sabato 1 febbraio 2014

ANSIA SEDEVACANTISTA - II

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Numero CCCXLII (342)
 
1 febbraio 2014

ANSIA SEDEVACANTISTA - II
1 O si riconoscono in toto i Papi conciliari (come lo fanno i liberali - Dio non voglia!), o li si rifiutain toto (come lo fanno i sedevacantisti ). Riconoscerli in parte sì e in parte no, significa cogliere e scegliere ciò che si intende riconosce, come fece Lutero, e come fanno tutti gli eretici (in greco: “persone che scelgono”). Questo è vero se si coglie e sceglie secondo la propria scelta personale, ma non è vero se, come Mons. Lefebvre, si giudica secondo la Tradizione cattolica, che si coglie nel valore dei documenti di 2000 anni della Chiesa. In questo caso si sta giudicando insieme a 260 Papi contro solo sei, cosa che però non prova l’invalidità di questi sei.
2 Ma i Papi conciliari hanno avvelenato la Fede e messo in pericolo la salvezza eterna di milioni e milioni di cattolici. Questo è contrario alla indefettibilità della Chiesa. Nella crisi ariana del IV secolo, Papa Liberio mise in pericolo la fede condannando Sant’Atanasio e sostenendo i vescovi ariani in Oriente. Per poco tempo l’indefettibilità della Chiesa non passò per il Papa, ma per il suo apparente avversario. Tuttavia, questo non significa che Liberio non fosse Papa, né che fosse Papa, Atanasio. Allo stesso modo, oggi l’indefettibilità della Chiesa passa per i fedeli seguaci della linea adottata da Mons. Lefebvre, senza che necessariamente debba significare che Paolo VI non è stato Papa.
3 Ciò che insegnano i vescovi del mondo, in unione con il Papa, è Magistero Ordinario Universale della Chiesa, che è infallibile. Ora, negli ultimi 50 anni i vescovi del mondo in unione con i Papi conciliari, hanno insegnato le sciocchezze conciliari. Pertanto, questi Papi non possono essere stati veri Papi. Se il Magistero Ordinario della Chiesa dovesse divergere dalla Tradizione, non sarebbe più “Ordinario”, ma molto straordinario, perché la dottrina della Chiesa non ammette novità, l’“Universale” " attiene al tempo e allo spazio. Ora, la dottrina conciliare va ben al di fuori della Tradizione (ad esempio la libertà religiosa e l’ecumenismo). Pertanto la dottrina propria del Consiglio non rientra nel Magistero Ordinario Universale, e non può servire a dimostrare che i Papi conciliari non siano stati Papi.
4 Il modernismo è “la sintesi di tutte le eresie” (San Pio X). Ma i Papi conciliari sono stati tutti modernisti “pubblici e manifesti”, cioè eretici di una natura tale che, come affermato da san Roberto Bellarmino, non possono essere membri della Chiesa, figuriamoci a capo di essa. Si veda il “Commento” della scorsa settimana. Al tempo di Bellarmino le cose erano molto più chiare, o “pubbliche e manifeste”, da quello che sono in mezzo all’odierna confusione delle menti e dei cuori. L'oggettiva eresia dei Papi Conciliari (cioè quello che dicono) è pubblica e manifesta, ma non la loro eresia soggettiva o formale (cioè la loro cosciente e decisa intenzione di negare ciò che sanno essere immutabile dogma cattolico). E dimostrare la loro eresia formale si potrebbe fare solo con un confronto con l’autorità dottrinale della Chiesa, ad esempio , l’Inquisizione o il Sant’Uffizio, la si chiami come si vuole (“Una rosa con qualsiasi nome avrà sempre il suo dolce profumo”, dice Shakespeare). Ma il Papa è sempre lui stesso la massima autorità dottrinale della Chiesa, sopra e dietro l’attuale Congregazione per la Dottrina della Fede. Come si può quindi dimostrare che egli è quel tipo di eretico impossibilitato ad essere il capo della Chiesa?
5 Ma in questo caso la Chiesa è in un pasticcio senza speranza! Anche qui, si veda il “Commento”della settimana scorsa. Oggi, le menti degli uomini sono così universalmente disordinate che solo Dio può raddrizzare il disordine. Ma questa obiezione può provare che egli deve intervenire (e presto!) piuttosto che i Papi pasticcioni non siano Papi. Pazienza. Dio ci sta mettendo alla prova, come ha tutto il diritto di fare.
Kyrie eleison.

20 commenti:

  1. Finalmente, caro Stefano si comincia a fare il paragone vero della situazione della Chiesa concilio vat.II/crisi ariana. Forse si incomincia a capire che solo i Santi mandati da Dio potranno salvarci da queste identiche eresie.

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  2. La novità reale di questi ultimi due commenti di mons. Williamson, credo stia di più nel fatto che sia riuscito ad ammettere, nel commento precedente, che la sua sia soltanto un'opinione : "A mio parere le cose non stanno così. “Nelle cose dubbie, libertà". Williamson sembra riconoscere cioè la necessità e la fattività di una colloborazione con la "sponda sedevacantista" (già in un commento di tempo fa riconosceva che i "sedevacantisti" hanno la fede). Un bel passo avanti! Sebbene la sua rimanga un'opinione... alquanto discutibile. Difatti che quello del Vat. II non sia "magistero ordinario universale" è da sempre stato ovvio per tutti i "tradizonalisti", di meno il fatto che non poteva non esserlo se Paolo VI fosse stato realmente Papa : fu proprio Montini a dichiararlo tale, cioè "magistero supremo ordinario"; dire che non lo era, come scrive Williamson, significa riconoscere che il "papa" mentì ed ingannò la Chiesa, oppure che inavvertitamente o in "buona fede" disse una cosa per un'altra (dimostrando così di aver perso comunque la testa o i carismi divini spettanti, lasciando qui stare le cause). In tutti e tre i casi, per ragioni diverse, non poteva essere realmente Papa ed essere l'Autorità, rimanendo comunque, fino a prova contraria, il legittimo designato. L'infallibilità in effetti è tale perché garantisce di per sé, senza il consenso della Chiesa (e quindi nemmeno della FSSPX), l'indubitabilità delle enunciazioni magisteriali proferite dall'Autorità qua talis, cioè universalmente, riguardanti la fede e la morale. Quella dell'intenzione recondita o ineffabile invece, cioè del volontarismo magisteriale, è in realtà solo un mito che non ha luogo alcuno nella Dottrina e nella Prassi cattoliche, come già ribadì Leone XIII nella Apostolicae curae : "Riguardo al proposito e all'intenzione, essendo di per sé qualcosa di interiore, la Chiesa non giudica; ma dal momento che si manifesta all'esterno, deve giudicarla" (Denz. 3318). D'altronde in merito alla tenuta dottrinaria di mons. Williamson, che da sempre fa aperta e consapevole professione di gallicanesissimo sedeplenismo, a suo tempo già don Giuseppe Murro su Sodalitium ne mise in luce i difetti commentandone gli scritti (http://freeforumzone.leonardo.it/lofi/Infallibilit-224-papale/D8763877.html). Le riserve rimangono a tutt'oggi le medesime. Per quanto infine riguarda Papa Liberio forse Williamson non ricorda o non ha letto quanto ne scrisse Sant'Alfonso, e quanto successivamente ribadì la Civiltà Cattolica in tempi non sospetti? http://progettobarruel.zxq.net/novita/11/Papa_Liberio.html.

