I lager dei Francescani dell'Immacolata
Frater Vigilius
Lettera di un Frate Francescano dell’Immacolata sotto Commissariamento Apostolico
Da quando P. Fidenzio
Volpi, Cappuccino, Commissario Apostolico, è subentrato alla guida del
nostro Istituto dei Francescani dell’Immacolata, insieme a nuovi
collaboratori, la nostra vita è molto cambiata. Direi che è stata
totalmente stravolta rispetto al carisma originario conferitogli dai
fondatori, P. Stefano M. Manelli e P. Gabriele M. Pellettieri ed
approvato a suo tempo dalla Santa Sede (1/1/1998). La nostra vita si
nutriva di spiritualità francescana, di studio delle fonti, di incontri
di preghiera e convegni su testi biblici, liturgici, patristici. Attingeva alla ricchissima liturgia Cattolica, sia del Novus che del Vetuso Ordo,
con i canti gregoriani del Liber usualis, del Graduale Triplex, con i
canti polifonici della tradizione cristiana, ma anche con tanti canti
popolari antichi e nuovi in lingua moderna per cui era stato compilato
ad uso dei Conventi un apposito libretto. Ogni anno era progettato un
simposio internazionale su un tema specifico di teologia cattolica:
tutti potevano partecipare, non era chiuso a nessuno. Erano organizzate
inoltre con cadenza annuale per i religiosi sia fratelli che sacerdoti
giornate di spiritualità, giornate di studio, conferenze sul carisma
dell’Istituto, ma anche su temi vari di spiritualità francescana e
mariana, aggiornamenti sulla morale e sulla teologia del B. Giovanni
Duns Scoto e di altri grandi teologi … Oggi non c’è più nulla di tutto
questo! Non solo è venuto a mancare improvvisamente questo substrato
spirituale e teologico, che è l’anima della vita interiore per ogni
religioso, il suo nutrimento quotidiano per la meditazione e la
preghiera, ma a questo non è stato sostituito assolutamente nulla! Solo
un silenzio di tomba sull’essenza della vita religiosa e cristiana spira
dalle nuove sedi e dai nuovi capi del nostro Istituto.
Il Commissario Apostolico – sempre con il suo fidato e vendicativo Segretario, P. Alfonso Bruno –
non ha mai parlato in maniera diffusa e sistematica ai Frati; si è
incontrato solo con alcuni ed in alcune case. Mai ci ha fatto una
conferenza spirituale, mai ci ha spiegato un brano del Vangelo, degli
scritti Francescani o anche solo del Catechismo della Chiesa Cattolica;
mai ci ha parlato dell’Immacolata Concezione, caposaldo della
spiritualità cristiana. In compenso ha emanato in abbondanza decreti,
oltremodo minacciosi e oltraggiosi per noi tutti, rimproverandoci senza
fornire alcuna prova o giustificazione di essere insubordinati, di
essere contro il Papa, di essere contro il Concilio Vaticano II, di
essere “lefebvriani”. Il rimprovero è pervicace ed ossessivo,
martellante come le accuse false dei processi-farsa dei detenuti della
Lubjanka nella Mosca stalinista. Si sostanzia di molteplici
provvedimenti punitivi che si succedono a raffica dal giorno alla notte,
senza alcuna spiegazione e senza alcuna finalità educativa o
correttiva. Abbiamo l’impressione di essere solo puniti o di subire
vendette senza motivo. La parola d’ordine è: obbedire senza pensare.
Se il capo vuole distruggere, deve distruggere. Lo vuole il Commissario. Quindi lo vuole la Chiesa ed il Papa.
I provvedimenti più importanti del Commissario infatti sono:
1) L’obbligo di
non celebrare più la Messa nel Vetus Ordo, promulgata dal B. Giovanni
XXIII nel 1962. Perché? Nessuna spiegazione. E’ stato detto in un primo
tempo ai nostri sacerdoti di fare domanda formale per iscritto al
Commissario per celebrarla. Molti di loro (la stragrande maggioranza)
hanno confidato in questa possibilità ed hanno scritto al Commissario.
