Non leggo i giornali, ma oggi mia mamma ha comprato una
copia di libero (non so perché), allora guardo le notizie in prima pagina e con
mio sconcerto, in realtà penso sempre che prima o poi esso finirà, leggo due
notizie inquietanti: parliamo della prima.
La Chiesa o meglio la gerarchia ecclesiastica sottoporrà un
test in tutte le diocesi per sapere cosa ne pensano i fedeli su certi
argomenti.
L’articolo è interessante ed ironico.
L’autore, Mario Giordano, si chiede, come sia possibile
arrivare a tanto.
Pensandoci bene però potrebbe essere che ci si risparmi un
Concilio Vaticano III rimpiazzandolo con un REFERENDUM OECUMENICUM I, il quale
stabilisca oggi ciò che deve essere creduto da tutti, ovunque e sempre (in
realtà ancora no), rivisitando così il canone di San Vincenzo di Lerino.
Ammettendo anche che l’idea non sia direttamente venuta da
“Demolition Man” sicuramente l’avrà approvata, vista l’alacrità con cui lavora
per una chiesa dal basso e ad onor del vero gli sta riuscendo bene!
Alcune domande del referendum:
1)
I cristiani divorziati risposati
soffrono l’impossibilità di avere i sacramenti (dipende dai casi ma ci potevano
pensare prima)?
2)
Che attenzione si può avere verso
chi si unisce con persone dello stesso sesso ( la stessa che ha Dio riguardo ai
quattro peccati che gridano vendetta al suo cospetto)
3)
Nel caso di unioni di persone
dello stesso sesso che hanno adottato bambini come comportarsi per la
trasmissione della fede (meglio che non mi esprima)
Una volta ricevuto il risultato il gioco è fatto.
Nuovo CJC e nuovi dogmi, d'altronde l’escamotage della
prassi sopravanza la teoria, ma in questo modo si può sistemare anche la teoria
con la saggezza popolare.
IL POPOLO HA PARLATO, LA DISPUTA E’ FINITA!
Il popolo sopra Pietro e con i vescovi.
Allora via libera a nuove aberrazioni.
Vista la posizione della CDF sul matrimonio e risposati perché non pensarlo, cito:Il brano si compone di sei capitoli nei quali viene ribadita, con ampio dispiegamento di citazioni, l’indissolubilità del vincolo matrimoniale, perenne dottrina della Chiesa, e dove viene, altresì, illustrato l’atteggiamento che la Gerarchia dovrà assumere nei confronti di quei fedeli divorziati che, risposandosi, si son messi automaticamente in stato di peccato grave tale da escludersi dal Sacramento della Comunione, e dobbiamo dar atto che, in tutto l’excursus, l’arcivescovo niente concede, in punta di diritto e di principio, a possibili cedimenti o a concessioni e tuttavia, come vedremo, l’autore si produce in sottili affermazioni di taglio pastorale tracimanti nel teologico che non stanno né in cielo né in terra e che denotano manomissione o ignoranza del dogma, funzionali, crediamo, al futuro traghettamento dalla sponda dell’indissolubilità a quella della dissolubilità. (http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV647_L.P._Circiterismi_e_dintorni.html)
Se così non fosse quale lo scopo sarebbe di questa stupidaggine?
Mario Giordano si chiede, in linea con il principio di non
contraddizione:
“ se si fa il test e non lo si considera che cosa lo si fa a
fare”?
Se lo si considera, invece, si va a finire come sopra
prospettato: Sub Populi invece che sub Petro.
Affrettatevi dunque cari fedeli, “è l’ora dei laici” come
recitava uno slogan del rinnovamento carismatico (sic!) siete artefici del
vostro destino (come contraddire questa verità).
Referendum ecumenico I nella Repubblica democratica
cattolica.
Solo che i conti li farà un solo Scrutinatore!
E allora sarò pianto e stridore di denti!
Signore vieni presto!
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