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  3. Da tutto quello che ha scritto si evidenzia solo il fatto che tutte sono opinioni teologiche ma, secondo i sedeprivazionisti, la vostra sarebbe l'unica certa, da più parti leggo e sento che chi usa la retta ragione, segue la Fede Cattolica, il buon senso ed il sano realismo viene tacciato di "gallicanismo".
    La sua è una scelta libera come quella di tutti gli uomini, anche quelli che non credono, il fatto è, però, che la Chiesa cattolica deve avere un Papa, in questo modo, con l'ipotesi di G. De Lauriers, non ce l'ha!
    Prima o poi a Dio piacendo scriverò un articolo sulla famosa "tesi" di Cassiciacum peraltro abbandonata anche da un suo eminente esponente che facilmente l'ha confutata.
    Su molti siti sedeprivazionisti ho chiesto semplicemente, come fa tutta la gente anche i non cattolici: Chi è il Papa della Chiesa cattolica?
    Non ho ricevuto risposta.
    Se si chiede a cgiunque anche ai non credenti: Chi è il Papa della Chiesa Cattolica?
    La risposta è unanime!
    Per il resto la mia posizione è ben chiara e parlo non da me stesso ma con le parole di Dio: Bisogna piacere a Dio piuttosto che agli uomini (Atti 5;29)
    Saluti
    Dio la benedica

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    1. E' del tutto pacifico che nei periodi di sedevacanza il Papa non ci sia, senza che con ciò sia venuta meno nella Chiesa la capacità di eleggerne uno, come che questo che stiamo attraversando sia nei fatti un periodo di sedevacanza, sebbene sui generis. Una novità in senso assoluto? No affatto. Non diversamente da come successe ai tempi di Saul, in cui il "re" (leggi "giurisdizione") di Israele non era più "una cum" Dio, essendo stato da Questi rigettato. Saul vivente, che rimaneva comunque l' "unto del Signore", non fu sostituito da David che, obbediente a Dio, pure lo fuggiva disobbedendogli, finché Dio non provvide da parte Sua a rimettere le cose in ordine. Dov'era al tempo di Saul la Suprema Giurisdizione in Israele, formalmente, ma non materialemente, vacante? Dov'è oggi nella Chiesa la Suprema Giurisidizione? La risposta è la medesima.

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  4. Suvvia non paragoniamo la sede vacante tre un interregno ed altro altrimenti il papa diventerebbe superfluo, un accessorio del tutto accidentale: se c'è bene, se non c'è è normale così!
    Mi sembra del tutto inutile continuare, la "tesi di cassiciacum" non risolve il problema, lei rimarrà della sua opinione io della mia, vorrei solo dirle che il ben governare è un effetto dell'autorità non la causa e ciò mi sembra evidente.
    Che il Papa non c'è, poi, mi permetta, lo sostenete solo voi, per mezzo di una artificiosa "tesi", seppur affascinante, che solo pochi riescono a comprendere, ma la Fede Cattolica è per tutti non per pochi teologi, scolastici, tomisti, canonisti o dottori vari.
    Siamo di fronte al mistero d'iniquità, che il Papa non insegni correttamente la dottrina cattolica è evidente, ma lo è altrettanto chè c'è, sta lì lo vediamo e lo sentiamo....troppo.
    Mi sembra del tutto cattolico non seguirlo nelle novità, altrimenti anche S. Paolo avrebbe dovuto giudaizzare per non essere tacciato di "Gallicanismo", come anche S. Attanasio e lo stesso Mons. Lefebvre che, se non erro, non abbia mai sposato la tesi sedevacantista, anzi credo abbia allontanato G. De Lauriers.
    Lei è sicuro che chi frequenta il N.O. e ritiene il Papa vero papa della Chiesa Cattolica vada certamente all'inferno?
    Altrettanto sicuro è del fatto che solo chi dice che il Papa non c'è è salvo per l'eternità?
    A cosa si ridurrebbe la Fede Cattolica: "Nulla salus extra cassiciacum".
    Capisco che la situazione è drammatica e io, come tanti cattolici, soffro per questo e prego affinchè Pietro si ravveda come disse Gesù, ma per ravvedersi Pietro prima deve essere Pietro altrimenti Gesù chi avrebbe ammonito, la comparsa di Pietro, un Pietro non Pietro, un Pietro in potenza o un Pietro in atto.
    "ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli".
    Gesù stesso ammette che la Fede di Pietro possa venire meno, su questo sarà d'accordo almeno, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno nè di pregare, nè di ravvedersi.
    Grazie
    Saluti
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  5. Breviter. La successione dei Romani pontefici è costituzionalmente e palesemente sempre stata di tipo morale, mediata dall'elezione del Conclave, non fisica, cosicché quello uscente ancora vivo dovesse designare il suo successore e così via (sebbene ultimamente potrebbe pensarsi altrimenti). Il cattivo governo non può discendere da una causa integra, quando l'effetto è divinamente garantito e l'Autorità atta a produrlo è istituita da Dio proprio a tal fine. Al più semplice ed ingenuo dei fedeli cattolici, che cioè avesse la Fede, dopo il primo Incontro di Assisi è parso subito lampante che il "papa" non potesse essere preso sul serio, senza che per ciò si sognasse di dichiarare la Sede simpliciter vacante : cosa che la Tesi non fa. (In generale, l'elaborazioni dei dati, le argomentazioni, le verifiche, etc., sono sempre possibili, ma non aggiungono niente alle intuizioni semplicissime ed accessibili a chiunque che puntualmente li sostengono). Riguardo San Paolo e l'episodio di Antiochia, l'abate Ricciotti già ne scrisse in maniera inequivocabile ed informata : "L'errore contestato da Paolo a Pietro fu un errore di condotta pratica non di dottrina [...]. Pietro non aveva rinnegato nessuno dei principii dottrinali stabiliti nel concilio di Gerusalemme; tuttavia in pratica non si comportava conforme ad essi..."(San Paolo Apostolo, 1946, § 368). Saremmo tutti contenti se l'attuale dolorosa congiutura si risolvesse quanto prima o, meglio, fosse magari solo apparente (considerando il Vaticano II solo un "Concilio pastorale"), ma non possiamo di certo uscircene con un'idea di Chiesa alternativa a quella di sempre, magari facendo finta - cosa che piace puntualmente ai gallicani - che non ci sia stato un Concilio Vaticano I. Riguardo mons. Lefebvre, egli ha tutt'oggi, magari suo malgrado, più cose in comune con i sostenitori della Tesi, e con mons. Guérard, che con uno solo dei Vescovi che allora consacrò, essendo, a differenza di questi, morto "scomunicato" (evenienza scongiurata invece dalla richiesta, comunque solidale in un modo o in un altro, inviata al tempo a Roma da parte di tutti i Vescovi della Fraternità). Sono fuori della Chiesa solo coloro che l'Autorità della Chiesa decide che lo siano e coloro che in una qualche maniera rifiutano recisamente la Grazia divina che accompagna la Fede; oggi, permanendo la vacanza della Giurisidizione Suprema, non c'è un'Autorità in grado di scomunicare chicchessia, tanto meno, mi pare evidente, lo potrebbero o se lo sognano in alcun modo i Vescovi sostenitori della Tesi che argomentano della vacanza formale di questa medesima Autorità (e ciò valga per tutto il connesso). Quindi nemmeno l'eletto legittimo, fino a prova contraria, al Soglio Pontificio può dirsi fuori della Chiesa né può essere giudicato, non avendo apostatato la Fede e non potendo essere scomunicato da nessuno; cosicché come tale può, solo lui, togliere via l'ostacolo da lui stesso frapposto tra sé e la comunicazione dei carismi divini e poi di nuovo "confermare i suoi fratelli". Per il resto mi risulta che fedeli della Fraternità non siano stati impediti in alcun modo di comunicarsi a Messe celebrate dai Sacerdoti "tesisti"; dico ciò per sfatare mezze cose buttate là con malumore (se vi fossero stati eccessi in questo senso sarei il primo a biasimarne). Più in generale vige una marcata disinformazione e fraintendimento riguardo la cosiddetta "Tesi", la quale ha tutt'altro che un fondamento aridamente deduttivo : ragion per cui qualora, a vantaggio di tutti, ben la si intendesse criticare, occorrerebbe almeno prenderla con la serietà che merita, mettendosi a giorno dei suoi generosi contenuti (e della bibliografia elementare relativa). Infine, immagino che tu sappia bene che scrisse il Breve esame critico...