Nessuno di loro (tranne qualche risibile eccezione) ha avuto una
risposta. E’ forse una messa cattiva quella del Vetus Ordo? Arguisco
dalle minacce del Commissario che forse questa è una Messa “contro il
Papa”, è “Lefebvriana”, e quindi non si può dire. Ma allora anche il B.
Giovanni XXIII che l’ha promulgata, ed anche il Papa Benedetto XVI che
ha ristabilito la disciplina di questa Messa, dando la possibilità a
tutti i sacerdoti di celebrarla, sono “Lefebvriani”, sono “contro il
Papa”; cioè sono contro se stessi?
2) La proibizione di
celebrare la liturgia delle ore nel rito latino ed anche di usare i
rituali in latino, come permesso invece dal Papa Benedetto XVI. Qui
allora non si tratta più della Messa, ma della lingua latina. La lingua
latina, nell’intendimento del Commissario Apostolico, sembra essere
anche essa in toto una lingua “cattiva”, “Lefebvriana”, “contro il
Papa”, “contro il Concilio”. Non si devono usare testi latini, né
studiarli? Ma la lingua della Chiesa è stata ed è tuttora il latino,
come afferma lo stesso Concilio Vaticano II (Cf. Sacrosanctum Concilium
n. 36). Come si può proibire lo studio e la pratica di questa lingua?
Cosa c’è di “contro il Papa” in questo? Nella nostra biblioteca
conventuale noto che c’è un testo del Concilio Vaticano II, in edizione
bilingue. La lingua originale del Concilio Vaticano II, che è la prima
nel testo, è il latino e non la lingua moderna. Dunque il Concilio
Vaticano II sarebbe stato scritto, nella sua edizione originaria, in una
lingua che è “contro il Concilio”?
3) La proibizione
di accostarsi al nostro fondatore, P. Stefano M. Manelli. Non possiamo
scrivergli, né chiamarlo al telefono, né parlargli, né tantomeno andarlo
a trovare. La proibizione su questo punto è assoluta e radicale. Sembra
che tutto insieme sia diventato un pericoloso delinquente da tenere
strettamente recluso. Cos’ha fatto di male? Perché nessuno può
parlargli? Silenzio assoluto del Commissario Apostolico e delle altre
autorità dell’Istituto. Eppure è lui che ci ha insegnato la vita
spirituale e ci ha dato il buon esempio derivante dai grandi santi
dell’Ordine: San Massimiliano, San Pio da Pietrelcina, San Francesco,
Santa Chiara e tanti altri di cui ha scritto meravigliose biografie; è
lui che ha scritto la “traccia mariana”, sotto la guida di San Pio da
Pietrelcina, e gli altri testi fondanti la nostra spiritualità come Il
voto mariano. Dobbiamo dimenticarci tutti i lunghi anni di formazione e
di intensa vita spirituale vissuta fino ad oggi e tutti i suoi studi che
abbiamo letto per anni per decreto del Commissario Apostolico e di
qualche altra “autorità” a lui devota?! Viene da pensare che i nostri
“nuovi responsabili” dell’Istituto non conoscano affatto la spiritualità
e il carisma dell’Istituto.
4) La proibizione di
scrivere sui nostri settimanali, sulle nostre riviste, la proibizione
di collaborare con la nostra casa editrice, la “Casa Mariana editrice”,
la proibizione pure di diffondere i testi della “Casa Mariana editrice”.
Questi provvedimenti draconiani somigliano a quelli dei regimi nazisti e
paleocomunisti nei quali era vietata tutta la stampa che non era
controllata dal regime: gli unici organi d’informazione erano quelli
dello stato e del partito unico. Alla faccia della “libertà dei figli di
Dio” tanto decantata e glorificata dal Commissario Apostolico! Qui da
noi vengono violati dei diritti umani fondamentali, sanciti anche dalla
Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (1948), che recita così
al suo articolo 19: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di
opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato
per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere
informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere»,
per non rifarci al Vangelo. Ci è negata dunque la libertà di pensiero e
di espressione! Pure il pensare e lo scrivere o ricevere e diffondere
libri sono attività “Lefebvriane”, “contro il Papa”, “contro il
Concilio”? Mi risulta che la nostra casa editrice stampava testi di
Sant’Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa, di San Luigi M.
