sabato 15 febbraio 2014

INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA - II

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Numero CCCXLIV (344)
 
15 febbraio 2014

INFALLIBILITÀ DELLA CHIESA - II
Molto deve essere detto sull’infallibilità della Chiesa, soprattutto per correggere le illusioni derivate (per errore) dalla definizione dell’infallibilità papale nel 1870. Oggi, per esempio, sedevacantisti e liberali pensano che le loro posizioni siano totalmente opposte; ma si soffermano a considerare,anche solo un momento, che in realtà la pensano allo stesso modo? Proposizione principale: i Papi sono infallibili. Proposizione secondaria: i Papi conciliari sono liberali. Conclusione liberale: dobbiamo diventare liberali. Conclusione sedevacantista: non possono essere Papi. L’errore non sta né nella logica, né nella proposizione secondaria.Si può trattare solo di un malinteso di entrambe le parti sull’infallibilità espressa nella proposizione principale. Ancora una volta, gli uomini moderni pongono l’autorità al di sopra della verità.
L’Eterno Iddio è la Verità stessa, assolutamente infallibile. Nel tempo creato, attraverso il Suo Figlio Incarnato, ha istituito la Sua Chiesa con una dottrina per la salvezza delle anime umane. Provenendo da Lui, tale dottrina può essere solo infallibile, ma per mantenerla libera dagli errori degli umani uomini di Chiesa a cui Egli l’ha affidata, il Suo Figlio ha loro promesso che lo “spirito di verità” li avrebbe guidati “per sempre” (Gv XIV, 16). In effetti, senza una tale garanzia, Dio come potrebbe esigere dagli uomini, pena la dannazione eterna, che credano in Suo Figlio, nella Sua dottrina e nella Sua Chiesa (Mc. XVI, 16) ?
Eppure, neanche agli uomini di Chiesa Dio toglierà la libera volontà di errare su ciò che ha loro affidato. Ed Egli permetterà che essi spingano la loro libertà fin dove vogliono, eccetto che permettere che rendano la sua Verità inaccessibile agli uomini. Questa permissione si spinge lontano e comprende un certo numero di Papi altamente manchevoli, ma la portata di Dio va ancora più in là, nonostante la malvagità degli uomini (Isaia LIX, 1,2). Al Vaticano II, per esempio, l’errore della Chiesa si è spinto ben oltre, senza però che Dio permettesse alla sua Chiesa di essere totalmente defettibile nel presentare agli uomini la Verità infallibile proveniente dalla Sua propria infallibilità. Anche i Papi conciliari hanno espresso molte verità cattoliche accanto ai loro errori conciliari.
Ma allora, io anima semplice, come posso distinguere tra le loro verità ei loro errori? In primo luogo, se sto davvero cercando Dio con cuore retto, Egli mi guiderà a Lui, come dice la Bibbia in molti passi. E in secondo luogo, essendo la dottrina di Dio immutabile come Dio stesso, essa dev’essere quella dottrina che trovo essere stata insegnata e tramandata da (quasi) tutti i suoi uomini di Chiesa in (quasi) tutti i luoghi e in (quasi) tutti i tempi, dottrina conosciuta cosí come la Tradizione. Fin dall’inizio della Chiesa, ciò che è stato tramandato è il testo più certo di ciò che ha insegnato Nostro Signore stesso. Nel corso dei secoli è stato il lavoro di milioni di uomini di Chiesa a tramandare la Tradizione senza errori. Si è trattato di ciò di cui Dio ha dotato la sua Chiesa nel suo insieme, e non solo nei Papi, sotto la guida dell’infallibile Spir ito Santo.
È questa, per così dire, la torta dell’infallibilità della Chiesa, sulla quale le solenni definizioni dei Papi sono solo la ciliegina, preziosa e necessaria, la cima dell’infallibilità della Chiesa, ma non il corpo della sua montagna. Si noti innanzi tutto che le definizioni del Magistero Straordinario dei Papi sono esistite non solo dal 1870, ma dall’inizio della Chiesa, e sono esistite non per rendere vera la Tradizione, ma solo per rendere certo che cosa appartenesse alla Tradizione e cosa no, e questo ogni volta che l’errare degli uomini lo aveva reso incerto. Intuendo la verità, Mons. Lefebvre ha giustamente preferito l’infallibile Tradizione ai Papi gravemente erranti. Non avendolo mai compreso, come tutti i liberali moderni che non percepiscono sufficientemente la verità, i suoi successori sono in procinto di preferire i Papi erranti all’infallibile Tradizione. Sottovalutando la verit&agr ave; e sopravvalutando i Papi, i sedevacantisti ripudiano interamente i Papi erranti e possono essere tentati di abbandonare del tutto la Chiesa. Signore, abbi pietà!
Kyrie eleison.
Sommario – Il Magistero Ordinario è davvero infallibile, ma la sua infallibilità viene da Dio e non dal Magistero Straordinario.