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  6. Se questo è breviter figuriamoci il resto.
    La tesi la conosco abbastanza bene e a dire il vero ci ho studiato sopra, non riesco a comprendere l'ultima parte io non ho mai sostenuto che la FSSPX abbia mai impedito chicchessia a nessuno, figuriamoci il sottoscritto, ognuno fa come vuole, semmai mi risulta che alcuni sacerdoti "tesisti" imopediscano alcuni fedeli di andare da altri scaredoti, come "denunciato" da don Curzio.
    Riguardo al famoso obex di cui lei parla su cui si fonda gran parte della tesi, come può dire che non è una deduzione anzi le dirò che, usando San Tommaso, Aristotele e non ultimo Boezio si può benissimo dimostrare che non esiste tale obex.
    L'elezione diventa formale quando il soggetto, se eletto legittimamente, accetta.
    L'episodio di Assisi come lei ben dice è l'evidenza, l'effetto di una perdita di Fede ma ciò non dimostra che l'Autorità non c'è, se la successione non è anche fisica allora è vero che il papa non serve, tanto prima o poi arriverà, ma un corpo senza testa è un morto e la Chiesa Dio l'ha voluta visibile.
    Ne riparliamo ora devo lavorare.
    saluti

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  7. Be', sei tu che mi hai rivolto delle domande! Intendevo che mi risulta che sacerdoti "tesisti" non abbiano rifiutato la comunione a cattolici che, in mancanza di meglio, frequentano anche le cappelle della Fraternità. Mi risulta invece che la Fraternità italiana imponga ben altra disciplina ai "suoi", avendone pure "scomunicati" un paio tra i laici estromettendoli addirittura dalla partecipazione alle celebrazioni... vogliamo parlare dei "tribunali ecclesiastici" della Fraternità? Per quanto riguarda il tenore non deduttivo della "Tesi", se davvero tu avessi anche solo letto gli scritti del P. Guérard sapresti da te, essendo espressamente e continuamente detto, il perché mostri la propria predilezione per la "démarche inductive". Questione che però ammetti di ignorare. Per la questione dell' "ostacolo", si conoscono da tempo le obiezioni formulate da don Paladino, e le risposte relative offerte da don Ricossa, cui rinvio per conoscenza. La "Tesi" non inventa niente, poggiando i propri riferimenti sui testi autorevolissimi, tra gli altri, del Bellarmino e del Gaetano. Del resto se ritieni che l'attuale occupante del Soglio Pontificio sia formalmente l'Autorità, e nello stesso tempo di non preferire un'altra chiesa a quella Cattolica del Vaticano I, non hai che da tornare al N.O. e accettare la disciplina riformata, etc. Don Curzio è senza dubbio davvero una cara persona, ma ci sarà un motivo se in tanti anni non abbia mai pubblicato su Sodalitium un solo articolo teologico, lasciando stare lo strascico dei rancori personali. Temo che se tu volessi ricalcarne le orme argomentative, magari facendo meglio di lui, otterresti molto poco : è don Curzio stesso ad ammettere, di persona (ma pure per iscritto qui e là), che ragioni realmente probanti non ne trova, ma che preferisce procedere nella "penombra" affidandosi alle direttive di mons. Gherardini (e peraltro non ha problemi a riconoscere l'indubbio tratto gallicano della Fraternità e che "tra i fedeli del N.O. possono essercene di più santi che nell'altro"). Credo non giovi a nessuno, far passare uno degli ultimi autentici e competenti teologi del Cattolicesimo Romano - p. Guérard - per una sorta di dilettante di terz'ordine liquidandolo con un disprezzo che non rende sicuramente onore a chi con troppa facilità e presunzione sente di esprimerlo, quando invece aveva molta più autorevolezza teologica, coraggio e integrità di altri che ne presero il posto (vedi Gherardini, difensore a spada tratta del N.O., cui don Curzio, non si sa perché, fa invece in maniera significativa costante e indiscusso riferimento). Io preferisco rimandare con più serietà costantemente alla lettura dei testi di valore e al loro commento e discussione : la cosiddetta "Tesi" è l'unico serio e compiuto contributo esistente alla comprensione dell'attuale crisi che investe la Chiesa; volente o nolente i cattolici ancora tali dovranno farci per forza, seriamente, i conti e smettere prima o poi di dileggiarla. P. Guérard umile si sentiva di esserlo e lo era davvero, quando si sarebbe potuto permettere anche il contrario - di certo non andava alla ricerca di prebende e manovratori finanziari a-cattolici per l'erezione di seminari faraonici, né si metteva a falsificare le omelie di Mons. Lefebvre per mettere a tacere i fedeli, o pretendeva per sé una giurisdizione che non aveva : aveva semplicemente una più alta considerazione per la Verità. E detto ciò torno al mio lavoro anch'io.

