la crescita secondo il volere di Dio".
Ora, questo capo è Cristo medesimo, di cui fa le veci nella Chiesa il Sommo Pontefice.
Si dicono quindi scismatici coloro che rifiutano di sottomettersi al Sommo Pontefice, e che ricusano di comunicare con i membri della Chiesa a lui soggetti.
Se il peccato di scisma quindi avviene intenzionalmente rompendo il vincolo dell’unità della Chiesa sotto l’aspetto della Carità o di governo in che modo si può dire scismatica la FSSPX?
Ora è evidente che nulla di tutto ciò può attribuirsi alla FSSPX, essi infatti celebrano la Santa Messa una cum dimostrano in ogni luogo e sempre, contrariamente ad altri1, di essere fedeli alla cattedra di Pietro professando l’unica vera Fede e sono legati alla Chiesa nell’amore per le anime, segno inequivocabile di appartenenza a Cristo ed al suo Corpo Mistico.
Ma il vincolo dell’obbedienza non deve essere servilismo.
La disobbedienza nei casi di scisma deve essere sistematica, ostinata ed abituale come affermano i canonisti ed i teologi, ma ci viene incontro un partigiano del Magister: P. Congar.2
Con facilità potrà reperire, ma certo la conoscerà, la definizione alla voce “scisma” nel dizionario di teologia redatta dal p. Congar: la disobbedienza deve investire l’autorità stessa e non essere contro l’ordine.3
Mi sembra anche logico oltretutto!
Ma il Magister sa che nella lettera in forma di motu proprio Giovanni Paolo II parla di “ atto scismatico”, ma se per essere scismatici basta un atto di disobbedienza dobbiamo dire che le spiegazioni sopra riportate non sono vere e dobbiamo constatare che all’interno della Chiesa il 90% del clero è scismatico, ad esempio tutti quelli che continuano a dare la comunione sulla mano ed in piedi ma anche io, certamente non il dott. Magister.
Sa, il dott. Magister, per certo che nella prima lettera del Card. Gandin che ammonisce Mons. Lefebvre non si parla di atto scismatico ma solo della possibilità di scomunica latae sententiae a norma del canone 1382 (CDC 1983).
Dov’è lo scisma?
Ora l’atto scismaticom come sopra spiegato, non colloca in uno stato di scisma che normalmente viene dichiarato in maniera diversa nella Chiesa.
Non si può dire altrettanto, invece, "che è nella Chiesa e appartiene alla comunione dello Spirito chi si mescola alle pecore di Cristo solo fisicamente e ipocritamente. Poiché lo Spirito Santo, maestro della dottrina, ha in odio l'ipocrita."(Agostino -Discorso 71).
Ora se non è mala fede cosa rimane?
Stefano Gavazzi
NOTE IMPORTANTI
1 Lo stesso articolo riporta un testo del teologo J.R.T. Lamont il quale sottolinea quanti effettivamente sono scismatici all’interno della chiesa non solo rompendo il vincolo dell’obbedienza e della carità verso i fratelli ma sono anche eretici non mantenendo l’unità di Fede che uno scismatico può comunque mantenere (anche se in realtà è raro come insegna San Girolamo).
2 Ad esempio si potrebbe già parlare di scisma tra i sacerdoti della pfaffer-initiative i quali sono disobbedienti abituali sia all’autorità che agli ordini stessi, lo fanno con intenzionalità mirata a creare una nuova forma di chiesa, però nessuno si sogna né di scomunicarli né di dichiararli scismatici.
Bisogna dire, in Verità, che si tace proprio perché a Roma sanno bene che creerebbero una loro conventicola, ma pur di mantenere questa finta unità si tace su questi, sui NC, sulle nefandezze domenicali e su tante altre cose salvo la FSSPX.
Se questa non è persecuzione cosa è?
3 E’ bene ricordare, non al Magister che lo sa, che a norma dell’art. 1325 § 2 (CIC 1917)è in stato di scisma chi non vuole stare soggetto al Papa oppure ricusa di comunicare coi membri della Chiesa soggetti al Papa, ma commenta lo Jone (compendio di Teologia Morale-Marietti) non è necessario aderire, appartenere o fondare una setta per esserlo.
Dunque questo può valere anche per ogni singolo fedele.
Nessun commento:
Posta un commento