Grignion de Montfort, di San Pio da Pietrelcina. Certamente anche questi
sono autori “Lefebvriani”, “contro il Papa” e “contro il Concilio”,
secondo il Commissario, e perciò bisogna vietarne la diffusione. Il
nostro commissario Apostolico sembra aver ripristinato l’Indice dei
libri proibiti, già solennemente abolito con decreto pontificio dal Papa
Paolo VI (1966). Ciò dimostra che l’autorità canonica del nostro
Commissario è superiore a quella del Sommo Pontefice!
5) La proibizione di
avere dei gruppi di laici che pur si sono formati negli anni intorno ai
nostri conventi. Per quale motivo? Nessuna spiegazione. I nostri gruppi
di laici sono sciolti e non possono portare più alcun abito religioso
anche se hanno fatto la professione secolare nel Terz’Ordine Francescano
dell’Immacolata. So di un gruppo di anziane signore abituate a dire il
Rosario prima della Messa in un nostro Convento. Avevano chiesto di fare
la professione secolare e così indossare l’abito religioso dei Terziari
Francescani per morire con quell’abito, tanto caro anche al B. Pio IX e
al B. Giovanni XXIII. Il Commissario Apostolico ha imposto di togliere
l’abito religioso a tutti i Terziari Francescani dell’Immacolata. I
Frati sono andati da quelle signore a dir loro che non potevano più
portare quell’abito. “Perché?” – hanno chiesto. “Il Commissario
Apostolico ha detto che siete contro il Papa” – hanno risposto i Frati.
“E perché siamo contro il Papa?!”. A questa domanda i Frati non hanno
saputo rispondere.
6) La proibizione di
avere un proprio Seminario di studi teologici. Perché? Nessuna
spiegazione dal Commissario Apostolico. E’ abolito e basta. Eppure tutti
i professori che vi insegnavano si sono laureati e licenziati nelle
attuali Università Pontificie: la Pontificia Università “Antonianum”, la
Pontificia Università “Lateranense”, l’Istituto Patristico
“Augustinianum”, la Pontificia Università di “Santa Croce” dell’Opus
Dei, la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, ed altre assolutamente
approvate dalla Santa Sede. Ma forse anche queste Università Pontificie
nell’intendimento del nostro Commissario Apostolico sono sospette di
attività “Lefebvriane”, “contro il Papa”, “contro il Concilio”. Fidarsi è
bene, non fidarsi è meglio. Mi chiedo se anche il nostro Commissario
Apostolico abbia studiato a suo tempo pure lui in una di queste
università che ora sospetta di cripto-lefebvrianesimo.
7) Anche la gestione dell’economia è
argomento di severo e costante rimprovero per noi da parte del
Commissario. Noi non sappiamo gestire i beni – ha sempre detto. Dunque
abbiamo bisogno di lui per farlo. In effetti circola la voce che per i
suoi augusti servigi all’Istituto il Commissario ed i suoi invisibili
collaboratori percepiscano a spese delle casse dei Francescani
dell’Immacolata qualcosa come 5.300 euro al mese. Non c’è che dire: il
Commissario ha dato subito prova di saperci fare con i soldi!
Soprattutto con quelli di un Istituto di Mendicanti Francescani che non
ha alcuna attività lucrativa per mantenersi. Leggo però nel testo della
Liturgia delle ore del Servo di Dio il Papa Paolo VI, alla festa di S.