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  8. E' vero però io le ho fatto queste domande:
    Chi è il Papa della Chiesa cattolica?
    Lei è sicuro che chi frequenta il N.O. e ritiene il Papa vero papa della Chiesa Cattolica vada certamente all'inferno?
    Altrettanto sicuro è del fatto che solo chi dice che il Papa non c'è è salvo per l'eternità?
    A cosa si ridurrebbe la Fede Cattolica: "Nulla salus extra cassiciacum".
    Per quanto riguarda l'estromissione di due fedeli lei è stato male informato io conosco bene questa vicenda è non c'èntra nulla con la faccenda della "tesi".
    La "tesi" i meglio ipotesi è un'opinione teologica alla quale non è neccessario credere per salvarsi.
    E a dire il vero, pur avendo letto più i volte gli scritti del Sonborn (mi scusi se non l'ho scritto bene) e non quelli del p. G. D.L, che io non ho dipsrezzato affatto, sono giunto alla conclusione che della "tesi" non me ne importa nulla perchè a me non cambia nulla.
    Io sono Cattolico non sono gallicano, ho capacità intellettive e la Grazia di riuscire ad insegnare l'unica Fede a mio figlio e condurre al porto della salvezza la mia famiglia in qualità di padre, non ho la pretesa di dire chi si salva o no, ma ho il dovere di correggere con Carità chi sbaglia o chi è sviato dalla dottrina cattolica come faccio con tutte le persone che conosco e mi capita di incontrare.
    Ciò che è dubbio e ciò che viene da me lo tengo per me, perchè di ogni parola oziosa ne renderà conto l'uomo.
    Non sono d'accordo con P. GDL, tutto qua!
    Un papa materialiter è un non papa, la poteza e l'atto, lei me lo insegna, sono distinte ed una cosa in potenza non è in atto quindi non è.
    Ciò non toglie che lei possa credere ciò che vuole.
    La pregherei di rispondere a quelle poche semplici domande magari con un "si si no no".
    Le riformulo:
    Francesco è il papa della Chiesa Cattolica?
    Chi va al NO va all'inferno?
    Chi crede che pap Francesco sia il papa della Chiesa Cattolica va all'inferno?
    E' necessario per la salvezza credere alla Tesi?
    In ultimo anche io ho avuto problemi nella Fraternità e certamente non approvo una certa "linea di partito" ma per quanto mi riguarda c'è ancora la sana dottrina, ma io non faccio parte della FSSPX, vado anche alla Santa Messa di sacerdoti che non sono della FSSPX, ma grazie a Dio e grazie ai sacerdoti della Fraternità posso andarci tutte le domeniche.
    Non conosco p. GDL e quindi non lo giudico nè l'ho mai diprezzato e del suo comportamento come quello dei manovratori finanziari ne risponderanno solo i diretti interessati come io risponderò dei miei.
    Mia moglie donna saggia dice spesso: "qui il migliore ha la rogna!"
    E' il mistero d'iniquità!
    La saluto
    Grazie
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  9. In effetti nel libro di mons. Sanborn quelle risposte ci sono tutte (compresa la nozione di materia seconda, composto di materia prima e forma sostanziale, e forma accidentale, indubitabilmente separabili : che di certo non è un'invenzione della "Tesi"). Le risposte ho provate ad argomentarle qui alla buona anch'io dandole per scontate, che di certo non ho la competenza di mons. Guérard, ma a discutere occorre fare tutti un pezzetto di strada verso l'altro, anche se del resto : cuius regio eius religio! Rivolgo io a te, nella mia pochezza, delle domande : Saul, al tempo di David, era ancora re in Israele dopo essere stato rigettato da Dio? Chi continuava a tributare onori a Saul, convinto di tributarli a Dio, poteva essere giudicato fedele da Dio? Chi seguiva Saul in battaglia, invece di disertarne le schiere come David, faceva la volontà di Dio? Era necessario per fare la Volontà di Dio seguire David in clandestinità? La Bibbia e la Tradizione a queste domande non hanno mai risposto, e ne caddero ai quei tempi da entrambi le parti, dove finirono? Saul era stato rigettato da Dio, David, non riconoscendogli più l'Autorità, l'essere "una cum" Dio, continuava a considerarlo intangibile, l' "unto del Signore". Vorresti considerare ambiguo anche il Testo Sacro? Vorresti che mi pronunciassi dove quello non si pronuncia? Non si può pretendere di risolvere tutto alla maniera dei bambini, che non sanno addormentarsi senza che qualcuno canti loro la ninna nanna o dica loro il finale della storia : occore mantenere nelle cose di Dio la giusta virilità nella preghiera e il dovuto "timore e tremore". Dio intervverrà quando giudicherà di farlo e giudicherà tutti infallibilmente, a noi spetta solo una "drammatica opzione di coscienza" comandata dall'istinto della Fede, senza con ciò giudicare alcuno. Il Solo Giudice è Dio, che vaglia la buona coscienza e la fede di ognuno : che abbia misericordia di noi e dei nostri cari!

