Parafrasando un celebre articolo di Mons. Williamson1,
all'indomani del documento postato ieri, sebbene io abbia accolto bene la
dichiarazione di 3 dei 4 vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X,
sospendo il mio giudizio in attesa che segua
anche di fatto ciò che è stato dichiarato in quel documento.
Credo sia anzitutto doveroso, proprio per spirito di Carità,
se è vero ciò che si dichiara, ammettere
che le debolezze umane a volte ci sviano dal nostro fine e quindi riabilitare
coloro che sono stati o esautorati o minacciati o puniti per aver dichiarato e
fatto da sempre ciò che oggi si riporta in evidenza con la recentissima
dichiarazione e cioè la missione voluta da Dio per mezzo di Mons. Lefebvre.
Non è sufficiente dunque dire di essere d’accordo con Monsignore
e rigettare tutto il CVII se poi si mantiene questa linea dittatoriale volta
all’epurazione di quelli che fanno della posizione di Mons. la loro vera
missione.
Bisogna, per umiltà (frutto del primo mistero gaudioso),
ammettere i propri errori, perché se errare è umano perseverare è diabolico e
tendere la mano al fratello con spirito di umiltà.
Non si vuole qui insegnare dottrina o dare lezioni di
morale a dei vescovi o sacerdoti di
Santa Romana Chiesa, perché se essi sono sempre dei superiori, ma si vuol
ricordare che sono anch’essi ancor prima
dei cattolici, si è infatti prima cattolici poi sacerdoti, vescovi ecc.
Gesù non ha certo preteso meno dai suoi apostoli, anzi,
tutto il contrario, proprio perché in qualità di pastori, imitatori del Buon Pastore,
sono tenuti all’esempio perchè a chi più è stato dato più sarà richiesto. (Lc
12,48)
Non è dunque sufficiente dire noi crediamo questo e quest’
altro se non si ammette di aver commesso alcuni errori magari anche in buona
fede.
Non è forse quello che ci si aspetta da roma?
Ma è anche quello che si aspettano i fedeli disorientati,
spaccati, impauriti, silenziati ed in alcuni casi allontanati per questo clima
interno alla Fraternità.
Poi finalmente diventa necessario operare fattivamente alla consolidazione
del piccolo resto che Dio ha scelto per
la Sua battaglia e la sua Gloria.
In tale contesto bene scrive Don Girouard (leggi QUI):
a un certo punto Mons. Fellay e i suoi discepoli si sono intimoriti per la percezione negativa che i cattolici della Chiesa ufficiale ricavavano da questi tre elementi.
a un certo punto Mons. Fellay e i suoi discepoli si sono intimoriti per la percezione negativa che i cattolici della Chiesa ufficiale ricavavano da questi tre elementi.
1) che la Messa Antica non ha mai avuto
bisogno di essere “liberata”, poiché la bolla Quo Primum ha sempre
dato il diritto di celebrarla, poco importa ciò che dicono i vescovi Novus
Ordo;
2) che le “scomuniche” non sono mai state valide;
3) che il nuovo stile delle argomentazioni della FSSPX deriva dal suo desiderio di non essere più “percepita” come “amara”, “crudele”, “disobbediente”, ecc.
2) che le “scomuniche” non sono mai state valide;
3) che il nuovo stile delle argomentazioni della FSSPX deriva dal suo desiderio di non essere più “percepita” come “amara”, “crudele”, “disobbediente”, ecc.
Hanno cominciato a credere che
una tale percezione negativa costituisse un ostacolo per la salvezza di queste
povere anime. Ecco perché, allo scopo di eliminare questo ostacolo, hanno
deciso di seguire le suggestioni del GREC, vale a dire: hanno scelto di
impiegare dei mezzi cattivi per raggiungere un fine buono. Poco importa che
anche da una minima conoscenza del catechismo si sappia che questo non può
essere mai moralmente permesso.
In realtà tutto l’impianto nasce
dal
desiderio che la FSSPX un giorno possa essere ben vista da coloro che
appartengono alla Chiesa ufficiale.
In altri termini, la crisi che noi attraversiamo da circa quindici anni, dalla fondazione del “Groupe de Réflexion Entre Catholiques” (GREC), è basata su una questione di PERCEZIONE, cioè su ciò che gli altri pensano di noi.
In altri termini, la crisi che noi attraversiamo da circa quindici anni, dalla fondazione del “Groupe de Réflexion Entre Catholiques” (GREC), è basata su una questione di PERCEZIONE, cioè su ciò che gli altri pensano di noi.
Devo dire sinceramente che l’articolo di Don Girouard è
veramente bello e significativo e bisogna ammettere, anche, che c’era del vero
nel mio articolo per una inutile
riconciliazione, niente di geniale ma semplice analisi della
realtà.
Ecco infatti cosa afferma Don
Girouard: I modernisti e i perversi di Roma non mi hanno spogliato della
mia appartenenza alla Chiesa cattolica, mi hanno semplicemente dato la
gioia di ricevere una delle beatitudini rivelate da Nostro Signore, quella di
soffrire la persecuzione a causa della giustizia!
Perché dunque si vorrebbe che mi si togliesse questa beatitudine?
Perché dunque si vorrebbe che mi si togliesse questa beatitudine?
Se siamo cattolici di cosa dovremmo preoccuparci?
Quale unità ci sarebbe con roma senza la Fede?
Come per roma non è sufficiente “ridarci” la Messa, togliere
le scomuniche e voler riconoscere la Fraternità altrettanto non è sufficiente a
Menzingen una dichiarazione di Fede e fedeltà alla Chiesa nel primo caso ed al
suo fondatore nel secondo.
Per quanto ne so, il
Consiglio Generale non ha ancora inviato a Roma un altro documento ufficiale
che precisa che questa Dichiarazione Dottrinale sarebbe ormai revocata o nulla
o mai trasmessa. Quindi, questo documento di aprile 2012 rappresenta sempre la
posizione ufficiale della Fraternità su queste questioni.
Attendiamo questo atto come primo passo e magari, perché no,
anche una telefonata a Big Double U!
La torta è tutta avvelenata non serve che il veleno sia solo
il 5%.
Aspettiamo con fiducia pregando il Santo Rosario per questa
reale unità e la riabilitazione dei prelati e vescovi nonché dei fedeli
allontanati!
Stefano
Gavazzi
NOTE:
1) lettera M.Williamson 2003 - Motivi dell'impossiblità di unire
la Tradizione con la Chiesa conciliare, considerazioni sul
"sedevacantismo" e "indultismo"
St Thomas Aquinus Seminary R.R. 1,
BOX 97 A-1 Winona MINNESOTA 55987 (507) 454-8000
1 febbraio 2003
1 febbraio 2003
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