Francesco di Sales, 24 gennaio, un brano tratto dall’ Introduzione alla
Vita devota (I, 1) dello stesso, in cui è detto: «Dimmi Filotea, sarebbe
conveniente se il Vescovo volesse vivere in una solitudine simile a
quella dei Certosini? E se le donne sposate non volessero possedere
nulla come i Cappuccini?» (Liturgia delle ore secondo il Rito
romano-serafico – III, Assisi 1975, p. 1254). Mi chiedo se P. Fidenzio
Volpi, Cappuccino, conosca questo aspetto della povertà cappuccina messo
in così bella evidenza dalla Liturgia delle ore del Papa Paolo VI.
8) Ho saputo della prossima chiusura di
alcuni nostri conventi da parte del Commissario. Guarda caso erano gli
unici Conventi dove c’era il permesso di celebrare la Messa nella forma
promulgata dal B. Giovanni XXIII del 1962. I Vescovi in quei luoghi
erano consenzienti. Anche quei Vescovi sicuramente sono pericolosi per
noi e per la Chiesa, nonché per il Papa perché forse cripto-lefebvriani,
amanti di una Messa e di una lingua che non deve più esistere.
9) Non possiamo liberamente telefonare o usare il cellulare od il computer. Ci
è stato detto che i nostri telefoni ed i nostri computers sono tutti
controllati grazie ad un sofisticato sistema di spionaggio elettronico e
tutto quello che diciamo e scriviamo sarà riferito al Commissario
Apostolico. Così dobbiamo stare attenti a scrivere ed a parlare. I
cellulari ed i computers che usiamo, siccome siamo Francescani
dell’Immacolata commissariati, non godono della normativa sulla privacy.
Proprio per quest’ultima disposizione interna si è creato veramente un clima di sospetto e di terrore tra noi.
Non sappiamo più chi abbiamo vicino. Stiamo molto attenti anche a
parlare. Guai a scherzare, soprattutto sul Commissario Apostolico.
Qualche micro registratore potrebbe essere nascosto nelle tasche del
saio di qualche frate-spia che potrebbe riferire tutto al Commissario o
ai suoi devoti servitori. Qualcosa di simile mi sembra di aver letto
nelle memorie dei dissidenti sovietici ai tempi della NKVD o del KGB e
ai tempi della Gestapo nella Germania nazista. Il tuo vicino può non
essere un tuo amico. Anche se è una persona che conosci da anni: può
essere invece il tuo traditore. Potresti pagare caro un tuo innocente
intervento di commento sull’operato del Commissario e suoi stretti
collaboratori: sono ormai una casta sacrale ed intoccabile. So di frati
che sono stati trasferiti in conventi di altri continenti per semplici
considerazioni fatte amichevolmente con i Confratelli sul Commissario
Apostolico e la nuova gestione dell’Istituto. Questo sarebbe il carisma
che il nostro amato Commissario deve “raddrizzare”, come dice lui, nelle
sue lettere. Forse deve riportarci al tempo del “Padre dei Popoli”,
come si faceva chiamare amabilmente il compagno Stalin, o del Führer,
Adolf Hitler, al tempo dei suoi campi di concentramento e delle leggi
razziali.
In effetti, pensandoci
bene, è proprio sotto il Führer che è diventato santo l’ispiratore del
nostro carisma francescano-mariano: San Massimiliano M. Kolbe….
Fonte: libertà e persona
Fonte: libertà e persona
Agnoli sei un buon studioso ma sui manelliani, ti sbagli perché non conosci i fatti interni. La lettera è una bufala: un commissario non ha il compito di fare ritiri spirituali,ma di mettere a posto la vita dell'istituto negli aspetti anomali. In realtà tu non sai che quell'istituto è un lager! In pace, buon natale.
RispondiEliminaSiamo lieti di apprendere che tutto ciò sia una bufala, ma quel "manelliani" getta ombra sul suo interevento e comunque è strano che uno crei un istituto per poi farlo cresecere e distruggerlo e che debba intervenire uno per "metterlo a posto".
RispondiEliminaComunque grazie per la notizia!
Vi segnalo il mio commento sul caso dei FFI:
RispondiEliminahttp://opportuneimportune.blogspot.it/2013/12/fsspx-e-ffi-due-casi-analoghi-dagli.html