    Riguardo i metodi stalinisti, in uno con la dittatura del silenzio omertoso, invalsi in Fraternità, so benissimo che quei due di cui si parlava non abbiano mai parteggiato per la Tesi, né che la Tesi c'entri qualcosa, né che all'epoca dei fatti il casus belli fosse men che mai di tipo teologico... dov'è poi che avrei detto il contrario proprio non saprei. Di fatto quei due sono stati estromessi, senza validi motivi, addirittura dalla partecipazione alla Santa Messa! Se non è stata nelle intenizioni, vista la situazione nota a tutti i "tradizonalisti", una "scomunica" quella che nei fatti i Sacerdoti della Fraternità hanno voluto comminare loro, è stata almeno una epurazione in piena regola. La retta Dottrina avrebbe consigliato diversamente, con umiltà, carità e premura di pastori; la presunzione di autorità (di giurisdizione!) si è al suo posto invece ampiamente, ed inesorabilmente, compiaciuta.

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  10. Comicio dalla fine, non metterr su foglio ciò che non ho detto hai citato un caso ed io ho detto che con la tesi non c'entra nulla tutto qui e vedo che siamo d'accordo, ho ribadito anche che non sono d'accordo con la linea di partito e come sanno anche i diretti interessati, da una parte e dall'altre, non ho approvato tale comportamento.
    Io non faccio finta di nulla e da ciò che scrive si capisce e non ho la presunzione di avere la soluzione della crisi o di spiegarla, e non sono un bambino, probabilmente sarò anche più grande di lei, ma la "tesi" non risolve nulla perchè non è una certezza e non è tenuta a credersi e questo non è ragionare da bambini ma da cattolici, p. GDL rispetto a me è una autorità ma riguardo alla Chiesa ha il posto che gli spetta cioè di teologo, una opinione teologica non obbliga, ciò non toglie che potrebbe essere giusta per me non lo è.
    Di certo Dio non mi giudicherà per l'adesione alla "tesi" o meno ma per l'adesione di intelletto e volontà alla Fede Cattolica di sempre.
    Io per correttezza le risponderò, non ora però, devo lavorare, sono arrivato in ritardo, oggi è il primo venerdì del mese.
    Però non ho ricevuto risposta alle mie.
    Saluti
    CVCRCI

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  11. La Fede Cattolica di sempre prevede tanto l'assenso a quanto Papa Bonifacio VIII scrisse nell'Unam Sanctam : "noi dichiariamo, stabiliamo, definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario alla salvezza di ogni creatura umana che essa sia sottomessa al Romano Pontefice", quanto a ciò ch'è insegnato dal Vaticano I : "con fede divina e cattolica, di deve credere tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio scritta o tramandata, e che la Chiesa propone di credere come divinamente rivelato sia congiudizio solenne, sia nel suo magistero ordinario e universale". Per coerenza, dovresti quindi anche aderire agli insegnamenti del Vaticano II in merito a libertà religiosa, ecumenismo e collegialità, così come alla riforma liturgica e disciplinare, tutti atti di Magistero universale : se coloro che ratificarono tutto ciò furono, come sostieni, veri Papi, esso non può che essere, in linea con quanto insegnato dal Vaticano I in materia di infallibilità, Magistero supremo ordinario, sempre e solo infallibile. Questo è indiscutibile. Tu non vai invece proprio sostenendo che il Papa, come reale Vicario di N.S., nell'esercizio del proprio ruolo di Supremo Pastore, sbaglia? E la Fede non sarebbe così venuta meno? Eccome.

    Scriveva P. Guérard : "Prima opzione. «Il dovere di disobbedire.» Si adduce: «Meglio vale obbedire a Dio che agli uomini» . La formula fa colpo, essa incontra d’altronde la connivenza del volontarismo; ma non rende ragione di nulla, e si annienta nella contraddizione. Perché l’opposizione tra «Dio e gli uomini» è priva di senso se si tratta di un uomo a cui Dio dona d’esercitare un potere di cui Lui stesso, atto per atto, Si rende garante. Ora tale è proprio il caso della promulgazione di un ordo missae fatta nella Chiesa cattolica . Di per sé, un tale atto appartiene al Magistero infallibile ordinario, nell’ordine pratico. Disobbedire all’Autorità quando questa pone un tale atto, sarebbe, di per sé, disobbedire a Dio; e non sarebbe «disobbedire agli uomini per obbedire a Dio»."

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  12. Per finire. Nel trasporre le tue domande al contesto storico biblico, nel quale fece la sua comparsa per la prima volta nella Storia Sacra la giurisdizione universale vicaria, ho saltato una domanda : i sacrifici offerti da Saul, e coloro che offrivano sacrifici a Dio a nome di Saul, erano graditi da Dio? Da parte mia ripeto, come dice la Scrittura, che il sacrificio non lo era di certo - Saul fu rigettato proprio per non aver sacrificato secondo Dio - e che le intenzioni e la consapevolezza recondita è nota solo a Dio; quindi, quali che queste siano, non aggiungono nulla all'oggettiva inadeguatezza, arbitrarietà e invalidità in sé del rito, giudicata già così da Dio per bocca del profeta Samuele : "il Signore a rigettato te, affinché non sii più re", ma fino all'ultimo Saul è rimasto, materialmente, al suo posto senza che David lo sostituisse.

    Per coerenza di aspettative dovresti poi imporre anche a mons. Williamson una riposta di quelle che pretendi per te. Chiedigli : i Papi conciliari sono eretici, si o no? Dovresti allora guardarti altrettanto bene dall'accettare in cambio una risposta che invece che dire si o no, distinguesse di nuovo tra eresia oggettiva (per cui le cose pronunciate da colui che le pronuncia sono senza alcun dubbio eretiche, essondo state già giudicate tali dal Magistero) ed eresia soggettiva (per cui chi le proferisce sa bene che lo sono); che ammettesse cioè nel giudizio tanto un si che un no. A questo punto però dovresti accontentarti, dato che proprio una tale distinzione, e una tale risposta, mons. Williamson l'ha fatta e data nel Commento Eleyson qui sopra alla maniera dei "tesiti" (scil. tomisti): eretico (materiale) si; eretico (formale) no. Padre Guérad ha in ciò solo più chiarezza; parafrasando : Nell'esercizio del proprio Magistero di insegnamento universale il Papa non può proferire eresie o commettere errori, se ne commette non possiamo giudicarlo, ma solo riconoscere che le cose che dice non sono da Dio e che quindi non parli più in Sua vece, dato che nel merito non avrebbe non potuto farlo, quindi non ascoltarlo, non potendo in Fede considerarlo più "una cum" Dio. "La cosa migliore da fare e ignorarlo" continuando a pregare per lui.