3 commenti:

  1. "Il Magistero Ordinario è davvero infallibile, ma la sua infallibilità viene da Dio e non dal Magistero Straordinario." E che vuol dire? chi si è mai sognato di dire il contrario? Sono difatti due cose diverse. Vorra mica dire che l'infallibilità del Magistero Ordinario non viene dal Papa, speriamo? Difatti gli viene da Dio proprio tramite il Papa! Ma mons. Williamson fa davvero apposta a fare una tale confusione? E' Dottrina Cattolica che sia sempre il Papa ha rendere infallibile tanto il Magistero pontificio, nel quale egli parla individualmente e per autorità propria, quanto il Magistero universale, nel quale parla l'insieme dei Vescovi in unione con il Papa. Il Magistero ordinario ed universale è infallibile perché sempre svolto in unione con il Romano Pontefice, ch'è il SOLO che comunica all'insegnamento unanime, concorde e universale della Chiesa 'docente', cioè di tutti i Vescovi dispersi, l'infallibilità che lo rende tale; mai a prescindere dal Romano Pontefice : non c'è alcuna infallibilità del Magistero ordinario ed universale senza il Papa perché, semplicemente, senza il Papa non c'è nessun Magistero ordinario universale, quindi nemmeno l'infallibilità che gli è essenzialmente inerente.

    Williamson dicendo (tra l'altro) : "Si è trattato di ciò [il lavoro della trasmissione della Tradizione] di cui Dio ha dotato la sua Chiesa NEL SUO INSIEME, E NON SOLO NEI PAPI, sotto la guida dell’infallibile Spirito Santo. È questa, per così dire, la torta dell’infallibilità della Chiesa, sulla quale le solenni definizioni dei Papi sono solo la ciliegina, preziosa e necessaria, la cima dell’infallibilità della Chiesa, ma non il corpo della sua montagna." - confondendo tra gli effetti spirituali limitativamente connessi alla potestà d'ordine e la potestà di giurisdizione vera e propria - sembrerebbe (lo dico al condizionale) proprio affermare, in un colpo solo, addirittura la possibilità di un Magistero ordinario universale (infallibile) della Chiesa SENZA il Papa, che invece la Dottrina della Chiesa dice essere il SOLO che possa comunicargli il carsima divino essenziale e quindi la sua stessa ragion d'essere. Williamson starebbe cioè negando una verità cattolica e riproponendo il III e IV articolo, già condannati, del Clero gallicano : "L'autorità pontificia è moderata dai sacri canononi e ad ogni modo non può toccare le regole e le consuetudini della Chiesa gallicana; Il giudizio del Papa non ha valore se non vi accede il consenso della Chiesa".

    "Nel Magistero universale parla l’insieme dei Vescovi in unione con il Papa, siano essi riuniti in concilio che dispersi nelle loro Diocesi. N. B. È assolutamente necessario guardarsi da una concezione errata del Magistero universale, secondo cui i Vescovi potrebbero insegnare indipendentemente dal Papa. Niente di più falso. Tenendo presente il carattere monarchico della Chiesa, l’insegnamento dei Vescovi, sia quando sono riuniti in Concilio sia quando sono dispersi nel mondo, non avrebbe nessuna autorità se non fosse approvato, almeno implicitamente, dal Papa. Il Magistero universale trae tutta la sua autorità dall’unione con il Sommo Pontefice." E' ciò che ribadiva al tempo in un noto articolo del '67 proprio A.V.X. DA SILVEIRA, il quale non mi risulta però essere "sedevacantista", o si?

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  2. ma come mai due ottimi religiosi come Don Curzio e Mons Williamson, in tempi bui come questi, invece che intensificare la lotta e le loro energie contro il nemico, continuano a sputare articoli contro la tesi sedeprivazionista??
    Non li capisco e non ne condivido più la linea....
    CZC

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  3. In primis evidentemente perchè essa non è una tesi, non è certa, anzi, poi essa non risolve nulla, anzi non è detto che chi la segue sia sicuro della sua salvezza, Il problema è che tanti stanno andando verso il sedeprivazionismo che poi diviene sedevacantismo.
    Che l'opinione rimanga opinione.
    Ho conosciuto tante persone che sono passate dalla FSSPX a Mons. Williamson poi a Don Curzio poi a Don Ricossa per poi magari a Don Floriano e così via fino col rischio di farsi un bella chiesetta tutta loro, in questo modo nulla va più bene, mi sembra una via pericolosa.
    Mi sembra alquanto un giudizio errato sostenere che chi è sedevacantista o sedeprivazionista sia l'unico che combatta il nemico, i SP non si rendono conto che pongono la "tesi" come unica via di salvezza ma non è per nulla così.
    Purtroppo sono parole inutili non c'è più l'umiltà di accettare la realtà e tutto si risolve in contestazione e ribellione, se anche i sacerdoti ed i vescovi, almeno quelli ancora pienamente cattolici, vengono criticati e corretti. sono lontano dalla strada affermando che è una sorta di protestantesimo?
    "Chi ascolta voi ascolta me", invece oggi si insegna soltanto, se non è questa superbia cos'è?
    Mancanza di umiltà!
    Forse si, mi sbaglio, ma, di sicuro, quel veleno del non serviam è ancora nelle nostre vene.
    Che il Signore ci illumini e ci dia l'antidoto per questo veleno.
    Cordiali saluti
    Stefano

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