    Da parte mia rispondo alle tue domande così : 1, (come per Saul) materialmente si, formalmente no; 2, solo Dio lo sa; 3, solo Dio lo sa; 4, solo Dio lo sa. Dici invece per parte tua che a queste domande intenderesti rispondere recisamente con un si o un no, evidentemente diponendoti nelle condizioni per esprimere un giudizio del tutto univoco, rispetto quello di David, su quelli di allora come questi di oggi (cioè sulle persone, e non solamente sui loro atti). Be', ti prevengo, volendoti risparmiare l'inutile fatica : le domande che ho formulate sono tutte domande inerenti o un fatto biblico già descritto, quindi insindacabile e incontestabile, o il foro interno, conosciuto solo a Dio. "Non giudicate!" è l'espressione con cui P. Guérard chiuse la formulazione della Tesi. Nella Chiesa, da sempre, si distinguono tanto il peccato veniale dal mortale, quanto i peccati e le eresie materiali e formali. Giudicare, nella Chiesa, spetta solo a coloro che hanno i carismi divini (cioè l'infallibilità) per farlo; da te invece che mi dovrei aspettare?
    Che Dio abbia misericodia di tutti noi.

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  13. Brevemente ho letto ciò che mi ha chiesto, premetto che non ho trovato alcun commento dei Padri della Chiesa su Samuele, ma devo ammettere che la mia "biblioteca" non è molto fornita ma anche sul web non ho trovato molto.
    Come lei ben saprà le Scritture hanno un doppio senso, il primo storico letterale, il secondo spirituale che si suddivide in allegorico, morale ed analogico.
    Saprà anche che le cose dell'antico testamento sono prefigurazione del nuovo.
    Nel caso di specie mi sembra che ci sia una certa analogia nel confronto tra l'episodio di Saul e la situazione attuale.
    Nell'analogia ci sono delle cose simili ma anche dissimili, in questo caso possiamo dire che di simile c'è la disobbedienza a Dio del Re Saul e la sua autorità che possiamo paragonare al Papa, ma per il resto il racconto non si può identificare con la situazione attuale:
    1) Saul viene rigettato da Dio e ne viene a conoscenza da Samuele
    2) Dio direttamente ordina Samuele di ungere Davide che prenderà il posto di Saul
    A mio modesto parere questo episodio può essere prefigurazione dell’episodio di Gesù con Caifa, Gesù il vero unto del Signore è vissuto insieme con l’altro sacerdote che era l’autorità come Pilato fu riconosciuto autorità dallo stesso Gesù, eppure anch’essa era un’autorità iniqua.
    Ma al capitolo 17 versetto 32 Davide disse a Saul: “io tuo servo, combatterò questo filisteo…”
    Ma ancor prima al capitolo 16 versetto 22 (ma tutto il capitolo) evidenzia come anche Davide riconosca l’autorità di Saul, ciò è innegabile, in attesa del momento dell’avvicendamento come accadde per Gesù con Caifa, la sinagoga con la Chiesa.
    Mi sembra che l'episodio non avvalori, almeno in questo casola "tesi", non mi permetterei mai di non risoconoscere le scritture, ma mi sembra chiaro che Davide riconosce Saul come autorità.
    Siamo sempre allo stesso punto un'autorità materiale, cioè in potenza non è un'autorità si risolve sempre nel non essere, io le ripeto e concludo lei continui per la sua strada ma la divisione tra sedevacantisti e sedeprivazionisti si risolve alla stessa maniera, il Papa non c'è.
    Secondo voi è un fatto del tutto "normale" che la sede sia vacante, sono d'accordo comunque che oggettivamente ciò che insegnano questi ultimi papi non è la sana dottrina della Chiesa cattolica e questo mi sembra si evinca da tutto ciò che scrivo.
    La coerenza, come l'assenso si deve a Dio ed al Magistero infallibile, il concilio VII non è stato infallibile ed è stato dichiarato tale anche da due papi e dal Carrdinal Ratzinger (se non erro) ed è magistero straordinario, nonostante le mie poche conoscenze mi sembra che anche il CT ed il CVI siano magistero straordinario come anche le dichiarazioni ex cathedra, le condizioni dell'infallibilità rimangono valide per ogni atto magisteriale, altrimenti ogni cosa dicesse il papa sarebbe infallibile e, oggettivamente, il metro di misura della Verità è la Tradizione, cioè l'oggetto d'insegnamento, come sa anch'io sono infallibile non in quanto stefano gavazzi in quanto la Verità mi rende infallibile.
    Dico: "Gesù è vero Dio e vero Uomo" sono infallibile o no?
    Certo che sono infallibile ma non in quanto Stefano ma in quanto la Verità la conferisve al soggetto. (infallibilità in "discendo").
    Che il Papa non parli più in sua vece sono d'accordo con lei.
    Infine non capisco cosa si dovrebbe aspettare da me, io sono un nulla non ho risposte esaurienti riguardo questa terrbile crisi, in queste tenebre cerco come posso di tenere accesa la fiammella della Fede per me e per i miei cari, lei se vuole si affidi a p. GDL, io preferisvo a ciò che tutti, ovunque e sempre hanno creduto.
    "Che Dio abbia misericodia di tutti noi."
    Sottoscrivo!
    Saluti
    CVCRCI

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  14. Contento tu. Non me ne volere, ma l'impressione è che qui manchino le basi, le distinzioni prime, per un discorso minimamente serio. Una per tutte : Samuele dice a Saul : "il Signore ha rigettato te, affinché non sii [è un imperativo, né indicativo, né congiuntivo, né condizionale] più re". Quindi Samuele e Davide riconoscerebbero, e si comporterebbero, secondo te come se Saul fosse senz'altro l'Autorità? Nemmeno l'evidenza quindi? (Inoltre tu, ritenendoti così tanto umilmente "infallibile per partecipazione", riterresti, insieme alla FSSPX, di fare pure le veci della "fonte prossima della Fede"? Eccola quindi la famosa "giurisdizione autonoma" ... ... !).Comincio a pensare che il gallicanesimo non sia solo una opzione teolgica condannata, ma una patologia vera e propria... il che spiegherebbe molte cose. Che Dio ce ne scampi entrambi. Un cordiale saluto.

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  15. Beato lei che è un esegeta ed ha le basi.
    Ma non dica cose che io non ho detto, semmai lei nega che Davide si metta a servizio di Saul, io già detto che Saul era rigettato e Davide era l’unto del Signore, ed entrambi ne erano consapevole ma di fatto, le ho citato il versetto, (riguardo a Samuele anche lui segue Saul) quindi per cortesia non dica cose errate almeno su ciò che mi riguarda, credo di essere stato molto chiaro, anche senza basi, sui fatti narrati e sugli esempi dell’avvicendamento e che le Scritture sono prefigurazioni del nuovo testamento, anche se non ho le basi, me lo ha detto qualcuno.
    Forse che Gesù non ha riconosciuto l’Autorità di Caifa e di Pilato?
    A pilato disse: tu non avresti avuto alcun potere su di me se non ti fosse dato dall’alto (Gv 19,11), tutto ciò è falso quindi perché Pilato fu giudice iniquo, quindi Gesù mente.
    Non sia mai!
    Infine non essendo un teologo, esegeta, canonista e, a quanto pare, cattolico, l’infallibilità in credendo (mi scuso se ho usato il termine errato discendo), la si può trovare nei più semplici manuali di teologia dogmatica, ma ciò non sarebbe necessario e la sua sarcastica affermazione risulta del tutto fuori luogo, sarebbe bastato rendersi conto dell’esempio riportato.
    Forse che Gesù non è vero Dio e vero uomo?
    Se ho sbagliato significa che non lo è! (mi sembrava di essere chiaro in che senso un cattolico sia infallibile)
    Non sia mai!
    Per favore, poi, lasci stare la FSSPX, io non sono della Fraternità però le posso dire che ci sono ancora dei buoni sacerdoti.
    Per dirla chiaro e tondo, poi, io e lei siamo due disobbedienti solo che lei pretende, grazie alla tesi, di essere il solo nel diritto di esserlo, a questo si riduce la “tesi”:
    “Siccome voi credete che il papa c’è allora dovete obbedire se disobbedite andate all’inferno”
    “Siccome noi crediamo che il Papa non c’è disobbediamo ed andiamo in paradiso perché tanto il Papa non c’è.!”
    Ah si un vero colpo da maestro, davvero un bel ragionamento!
    E non mi venga a dire che è non è così, conosco molti frequentatori della FSSPX sede privazionisti le assicuro non sono pochi, e ciò che dico, onestamente, me lo hanno confermato, ciò non toglie che io voglia loro molto bene e certamente non li condanno, solamente non sono d’accordo.
    Ma siccome questi tempi di apostasia, di tenebra e di dubbio diffuso, poiché il “pastore è stato percosso” (in realtà questo passo è falso, perché il pastore non c’è), rientrano nella volontà di Dio, spero e prego che i nostri errori siano compensati dalla misericordia di Dio.
    Stia sicuro che non gliene voglio.
    In omnibus Caritas.
    Saluti in Cristo e Maria
    Stefano


    Ps: Lei mi conosce di persona?

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  16. Perché ti irriti tanto non so, non ho diritto di sostenere ciò che reputo essere vero in materia di Fede, non lasciando solo a te tanto la testimonianza che l'utilizzo del sarcasmo, senza che tu ti offenda? Credi che con ciò intenda dimostrarti di volerti male? Ti sbagli amico mio. Perché poi pensi il contrario, non saprei. Comunque : Caifa, rimanendo materialmente giudice in Isaraele, ebbe forse ragione di giudicare N.S. colpevole di blasfemia? Eppure per tale Lo giudicò colpevole e chiese a Pilato, insieme a tutto Israele, di farlo crocifiggere. O magari lo poté fare proprio perché perse l'infallibilità connessa divinamente alla propria giurisidizione (ius-dicere) sacra? Pilato, legalmente e incontestabilmente di diritto prefetto in Giudea, non perse forse i propri naturali carismi giuridici, quando decise di non applicare la giustizia dovuta per paura delle ripercussioni personali? Sono tutte domande retoriche ovviamente. Il fatto che il capitolo 17 segua il 15, o che David risparmi la vita di Saul o che punisca con la morte colui che ha osato attentarne la vita, sono tutti fatti che accreditano vieppiù la consistenza del materialiter che in ispecie sostengo. Davide ha cominciato a fuggire Saul solo quando questi gliene ha dato "di fatto" (torna la presa induttiva della "Tesi") motivo : sebbene fosse stato già da prima rigettato da Dio, solo quando gli effetti di questa riprovazione sono apparsi evidenti David se ne scappò per scampare da morte. (Mutatis mutandis, P. Guérard datava la vacanza formale "almeno" dalla ratificazione della Dignitatis Humanae, sebbene già da prima Paolo VI potesse essere privo dell'Autorità : semplicemente fino al '65 Montini non aveva posto in essere atti tali da screditarne di fatto l'Autorità. Davide fugge Saul, riducendosi persino a vita raminga e nascondendosi nella "spelonca di Engaddi" (ed è però proprio questi, Saul, che David continua a dire essere "unto del Signore", cosa che evidentemente non si cancella nonostante fosse rigettato da Dio), lo fugge proprio per aver salva la vita (oggi per noi quella della Fede), mentre Samuele già se ne tornò quasi subito in Ramata lasciando Saul a Gabaa, piangendolo dopo aver tentato inutilemente di consolarlo ("né vide più Saul fino al giorno della sua morte"); e continui ad insistere nel dire che lo seguono? La continuità del riconoscimento dell'onore dovuto all' "unto del Signore", unico occupante il trono di Israele fino alla sua morte, e nonostante ce ne fosse un altro di "unto" che avrebbe potuto prenderne il posto deponendolo, persiste senz'altro con la necessità della disubbidienza e della fuga; mi sembra pacifico. Se riconosci al testo scritto capacita denotative, non vedo come posso seguirti nel tuo ragionamento! P. Guérard non ha difatti mai pensato di dichiarare la sede vacante - vi sarà anche qui un motivo radicamente teologico non credi? - e nel primo volume dei Cahiers proprone addirittura solo di emendare, testualmente, la prece "oremus pro Pontifice nostro Paulo" (Montini, ovviamente) mantenendola come tale. Credi abbia così mancato dell'onore dovuto alla Sede Apostolica, permettendosi in qualche modo di giudicare l'eletto (fino a prova contraria) legittimo? Di evidente, dal mio punto di vista, c'è : non che tu non accetti il nocciolo della questione, ma che non lo cogli : materialiter si, formaliter no. Questo il punto. (Ed è in generale, guarda un po', proprio la distinzione che la "sponda sedevacantista" intende criticare della recente uscita di mons. Williamson (che da quanto vedo si trova contro tanto don Floriano che un eminente teologo 'conciliarista' tedesco).

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  17. Quello che poi dici riguardo l'infallibilità "in credendo" è, mi permetterai, dal mio punto di vista tanto confuso da non volere dire niente. Non penso che tu voglia sostenere di esserti dato da te gli articoli della Fede, ma avrai avuto bisogno di una Autorità che POSITIVAMENTE te li abbia presentati accreditandoteli come divini perche tu potessi, per grazia sovrannaturale, poi assentirvi. Giusto? Se un "Concilio" - che anche se non si è dato l’attributo di Magistero straordinario solenne, come avrebbe dovuto essere, ma quello del massimo grado, la massima espressione del Magistero ordinario universale (confusione che a questo livello comprova e non smentisce il fatto della vacanza formale!) - con a capo e per bocca del "papa" [quindi regola prossima della Fede!] dice che il proprio Magistero è quello "supremo ordinario" (quindi di per sé 'infallibile', avendo del resto indubitabilmente dimostrato di pretendere per sé e in seguito una portata universale normativa); credi di poterti permettere tu di contestare che il giudizio espresso dal Magistero in merito al tenore dei propri pronunciamenti non fosse quello corrispondente e chiaramente dichiarato (ricalcando del resto la formula relativa del Vaticano I), ma di tipo solo opinabile? Che tipo di "infallibilità" permetterebbe a te POSITIVAMENTE di dire qualcos'altro rispetto quello che il "Magistero" ha POSITIVAMENTE detto di sé. "Pastorale" non vuol dire analiticamente in nessun modo "fallibile", ma di nuovo "Pratico", avvalorando ancora il contenuto e il tratto del Magistero ordinario universale; oppure, e lo dice proprio Gherardini, un luogo senza precedenti, una improprietà sintattica, un conio dello stesso Montini - nel qual caso ti rinvierei di nuovo alle considerazioni del mio primo post di intervento.

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  18. (Infine, e scusa la lunghezza ripartita addirittura in tre "capitoli", che ci vuoi fare : tutto gratis!). Credo invece che proprio P. Guérard abbia in merito saputo distinguere e precisare molto bene la cosa. Scriveva : "SI vede quindi in quale senso si può affermare che : «ogni cattolico esercita un legittimo diritto nei confronti dell’Autorità e sulla forma dei suoi decreti». Ciò è vero simpliciter, vale a dire assolutamente, a priori e positivamente, in seno ad un collettivo umano, il quale dipende solamente dall’ordine naturale. Mentre nel collettivo umano «Chiesa», di cui l’Autorità e le norme sono divinamente istituite, il diritto di intervento non appartiene ai subordinati se non a posteriori e negativamente. Diciamo A POSTERIORI, poiché l’oggetto di questo «diritto di intervento» non è né l’Autorità in se stessa, né la forma stessa dei suoi decreti; l’oggetto di questo diritto, sono le conseguenze degli atti che pone l’Autorità. Il diritto di intervento porta formalmente sulla CONSEGUENZA. Esso è a posteriori. Diciamo NEGATIVAMENTE, poiché non spetta ai fedeli giudicare positivamente che tale atto dell’Autorità sia effettivamente conforme alle «note» della Chiesa. Ma è escluso che ciò che emana veramente dall’Autorità, in atti o in parole, sostenga l’opposizione di contraddizione, o praticamente l’opposizione di contrarietà, con le «note» della Chiesa. I fedeli hanno diritto di intervento su questa esclusione; vale a dire che essi hanno il diritto di controllare se questa esclusione si manifesti concretamente, sotto la forma di antagonismi e di tensioni, nella realtà. Così le CONSEGUENZE di ciò che emana VERAMENTE, in parole o in atti, dall’Autorità, DEVONO NON implicare contraddizione o contrarietà rispetto alle note della Chiesa. In questo senso quindi, il «diritto di intervento» può esercitarsi; e ciò non può essere, lo si vede, se non NEGATIVAMENTE : DEVONO NON.

    Occorre aggiungere che, questo «diritto di intervento» essendo così precisato, esercitarlo non è solamente un diritto, è un dovere; dovere imperato dall’istinto della Fede, ed esprimentesi nella testimonianza della Fede. Compiere questo dovere non comporta d’altronde mai che i fedeli abbiano positivamente sull’Autorità un «diritto di intervento» a priori. Poiché se, manifestamente e continuamente, l’opposizione che di diritto è esclusa si produce, vale a dire se si rivela che vi è veramente contraddizione e di fatto contrarietà, tra da una parte le note della Chiesa, dall’altra parte ciò che emana da quella che sembra essere l’Autorità, allora i fedeli devono concludere che, in realtà, non vi è nessun esercizio dell’Autorità, o che, lo stesso, l’Autorità non esiste più. Il «diritto di intervento» dei fedeli porta quindi non sull’Autorità, ma sul fatto che l’Autorità non esiste.

    Questo diritto e questo dovere consistono nel controllare se tale «soggetto» non sia più metafisicamente capace, secondo l’ontologia che è propria all’ordine divinamente istituito, di esercitare l’Autorità, benché occupi la Sede dell’Autorità. Questo soggetto detiene l’«autorità» materialiter, non ne è investito formaliter. Il «dovere di disobbedire» non è che un miraggio, la cui artificiosità non prende consistenza che ad opera della elasticità del linguaggio."

    Ragion per cui, io non mi ritengo né accetto in nessuna maniera che mi si dica di essere "disobbediente"; ne per tale vorrei né potrei mai considerarmi - se voglio dirmi cattolico - in nessuna maniera. Che tu lo possa dire di te stesso con tanto candore, segna la vera irriducibile differenza tra me e te. Con vera cordialità e rispetto.

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  19. O Signore Dio, Uno e Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo, in questi ultimi tempi della storia, in cui l’Abominio della desolazione sta nel luogo santo ch’è la Chiesa, nella persona di un falso tuo vicario ritenuto vero Papa, e dove, per l’apostasia generale e la perdita della Grazia, si assiste impotenti al dilagare dell’iniquità e al pullulare dei falsi profeti, concedi a noi, tuoi servi, secondo la Tua promessa e per l’intercessione di Maria Santissima, di abbreviare questi giorni con la Tua venuta in veste di giudice supremo. Perché non tutti si perdano, il maggior numero si salvi e sia fatta piena giustizia, t’imploriamo che si avvii un iter per la convocazione di un concilio degli ultimi tempi, per l’elezione di un vero papa cum degnitate.

    Per Cristo Nostro Signore. Amen


    Vincenzo Russo sedevacantista apocalittico il tachione@alice.it

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